G-3

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Gas III
view post Posted on 20/9/2007, 15:00




> Giorno 12 dell’ottavo mese dell’anno del Maiale

>> Mattino

Le porte del suo dojo si spalancarono, aperte dall’esterno. Gas era rilassato, in una mattina normale d’autunno; il suo braccio sinistro era ancora teso nello sforzo per aprire il tatami. Dietro di lui gli laberi del giardino erano ormai imbruniti, avevano le foglie che cadevano, coprendo il prato di una miriade di colori caldi, spazianti dal rosso fino all’ocra. Lui era vestito di un kimono a maniche lunghe di colore panna, fatto di pregiata seta; la parte superiore presentava una notevole scollatura che lasciava intravedere i pettorali. I pantaloni si allargavano pomposi sopra ai suoi calzari da samurai, tipici da casa, che lasciavano vedere la pelle nuda sotto le due stringhe infradito. Si guardò attorno, con un’espressione fredda e impassibile: il dojo si presentava come al normale, con la parete sinistra tappezzata di armi agganciate, la parete destra presentante vari bersagli di diverse forme e dimensioni, mentre su quella di fronte alla porta erano schierati una moltitudine di manichini fatti dei più svariati materiali. Gas si diresse a passo levato verso di loro, prendendone sotto braccio tre, marroni, di legno elastico. Oggi avrebbe ripassato le kata del ryu dei Due Cieli. Lo Iaido si cominciava ad imparare da un punto molto semplice, ma il suo livello di perfezionamento si allungava all’infinito. Li aveva presi di legno perché era il materiale con la consistenza più simile a quella umana e aveva un grado di compattezza maggiore ai sacchi di fagioli per gli allenamenti fisici. Poi si diresse verso la parete dove erano agganciate varie armi; si potevano notare appese molte armi, tra cui kunai, spiedi, shuriken di ogni tipo, cyclone, e molte armi tipicamente giapponesi. Lui si avvicinò a una specie di bretelle di cuoio, che presentavano dei strani agganci triangolari nella parte posteriore. Le sganciò dal muro e le indossò; davanti erano normalissime bretelle, ma dietro si chiudevano in un triangolo di cuoio, che aveva quattro stringhe, larghe tanto da poter trattenere tre dita insieme. Poi si diresse verso un’altra parte della parete, verso sinistra; in quella zona vi erano appese molte armi a lama lunga. Stacco una a una quattro spade giapponesi, tipicamente a filo dritto; Gas, che era cresciuto nel Ryu dei Due Cieli di Miyamoto Musashi, aveva appreso uno stile personalizzato su misura: aveva mescolato il vecchio iaijutsu con lo stile antecedente di lame importate dalla Cina, dando forma a un’arte molto vicina al moderno iaido. Le infilò man mano che le staccava nelle fasce sul triangolo di cuoio, predisponendole a un utilizzo incrociato a due a due. Poi si avviò di nuovo alla volta dei manichini prima appostati. Si posizionò al centro del triangolo di manichini. Chiuse gli occhi ed estrasse due spade da dietro. Aveva i tre manichini a circa 3 metri ognuno da lui. Posizionò le spade nella posizione più convenevole alla situazione, la posizione a girandola; la girandola consiste nel posizionare le due spade al livello della vita, parallele al terreno, una davanti e una dietro, con le punte nelle direzioni opposte. Questo consente azioni offensive su attacchi da ogni lato. Aprì gli occhi molto lentamente. La sua lentezza avrebbe messo l’ansia a uno spettatore. Le lame scattarono con una velocità che sfiorava l’assurdo. Quella dietro si portò davanti, ferendo il manichino posteriore. L’altra colpì gli altri due manichini anteriori. Gas cominciò a sferzare fendenti su ogni fronte, con movimenti molto fluidi e aggraziati. Il suo segreto consisteva nel fatto che usava un piede come perno e un altro per darsi piccoli colpetti e far girare l’individuo sull’asse del primo piede. Con questo piccolo trucco aveva possibilità offensive raddoppiate su tutti i fronti. Piantò la spada destra nella testa di uno dei manichini frontali in una delle azioni di ritorno. La mano solcò fluidamente l’aria per raggiungere un’altra spada. La estrasse e continuò i colpi con la sua fluidità maestrale. Stavolta affondò la spada sinistra nella parte laterale del fianco del manichino posteriore. Estrasse allo stesso modo l’ultima spada, continuando senza problemi la sua magistrale sequenza di fendenti. Piantò il piede che usava per darsi piccoli colpetti davanti all’altro, e vibrò un veloce affondo verso il basso del manichino senza spade piantate. Una volta terminata l’affondo, Gas tirò in su la spada, imprimendo una buona forza. Il manichino si aprì letteralmente in due parti. Usò il piede impuntato per cambiare visuale. Si girò verso il manichino con la spada piantata nel fianco. Rinfoderò una di quelle che aveva per le mani ed estrasse l’altra dal legno. Con pochi colpi incrociati, tagliò il manichino in piccole sezioni orizzontali. Rinfoderò un’altra spada e si diresse verso l’ultimo manichino. Estrasse la spada dalla sua testa e cominciò a sciabolare secondo quella che poteva sembrare una tecnica alla cieca. Nella veloce sequenza affondò un’altra volta la spada nella testa, lasciandovela. Ne estrasse un’altra, ma poco dopo piantò anche quella nel ventre. Estrasse un’altra spada ancora, facendo più fendenti stavolta. Ma dopo un po’ la piantò nella spalla di legno. Estrasse quella infilata nel ventre e cominciò a colpire la parte scoperta con florilegi degni di ammirazione. I colpi erano eseguiti con precisione e fluidità di livello veterano. Rinfoderò l’ultima spada nei foderi ed impugnò quella piantata nella testa. Con pochi colpi precisi tagliò nettamente il manichino in vari pezzettini. Con maestria rinfoderò le due spade impugnate. Chiuse gli occhi e si staccò bretelle e spade, riponendole a loro posto. Si guardò i pantaloni del kimono.

