Kiri I-9, Sensei - Nick Kouga

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† Nick †
view post Posted on 12/10/2007, 17:13




Kiri I-9


Sensei
- Nick Kouga († Nick †)

Studenti
- Shin Shade (°Shade°)
- Kakashi Onizuka ("Jacques de Molay")
- Nike Kaguya (Sasshi)
- Hisoka (Death of glory)
- Keshin Asakura (Sly Cooper)
- Lloyd Field (Bardack_)
- Kratos (Dado-Kun)



CITAZIONE
In questo vero e proprio Corso d'Accademia, l'utente che possiede un PG del grado Studente ha la possibilità di far avanzare il suo PG al grado Genin. Per far in modo che questo accada, l'utente, in primo luogo, dovrà dimostrare a fine corso di essere in grado di avere una certa padronanza almeno delle poche tecniche che il suo PG conosce, e saper individuare i limiti e le possibilità della maggior parte di esse, nonché saper utilizzarle al meglio in combattimento, ma non solo. Per poter essere Genin, saranno valutate molto anche la bellezza delle descrizioni e la loro precisione, la predisposizione a scrivere molto, e, non marginalmente, la passione per il Grd che l'utente trasmette in esse^^. A tal fine, l'utente sarà stimolato e testato continuamente in un numero sufficiente di situazioni in cui il suo PG si troverà ad agire. Si cercherà di essere certi il più possibile che l'utente sia, alla fine, meritevole di un PG del grado Genin, e quindi si potrà anche essere bocciati al termine dello stesso, dopo anche aver seguito e risposto sempre in tutto il corso. Ovvero, in tutta franchezza, non ci si dovrà poi meravigliare se accade questo.

Le seguenti regole dovranno obbligatoriamente essere rispettate:
- Leggere prima i seguenti topic della sezione Rotoli del Cielo: Guida al Gdr, Gli elementi, Livelli del chakra Gradi Ninja & Consumi, Punti Esperienza, Ryo, Energie.
- Scrivere sempre e comunque in ogni post minimo 20 righe (esclusa la presentazione che dovrà essere minimo di 30)
- Inserire sempre, all'inizio di ogni post, una legenda in QUOTE dove indicare in quale diverso modo si rappresentano la narrazione, i pensieri, le parole, e quant'altro che la fantasia e il post richiedano. Inoltre, usare sempre la stessa legenda per ciascun utente. Un esempio di legenda è quella che è in fondo a questa citazione. Gli utenti potranno anche utilizzare quella, se preferiscono.
- Cercare di non commettere mai l'errore gravissimo della cosiddetta "autoconclusività", che costituisce nel descrivere le azioni di altri PG (quindi non persone normali che si possono inventare) invece del solo PG che si possiede.
- Postare massimo entro 3 giorni (a meno di aver avvisato l'assenza di qualsiasi durata), altrimenti superata la soglia si boccierà l'utente per non aver postato in tempo.
- Si raccomanda inoltre vivamente la correttezza ortografica e grammaticale.

CITAZIONE
Tutti gli studenti hanno ricevuto 3 giorni fa una lettera in cui vi è l'invito a partecipare al corso I-9 di Kiri e per avere quindi la possibilità di diventare Genin.
L'orario d'incontro è fissato per le 8.30 di questa mattina, nell'aula 9 dell'accademia.
-Non sono ancora entrato in aula, una volta che alcune presentazioni verranno postate farò il mio ingresso nell'aula, se avete qualche dubbio o domanda da farmi contattatemi per MP o MSN-



Edited by † Nick † - 16/10/2007, 19:58
 
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§Shin§
view post Posted on 12/10/2007, 18:49




Act one: Il carattere di una persona è il suo destino.

CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

In quell'angolo buio che non aveva mai visto la luce giaceva il mio corpo senz'anima.Gli occhi chiusi e un leggero ondeggiare avanti e indietro era la sola cosa che mi distingueva dal cadavere del ratto di cui mi ero appena cibato.Aprii gli occhi; il sangue ancora colava dalla parte destra delle mia bocca per poi finire sulla tunica nera di seta che mi copriva interamente il corpo,non avevo nient'altro addosso solo quella tunica ormai più rossa che nera e un cappuccio adeguatamente poggiato sopra la mia testa.Nessun pensiero occupava la mia mente,nessuna emozione si prodigava nella mia anima,semplicemente non avevo nessuno,non ero nessuno e nessuno sarei sempre stato.
Un leggero battere di nocche contro il legno marcio della porta d'ingresso mi destò dallo stato di trans in cui ero caduto.Non avevo mai ricevuto visite,mai alcun essere aveva voluto incontrarmi,chi era colui che osava tanto?Non mi mossi da quell'anglolino che dopo tanto sostare ero riuscito a rendere simile alla forma del mio corpo ma continuai a osservare la porta con gli ochi spalancati,come se col solo pensiero fossi in grado di muoverla e costringerla ad aprirsi.
Abbandonata la speranza di una mia risposta l'essere che si nascondeva dietro essa fece scivolare una lettera sotto la porta per poi andarsene diventando impercettibile ai miei sensi.Stetti qualche minuti immobile ad osservare quel pezzo di carta bianco.Bianco,che brutto colore ,squallido e senza emozioni,come mai la carta non era rossa,rossa come quel liquido che tanto amavo,come la striscia di colore che rigava il mio viso dal labbro fino al mento,come mai non era rossa?.
Con un innarrabile sforzo mi portai in posizione eretta e con moto ondeggiante iniziai a camminare verso il pezzo di carta.

Maledette braccia perchè siete così corte?

Ero in piedi sopra la lettera ma nonostante i miei sforzi queste non arrivavano che poco sopra il mio ginocchio.Fui costretto a piegare i ginocchi e avvicinarle così al terreno.Afferai la busta,la mia mano non differiva di molto dal colore di questa,la fissai per poi aprirla con un gesto di ira che durò un'attimo.Dentro, un pezzo di carta del medesimo colore della busta, rigato da alcune striscie di colore nero.Maledetto bianco.
Iniziai a leggere quei simboli mentre ad ogni mio respiro una nuvoletta bianca mi fuoriusciva dalla bocca,finito che ebbi quell'arduo compito accortocciai la carta e la lasciai cadere a terra, dopodichè aprii la porta e uscii.
L'accademi,quell'enorme contenitore di fluido tessuto si propagava davanti ai miei occhi,con un numero quasi infinito di marmocchi che correvano qua e là eccitati dall'idea di diventare forti.Quanto avrei voluto prenderne uno per potergli succhiare il sangue ancora caldo,ma purtroppo la presenza di quei ninja me lo impediva,mi avrebbero ucciso se lo avssi fatto,e benchè pazzo non avevo ancora raggiunto quella soglia di stupidità,quando sarei stato un vero ninja avrei potuto bere da chi più attirava il mio palato,non avrei avuto limitazioni.
Entrai e facendomi cautamente largo tra la folla arrivai a quella che la lettera mi aveva indicato come la stanza in qui qualche inietto sensei mi avrebbe insegnato ad uccidere.Varcai quella porta ed entrai nell'aula ancora vuota.Mi sedetti su un banco nella parte più buia di questa e lì con lo sguardo perso nel vuoto mi fermai ad attendere che qualcosa avvenisse.
 
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"Jacques de Molay"
view post Posted on 12/10/2007, 19:28




CITAZIONE
Narrato

Parlato

Pensato

Voce Ninj

Voce Madre

Kiri ore 6.00,tre giorni prima dell'esame.

