allenamento di kakuro akawa, per qualche ryo e un po' di esp

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moltak
view post Posted on 16/2/2010, 20:51




Violenza?


oggi mi sono trasferito al villaggio di konoha per allenarmi
Un atmosfera arcana incombeva in quella comune mattinata, il cielo era tinto interamente di un azzurro molto chiaro, mentre il sole stava sorgendo da dietro un'antica montagna, posta nei pressi del villaggio della foglia. Era tutto troppo semplice, scontato, si stava preannunciando una giornata tranquilla e parsimoniosa, e ciò era raro che avvenisse in quell'occulto paese, ancora sconosciuto sotto molti aspetti. Mi trovavo sul tetto della mia nobile ed antica reggia, sdraiato sulle tegole scure e robuste di esso, con le braccia incrociate sotto la mia nuca, in sostituzione ad un adeguato cuscino, che in quella condizione mi avrebbe giovato maggiormente. Quella notte mi rifiutai di passarla all'interno della mia camera, poiché il calore abbondava assai all'interno di essa, ed inoltre il desiderio di assistere in prima persona al sorgere del sole ribolliva dentro me come fiamme di un gran falò, che non cessa di ardere. Un leggero scatto fece si che il mio busto si sollevò appena, portandosi a 90° dal resto del corpo, ero seduto, le mani poggiate sulle ginocchia, e gli occhi di ghiaccio fissi ed attenti a scrutare quello spettacolo, al quale si può assistere solo una volta ogni ventiquattro ore. Non riuscii a definire in maniera chiara quanto tempo trascorse prima che l'enorme palla di fuoco si sollevò nel punto più alto del cielo, e non avrei neanche potuto, data l'enorme magia di quel momento, che non mi permise di distrarmi da quell'evento unico nel suo genere. Indossavo sempre il solito completo bianco, occultato quasi completamente dall'enorme casacca nero pece, ormai propria della mia immagine da remoto tempo. Ancora qualche minuto e con uno scatto improvviso, dettato dall'istinto, mi elevai in perfetta posizione eretta, divenni un punto nero al centro di un paesaggio paradisiaco, indubbiamente la mia presenza fu di troppo, così non esitai a farmi da parte. Allora con celerità discesi dal tetto, ove sostavo poc'anzi, e due secondi dopo sfiorai il terreno con ambedue piedi, facendo si che la mia figura aggraziata divenisse parte integrante di quel nuovo ambiente, decisamente meno aureo del precedente. Posai, quasi nel medesimo frangente, lo sguardo di fronte a me, ove si ergeva un imponente struttura di cui ne ignoravo la proprietà, e subito sulle mie labbra si stampò una smorfia di disprezzo, probabilmente collegabile a ciò che i miei occhi avevano appena squadrato.

§ Tsk...Una casa più grande della mia, chi sarà mai l'individuo a cui appartiene! Abito qui da così tanto tempo, e come mai non ho mai fatto caso ad una struttura simile? Che sbadato che sono! Questo è un errore gravissimo, non sono stato attento ai dettagli, in combattimento la mia pena sarebbe stata la morte! §.

Subito portai la mano destra dietro la schiena, sotto la grande casacca nero pece, appositamente per verificare che tutto l'equipaggiamento fosse al suo posto, ed infatti fu così, non mancava nulla, ero pronto per sparire. Mossi i primi passi verso nord, ove ero certo risiedesse una grande foresta, che prima d'ora non riuscii mai a visitare. Sussistevano ingenti probabilità che essa fosse abitata da animali selvatici e pericolosi, o che magari al suo interno albergassero shinobi traditori, pronti a sferrare una sorta di agguato a chiunque si fosse introdotto nel poco raccomandabile luogo, ma ciò non mi interessava minimamente, poiché non temevo nulla fuorché me stesso. Alberi dalla folta chioma, dimore logorate dalle intemperie, aree pianeggianti e quant'altro si alternarono lungo il mio cammino, percorso con fare flemmatico, poiché privo di taluna fretta, intrapreso per il semplice scopo di rilassarmi ed occupare la noia. I miei occhi chiari e privi di vita alcuna, durante il lungo tratto, si insinuarono ovunque, sempre attenti e curiosi, non facendosi sfuggire nessun piccolo dettaglio del luogo, mentre le braccia sempre poste all'altezza dei fianchi, dondolavano avanti ed indietro a ritmo con la marcia. D'un tratto un continuo vociare catturò la mia attenzione, i suoni provenivano da non molto lontano, allora decisi di affrettare il passo per raggiungere al più presto l'origine di quel curioso rumore. Giunsi dietro un angolo, e mi bloccai, sporgendo appena il capo, con l'intento di scrutare con attenzione i personaggi di quell'attivo colloquio, subito notai tre ragazzi, dei quali due in piedi in mezzo alla strada, ed uno attaccato al muro, in una situazione di precario equilibrio.