Uhm?

Presentavano un piccolo sfregio della seta.

§ Maledette schegge di legno §

Vi passò la mano più volte sopra, poi uscì dal dojo, incurante. Era stato ottimo per sgranchirsi le gambe, ma la giornata si prospettava molto lunga.

>> Primo Pomeriggio, Ottava Ora di Sole all’incirca

Gas si era cambiato il kimono dopo la pausa pranzo con la famiglia. Il piccolo sfregio non gli era piaciuto; secondo lui una piccola falla diventava col tempo una grande falla, cosa logica, e così riteneva che nel suo animo non fossero presenti turbamenti, di ogni tipo; anche la più piccola incertezza, la più piccola distrazione, in lui si allargava a vista d’occhio come una macchia d’olio. Ora portava un largo kimono bianco candido, con una larga fascia rosso carminio legata alla vita; attaccata a questa, sul retro, vi era agganciata tramite una simil-graffeta una delle sue quattro spade. La parte superiore del kimono era molto stretta, non permettendo una larga scollatura, e presentava anche delle larghe maniche, che, quando le mani erano congiunte, assomigliavano a un tutt’uno. Gas procedeva a volto basso e occhi socchiusi lungo una stretta stradina che si diramava in un bosco sperduto. La strada era di selciato, e ai lati scorrevano veloci gli alberi secondi i passi dello shinobi, da dietro verdi cespugli di arbusti ormai al culmine della loro rigogliosità. Non lo sapeva per certo, ma doveva essere all’incirca nel Paese della Roccia. Dopo una lunga camminata, la stradina si aprì, sfociando in una radura, in terra battuta. Il bosco la circondava ordinariamente ai lati, ma al centro del cerchio di terra battuta, si ergeva fiero un mausoleo. La porta rossa d’entrata era una sola, ma, sotto le punte arcuate del tetto, si aprivano due piccoli tabernacoli; campanelli e grosse lanterne adornavano il bordo del tetto, da cui scendevano imponenti due dragoni dorati lungo le linee di colmo del tetto. Gas alzò lo sguardo, fermando il passo e inquadrando il posto. Poi si avventurò all’interno del cortiletto, oltrepassando il portale rosso del tempietto. Si diresse verso il tabernacolo di destra, salendo alcuni scalini di una piccola rampa; questa serviva solo a dare un po’ di imponenza alla struttura. Lo shinobi arrivò ad essere di fronte al tabernacolo, solo quando vi fu di fronte, si inginocchio sul legno laccato. Il tabernacolo si presentava come una rincassa dietro due piccole colonnine e un archetto, che facevano da cornice a una rete intrecciata a quadrati. Dietro di questa fragile protezione prendeva parte una figurina, rappresentante un volto; attorno a lui si notavano i mozziconi di alcuni lumini, spenti da moltissimo tempo oramai. Gas pose le mani a preghiera e chiuse gli occhi.