Era una mattinata umida a Kiri,la luce del sole filtrava debolmente tra le nuvole che coprivano il cielo del villaggio. Al villaggio quasi tutti gli abitanti dormivano,solo pochi,quasi tutti uomini,si alzavano cosi presto,per dirigersi a compiere il loro lavoro nei campi,infatti l'attività di maggior rendita a Kiri era l'agricoltura.
Nella parte ovest della città,abitava con i suoi genitori un ragazzo di quindici anni,chiamato Kakashi,Kakashi Onizuka. Kakashi,passava le giornata giocando con i vari ragazzi del villaggio e studiando. Già Kakashi studiava molto per realizzare il suo sogno,ovviamente gli pesava studiare ma aveva una volontà d'acciaio.
Il suo sogno era semplice,voleva diventare un grande ninja,come tutti i suoi antenati.

Kakashi intanto,dormiva sereno nel suo letto,un sonno leggero e tranquillo,niente intorno a lui poteva turbarlo. La mattina si alzava sempre verso le 7 per allenarsi. Si infatti ogni giorno dedicava almeno un'oretta buono ai vari allenamenti fisici. Passata un'altra ora di sonno,Kakashi si alzò senza troppe storie e dopo essersi lavato,vestito ed aver consumato una parca colazione,un caffè con dei biscotti,uscì fuori,nel cortile di casa e iniziò i suoi allenamenti.

Si allennò duramente per un'ora e mezza,cosi quando rientrò in casa tutto sudato,vide sua madre seduta al tavolo e un ragazzo,un giovane sui diciotto anni,con lei.

Chissà chi sarà questo qui,sicuramente è un ninja. Speriamo porti buone notizie dall'accademia.

Kakashi si fermò ai lati della stanza ad origliare la conversazione tra sua madre e il misterioso ninja,però riuscì ad udirne solo una parte.

"...e cosi deve dare questa a suo figlio,dentro ci sono tutte le istruzioni,io non posso trattenermi ancora...arrivederci signora".

Detto ciò il ninja scomparve in una nuvoletta di fumo.

Subito Kakashi si fiondò in salotto per chiedere spiegazioni.

"Madre dimmi,chi era quel ninja ? Cosa ha portato per me ? Per favore madre parli,non mi lasci sulle spine !"

La madre sorrise bonariamente al ragazzo,e con voce solenne annunciò.

"Kakashi finalmente ! Finalmente ti hanno convocato per l'esame Genin ! L'esame è tra tre giorni esatti!"



Kiri ore 8.00,giorno attuale.

Kakashi si era alzato di buon'ora,verso le 7.00 e si era vestito con tutta calma,preparandosi al meglio. Dopo circa mezz'ora,quando si reputava pronto per l'esame,uscì di casa.
Siccome casa sua non distava molto dall'accademia,e aveva ancora un'ora vuota,si sdraiò per una ventina di minuti sotto un grande albero del suo giardino a meditare. Difatti per un ninja era importante sia l'allenamento fisico,ma anche quello mentale,un ninja doveva essere sicuro di se,non dubitare mai delle proprie possibilità.

Quando si stancò si avviò verso l'accedemia...dato che non era in ritardo,passò attraverso il villaggio,invece di prendere qualche scorciatoia. Mentre camminava,ebbe modo di elaborare delle riflessioni.

Bene,il grande giorno è arrivato,non posso fallire...entro la fine della giornata devo avere un dannato copricapo,devo essere un Genin,non posso restare uno studente a vita,macchierei l'onore dei miei parenti,l'onore del mio clan,e questa sarebbe la peggior cosa che potrebbe capitarmi. Dovrò dare tutto me stesso in questo esame,spero solo di avere dei buoni compagni,il lavoro di squadra è tutto.

Senza farci caso arrivò all'accademia,il grande edificio che si ergeva solenne al centro di Kiri.
Entrò con passo deciso e controllò su una mappa affisa ad un muro,l'ubicazione della classe Nove. Una volta trovata,entrò stringendo i pugni,aspettandosi di trovare qualcuno e infatti c'era già un ragazzo seduto...
Kakashi entrò,si sedette su un banco poco distante e poi si rivolse allegro al ragazzo.

"Ciao,sono Kakashi Onizuka,e sono qui per l'esame Genin..." detto ciò aspetto gli altri...



Edited by "Jacques de Molay" - 13/10/2007, 13:28
 
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Sasshi
view post Posted on 12/10/2007, 20:29




SPOILER (click to view)

Legenda
Titolo
Narrato
§ Pensato §
Parlato
[ Eventuali Ot nel discorso ]



Parte I: Giornata No


Finalmente. Quel giorno tanto atteso che sembrava non arrivare più, era giunto. Ma poi perché si era iscritto? Perché aveva fatto quella idiozia? In fondo lui di ninja non ci capiva nulla. Anzi, dire nulla forse risultava esagerato. Al massimo aveva lanciato qualche coltello da cucina qua e là, visto che aveva osservato qualche ninja lanciare dei pugnali con una forma un po’ strana. Tutte queste domande le fece proprio la mattina in cui doveva partire. Stava sudando freddo e aveva un po’ di timore. In fondo non era mai sceso nel centro del villaggio, se non per qualche rara eccezione. Si alzò dal letto un po’ stanco. Non era riuscito a dormire bene quella notte. Si era voltato più volte nel letto, assumendo uno stato di dormiveglia. D’altronde come si faceva a dormire? Era troppo esaltato la sera prima. Peccato poi che il mattino dopo si sentiva quasi una nullità. Si trascinò nella doccia ancora mezzo addormentato. Accese lo spruzzino e dell’acqua gelida lo fece urlare svegliando anche i suoi genitori. Si era dimenticato di mettere l’acqua calda. Si guardò il corpo e notò che i vestiti erano bagnati. A quanto pare si era dimenticato qualcos’altro prima di entrare nella doccia. Cominciò a starnutire. Si era preso anche il raffreddore. Non era decisamente giornata. Si affrettò a cambiarsi d’abito, mettendosi una felpa e dei jeans. In fondo era il primo giorno. Sperava che non li facesse lavorare più di tanto. Si sarebbero dovuti solo presentare probabilmente. E poi….in quanti sarebbero stati in accademia? Sperava solo che ci fosse qualche bella donzella per distrarsi un po’. Ma era difficile visto che aveva visto poche ninja nel villaggio della Nebbia. Pensò a tutto questo mentre si cambiava. Scese in sala visto che la sua camera era al secondo piano e quasi non cadde a fare tutte le scale in tre o quattro salti. Andò davanti al frigo per poi aprirlo. Completamente vuoto. L’espressione facciale, da mezza addormentata, cambiò radicalmente. Non avrebbe potuto fare colazione! Era decisamente una giornata no per lui. Prese la busta che era sopra il tavolo. Gli era stata inviata tre giorni fa dall’accademia di Kiri. L’aveva letta e riletta più volte visto che ancora ora faceva fatica a crederci. La piegò e la mise dentro alla tasca della felpa. Forse l’avrebbero richiesta per accertarsi che fosse stato invitato ufficialmente. Guardò i suoi genitori che già alle otto di mattina si erano messi a lavoro. Non lo salutarono. Non approvavano l’idea che stesse diventando un ninja. Ma Nike sapeva che probabilmente, la loro collera, era solo momentanea. Uscì di casa chiudendo la porta. Velocemente si avviò. Attraversò un po’ alla svelta la periferia di Kiri. Ci mise circa venti minuti. Ad ogni minuto che passava, sentiva l’adrenalina crescergli. Non era un tipo molto sveglio e voglioso, ma in fondo quello era comunque il suo primo giorno di accademia. Svogliato si, ma mica stupido! Finalmente era arrivato. L’accademia si riconosceva abbastanza facilmente visto che vi era il simbolo di Kiri all’entrata, più la scritta che indicava di essere un’accademia al suo fianco. Entrò un po’ spaventato ma cercando di non farlo vedere. Tirò fuori nuovamente la busta. C’era scritto che la stanza era l’I-9. Percorse il corridoio più volte. Aveva ormai perso cinque minuti.
Finalmente arrivò qualcun altro. Decise di seguirlo senza farsi notare, anche se i suoi capelli arancioni non lo rendevano del tutto inosservato. Non sapeva usare ancora nessuna tecnica ninja e quindi si limitò a seguirlo come fanno le persone “comuni e normali”. Finalmente si infilò in uno dei tanti corridoi. Eccola ! L’I-9. Le gambe che prima erano sicure di sé cominciarono a diventare, piano piano, di legno. [ E’ una metafora eh °° ]. Si costrinse a muoverle con le braccia. Fece 5 metri in un minuto, ma finalmente era arrivato. Deglutì prima di entrare in classe. E se era arrivato in ritardo? Ormai non sapeva più che ore fossero. Si costrinse a muovere la mano. Probabilmente era arrivato già qualcun’altro che fuori dall’accademia lo guardava in un modo parecchio ambiguo. Ma cosa aveva da temere in fondo.