§ Nessuno di loro possiede un copri-fronte, evidentemente due stupidi studentelli che adorano fare i gradassi con un povero rammollito! Che cretini, adesso ci penso io a fargli passare quel sorrisino ebete dal volto, ma soprattutto sarà divertente incrociare in un secondo tempo il loro occhi, in preda al terrore! §.

Apparse istantaneamente una smorfia compiaciuta sulle mie labbra, e subito ritirai il volto e poggiai entrambe le spalle al muro.

§ Voglio tendergli un imboscata, un bell'agguato, e sarà allora che incominceranno a tremar come foglioline! §.

Posai lo sguardo a terra, ed intravidi un sasso che avrebbe potuto produrre un frastuono assai decente per far si che il mio piano si attuasse al meglio, così mi chinai appena e lo afferrai con la mano sinistra, tenendolo stretto con essa. Mi sollevai nuovamente e lo lanciai di fronte a me, facendolo impattare con vigore a terra, nel bel mezzo del viottolo.

§ Secondo i miei piani, uno di quei due ebeti dovrebbe venire qui, da solo, ma se non filerà tutto secondo i miei piani dovrò elaborare una strategia sul momento! §.

Come previsto udii dei borbottii, ed uno dei due stolti si avvicinò nella mia zona, quella del predatore silenzioso, che al momento adeguato lo avrebbe sorpreso e sottomesso al suo volere. Trascorsero all'incirca quattro secondi, che sfruttai per afferrare, con la mano sinistra, uno spiedo, che mi sarebbe stato assai utile. Non appena l'individuo mi passò vicino, senza accorgersi della mia presenza, con un scatto mi portai alle sue spalle, puntandogli lo spiedo alla gola.

Fai un piccolo movimento e ti uccido!.

Udivo chiaramente i sospiri del ragazzo, era agitato e teso, lo si intuiva chiaramente, allora apparse un sorrisino compiaciuto sul mio volto, e nel medesimo frangente in cui stetti per proferir parole all'orecchia del giovane, qualcosa mi turbò. Fu un urlo, proveniente dalla zona ove poco prima era in scena un teatrino composto da vigliacchi attori. L'amico, un ragazzo dai capelli dorati e lo sguardo meschino, imprecava ad alta voce con fare minatorio, avanzando man mano verso la mia sagoma. Non esitai, allora mi voltai di scatto, per osservare frontalmente il mio nuovo rivale negli occhi, trascinando assieme a me la vittima, e mantenendo la medesima posizione con il braccio.

Se fai un altro passo, gli taglio la gola e farò si che il suo sangue macchi i tuoi vestiti e la tua anima.