§ Maestro la ringrazio di avermi mostrato le innumerevoli vie verso il kenjutsu divino §

Mentre lui pregava, un’altra figura si staccò dalla stradina che proveniva dal bosco. Era un ragazzo, dell’età di Gas, vestiva un kimono nero, con una cintura di pelle giallognola. Dal verso opposto al nodo, vi era agganciata una katana; il fodero era di abete liscio, un unico pezzo tutto arrotondato, mentre l’impugnatura non recava una coccia, risultando un pezzo arrotondato senza imperfezioni di legno, con le fatture uguali al fodero. Il tizio aveva i capelli neri e lunghi, piatti e molto lisci, che cadevano fluenti sulle spalle. Il volto aveva lineamenti molto affilati; teneva gli occhi chiusi, e camminava di filato verso il tempio. Gas avvertì i passi e l’entità del chakra del soggetto: aveva una quantità di chakra inferiore di non molto alla sua. Il tipo superò il portale rosso a passi lunghi. Si diresse senza esitazione al tabernacolo sinistro, mantenendo gli occhi socchiusi. Si inginocchiò alla stessa maniera di Gas, e restò alcuni momenti assiderato nella posa di preghiera. Poi aprì gli occhi, puntandoli sul tabernacolo a lui di fronte, su cui però non aveva visuale Gas. Anche Gas aprì gli occhi, tenendoli puntati sulla figurina rappresentante uno shinobi all’interno del tabernacolo.

Gamon-kun.........

L’altra persona rise. Sulla sua cintura gialla, si poteva notare la placchetta del coprifronte del Villaggio della Cascata.

Hiytoshi-san........

Gas rimase impassibile, non ebbe una reazione come quella dell’altro shinobi poco prima.

Ancora fai l’altezzoso? Non ti hanno insegnato le buone maniere? Non...provare...ad affibbiarmi...san...siamo allo stesso livello...

Gamon ritornò impassibile, affibbiando al volto un’espressione di ferrea trucidità. Abbassò lo sguardo.

Non ho voglia di litigare per futili motivi davanti al mio Maestro........Maestro Kano perdonalo......

Anche Gas abbassò lo sguardo. Poi socchiuse gli occhi.

§ Perdonalo Kensei......non sa cosa dice §

C’è una valle verde poco lontano....come una volta......io, te e le nostre spade......una battaglia nobile.......non chiedo altro..........

Gamon si alzò in piedi, dirigendosi poi verso l’esterno del tempio. Prima di scendere le scale, si voltò verso Gas, solo con il volto.

Muoviti......ti mostrerò come il nostro divario sia rimasto immutato.......

Gas sorrise, alzò lo sguardo e inquadrò nuovamente la figurina di quello che ormai era stato identificato come Miyamoto Musashi, detto Kensei o Spada Santa, il kenshi di Gas. Anche lo shinobi si alzò, mentre un sorriso si stagliava sul suo volto gaglioffo. Levò i tacchi e si diresse verso l’esterno del tempio. Con passi lenti superò piano Gamon.

Seguimi.......

In pochi attimi Gas scattò, seguito a ruota dall’altro shinobi. I due erano strisce nere che zampettavano e saltellavano come pulci sopra al bosco. Nel giro di pochissimo tempo raggiunsero una valletta, con alcune risorgive in vista al termine. Si presentava come una radura molto ampia, un po’ avvallata al centro, con l’erba abbastanza bassa, al ginocchio. Gli alberi erano ormai dietro ai due, che si erano disposti uno di fronte all’altro. Entrambi si fissavano negli occhi, a una distanza di circa 12 metri. Una brezza percorse la valletta, muovendo di lato la massa irsuta arancione di Gas e facendo svolazzare come una banderuola anche i capelli neri di Gamon.

Gas Hiytoshi.......heh........da quanto tempo non ci incontriamo?

Gas abbassò lo sguardo, socchiudendo gli occhi arancioni. Un sorriso si aprì nuovamente sul suo volto; erano dolci i ricordi di Gamon, erano ricordi di un’infame rivalità tra i due.

All’incirca dieci anni....dalla fine del torneo dei nostri Ryu........se non hai abbandonato quello stupido Kodokan di Kano-sama non vincerai, te lo assicuro......

Una flagrante risata risuonò come un tuono per la zona. Gamon era scoppiato a ridere, gettando la testa all’indietro. Dopo aver finito la scena, riportò il volto in avanti, guardando Gas.

Jigoro Kano è stato e sarà per sempre il migliore maestro di spada.......lui ci insegnò a curarsi della vita, godersela......non come il tuo stupido Kensei.......tse..............vivi solo per il tuo onore......l’onore non ti fa campare..........per fortuna che esiste gente come me che placa questi stolti animi..........

Gas si fece serio, ma dopo poco la sua espressione si aggrovigliò, diventando un ripugno di emozioni storte in un ghigno di disprezzo.