§ Ma che diamine sto facendo. In fondo è il primo giorno, cosa vuoi che succeda, al massimo mi rimproverano per il lieve ritardo. Ma si dai entriamo. §

Mentre le parole del suo pensiero ragionavano in un certo modo, le immagini che il suo cervello elaborava erano di tutt’altro tipo. Si immaginò di essere fatto a pezzi da un sensei brutto e cattivo. Poi pensò anche di finire impiccato in qualche parte sperduta di Kiri. Aprì la porta e cominciò ad avanzare come se fosse un omino del Lego. Portava le braccia avanti, alternandole e la stessa cosa valeva per le gambe. Quando si accorse che in classe c’erano solo due persone che sembravano essere studenti, si calmò. La figura che aveva fatto non era delle migliori, ma d’altronde, quelli erano dettagli in quel momento.

Fortunatamente non è ancora arrivato il sensei. E io che pensavo di venire ucciso in qualche assurda maniera. Comunque, piacere, mi chiamo Nike [ Pronuncia: Niche ]. Anche voi avete iniziato oggi?

Si avvicinò ai ragazzi seduti e gli porse la mano. In qualunque caso, se l’avessero accettata o meno, si sarebbe seduto due posti vicino a loro, aspettando il sensei e gli altri.

§ Finalmente si inizia. Speriamo che la giornata no di questa mattina, non continui anche in accademia. §



Edited by Sasshi - 13/10/2007, 14:58
 
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Death of glory
view post Posted on 12/10/2007, 20:31




CITAZIONE
Parlato
Narrato
Pensato
Parole Locandiere
Parole Postino

3 giorni prima.....

Era una mattianta molto cupa a kiri; la nebbia era fitta.....Hisoka non vedeva neanche la sua punta del naso.
Era propio una giornata schifosa; il ragazzo gironzolava per la città quando si fermò in un chioschetto per domandare un piatto fumante di ravioli al vapore e un the.
Quando ad un tratto il campanello della locanda suonò; era un giovane uomo sull'età di 30 anni, che chiese di Hisoka....

Sono io cosa desiderate ???
Vi porto un lettrea dell'accademia. Tenga. Arrivederci !!
Hisoka la prese lo ringraziò e lese.....
CITAZIONE
Fai parte del nono corso accademico di kiri.
Presentati in classe alle ore 8:30 il corso comincerà alle ore 9:00.
Arrivederci.


Bene perfortuna c'è qualcuno che si è accorto di me; era ora.
Mangiò pian piano se li gustò quei ravioli e quel the visto che non mangia molto spesso; poi guardò il propietario del locale e gli disse....
Ti pagerò non ti preoccupare o devo rimanere qui a pulire i piatti ?!?!?!?!?
Il propietario lo guardò e disse...
Si si puoi pagare quando vuoi basta che paghi.
Ok arrivederci...!!!
Hisoka uscì dal chiosco si pulì la bocca; poi cominciuò a ridere nervosamente sembrava che ridesse per qualcosa di cui non c'era niente da ridere; nella sua mente aveva una sola cosa di cui pensare alla vendetta.
Però in un angolo c'era un immagine che rappresentava una ragazza dai capelli scuri, che questo rappresentava un cambiamento o una preoccupazione per lui, lui non lo sapeva, era allo scuro di tutto.
Si diresse a case sua non era una vera e propia casa; si poteva dire che era una case sull'albero perchè lui non era propenso ad abitare tra la gente visto che la odiava la gente.
La casa si ergeva in un immensa quercia chiamata la quercia dalla resina d'oro.....
Era una casa fatta di legno piccola c'era l'essenziale per una spece di eremita; il ragazzo salì le scale entrò in casa e si dette a tavola e cominciò costruire un castello di carte era come se lui in quel momento si chiudesse dentro al suo mondo fatto di carte.


2 ore prima dell'incontro in accademia.....

Hisoka si alzò dal suo letto tutto scapiliato e in mutande andò in bagno si lavò la faccia e si pettinò, prese una mela la lavò e se la mangiò; con cura si mise i vestiti e uscì di casa....
Scese le sale e si incamminò verso il centro abitato.....
L'unica cosa che lo faceva rimanere un po' scetico era dove fosse l'accademia lui ci andava poche volte in città e quando ci andava era solo per andare a mangiare a scrocco tra i propietari di chioschi troppo buoni.
Arrivò nei pressi di un grande edificio accanto ad un altro edificio con su scritto....

CITAZIONE
Accademia

Bene è questo il posto.
Entrò da una grande porta nera e si addentrò dentro ad un lungo corridoio; in questo lungo corridoio era tutto tapezzato di aule I-1 I-2 e così via, quando arrivò davanti all'aula I-9 dove lui entrò e trovò dentro 3 persone tutti alunni presubimilmente....
Salutò tutti e poi si sedette al suo posto....

Salve sono Hisoka !!!



Edited by Death of glory - 16/10/2007, 17:48
 
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Sly Cooper
view post Posted on 12/10/2007, 22:39




CITAZIONE
Narrato
«Parlato»

Il Villaggio della Nebbia quella mattina,appariva spento e macabro agli occhi di Keshin,come tutti gli altri giorni del resto.
Era molto presto,il sole stava appena illuminando il terreno con i suoi primi raggi e nessun tipo di rumore turbava la quiete che aleggiava misticamente tra le strade di Kiri.
La stanza del giovane era ancora buia,come se il sole non volesse donare il suo calore e la sua luce a chi vi abitava.Ciò sottolineava ancora di più l'atmosfera pesantemente oscura che avvolgeva quell'abitazione.
Keshin era lì,seduto sul suo letto,con una specie di pigiama infilato a rovescio la sera prima e i capelli arruffati.Il suo sguardo puntava dritto al suolo e non sembrava affatto stanco.Le occhiaie se ne erano già andate portando via con sé tutti i segni che potevano dare la sensazione di stanchezza.Le gambe dell'Asakura erano piegate a formare un angolo retto e le braccia senza vita erano poggiate sulle ginocchia tramite i gomiti.I piedi erano infilati in due pantofole azzurre,intonate con il pigiama.Tutto ciò implicava una postura incurvata leggermente in avanti.