Subito egli si blocco nella sua posizione, così ne approfittai per attuare la mia offensiva, cosicché con un rapido movimento del tallone destro colpii in maniera violenta e precisa la parte esterna del ginocchio destro del malcapitato, facendo si che un rumore similare a quello di una rottura ossea si udì sonoramente per tutto l'aere. Nello stesso momento mollai la presa di quest'ultimo, facendo si che la forza di gravità facesse il suo compito. Un secondo dopo i miei occhi indugiarono a terra, presi nel fissare una massa di carne dalla quale provenivano immensi gemiti di dolore. Il mio volto non subì mutazioni, rimase invariato nella sua conformazione naturale, quell'omuncolo non mi faceva pena. Subito dopo sollevai con flemma il mio sguardo, indirizzandolo verso il suo compagno, e in un secondo tempo verso l'oggetto del loro precedente divertimento. Il primo era immobile nella sua posizione, con la bocca leggermente aperta, quasi fosse stupito, mentre il secondo era lì a terra, oramai quasi sdraiato sul freddo terreno, con le mani sul viso, e gli occhi lucidi, egli stava piangendo.

§ Sinceramente mi aspettavo che il suo caro compagno di giochi mi attaccasse in preda all'ira, ma perché rimane imbambolato a contemplarmi? §.

Ricorreva un unico monito nella mia mente, un quesito privo di risposta alcuna, non sapevo più che cosa fare, stavo incominciando ad annoiarmi. Così feci per voltarmi quando un piccolo rumore attirò nuovamente la mia attenzione, il compagno stava correndo a gran velocità verso me, con la testa china quasi fosse un toro.

§ Grave errore giovane §.

Improvvisamente la mia sagoma sparì nel nulla, apparendo qualche istante dopo ai piedi del nemico. Stavo utilizzando la temibile tecnica dell'alzata della foglia* , era una mossa azzeccata, quello fu il giusto momento per utilizzarla, poiché oltre che recare un ingente danno al nemico, riuscì a sorprenderlo, e quest'ultimo era il fine al quale puntavo maggiormente. La pianta del mio piede si andò ad impattare non con il suo mento, bensì con il suo volto, data la posa da egli assunta, e quest'ultimo volò in aria almeno per tre metri. Nel suddetto tempo mi alzai tornando in posizione eretta e nel medesimo frangente in cui il suo busto si trovò alla stessa altezza del mio, il mio pugno sinistro lo colpi nel torace, attutendogli di poco la caduta, ma al tempo stesso infliggendogli un dolore maggiore.

Cosa stai provando adesso vigliacco? Resta a germogliare a terra pezzente!.

Incrociò per pochi secondi il mio sguardo, colmo di malignità e disprezzo, per poi voltarsi dal lato opposto. A quel punto sollevai gli occhi al cielo, osservando incantato il figlio di Zeus, che per tutto quel tempo mi aveva visto all'opera. Dopo non molto tempo di contemplazione abbassai con fare flemmatico i miei occhi, incominciando ad ispezionare la zona circostante. Di fronte a me si ergeva un imponente quercia, elegante ed aggraziata, la madre di tutte le piante, questo per il suo grande spessore simile al rigonfiamento di una donna nel periodo di gravidanza. E i suoi rami ben disposti ad accogliere ogni piccola foglia, come le braccia di questa divinità che hanno sempre posto a sufficienza per ogni creatura bisognosa di cure. Voltai ancora la testa sino a giungere ad una piccola figura raggomitolata a terra, era quel ragazzo per cui mi ero battuto sino a quel momento, o meglio, questo era ciò che egli con tutta probabilità credeva. Allora con passi lenti e decisi mi avvicinai alla debole sagoma, bloccandomi dinanzi ad essa all'incirca ad un metro di distanza.

Avanti alzati, è tutto finito!.

Il giovane, che a prima vista poteva avere sedici anni, si alzò molto lentamente, tremando continuamente, fino ad ergersi in una quasi perfetta posizione eretta. Lo fissai con sguardo penetrante ed intimidatorio, sino a quando quest'ultimo incominciò a balbettare, farfugliando parole prive di senso alcuno.

Non ho tempo da perdere, se vuoi dirmi qualcosa incomincia a parlare, lo vuoi capire che non ho intenzione di farti del male!.