Alcune scuole prediligono l’uso di spade particolarmente lunghe. Dal punto di vista della mia arte marziale le vedo come scuole deboli. Queste altre scuole evidentemente non conoscono la via per raggiungere la vittoria con ogni mezzo; se considerano la lunghezza della spada una virtù non possono che ricercare delle spade lunghissime, per poter battere gli avversari a distanza.....questo disse Kensei, Miyamoto-sama.....cosa cazzo ti serve godertela la vita? Vai a rubare a questo punto......la catena si chiude con me stavolta..........persone come Kensei esistono per dare una motivazione alla gente......persone come te esistono per storpiare tali motivazioni con futili stronzate.........però c’è gente come me che metterà sulla retta via ogni imbecille........

Gamon stavolta rise ancora più forte. Gettò la testa all’indietro, non accennando a farla ritornare come prima. Dopo 30 secondi la tirò su, asciugandosi gli occhi con una manica.

Eeeeeh....che bello che sei..........sempre a sparare cazzate.......spade lunghe, spade corte, furti........WAHAHAHAH!! Tu si che sei un personaggio.........

La mano destra di Gamon andò dietro al suo corpo, ed estrasse la spada che aveva agganciato sul retro della cintura gialla. Con molta maestria, sfoderò la lama interamente cromata, portandola davanti a se nella posizione di guardia per eccellenza, impugnandola dritta. Gas lo guardò imperturbabile, mentre anche l’espressione di Gamon si faceva truce.

Combattiamo....

Gas non si mosse.

Tse, guardati.....utilizzi una spada da rovescio e la usi come una comune katana......cosa cribbio ti hanno insegnato in quella scuola? Bujutsu? Hai perfino saltato la nukitsuke......così come fai nella vita comune......salti l’inizio alla ricerca del nocciolo.........

Gamon tirò uno sputo per terra, portò il braccio libero dietro il busto, infilando la mano nella cinghia gialla in modo che non fosse d’impiccio. Poi scattò fulmineo verso Gas, con la lama portata di difesa davanti al suo petto. Nel giro di neanche un secondo si portò a lato di Gas, vibrando un fendente al suo fianco. Si sentì soltanto un sibilio, mentre Gamon atterrava poco dietro a Gas con la lama tesa verso l’esterno, un sorriso stampato sul volto. Nonostante ciò non notò che Gas stava rinfoderando la sua spada con il braccio destro, in maniera molto lenta, senza capire cosa fosse successo. Non aveva visto nessun movimento da parte di Gas, ne che avesse estratto la lama e meno che meno che l’avesse utilizzata. La cintura di Gamon si spaccò lateralmente, nel lato che aveva porso a Gas durate l’attacco. Lo shinobi rimase stupito, e si voltò verso Gas, portando una posizione di guardia.

Che cazzo hai fatto?

Gas abbassò lo sguardo e sorrise. Poi voltò il corpo verso lo shinobi avversario, senza però guardarlo in faccia.

Ho eseguito una nukitsuke perfetta.....l’entrata è tutto.....non bisogna sprecare energie aggiuntive nel placare quando puoi solo deviare......giusto? E correggimi se sbaglio.....ti sei scoperto con un attacco alto, e per di più non hai tenuto un appoggio fisso.....quindi quando ho deviato il tuo colpo su te stesso non ti sei accorto della mio colpo a causa dell’ammortizzazione........sei debole.....o mi hai sottovalutato?

Lo sguardo di Gamon si fece truce, ammettendo silenziosamente i suoi errori. La lama di Gamon stava già ruotando, portandosi al contrario per uno stile a impugnatura rovescia. Gas nel frattempo aveva riposto il palmo sull’impugnatura della sua lama; il suo sguardo era serio e impassibile, ferreo.

Hai avuto l’onore di iniziare e mi hai offeso sottovalutandomi......adesso tocca a me....Omote no kata...........

La lama scivolava fuori dal fodero lenta e mortuaria, emergendo con cautela come se fosse sacra. Gamon stava per aprire bocca, stupefatto e pronto a ribattere, quando Gas lo zittì con un’altra parola, forse più pesante e significativa delle altre. Nel frattempo si era portato nella posizione chudan kamae (spada estesa, parallela al pavimento o leggermente inclinata).

....ichimonji......nukitsuke, KAI!