Armonicamente con l'esterno anche l'interno della stanza da letto del giovane taceva e nemmeno il respiro flebile di Keshin era udibile se non da un ipotetico attento ascoltatore appostato ai piedi del letto.Lentamente l'aspirante ninja si alzò in piedi lasciando penzolare le braccia di qua e di là e lasciando la testa inclinata da un lato,lì dove era andata involontariamente.Visto in questo frangente della sua giornata,quello poteva sembrare uno zombie.No,non era uno zombie,ma un'anima in pena,sola e abbandonata al suo destino.Ogni singolo oggetto sul quale i suoi occhi felini si posavano,gli ricordava un particolare evento del passato e ogni singolo evento era legato ai vecchi proprietari dell'abitazione.Già...i suoi genitori.Nessuno più era in vita:la donna di casa era stata uccisa da colui che gli aveva giurato amore eterno ed egli era perito per mano del suo figlio prediletto,colui che ora tentava di raggiungere con passi misurati la porta della cucina;per quanto riguardava sua sorella...chissà,nemmeno lui era sicuro della sua permanenza nel mondo dei vivi.

I passi lenti di Keshin erano resi vellutati dalle pantofole soffici che indossava,le quali evitavano un fastidioso "toc toc" continuo provocato dal contatto tra i piedi ossuti del ragazzo e il pavimento ligneo molto spesso.
Il diciassettenne giunse finalmente dinanzi la porta massiccia che separava il piccolo corridoio dalla cucina e la aprì.

In quel momento un flash invase la sua mente contorta:lui da bambino,che aveva poco più di dieci anni,apriva quella stessa porta per entrare in cucina.Tutto però era diverso:la casa era illuminata e sembrava risplendere di un bagliore dorato che conferiva allegria a tutti i membri della famiglia Asakura.Sul volto di Keshin era stampato un bellissimo sorriso.Egli entrò correndo nella stanza e gettò le braccia al collo della madre,raccontandole tante e tante cose.

Improvvisamente il tuffo nel passato ebbe termine e il ragazzo tornò al presente.Prima di aprire la porta egli abbassò lo sguardo e i suoi occhi gialli,già tristi,divennero ancora più malinconici.
La porta provocò un fastidioso cigolio nel momento in cui fu aperta e cessò di dare vita a quel flebile rumore solo quando Keshin smise di spingerla.Davanti al ragazzo,ritagliata sul muro dinanzi a lui,prendeva posto una finestra:da essa penetrò un caldo raggio di sole che andò ad illuminare proprio la fronte del ragazzo,ma egli non pareva affatto coinvolto da quell'evento.

Uno sbadiglio silenzioso deformò il suo volto e rese i riflessi di Keshin più scattanti,questa proprietà degli sbadigli è nota,ma lui non sbadigliò apposta,fu quest'ultimo ad impossessarsi della sua bocca.
Presa una ciotola,del latte e dei biscotti,Keshin si mise a sedere e fece la sua colazione,il tutto senza mostrare un minimo di allegria o di coinvolgimento con la vita che oramai aveva preso il via anche nelle strade illuminate.I suoi occhi rimasero fissi sul tavolo di legno.

Finita la colazione Keshin entrò nel bagno,ora i suoi movimenti sembravano più fluidi e la testa aveva preso forza:era infatti diritta anzichè buttata svogliatamente su una spalla come poco prima;anche le braccia avevano acquisito vitalità:non penzolavano ma andavano a massaggiare il viso e gli zigomi.

L'aspirante ninja uscì dal bagno dieci minuti dopo lavato,pettinato e vestito:gli abiti da ninja erano infatti stati appositamente lasciati in bagno la sera prima.
Da ciò,una persona che conosceva bene Keshin,poteva intuire che quella appena iniziata,non era una giornata normale,e di fatti le cose stavano proprio così.
Tre giorni addietro,l'Asakura aveva ricevuto una lettera dall'Accademia Ninja del proprio villaggio,che lo invitava a partecipare ad un corso che aveva come scopo quello di promuovere i partecipanti più idonei a Genin.Ovviamente Keshin aveva accettato e fortunatamente tutte le informazioni di cui aveva bisogno erano in suo possesso.

Prima di uscire il giovane prese le poche armi a sua disposizione e le adagiò nei rispettivi contenitori,che poi sistemò addosso;appurò di avere tutto ciò che poteva rivelarsi utile con sé e quindi chiuse la pesnte porta di casa alle sue spalle.

L'aria era umida ma fresca e passava sinuosamente tra i capelli alzati di Keshin conferendogli una rilassante sensazione di freschezza e benessere,che sembrava però non giungere nelle profondità del suo animo,costantemente turbato da qualcosa di veramente particolare che solo lui era in grado di comprendere.Nella sua mente non passava alcun pensiero.

In poco tempo giunse nei pressi dell'Accademia e vi entrò cercando la classe indicata nella missiva ricevuta.Trovò la risposta su una mappa fissata al muro e intraprese dunque il giusto corridoio.Molta gente affollava l'Accademia,in fondo se lo aspettava che assieme a lui sarebbero stati convocati molti altri ragazzi più o meno della sua età,ma sicuramente non come lui.

Trovò l'aula che lo avrebbe ospitato e quindi vi entrò con la testa alta e le mani in tasca,l'atteggiamento era solenne e sicuro.
Non provava alcun tipo di felicità o emozione dentro di sé,ma si accorse che nella stanza c'erano già tre ragazzi e si sforzò di fare un sorriso sottile che non riusciva affatto a trasmettere serenità.

Aveva intenzione di piazzarsi nell'angolino lontano dalla finestra,in fondo all'aula,ma era già occupato da un altro ragazzo,al quale Keshin lanciò un'occhiataccia molto rapida.Decise quindi di sedersi in un banco situato dalla parte opposta della classe e mentre prendeva posto proferì con una voce forzatamente amichevole


«Buon giorno a tutti.Io mi chiamo Keshin Asakura.»

Prese dunque posto a sedere e si rituffò nel suo silenzio solenne.
 
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_Bardack_
view post Posted on 13/10/2007, 13:23




CITAZIONE
Narrato
* Pensato *
- Parlato -

[ Il Risveglio ]

Ben tre giorni prima.


Pressi di Kiri, nei vicini dell'accademia. Mattino. Silenzio e oscurità regnavano in una casa vicino ad una accademia per aspiranti ninja ancora alle prima armi. In quest'ultima, proprio un novello ninja che taceva nell'ombra, meditando. Face una lunga riflessione del suo passato lugubre e macabro. Il villaggio si svegliò e i suoi abitanti fuoriuscirono dalle proprie case, dedicandosi alle loro azioni abituali. Tutti, tranne quel ragazzo verso i 17 anni. Il suo eterno pensiero fu interrotto da un costante rumore che proveniva dall'ingresso. Qualcuno bussò alla porta, infastidendo il ragazzo. Non amava esser disturbato quando era in quello stato. Si diresse verso la porta con passo veloce e distinto, quasi volesse dare un aria di se.. demoniaca. Che strano comportamento.. una volta davanti la porta, estese con estrema velocità la sua mano poggiandola sulla maniglia.. la aprì. Davanti a lui un Jonin della nebbia, che gli consegnò in mano una lettera per lui. Non lo salutò, non gli rivolse la parola, chiuse la porta e aprì gli scuri della casa.. lesse.