La menzogna, una tattica utilizzata da generazioni or sono, talvolta mentire può essere utile per non far soffrire una persona cara, oppure per mascherare una verità sin troppo sgradevole, oppure per il puro soddisfacimento dei propri piaceri, per far si che i propri fini vadano a compimento. Ognuno di noi usufruisce di tale arma, solo che non tutti riescono ad adoperarla senza farsi del male. Solo i più astuti restano incolumi, poiché il resto della moltitudine inesorabilmente finisce per ferirsi da solo. Autolesionismo? Assolutamente no. Questo concetto è puramente dettato dalla propria volontà perversa, magari scaturito da una brutta situazione, venuta a crearsi a causa di una stessa bugia ad esempio. Autolesionista è chi non rispetta se stesso, poiché convinto che la propria vita non possegga un reale valore, quando invece quest'ultima ne è colma. Quindi coloro che producono questo autolesionismo involontario sono gli sciocchi, coloro che non riescono a sostenere il peso delle loro bugie, o che magari rivolgono questa menzogna ad una persona che usufruisce di tale arma da più tempo di loro, e che oramai sa riconoscere la verità ovunque. Ma queste persone sono felici? Insomma vivere nella menzogna nel contempo non è come non vivere? Non è come non apprezzare la propria vita, e quindi automaticamente non si diviene sempre involontariamente autolesionisti? Facile è nascondersi dietro una falsa verità pur di affrontare la cruda realtà delle cose, questa in un primo tempo può risultar davvero favorevole, ma poi, con lo scorrer degli anni, anche in meno tempo in molti casi, tutti i nodi vengono al pettine.Con la somma di tanti piccoli problemi che, alla fine, ne vanno a creare uno di vaste dimensioni, che attanaglia l'anima e la fa soffrire in maniera atroce. A quel punto solo i più forti riescono a sopravvivere e a guardare avanti, magari incominciando a mutare il proprio atteggiamento, oppure no. Mentre quelli deboli si smarriscono per le vie della perdizione, dell'esasperazione, dell'autocommiserazione, strade senza ritorno che conducono irrimediabilmente alla morte dell'anima. Ero li che mentivo, oramai era abituale per me assumere tale atteggiamento in un qualsiasi contesto, però non mi dannavo, almeno per il momento. Dopo le mie rassicurazioni il ragazzo sembrò più sollevato e mi rivolse una semplice frase, pur sempre tremando un poco.

Grazie davvero molto per ciò che hai fatto!.

Concluso il suo breve monologo, i suoi occhi incominciarono a brillare un poco, e i suoi modi di fare incominciarono ad infastidirmi assai. Il mio volto assunse conformazioni totalmente diverse, i miei occhi glaciali si tinsero di odio, mentre le mie mani si strinsero in pugni. Subito colpii in pieno petto il giovane, una ginocchiata esemplare che gli blocco per un attimo il respiro facendolo piegare di scatto. Nel medesimo momento con la mano destra lo afferrai per il collo, riportandolo quasi all'altezza precedente.

Ma io dico sei una femminuccia, come cazzo ti permetti di assumere certi atteggiamenti al mio cospetto! Sei un debole!.

A quel punto la mia mano sinistra, stretta in un ferreo pugno, era in procinto di danneggiare nuovamente il fragile corpicino del ragazzino, ma, fuor da ogni previsione, qualcosa blocco l'avanzare del mio arto. Non fu solo quello, infatti quasi nel medesimo frangente il mio stomaco fu preda di un feroce colpo, che fece annullare del tutto la morsa che teneva stretto il collo del giovane, facendomi atterrare inesorabilmente a terra, ad un esiguo numero di metri di distanza. Adesso anche io, proprio come la mia vittima precedente, mi sentii mancare il respiro, ero disteso su quel terreno freddo, con gli occhi socchiusi, quasi stessi per perdere i sensi. Ero scombussolato, non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, la mia mente non aveva più la cognizione della realtà, fu una situazione che prima d'ora non mi ritrovai mai a dover affrontare. Trascorse almeno la metà di un intero minuto, quando finalmente incominciai a spalancare con fare flemmatico entrambi gli occhi bianchi, sempre freddi e distaccati. Intravedevo una grande figura posta dinanzi il precario corpicino della mia preda, incominciai a squadrarla con accuratezza da quella posizione scomoda in cui mi trovavo, sdraiato sulla strada. Dai piedi sino alla testa, sino a che mi resi definitivamente conto che colui che mi aveva colpito era il sensei che mi segui durante i precedenti otto anni di allenamento, ovvero il capo del clan Hyuga.