Gamon ebbe soltanto il tempo di vedere Gas scattare ancora più fulmineo di lui.
Gas teneva i piedi uniti per poter avanzare velocemente. Gas attaccò cercando di controllare la spada di Gamon spingendola verso il basso e poi entrando. Gamon evitò il contatto indietreggiando e mettendosi nella posizione jodan kamae (braccio alzato). Gas procedette con la spada puntata in avanti verso l’alto a sinistra, leggermente più in alto della linea tra le teste degli avversari. Gas avanzava basso, pronto a muoversi facilmente in ogni direzione. Gamon era sempre più scombussolato ed esterrefatto per i movimenti precisi dell’avversario. Visto che Gamon non potè attaccare, Gas abbassò la spada, scoprendo la sua difesa. In risposta, Gamon attaccò con kiri otoshi (fendente dritto verso il basso). Gas avanzò e colpì Gamon di striscio al collo, con un fendente concavo velocissimo. Lo shinobi della Cascata rimase esterrefatto quando sentì la lama fredda strisciarlo. Dopo il taglio, Gas continuò il movimento sotto al braccio di Gamon, colpendolo con forza al petto con la spalla e tutto il corpo, in modo da proiettarlo lontano. Gamon infatti fu scagliato ad alcuni metri di distanza. Si tirò su a fatica, strattonando sui gomiti, ma non mollando la spada. Gas nel frattempo prese la posizione della gru, con la lama appoggiata sul polso libero, e con la punta indicante Gamon. Questo nel frattempo si tirò in piedi, mezzo gobbo, con la spada a penzolone e l’altro braccio che stringeva la ferita sul lato del collo. Un’aura verde comparve sulla mano, e cicatrizzò immediatamente la ferita. Il suo volto era rimasto deformato in un ghigno di esterrefattezza; Gamon era rimasto allibito dalla maestria di Gas. Dopo alcuni attimi, riprese il controllo, e si mise dritto in piedi, riprendendo la posizione rovescia.


Sei migliorato.....ma adesso basta giocare.......io ti ammazzo!!

Detto questo scattò nuovamente verso Gas; stavolta i suoi movimenti erano perfetti, coordinati bene, con i punti d’appoggio sempre perfetti. Stavolta Gas si sarebbe dovuto impegnare. Gamon gli fu sotto nel giro di mezzo secondo. Poco prima che lo raggiungesse, Gas proferì ancora delle lettere, che avevano un suono apocalittico nei suoi confronti.

Hashirigakari no kata.... Hien......nukitsuke, KAI!

Nel tempo in cui Gas parlò, Gamon gli fu sotto e cercò una falla, analizzandolo velocemente a vista. Ma Gas si scostò di scatto all’ultimo momento, poi avanzò verso sinistra partendo con il piede destro. Procedendo con il piede sinistro si voltò verso
Gamon, vibrandogli un fendente dal basso con la lama a polso girato, mirando alla mano del braccio sinistro che gli era rimasto libero dalla cintura prima tagliata. La mano si tagliò via come burro. Gamon fu pervaso da un’immenso dolore, ma tutto ciò si era svolto in una frazione di secondo così netta da non dare nemmeno il tempo al sangue di uscire dall’arto mozzato. In realtà mozzare la mano non è l’obiettivo
finale, infatti Gas portò la punta della spada verso sinistra e avanzando con il
piede destro, penetrò con forza in orizzontale il fianco di Gamon. Dopo aver
squarciato il fianco di Gamon, la punta della spada continuò oltre, verso destra. Gas dopo questo colpo si portò distante da Gamon, in posizione neutra; rinfoderò la spada con una lentezza innaturale, sicuro che Gamon non avrebbe contrattaccato. L’azione si era svolta in due secondi: il momento prima Gas si scostava, il momento dopo rinfoderava la spada. Nel mentre in cui l’impugnatura toccava il fodero, sigillando la lama, Gas pronunziò in maniera solenne


.........saya, kai.............

Gamon si gettò a terra, mollando la spada e stringendo l’arto monco con la mano illesa. Partì nuovamente la tecnica del palmo curativo, ma servì solo a rimarginare la ferita; poi spostò la mano anche sul fianco ricucendo anche quello, ma il dolore rimase lo stesso, essendo ferite troppo importanti anche per un maestro. Il suo volto esprimeva un enorme dolore, ma cominciava ad affiorare anche la paura. Gamon si tirò su, riprendendo prima la spada. Era ancora scombussolato, perdere una mano non era il massimo della vita. Al momento Gas gli dava le spalle, fissando il bosco, con il braccio sinistro lungo la linea del fianco, mentre il destro era piegato, per portare la mano sull’impugnatura della spada, ma senza stringerla, come peso morto. Gamon si portò in posizione d’attacco semplice, con il braccio alzato e la lama dritta verso Gas.

Non sai cosa hai fatto........sebbene non potrò sollevare un esercito contro di te, che ti maledicano gli Dei......e che maledicano anche me, per quello che stò per fare.......