* Umph, era ora. *

Apparve sul suo volto un leggero ghigno di soddisfazione leggendo quella lettera. Era l'ammissione al suo esame Genin. Con le varie esperienze che avrebbe vissuto il suo potere sarebbe aumentato e alimentato continuamente raggiungendo una potenza ineguagliabile. Perchè al potere non c'era mai limite e alla voglia di esso, neanche. Qualcosa che ribolleva nel sangue di quel ragazzo con i capelli di platino di nome Lloyd Field, senza parenti nè una storia. Gli fremevano le mani. In quel momento sentiva scorrere dentro di sè qualcosa di grande. Come se riprese conoscenza da un sogno, si placò, scuotendo la testa e tenendo quest'ultima con la mano, posizionata sulla fronte. Era il momento di iniziare quella noiosissima giornata. Una volta lavatosi e vestitosi, uscì dalla sua casa, guardandosi intorno.. era giunto il momento di guadagnarsi da vivere nuovamente. Sì.. perchè lui non possedeva denaro e si guadagnava da vivere con la fatica degli altri. Neanche la sua dimora era veramente di sua proprietà. L'aveva rubata a dei defunti e se ne appropriò. I suoi occhi gelidi puntarono un povero ragazzo.. iniziò il suo lavoro abituale che avrebbe portato altre soddisfazioni del giorno.....

[ Iniziazione ]
Atto Primo. Kiri, ore 7:00 Am. Pressi dell'accademia.


Nuovamente mattino. Ma questa volta fu diversa. Lloyd non era accasciato sul suo letto a pensare al suo passato avvolto da una fitta nebbia permanente. Era già pronto da tempo prima con il suo contenitore di armi, con i suoi indumenti generali, con la frenesia di potere al suo esame Genin. Si sarebbe giocato il suo futuro dal primo allenamento. Sapeva che non sarebbe stata una cosa passeggiera come i suoi semplici furti e scontri con banditi di bassissimo livello come lui. Ma era a conoscenza anche del fatto che questo era solo l'inizio dei suoi problemi. E della sua storia. Sospirò, mentre si sedette sulla sedia del tavolo. Si infiltrò nei capelli con le dita, spostandoli verso destra lentamente. Riposò soli altri 10 minuti sulla sedia. Tranquillità prima della tempesta, silenzio prima del caos totale, ferite chiuse prima del sangue sparso dappertutto. Quiete.. poi, controllò nuovamente il suo equipaggiamento sperando di non aver dimenticato nulla. Le armi erano al suo posto. Prese un kunai dalla sua tasca, inserì l'indice nell'anello del pugnale e si allenò a farlo scorrere tra le dita e a farlo ruoteare. Si rispecchiò nello specchio. Un volto vuoto, malinconico, privo di qualcosa. Forse, di un infanzia felice. Dietro ogni psicopatico un infanzia infelice. Difficile dire se lui faceva parte di questa casta. Rimase muto tutto il tempo. Alla fine, verso le 8 del mattino spaccate, si diresse verso il luogo stabilito con tranquillità. Sembrava che quelle specie di tensioni, di forze quasi oscure dell'altra volta si fossero estinte nell'aria. Non aveva nessuna preoccupazione, nessun pensiero o timore. Entrando nell'accademia, abbassò il capo e lo rialzò quasi subito davanti ad un Jonin, un segno di rispetto e di saluto. Dopotutto forse non era poi così malvagio. O faceva questa forma di cortesia verso tutti per i suoi scopi. Solo lui lo poteva sapere. Una volta direttosi nell'aula, aprì la porta e fece la stessa mossa di prima, salutando. Tacque, non rivolgendo a nessuno la parola. Non rivolse a loro neanche lo sguardo. Una volta sedutosi al centro della stanza, si sforzò di salutare. Ma regnò costantemente il silenzio. Non fissò e non diede uno sguardo ai suoi compagni, si immerse nei suoi pensieri. Per lui, tipo taciturno fino alla morte e antisociale, era troppo salutare amichevolmente in questi casi. Eseguiva questa ' cosa ' per lui solo in casi estremamente particolari che riguardavano i suoi piani.
 
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Dado-Kun
view post Posted on 13/10/2007, 14:21




SPOILER (click to view)
Parlato
Pensato
Narrato


CITAZIONE
Scusate il ritardo, ma ho avuto Sabato, Domenica e Lunedì molto impegnati ^^"



Chap 1: Il sogno...


Ombre danzanti, sangue, e uomini che cadevano a terra senza vita. Sospiri, lamenti, malvagità. L'oscurità prendeva il sopravvento. Ecco un altro uomo cadere, ed un ombra ridere. Uccidevano senza pietà, qualcosa guidava la loro mano; tanto sangue scivolava lentamente a terra. In mezzo a questo macabro paesaggio, un ragazzo, capelli arancioni, occhi chiari, e corporatura nella media, osservava in silenzio.
"E' quello che mi aspetta?"

Kiri, ore 7.55
Un aspirante Ninja si sveglia da un sonno per altri orribile, per lui forse, molto 'emozionante'. Si chiamava Kratos; sul comodino c'era una lettera. La guardò con sospetto, come se fosse una minaccia per lui e per il suo destino. Smise di osservarla appena scoccò l'orario delle preghiere. In silenzio, si alzo dal letto e si inginocchiò sul pavimento. Chiuse gli occhi. Canti senza melodia si innalzavano al cielo; lente parole in una lingua arcaica. Ci fu un attimo indescrivibile dove l'anima del ragazzo perdeva il controllo; questi momenti di trance terminarono d'impatto. Il ragazzo sospirò.
Si vestì velocemente: la sua solita tunica nera con la parte sinistra del busto scoperta, una fascia bianca da legare al bacino e il grande mantello bianco, che lo copriva interamente.
Scrutava ogni parte di se allo specchio; In passato perdeva ore ore in quello strano "rituale", ma oggi non c'era tempo da perdere.
Uscì dalla porta sul retro; Era da molto che non vedeva Kiri: i suoi ultimi mesi gli aveva passati in casa a meditare.

Come al solito, a Kiri, avvolta dalla nebbia più fitta, si poteva respirare la fresca brezza mattutina. Si dice che con il solo respiro di quest'aria, l'animo si purifica da tutte le energie negative. Dire se ciò era vero o falso, non spettava a Kratos. Camminava a lato, sul viale principale della Città; C'era poca gente in giro, data l'ora. Passo dopo passo, respiro dopo rspiro, l'ansia aumentava in Kratos: e se non era quella la sua strada? Se solo si fosse rivelato tutto un errore, cosa ne sarebbe stato di lui? Doveva solo svoltare l'angolo, e si sarebbe ritrovato di fronte all'accademia: un edificio imponente e antico. L'immenso portone dell'entrata principale, si diceva, era utile a incutere terrore alle nuove matricole. Kratos si fermò non appana la strada svoltava. Non guardava niente in particolare...

§Solo un passo...solo uno...§

C'era come qualcosa che lo bloccava. Mosse lentamente la gamba, e svoltò l'angolo. Ecco l'Accademia. Si dirigeva verso di essa, con un'andatura sempre più veloce. Aveva riacquistato fiducia in se stesso, cosa che gli mancava da interi anni. Aveva una cosa, infilata nella tasca della tunica. Una lettera, con il bollo di Kiri infranto.