Sono sorpreso Kazuharu, ti ho sempre raccomandato di non adoperarti mai in questa maniera con altri studenti! Sei consapevole che la tua preparazione è notevolmente migliore della loro, che tra l'altro è pressoché inesistente, dato che ancora devono frequentare l'accademia, oppure stanno ai suoi inizi! Devo ammettere che sono molto deluso, sai io ti ho osservato in tutto questo arco di tempo, inizialmente ho deciso di non fermarti poiché i motivi della tua collera erano più che validi, ma poi non appena ho notato che te la stavi prendendo anche contro la persona per la quale ti sei messo in gioco, io ti ho dovuto bloccare! Quel colpo da me inferto spero ti possa far ragionare, e farti capire che le tue azioni erano propriamente sbagliate! Kazuharu, sai quanta stima riserbo nei tuoi confronti, e per questo ti voglio vedere all'opera in ben altri contesti! Le occasioni per metterti alla prova saranno innumerevoli, in sfide organizzate, nei vari tornei, nelle guerre tra villaggi, sperando non ci siano! Sarà in quei momenti che dovrai mostrare le tue doti di fronte al pubblico, in quel momento non ci saranno restrizioni, e nessuno ti fermerà!.

Erano state parole sagge, degne di un capo, così lo guardai un ultima volta negli occhi, per poi annuire, con lentezza. Non servivano ulteriori parole, poiché eravamo uniti da un profondo legame, e bastava uno sguardo per intenderci. Subito mi voltai, e feci per tornare a casa, e man mano che passai dinanzi quei ragazzi da me maltrattati, il mio sguardo indugiò, intriso di odio, su ognuno di loro, sino a che non giunsi al termine della strada e svoltai l'angolo, lo stesso ove mi appostai inizialmente per elaborare la mia strategia. Passi pesanti e lenti mi condussero verso la mia dimora, giungendo infine dinanzi al ciglio della porta. Mi bloccai e mi voltai di 360°, i miei occhi di ghiaccio fissi sulla strada, mentre la mia mantella nero pece si smuoveva appena, il sole man mano si stava innalzando sino ad arrivare al suo limite massimo di altezza, e l'ombra, che prima oscurava la foresta, man mano si stava dissolvendo in concomitanza con la salita della palla di fuoco.

§ Sarà questo il mio destino? Per ogni gradino che riuscirò a salire la parte negativa della mia anima andrà man mano a svanire? Dovrei essere felice di ciò? No, non sarà così! La violenza incrementa le mie capacità, la solitudine mi fa compagnia, io sono kakuro akawa e non possiedo un destino prestabilito, poiché quest'ultimo lo costruirò con le mie mani! §
 
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view post Posted on 17/2/2010, 18:43




CITAZIONE
Complimenti bell'allenamento :sese:

Scommetto che ti piacerebbe se fosse vero. Si capisce subito che il tuo allenamento è stato copiato. Addirittura usi l'alzata della foglia quando sei di Suna. Non c'è la legenda nè descrizione di tecniche etc. Gli altri allenamenti erano scadenti, ma questo per me vale 0. Non farne di troppi perchè a questo punto ci dai solo lavoro in più, ti consiglio di concentrarti sulla ruolata per diventare genin e dopo di provarne un altro.

 
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moltak
view post Posted on 17/2/2010, 19:18




scusa....è vero che l'ho copiato però l'ho fatto io...
in quell'altro forum sono di konoha e mi sono dimenticato di cambiare la tecnica
 
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Juice'
view post Posted on 17/2/2010, 19:31




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3 replies since 16/2/2010, 20:51   54 views
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