C
hapter four.:
The end?Il mio cervello stava andando in sovraccarico. Qualsiasi strategia che mi venisse in mente non mi appagava in alcun modo. Trovavo sempre delle falle da qualche parte che mi portavano ad abbandonare tutto, o quasi.
Ero a conoscenza che se non avrei trovato una strada da percorrere non sarei andato molto avanti, ma questo non mi portava da nessuna parte. Era inutile pensare a futili cose, ovviamente.
Tutti erano fermi, ai loro posti, come sentinelle in attesa di qualche avvenimento. Il sensei ci aspettava, gli altri facevano lo stesso, ma probabilmente la loro era una voglia di non fare il primo passo, e credo anche la mia lo fosse. Avrei potuto dire la prima cosa mi fosse passata per la testa in modo da sbloccare la situazione, ma non lo feci. Forse avevo paura di commettere qualche altra cavolata, come la precedente, che mi era quasi costata la vita. Non avevo certamente intenzione di rischiare di nuovo.
Dopo forse troppo tempo ecco che la quiete viene interrotta. Un uomo, un ragazzo arrivò in mezzo a noi senza preavviso. Il suo volto mi era nuovo e non sapevo neanche se era un nemico. La sua presenza non mi allarmò.
Lo sguardo del ragazzo si diresse verso il maestro. Delle parole si liberarono dalla sua bocca e spiccarono il volo verso Zed. Gli stava chiedendo di cedergli il posto e di andare in villaggio, dove qualcuno lo cercava, forse. Probabilmente si conoscevano già.
Si girò ora verso noi, i tre alunni. Riuscivo a vedere il suo volto, candido e fiero di se stesso. Iniziò a parlare anche con noi e ci svelò finalmente il suo nome: Reyl Voltroy. Era un jonin. Con una mano sfilò da qualche parte tre coprifronte e con un movimento obliquo dall'esterno verso l'interno li lanciò dinanzi i nostri piedi.
Non un passo, non una parola. Rimasi immobile a guardarlo mentre lui finiva di parlare. Ci avvertì di essere sempre più attenti durante la nostra carriera e di non farci ammazzare se ciò fosse stato possibile. Dopo un veloce addio se ne andò ed io lo guardai mentre lo faceva. Dopo pochi secondi scomparve dalla mia vista.
Mi chinai e raccolsi il coprifronte a me più vicino. Lo sgrullai leggermente facendo cadere la poca fanghiglia che ci si era posata sopra. Lo tenevo in mano come se non sapessi dove legarmelo.
Grazie Sensei per tutto quello che mi ha insegnato. Ci vediamo.
Con espressione impassibile mi voltai dando le spalle a tutti ed iniziai ad incamminarmi verso casa. Il passo era blando, la mente offuscata da qualche pensiero.
Edited by Aeshma-daeva - 9/12/2007, 19:54