"Classe I-9. Arrivo"

Bisbigliò. Ormai aveva sorpassato il portone. Era a tutti gli effetti all'interno della scuola. Chiese informazioni ad un Chuunin di passaggio, e questo, gli indicò la direzione della classe. Avanzava silenziosamente verso essa. Era arrivato di fronte alla porta scorrevole dell'aula. La aprì di scatto ed entrò. Diede un occhiata alla classe: erano già arrivati altri studenti. L'aula era grande e spaziosa, più di quanto si aspettasse. Kratos si sedette ad un banco vicino alle finestre, e insieme agli altri, attendeva l'arrivo del Sensei



Edited by Dado-Kun - 16/10/2007, 22:28
 
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† Nick †
view post Posted on 16/10/2007, 19:35




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≈ Kiri, Ore 8.30

Era una fredda mattinata di Kiri, sapevo che molte nuove leve aspettavano un insegnante per intraprendere la loro carriera ninja, quindi in qualità di membro più importante del Paese della Nebbia spettava a me occuparmi di essi quando altri sensei erano occupati.
Anche questa volta c'erano molti più studenti di quanti ne avrei voluti, e non avevo neanche più il supporto di un altro ninja.

Quella mattina mi alzai alle 7, avevo alcune faccende da sbrigare prima di poter raggiungere i miei studenti in accademia ed infatti arrivai circa 10 minuti dopo l'ora fissata per l'inizio del corso.
Entrai in accademia camminando lentamente, ormai ero diventato molto abile a muovermi per le strade della mia città mantenendo gli occhi chiusi, giunto dinnanzi alla porta dell'Aula 9 la aprii con calma, appoggiai la mia Giada d'Acqua in un angolo della stessa e mi sedetti sopra la cattedra, con lo "sguardo" rivolto verso i banchi dove le reclute erano sedute.
Anche senza poter vedere direttamente i miei studenti, riuscii a notare sette deboli presenze, alcune, com'era logico aspettarsi, più promettenti di altre.
Il corso I-9 era ufficialmente iniziato.
"Salve ragazzi, il mio nome è Nick Kouga e da come avrete capito sarò il vostro sensei. Senza dilungarmi in ulteriori chiacchere vorrei sapere chi siete e quale sarà il vostro obiettivo una volta diventati ninja."
Era una domanda molto semplice, ma mi avrebbe permesso di capire chi avevo di fronte e che tipi di ninja avrei trovato in un futuro prossimo a Kiri.
Rimasi incuriosito in attesa delle risposte degli alunni, che fremevano per diventare dei veri ninja.

SPOILER (click to view)
Vorrei precisare che non mi interessano particolarmente i post lunghi, preferisco che siano ben strutturati e scorrevoli. Alla domanda "Chi siete?" non mi riferisco solamente al vostro nome, ma anche ad alcuni cenni sul vostro passato, se avete altri dubbi potete contattarmi su msn.


Edited by † Nick † - 16/10/2007, 20:52
 
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§Shin§
view post Posted on 16/10/2007, 22:12




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

Arrivarono una dopo l'altra,sei povere anime in cerca di potere e glorificazione personale.Che squallido.Alcuni si presentarono cercando di farsi passare per forti e impavidi,senza salutare nè proferir suono alcuno.Forse la cosa mi scocciava?No.Non desideravo la compagnia di quegli inutili esseri a me inferiori in tutto,nè volevo la loro compassione o stima.Un essere perfetto non può venire a contatto con l'imperfezione,altrimenti nn sarebbe più tale.
Nemmeno i pochi che proferir parola furono degnati di qualche attenzione,non per mie smanie di grandezza,ma più che altro non volli intrecciare la mia vita a quella di annullità senza valore,a stare con gli zoppi si impara a zoppicare...
Il nostro Sensei,colui che mi avrebbe insegnato a mietere vittime, ci degnò della sua invalutabile presenza solo dopo dieci minuti dall'inizio effettivo della lezione.Entrò in aula con modo di fare calmo che non presentava alcun segno di agitazione o di tensione,muscoli rilassati e occhi chiusi,come se noi,miseri studenti,non fossimo degni della sua vista.Povero sciocco.
Si sedette nella posizione di dominio,dalla quale poteva osservare tutti noi distintamente,e solo allora iniziò a parlare.
Nick,che nome bizzarro e senza significato,gli calzava a pennello,un nome neutro che non incutva nè terrore nè gioia per una pesona piatta che fino ad allora aveva mostrato ben poco di sè.Non riuscii a trattenere un ghigno che si trasformò dopo poco in qualcosa di più sonoro anche se sempre contenuto.La sola idea di aver già tracciato un disegno psicologico del sensei,per quanto imperfetto e frivulo incuteva in me un senso di inspiegabile euforia.
Iniziai a respirare affannosamente,come se non avessi fatto altro che correre fino ad allora,mi succedeva quando ero nervoso,il mio busto,sincronizzato con la testa, iniziò a muoversi avanti e indietro nei limiti che quella sedia, e il banco che si opponeva al moto, mi consentivano.Iniziai a intorcigliare le mani tra loro,per poi districarle per poi di nuovo attorcigliarle in un moto che sembrava infinito.Non riuscivo a stare fermo,dovevo muovermi,i miei muscoli dovevano muoversi e dopo qualche secondo anche la lingua fù soggetta a questo bisogno.

Mi chiamo Shin,cosa voglio diventare eh...beh è semplice,cosa se non un assassino?Cosa c'è di più gratificante del squartare il nemico ormai inerme?Quale cosa è più eccitante del vedere il sangue sgorgare fuori dal suo luogo naturale mischiandosi con la terra?...Mi dica Sensei a lei piacciono le rose?Io le adoro,adoro quando i bambini attratti dalla loro bellezza si propagano per raccoglirle per poi correre dalla mamma piangenti,adoro leccare il sangue ancora caldo dalle loro spine.Lei forse no?

Quel'ultimo pezzo della narrazione fu accompagnato dall'inumidamento delle labbra da parte della lingua.Il respiro lentamente tornò regolare e gli occhi,che durante il racconto avevano come una sfumatura di rosso,tornarono al loro colore originale.
Non ero abituato ad essere al centro dell'attenzione,ero sempre stato solo anessuno era mai inportato ciò che pensavo.Riassunsi un'espressione vuota come persa nell'infinito e così rimasi senza aprire più bocca e senza che un'alito di fiato fosse udibile lasciare il mio corpo.



SPOILER (click to view)
OT/ Volevo solo scusarmi se magari sono un pò rude nelle espressioni solo che ormai l'ho iniziato così e così vorrei continuarlo^^,colgo l'occasione per augurarvi buona fortuna e buon divertimento /OT


Edited by °Shade° - 16/10/2007, 23:33
 
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Sasshi
view post Posted on 17/10/2007, 14:14




Parte II: Presentazione


Quanta gente. Certo che proprio nella sua classe dovevano essercene così tanti? Questo gli dava un po’ di fastidio visto che non era abituato a così tanta gente. Sicuramente non gli sarebbero stati antipatici tutti, forse nemmeno uno, ma ricordarsi tutti i nomi era un'impresa visto che a mala pena si ricordava la pronuncia del suo. L’unica cosa che poteva sperare era che avessero nomi più semplici e leggibili. Il sensei, finalmente, si decise ad arrivare. Entrò, e Nike fu percorso da un leggero brivido. Aveva un po’ di timore, anche se non si spiegava l’esatto motivo. Ci mise comunque poco a riprendersi. Forse, il timore, era dovuto alla consapevolezza che si trovava di fronte ad un ninja di alto rango. Beh, poco contava in quel momento perle altre persone. Quella specie di presentazione amichevole iniziale tra i compagni era finita. Ora il sensei chiedeva una presentazione ufficiale. Ma non poteva partire con domande un po’ più semplici? Faceva schifo nelle presentazioni. Avrebbe preferito farsi una maratona o qualcosa di simile. Ascoltò quella piccola presentazione del maestro e del compagno che era entrato prima di lui. L’alunno doveva essere un pazzo. Ma che diamine diceva? Assassino? Sangue? Gli suonava strano sentire ninja con quelle allusioni. Ascoltandolo tornò un po’ teso. Toccava a lui, visto che nessun’ altro si presentava. Ma cosa poteva dire? Lui non sapeva quasi nulla. Era arrivato lì solo per poter imparare quello che sembrava essere un lavoro divertente. Ci pensò su un attimo, prima di parlare. E se tutti i ninja dovevano avere come obbiettivo quello che aveva detto uno dei suoi compagni di classe? Si alzò, per richiamare l’attenzione. Era necessario poi? Non sapeva nemmeno quello…

