| Laeroth |
| | «Parlato» Pensato Narrazione
Una mattina un bussare lieve alla porta di Sato, in un ora decisamente insolita per Sato, indicò a Sato che era giunta una missiva per lui. Sato diresse alcune lievi ingiurie contro lo scellerato che lo aveva interrotto nel bel mezzo del suo sonno, si rigirò e, inconscio di chi potesse volergli comunicare qualcosa, gridò con una voce spezzata dal sonno a chi consegnava la lettera: «Lasciala là fuori, porca miseria, la prenderò più tardi.» Quindi cercò di ritrovare la posizione migliore per continuare il suo riposo, ma senza dimenticarsi di esclamare: «Non ti aspettare la mancia, idiota!» E tornò a dormire, senza conoscere il contenuto della lettera e senza curarsene poi in maniera particolare. Non capiva chi mai poteva avergli voluto scrivere qualcosa, in fondo egli disprezzava fortemente la sua famiglia e si era sempre reso decisamente indifferente ad amicizia e cose di questo tipo. L'unica lettera che aspettava da molto tempo era quella di ammissione all'Accademia Ninja di Konoha... E se fosse la lettera di ammissione? Sato aprì velocemente gli occhi, ansioso di sapere il contenuto di quella lettera così strana, cambiando il suo interesse per questa ad una velocità che ha dell'innaturale... Deve essere per forza quella lettera, speriamo sia così, non ne posso veramente più di starmene mani in mano... Sato quindi si alzò repentinamente dal suo letto, con un balzo irrequieto e si avviò a piedi nudi verso la porta, impaziente di leggere quella lettera. Si avvicinò alla busta con calma, raccogliendone delicatamente i lembi e portando la scritta del mittente alla portata della sua vista.
Yondaime Hyuuga, se ho ragione questo deve essere il nome del mio Sensei... Mh...il mio sensei è uno Hyuuga...Non me lo sarei aspettato affatto. Quindi scartò con rapidità la lettera, prese e lesse con foga tutto il suo contenuto e sul suo volto apparve un sorriso soddisfatto alla lettura di questa... «Mh...Allora ,fra due giorni... Corso K-15....Aula 13. Bene.» Quindi, soddisfatto e eccitato da questa nuova prospettiva pose la busta su un tavolo, mosse il suo collo a destra e a sinistra facendo scricchiolare le sue ossa leggermente intorpidite dal sonno con un espressione pensosa.
Spero che il Sensei Yondaime sia abbastanza esperto in Ninjutsu, dato che avrei davvero bisogno di approfondire questo campo... Infatti, Sato pensava questo perchè, secondo la sua visione, i Ninjutsu sono la chiave dell'arte Ninja. Egli aveva il desiderio costante di apprenderne il più ampio numero possibile da aggiungere alla sua lista di Tecniche, considerando questa via la via più breve per ottenere il pieno potere di un Ninja. Era particolarmente attratto dai Ninjutsu elementali e sperava di arrivare a conoscere almeno un Ninjutsu per ogni elemento e, nella sua ignoranza, aveva condotto alcune ricerche e studi sugli elementi e sui Ninjutsu. Sperava con tutto il cuore che il suo Sensei potesse insegnargli veramente qualcosa che avrebbe cambiato il suo modo rozzo e infantile di combattere, migliorando gli aspetti più deboli della sua mentalità. Sapeva che tutto ciò non sarebbe stato facile e che avrebbe dovuto spendere gran parte della sua vita dietro all'Accademia e alle sue lezioni, ma sperava di ottenere il massimo vantaggio possibile.
Sono deciso a impegnarmi in questa Accademia e più mi allenerò tanto più potrò crescere in fretta rispetto ai miei compagni. Voglio che perfezioni ancora di più di quanto ho già fatto le mie poche tecniche apprese prima di arrivare in Accademia... Detto questo afferrò una manciata di biscotti e li fozò a entrare nella bocca, masticando rozzamente, si vesti nel minor tempo possibile e si fiondò fuori di casa, ai margini di Konoha, per continuare ad allenarsi sulle poche mosse che il suo patetico clan gli aveva passato e sulle sue scarse e basilari conoscenze del combattimento. Trascorse lì gran parte della mattinata, esercitandosi con costanza nelle Tecniche che conosceva, con caparbietà, cercando di migliorare sempre di più i tempi di esecuzione e l'esecuzione della stessa. «Devo Migliorare, ancora di più...Non basta!» Esclamò ansimante Sato, dopo una vistosa serie di sforzi con le sue tecniche, per cadere poi sulle ginocchia, stremato. Si sedette e recuperò un pò le sue forze, ansioso di riprendere al più presto possibile i suoi allenamenti, al costo di rimanere sfinito per il resto della giornata. Aveva l'arto superiore sinistro lievemente ustionato per un piccolo errore dato da una distrazione mentre compieva il suo unico Ninjutsu elementale, la tecnica di cui andava più fiero, la Palla di Fuoco Suprema, inoltre era stato stremato anche dai continui allenamenti fisici a cui sottoponeva senza sosta il suo corpo e, una volta resosi conto della situazione, interruppe gli allenamenti e avanzò lentamente e faticosamente verso casa sua, con passo pesante e affaticato.