Detto questo scattò veloce verso Gas, a velocità non impressionante ma sostenuta. La lama era stata portata alla sua destra e tenuta verso l’esterno con la punta. Caricò quei pochi metri che lo separavano da Gas con dei bei scatti di piede, possenti. Quando gli fu sottotiro, vibrò un fendente laterale, da destra verso sinistra, verso lo shinobi ancora voltato. Gas saltò poco prima del fendente, schivandolo, con una capriola in avanti. Raggomitolò i bracci, mantenendo sempre una mano sull’impugnatura della spada. Gamon sorrise. Mentre Gas faceva la giravoltola in aria e lui completava con la spada il fendente, appena arrivò in fondo all’arco tracciato davanti a se non girò la spada verso il basso per riposizionarsi in difesa, ma girò il polso verso l’alto, facendo compiere alla lama una curva ruotata verso l’alto. La punta raggiunse il livello di Gas, e a Gamon bastò fenderla verso l’alto per raggiungere lo shinobi raggomitolato. Per fortuna il colpo prese in pieno solo il piede sinistro, e nessuna parte vitale. Gas si era accorto della mossa, ma facendo troppo lo sbruffone non aveva avuto tempo di evitarla. Un dolore lancinante gli pervase il piede, ma ciò nonostante fece un atterraggio perfetto. Nell’atterraggio estrasse la spada, portandola immediatamente davanti a se. Gamon infatti perse tempo nel riprendere posizione, ma ciò non gli nego di riuscire ad attaccare nuovamente con un fendente dal basso verso l’alto. Gas lo parò facilmente, ma si accorse che il colpo non serviva a ferirlo, ma era mirato a farlo sbilanciare sul piede ferito. Accortosi della fregatura, alzò il piede sano e tirò un calcio verso il fianco di Gamon, mentre cercava di infilarsi nelle sue difese. Lo shinobi avversario, cascò nella trappola, alzando l’avambraccio a difesa del fianco. Il piede di Gas diede un bel colpo all’avambraccio, facendo una buona forza. Assicuratosi del buon punto, e pregando la buona sorte che Gamon non se ne fosse accorto, Gas si slanciò con il piede ferito, facendo forza con l’altro piede in modo da fare leva e non perdere un buon appiglio. Girò la lama tra le mani, portandola al contrario nell’impugnatura, ma con la punta rivolta verso Gamon. Poi vibrò un dritto verso la sua spalla, trafiggendola senza problemi. Gamon soccombbè al dolore, con un’espressione dolorante, ma non esitò a dare un fendente sempre dal basso verso l’alto, per distogliere Gas dalla posizione. Il mukenin parò il fendente, facendo un'altra piccola pressione e gettandosi all’indietro. Gamon non esitò ancora ad attaccare, vibrando un fendente basso. Gas saltò, schivandolo. Gamon attaccò ancora, con un altro fendente dal destra verso sinistra, ma Gas lo parò senza problemi. Le due lame rimasero a fronteggiarsi, mentre i due si guardavano negli occhi. Entrambi esprimevano un grande sforzo; un ghigno dipingeva il volto di entrambi, ma non era di paura, ma di fatica.

Non.....mi......supererai.......mai!

Gas sorrise, sforzandosi. Le due lame continuavano ad essere unite, contrapponendosi a X. Il filo sfregava, ma la perfetta fattura non lo faceva rovinare, se non di poco.

Sei bravo......ma ti ho superato.....ammettilo...........

Le punta delle labbra di Gamon si strinsero verso il basso. Le labbra si arcuarono, facendolo somigliare a un cane rabbioso.

Non mi supererai MAI!!!

Gas non esitò a sputargli in faccia; Gamon non potè che ricevere lo sputo sul naso, ma in quel secondo che chiuse gli occhi, Gas scattò all’indietro, portando entrambe le mani nella parte alta dell’impugnatura. Gamon aveva vacillato quando la forza della spada avversaria che lo sosteneva, venì a mancare. Si sbilanciò in avanti e aprì immediatamente gli occhi, ma per vedere gas davanti a lui in posizione d’attacco frontale.

Kata finale......irimi.....KAI!