Ehm… Se nessuno si fa avanti… Mi chiamo Kaguya Nike. Che posso dire? Sono una persona normale che è cresciuto con altre persone normali. Insomma, non ho mai conosciuto un ninja vero e proprio fino ad adesso. Ho sempre vissuto nella periferia di Kiri e lì di ninja non ve ne sono molti. Diciamo che mi sono iscritto senza un motivo valido se è questo che voleva sapere. Forse, quando mi sono iscritto, ho pensato che fare questo mestiere sarebbe stato divertente. Uh…fatemi pensare. Non penso di aver nient’altro da aggiungere.


Tornò a sedersi. Sapeva di aver fatto, probabilmente, una figura del cavolo. Ma che altro poteva dire lui? Non era stato abituato a parlare molto. Si limitò a stare in silenzio. Come tutti gli altri del resto.

§ E dire che mi aspettavo una giornata leggera. Magari stando in silenzio, dormendo o che ne so io. Invece si inizia già con la presentazione. Questi sensei non hanno di cognizione. §

Il primo giorno era dunque iniziato e già le prospettive non sembravano delle migliori. Riguardò uno ad uno le facce di ogni studente, per poi ritornare a fissare il sensei. Quanti anni avevano gli atri? Probabilmente lui era il più vecchio. In fondo diciotto anni erano, probabilmente, molti per iniziare un’accademia.

§ Ma perché queste domande non me le faccio prima di iniziare una cosa? Mi sento abbastanza stupido. §

Sperava solo che ci fosse qualcun'altro come lui che non sapeva nulla dell'arte ninja.

 
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Death of glory
view post Posted on 17/10/2007, 16:23




CITAZIONE
Parlato
Narrato
Pensato

Da li a poco entrò anche il sensei, era un ragazzo giovane almeno così pensava Hisoka aveva dei capelli castani e un giubetto da jonin riconoscibile tra molte....
Non sembrava una persona stranba anzi una persona comune anche se quei ochi chiusi davano una certa senzazione di disagio, Hisoka l'aveva capito lui era un apersona unica nel suo genere non sapeva in cosa ma ne era convito.
Hisoka stava per alzarsi in piedi quando un ragazzo si alzò e si presentò; si chaimava Shin era un ragazzo un po' buffo nei suoi riguardi, diceva di voler fare l'assasino senza motivo il sangue gli dava la testa....non sapeva neanche cosa dire,era ossesionato dall'uccidere ad Hisoka gli veniva in mente una persona che conosceva molto bene.....
Era lui quando non era altro che uno spicopatico infantile che credeva di conquistare il mondo, quel lato di lui era rimasto non perchè volesse dominare il mondo ma perchè nutriva un forte risentimento nei confronti della gente del suo villagio ma col tempo quel suo lato sarebe sparito lasciando il posto ad un altro sentimento a lui sconosciuto mai provato.
Il ragazzo finì di parlare e si sedette nella sua sedia, Hisoka era pronto aprendere la parola quando si alzò un giovane che cominciò a parlare, sembrava molto impacciato a parlare concluse spiacciacando due parole dicendo che lui era una persona normale e che non aveva niente di speciale.
Non era così Hisoka la pensava in un altro modo di vedere, per lui tutti erano speciali anche quelli che non lo sembravano....un esempio lo aveva davanti agli occhi, finì di parlare la sua faccia parlava da sola si sentiva un vero idiota da quella che aveva detto....almeno così Hisoka la interpretò.
Si alzò in piedi e cominciò a racconatare della sua vita.....

Fino ad ora abbiamo visto uno psicopatico e un ragazzo al suo modo pesa di essere comune ora tocca a me....Salve sono Hisoka.
Sono nato in un piccolo villagio della costa sud di Kiri, sono stato esiliato dal mio capo villagio per le mie malefatte ho vagato 14 anni della mia vita in cerca di ospitalità ma non l'ho trovata.
E ora sono qua come un panpano a parlare di me...Cosa volete che vi dica, Sono una persona che ama la tranquillità e nel mio futuro non vedo niente io vivo la vita la momento perchè aedssso sono qui ma quando uscirò da quà potrei essre assalito da chiunque e venire ucciso.

Hisoka finì il suo discorso ma prima di sedsersi disse al Sensei....
Lei Sensei non può aprire gli occhi perchè ha qualcosa di speciale non è vero ???

 
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_Bardack_
view post Posted on 17/10/2007, 17:05




CITAZIONE
Narrato
* Pensato *

- Parlato -

[ Presentazione ]
9:10 Am. Aula. Arrivo del sensei.



Regnò il silenzio in aula. L'idea di rivolgere un minimo segno di interesse verso i compagni ancora non aveva sfiorato la mente di Lloyd. Rimase in silenzio, a rimuginare con se stesso, in attesa del sensei. Assunse un aria seria, fissando la porta con sguardo minaccioso, in attesa che qualcuno la varcasse e la sua prima giornata avesse finalmente un inizio. Passò il tempo. Ancora niente nella stanza. Solo silenzio, che rilassava qualsiasi alunno sotto stress. Tranne il discendente dei Field. Finalmente, il suo desiderio fu realizzato. Sentì il rumore di passi lenti lungo il corridoio. Un leggero rumore accompagnava l'aprirsi della porta. Intravide una mano. Poi l'avambraccio.. finchè non potè vedere il suo sensei. Rimuginò qualcosa tra sè e sè, in silenzio. Anzi no.. non era lui, era soltanto un giovane ninja. Lo si poteva capire dalla sua aria e dalla sua mancanza di tuta da Jonin e dall'assenza del coprifronte. Significava un altra cosa. Attesa.. altra attesa. Rimuginò qualcosa tra sè e sè. Non gli piacque questo troppo sovraffollamento di studenti. In verità aveva osservato quanti erano, precedentemente, gli studenti. Non diede però importanza ad esser cordiale e a fissarli negli occhi. Particolari irrilevanti e inutili per lui. Sospirò, attendendo ancora...

Altri passi. Sempre calmi. Erano sempre più vicini alla classe. Forse questa era la volta buona. Un altro studente sarebbe stato come una disgrazia. La giornata si sarebbe dilungata fino alla morte. Lloyd lo sapeva bene. Strinse i pugni, con forza, fermezza. Ma soprattutto con rabbia. La porta fu sbattuta. Lloyd controllò velocemente chi fosse entrato. Era senza dubbio il suo sensei. Equipaggiamento da Jonin e coprifronte da ninja. Sorrise soddisfatto e ascoltò il breve discorso.