Maledizione! Non basta, devo continuare ad allenarmi se voglio padroneggiare ottimalmente le mie Tecniche! Devo allenarmi di più... Stremato giunse a casa, mangiò abbondantemente un terzo di tutto quello che era contenuto nella sua dispensa, per poi continuare a riflettere, mentre spargeva una pomata anti-ustionante sul braccio sinistro, sul motivo che lo aveva spinto con foga a cercare di migliorare in tutti i modi nel campo del Ninjutsu.
In fondo il clan Hidari ha sempre fatto il minore uso possibile delle tecniche di Ninjutsu, sono soltanto mediocri Ninja inferiori...Non mi sembra nemmeno che il mio sangue sia il sangue di quel patetico clan, la mia ambizione va molto oltre le loro limitazioni mentali, io voglio ottenere il più elevato numero di Ninjutsu, mostrando loro che anche in un clan mediocre come il loro può essere la culla di un genio, che io sono diverso da loro, sono superiore a questi! Il mio sensei, Yondaime Hyuuga, appartiene a una delle più nobili casate della foglia, con una lista copiosa di grandi geni che sono nati da questa...Egli potrà avere delle ambizioni più simili alle mie, piuttosto che quei insignificanti Shinobi del mio clan... Sato era spesso furioso contro il suo clan, lo accusava di non aver mai fornitogli stimoli necessari per cercare sempre di più di migliorarsi e odiava quel senso di accontentamento di cui tutta la casata Hidari godeva. Sato era diverso, aveva grandi mire, ma la prima delle sue ambizioni era differenziarsi da tutti gli altri Hidari. Trascorse la fine di quel giorno e la mattina del giorno seguente studiando il più possibile le sue tecniche dal livello teorico, studiandone i punti di forza e i punti deboli, analizzandone ogni minimo svantaggio e vantaggio, studiando le situazioni in cui era meglio applicare questa o quest'altra tecnica, fino a notte tarda. Egli rimase sui libri a lungo, il sole era calato da molte ore e l'alba non tardava a giungere. Sato alzò la testa da un vecchio tomo di Arti Ninja e strinse ancora di più la fasciatura al braccio sinistro che aveva compiuto qualche ora prima a causa della scottatura, cercò quindi di proseguire a leggere il capitolo dedicato all'applicazione dei Ninjutsu sul frangente della difesa...
Certo, il mio Marin Jijizo è una discreta tecnica per danneggiare un eventuale attaccante, ma il suo livello di forza non è abbastanza per contrastare un Ninjutsu o un Taijutsu di medio livello, l'ideale per fare questo sarebbe il Suijinheki che comunque....fornisce...una.... E quindi si addormentò, testa sul libro e si risvegliò solo molte ore dopo, quando il sole era già da un pò di tempo al suo apice maggiore, svegliato dai raggi del sole così intensi. Oggi il suo umore era palesemente diverso: nonostante i giorni che separavano Sato dalla sua entrata in accademia erano ovviamente diminuiti, quella smania di allenarsi che lo aveva preso il giorno prima si era in un qualche modo calmata, lasciando posto a un lieve senso di pigrizia che portava dentrò sè tutta la stanchezza di una notte passata sui libri... Passò il resto della giornata a dormire e a passare inutilmente il tempo, quasi isolato dall'ansia che il giorno prima lo aveva investito. Il giorno dopo si alzò di buona mattina, sorridente come poche altre volte, si lavò allegramente e si vestì con quanta più fretta possibile. Mangiò qualcosa al volo e vide che l'ora stabilita sulla lettera stava per giungere, quindi mancando solo un quarto d'ora all'appuntamento con il Sensei in accademia, si fiondò il più velocemente possibile verso l'aula 13.
Voglio arrivare il prima possibile per cercare di non mancare nemmeno una parola del Sensei Yondaime... Aveva aspettato con impazienza questo momento e aveva fantasticato sul suo Sensei molte volte, ma ora era davvero scalciante dalla voglia di conoscerlo e di poter apprendere il più possibile da lui, voleva essere rassicurato dal fatto che potesse rispondere alle caratteristiche che più di una volta nel corso dei suoi anni aveva attribuito al suo Sensei ideale... Arrivò presto nell'aula 13 e si sedette ad un banco con aria distratta, a quanto pare non era il primo, ma una ragazza dai capelli bruni era appoggiata alla finestra, scrutando fuori. Quindi Sato, dopo aver esclamato con un radioso sorriso un: «Salve!» Diretto alla sua nuova compagna appoggiò la sua testa sulle sue mani, con sguardo perso e assente, immerso nei suoi pensieri e nelle sue solite invettive contro il suo clan, in attesa del suo maestro...
Edited by Laeroth - 20/1/2008, 21:30
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