Gas scattò in avanti con il gioco di piedi di prima. Attaccò cercando di controllare la spada di Gamon spingendola verso il basso e poi entrando. Gamon evitò il contatto indietreggiando e mettendosi nella posizione jodan kamae (braccio alzato). Gas procedette con la spada puntata in avanti verso l’alto a sinistra, leggermente più in alto della linea tra le teste degli avversari. Gas avanzava basso, pronto a muoversi facilmente in ogni direzione. Gamon era sempre più scombussolato ed esterrefatto per i movimenti precisi dell’avversario. Visto che Gamon non potè attaccare, Gas abbassò la spada, scoprendo la sua difesa. In risposta, Gamon attaccò con kiri otoshi (fendente dritto verso il basso). Questa volta si scostò sulla sinistra, In risposta all’attacco di Gamon, Gas indietreggiò prima verso sinistra, e poi avanzò a lama alta e dritta, appoggiando il palmo destro sull’impugnatura, per avere più forza premente. Il colpo partì netto e deciso, dritto, perpendicolare al petto di Gamon. La spada di gas perforò il petto dello shinobi avversario con facilità, prendendolo alla sprovvista. In quella posizione i due non si potevano guardare, ma l’espressione di Gamon era di completo stupore. Un rigagnolo di sangue rosso gli uscì dalla bocca, che ormai era diventata un sorriso. Il suo sguardo si spense pian piano.

Ti auguro di trovare qualcuno che ti faccia fare la mia fine.......

Gas aveva un volto freddo ed inespressivo, con gli occhi arancioni socchiusi. La mente pensava che aveva eliminato un’anima persa oramai. Il corpo di Gamon si afflosciò pian piano, la spada cadde a terra, mentre gli arti si afflosciavano esanimi. Poco dopo l’avversario si spense, morendo ancora trapassato dalla lama. Gas con un colpo secco estrasse la lama, facendo cadere in avanti il cadavere. Prese una posizione neutra, portando le braccia lungo i fianchi.

Pace all’anima tua.......ma non succederà mai.........saya, kai...........

Senza badare di pulire la lama, insanguinata, la ripose lentamente nel fodero, inserendola con lentezza. Poi alzò lentamente la mano destra al cielo, abbassando lo sguardo sul cadavere. Quasi gli faceva compassione, ma era fiero di ciò che aveva fatto. Poco dopo che aveva alzato il braccio verso lo’alto, cominciò a piovere, goccie nere e più pesanti del solito.

SPOILER (click to view)
Tecnica della Pioggia Nera - Suiton: Kokuu no Jutsu
Villaggio: Kiri (Orig. Pioggia)
Posizioni Magiche: ???
Descrizione:
Una tecnica che provoca una pioggia d'olio che investe un'area limitata di terreno. Bruciando l'olio con una fiamma, possono essere provocati danni ingenti.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 3 /Consumo: da Medio-Alto a Critico)
[Il consumo chakra dipende dalla vastità dell'area soggetta alla pioggia]
[40 metri quadrati; consumo Medio-Alto]
[100 metri quadrati; consumo: Alto]
[250 metri quadrati; consumo: Elevato]
[500 metri quadrati; consumo: Critico]


Tutta l’area circostante fu invasa dalla pioggia. Gas infilò una mano nella tasca dei pantaloni, estraendo una cartabomba. Si inginocchiò, e la attaccò sulla schiena del cadavere di Gamon. Poi si avviò verso il boschetto antistante da cui era provenuto, con passo lento. La pioggia nera continuava incessante, facendo afflosciare pian piano l’erba. Gas era ormai inoltrato nel bosco, ormai molto distante dal luogo della battaglia. Compose il sigillo della pecora, chiudendo gli occhi e continuando a camminare. Una esplosione avvenne alle sue spalle, una fiammata alta nel cielo. Quando la fiamma si abbassò, lasciò spazio ad una colonna di fumo, con riflessi rossi alla base, segno che era prodotta da delle fiamme molto consistenti. Era la cartabomba applicata sulla schiena di Gamon che era esplosa, eliminando il cadavere, ed accendendo l’olio che era piovuto, che stava bruciando nell’erba alta. Gas ritornò incurante al suo castello.

>> Tardo Pomeriggio, Dodicesima Ora di Sole all’incirca

Dopo essere tornato dalla battaglia, Gas raccontò tutto alla moglie, che non era molto entusiasta del fatto. Poi si era dato la possibilità di dormire. Da più di 3 ore ormai. Ormai, quando la stanchezza era scivolata via, gli occhi cominciavano a riaprirsi. Era disteso sul letto in un groviglio di arti e lenzuola. Si riappropriò lentamente della lucidità, alzando lentamente gli arti, sgrovigliando braccia e gambe. Si alzò lentamente, mettendosi prima seduto e poi in piedi. Era in mutande, dopo essere tornato si era spogliato. Poi indossò sempre un kimono maschile, stavolta di colore rosso. Infilò i suoi sandali e spalancò la porta della camera. Silenziosamente, si apprestò a uscire dalla casa. Si diresse verso il dojo, dietro alla tenuta. Percorse il giardino, zigzagando tra gli alberi. Arrivò di fronte al dojo, una alta struttura color panna. Spalancò sonoramente la porta scorrevole del locale e vi entrò a grandi passi.