CITAZIONE
"Salve ragazzi, il mio nome è Nick Kouga e da come avrete capito sarò il vostro sensei. Senza dilungarmi in ulteriori chiacchere vorrei sapere chi siete e quale sarà il vostro obiettivo una volta diventati ninja."

* Non ho chiesto di andare a studiare. Ho fatto una richiesta di ammissione ad un' accademia per ninja. Umph.. che ca**o di domanda.. *

Scosse il capo. Non si alzò per primo. Preferì prima contestare le storie dei suoi studenti. Persino prima ebbe problemi ad accennare un minimo sorriso. In silenzio, attese. Sentì il rumore della sedia, e la voce acuta di uno psicopatico. Anche le sue parole non furono da meno. Sbuffò, divertito ma allo stesso tempo indifferente.

* Il solito maniaco omicida che poi ce le prende da tutti e con un infanzia difficile.. *

Altre due presentazioni furono aggiunte. Molto simili fra loro. Due ragazzi semplici, l'ultimo da una parte simile a Lloyd. Per tutta la sua vita aveva vagato per il villaggio di Kiri cavandosela con l'essenziale. Questa cosa non lo toccò comunque. Si mise a ridere. Ci fu un leggero sottofondo che ruppe il silenzio. Poi si alzò, senza provocare il minimo rumore. Fissò il sensei negli occhi. Cercò però di non dare un aria minacciosa..

- Lloyd Field. Il resto non la riguarda, permettendo. -

Ritornò a sedersi, tranquillamente, pronto ad ascoltare le presentazione dei suoi compagni..

OT Scusa il post corto.. vado di fretta OT

Edited by _Bardack_ - 18/10/2007, 12:40
 
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"Jacques de Molay"
view post Posted on 17/10/2007, 17:41




CITAZIONE
Narrato
Parlato
Pensato

Il sensei arrivò e chiese le solite cose,nome,passato e aspirazioni future. Kakashi se la immaginava una domanda del genere,però decise di non parlare subito ma di far parlare gli altri prima.
Kakashi era rimasto seduto e aveva ascoltato attentamente le parole degli altri ragazzi.

Meglio sapere con chi dovrò stare,ogni informazione potrebbe essere utile nel futuro,meglio non lasciare nulla al caso.

Tutti i ragazzi sembravano ragazzi,più o meno,normali tranne uno che sembrava uno psicopatico,aveva descritto dettagliatamente cosa fare con un cadavere e disse che il suo sogno era diventare un assassino.

Bah,di certo non è il miglior modo di presentarsi,però...in squadra uno cosi potrebbe essere di aiuto,certo sarebbe un'arma a doppio taglio,ma fa nulla...

Quando tutti sembravano tacere Kakashi si azlò svogliatamente e disse con voce stanca.

"Sono Kakashi Onizuka,e sono un ragazzo nato nel villaggio di Kiri esattamente 15 e passa,anni fa. Mio padre,come d'altronde mio nonno e i miei avi,era un ninja. E' una tradizione di famiglia,ogni primogenito maschio,deve divenire ninja. E chi sono io per infangare il nome del mio clan?"

Detto ciò posò lo sguardo sui suoi compagni per un secondo e tornò a sedersi.
 
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Sly Cooper
view post Posted on 18/10/2007, 17:49




CITAZIONE
Narrato
«Parlato»
¤Pensato¤

Erano passati oramai diversi minuti da quando Keshin aveva fatto il suo ingresso in aula.Egli stava fermo sulla sua sedia,senza causare alcun tipo di rumore;la sua postura era leggermente inclinata all'indietro:stava con il fondo schiena un po' in avanti rispetto alla posizione abituale,quella da scolaro modello,perfetto e eretto,senza nemmeno un accenno di incurvatura della colonna vertebrale;non che Keshin avesse di questi problemi,certo.Tenendo le braccia incrociate fissava la cattedra che era dinanzi a lui e a intervalli regolari buttava un'occhiata in direzione della porta,per poter cogliere l'arrivo di qualche altra figura,allievo come lui o sensei.

Nel giro di poco tempo fecero il loro discreto ingresso nell'aula altri due ragazzi,ma nessuno di essi attirò l'attenzione di Keshin,come nessun'altro del resto,al di fuori però di quell'aspirante ninja seduto in fondo,che si era guadagnato uno sguardo dall'Asakura solo perchè era seduto nel posto in cui avrebbe voluto sedersi lui stesso.


¤Tsk...tutti questi novellini...sono troppi per i miei gusti.¤

In effetti a conti fatti,in quella classe si potevano contare ben sette allievi,Keshin incluso.Il giovane sapeva che nessuno di quelli era come lui,era convinto che nessuno aveva avuto una storia come la sua.
In quelle condizioni,le lezioni sarebbero state per forza di cose molto lente.Era scontato che Keshin non sapesse ciò che avrebbero dovuto fare,magari avrebbero dovuto sfidarsi l'un l'altro ed era per questo motivo che avevano permesso a tante persone di entrare a far parte della stessa classe.In quel caso però Keshin dedusse che essendo dispari,uno di essi sarebbe rimasto senza avversario e intuì che sarebbe dovuto arrivare un ottavo aspirante Genin.

Il tempo passava e nessuno si faceva vivo.Nell'aria si poteva percepire una tensione quasi tangibile.
Keshin stava guardando il pavimento ligneo della classe quando dei rumori secchi di passi lo distrassero e lo indussero a guardare la porta.Da essa entrò un ninja che non poteva di certo essere un allievo come loro.A quel punto il giovane scartò l'ipotesi di un combattimento due contro due.


¤Finalmente...¤

Il sensei era arrivato,ciò voleva dire che la lezione stava per iniziare.Razionale come al solito,Keshin non dilagò subito con il pensiero su immediate lezioni riguardanti tecniche potentissime,preferì piuttosto stare a sentire il sensei,il quale dichiarò di chiamarsi Nick Kouga.

Prima di Keshin presero la parola altri ragazzi:uno di essi,lo stesso che poco prima aveva attirato l'attenzione dell'Asakura,rivelò senza troppi problemi che il suo scopo era quello di diventare un assassino e per spiegare i suoi sentimenti fece ricorso a rose e bimbi.

Le sue parole scaturirono un lieve sorriso che prese vita sulle labbra di Keshin;dopo di lui un secondo ragazzo sortì lo stesso effetto:aveva pronunciato il suo nome e aveva continuato dicendo che il suo passato e le sue ambizioni non le avrebbe rivelate in quanto erano fatti propri.
Il giovane decise che era giunto il momento di farsi sentire.


«Sono Keshin Asakura.Non ho un obiettivo preciso,in quanto esso può rivelarsi un'arma a doppio taglio.Mi dica...se lei si prefigge uno scopo,ed esso domina incontrastato la sua vita,una volta che lo ha raggiunto prova felicità e compiacimento...ma poi?Glielo dico io:non ha più stimoli per vivere e finisce per commettere atti che mai avrebbe pensato.E' per questo che io non ho uno scopo.O almeno non più...»

Nel suo discorso quasi filosofico non menzionò affatto la sua famiglia,ormai solo un ricordo da diversi anni.
Ciò che aveva detto però era vero:da quando aveva ucciso suo padre ed era così rimasto sol al mondo non avendo zii né cugini e tanto meno nonni,non sapeva più come riempire le sue giornate.


¤Credo che ci sarà da divertirsi!¤

Così il ragazzo,che non aveva cambiato postura per rivolgersi ad un suo superiore,attese in silenzio nuove direttive da seguire.
 
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36 replies since 12/10/2007, 17:13   827 views
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