§ Vediamo fino a dove riesco ad allenarmi nello sviluppo del segno maledetto….uhm….dovrò essere cauto §


Prese un grande manichino fatto di resistente tela di canapa e contenente fagioli secchi. I fagioli servivano per attutire i colpi, rendendo ogni attacco fisico, per quanto potente, al pari di un altro. Lo posizionò al centro stanza. Poi si tirò leggermente indietro, distanziandosi dal manichino di circa 4 metri. Si concentrò sul segno che aveva sulla coppa e questo si accese, come se fosse infuocato. Dalle tre linee fondamentali si diramarono molti altri tatuaggi, tutte linee spezzate, colorate come una fiamma. Una volta che si sparsero su tutto il corpo, il colore mutò, trasformandole in un reticolo nero. Gas strinse i pugni e senza esitare si gettò sul manichino. Aveva una voglia incredibile di distruggere e uccidere. Cominciò a colpire molto lentamente il manichino nel petto e al ventre con pugni molto forti (all’incirca 3 pugni al secondo). I fagioli all’interno del manichino assorbivano eccellentemente i pugni, ma Gas non demordeva, continuando a colpirlo. Senza accorgersene, nella foga dei colpi, della saliva gli uscì lentamente dall’angolo della bocca. Si fermò all’improvviso, strusciandosi il dorso della mano sulla bocca per pulirsi dalla saliva.

§ Perché mi prende questa foga? Qualcosa mi turba in questo periodo §


Cominciò a pensare a tutte le cose successe ultimamente. Alla’Akatsuki, all’incontro con l’allieva, allo scontro con quel piccolo insetto e a quello con Gamon. Quando ripensò a Gamon si sentì trasalire. Non sopportava come aveva trattato la sua vita, riducendosi a poco più di un manigoldo dal punto di vista di Gas. Al Kodokan di sicuro non glielo avevano insegnato, ma il fatto che fosse stata una sua svolta personale, lo irritava ancora più. Sferrò un forte pugno al manichino. Aveva la faccia intrisa dall’ira e i denti stretti in un ghigno diabolico. Il pugno sfondo la resistente canapa, creando un grosso buco al livello della pancia. Quando lo estrasse dal manichino, dal foro cominciò a fuoriuscire come acqua una massa esorbitante di fagioli. Ma non gli bastava. Fece scattare la testa di lato, puntando lo sguardo su un manichino di marmo. La faccia tremava e diventava rossa, mentre l’ira lo infettava sempre più. Senza pensarci si avventò sul manichino di marmo, caricando un forte pugno. Lo colpì in pieno ventre, ma non gli fece nulla. Al contrario le sue nocche si sbucciarono, mostrando parte delle ossa.

§ Perché in questo mondo esiste gente che sfrutta la loro posizione per fare solo del male senza senso? §

Sferrò un altro pugno sempre con la stessa mano. Stavolta le ossa scoperte scricchiolarono, scheggiandosi leggermente.

§ Perché fino ad ora ho permesso questo??? Perché non ho fondato prima l’Akatsuki?!?!? §

Anche se l’aveva abbandonata per rincorrere la famiglia, non aveva scordato ne si era pentito di ciò che aveva fatto. Sferrò ancora un pugno, sempre con la mano ferita. Sulle ossa si formò qualche piccolo crepo. Questo provocò un gelido brivido che scosse lo shinobi.

PERCHÉ!?!

Ormai vedeva il manichino come Gamon. L’ira lo avvolse, oscurandogli la mente. Sferrò un tale pugno che le ossa prima crepate, si ruppero. Un getto di sangue uscì dalle mani, completamene rigate di rosso. Un dolore fortissimo gli pervase la mano. Gas strinse il polso quasi rotto con la mano sana, inginocchiandosi. Il volto era rigato dalle lacrime.

Ghhhh……

Le righe del segno maledetto cominciarono a infiammarsi nuovamente, ma non per ritirarsi. Cominciarono ad aumentare la superficie, infiammando tutta la pelle del ragazzo. Poco dopo cessò il processo. La pelle era diventata completamente marrone, i capelli si erano allungati ed erano spuntate 6 corna sulla sua testa. Gli occhi erano neri e poco sopra le guance vi erano segni neri. Gas si alzò, iracondo, e sferrò un violento pugno al petto del manichino con la mano sana. Il marmo si crepò, per poi cadere a terra a pezzi. Il ragazzo si gettò all’indietro, sfinito. Il segno maledetto si ritirò dal suo corpo, riprendendo la sua forma iniziale di 3 linee. Gas svenne sul posto.


 
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orton
view post Posted on 4/10/2007, 15:02




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1 replies since 20/9/2007, 15:00   165 views
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