Goodbye light, wait me darkness, Give me the green line? No, the green energy

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~Zack Hewley~
view post Posted on 5/2/2009, 16:22






Legenda:

Narrato
Pensato
Parlato
Scritto
Parlato altrui



Chapter 1: Are you alive?!?!



Era iniziata come una normalissima settimana, senza colpi di scena o cose strabilianti, una settimana che come al solito avrei dedicato all’ allenamento. Avrei dovuto tenere il mio fisico costantemente allenato, la mia condizione fisica sarebbe dovuta essere la migliore. Avrei dovuto ottenere la peculiarità del mio clan: Lo sharingan. Quella da me tanto amata quanto odiata abilità innata che non voleva saperne di svilupparsi. I miei occhi erano neri e mai avevano voluto tingersi di un altro colore. Di Uchiha con quegli occhi ne avevo visti una marea. Tutti tranne me. Ogni volta che ci pensavo la rabbia mi tingeva del suo colore. Per non parlare poi di quando Aerith lo attivava durante i nostri allenamenti. Quelli erano momenti in qui pensavo di essere uno dei pochi con quel cognome, a non possedere lo sharingan o come lo chiamavo io: gli occhi rossi. Era ancora mattina presto e mi stavo esercitando nella resistenza e nel potenziamento dei miei muscoli che sicuramente nel mio piccolo corpicino mancavano. Mi ero posizionato davanti ad un manichino fatto di gomma e con ogni mezzo a mia disposizione lo stavo colpendo. I miei pugni e calci non gli facevano assolutamente niente, anzi più colpivo forte, più mi faceva male la mano, ma non volevo smettere. Passati 10 minuti e circa 1000 pugni e calci, andai a fare una corsetta lontano dalla mia piccola casetta. Come meta avevo il campo che era stato luogo del mio ultimo allenamento. Dopo esservi arrivato, mi sdraiai per terra. Davanti a me, v’ erano i 7 manichini che la settimana addietro avevo “ucciso”. Mi avvicinai ad uno di essi e lo squadrai per bene. Era il settimo, quello che avevo distrutto con un potente calcio. Guardandolo mi resi conto di tutte le energie che se né erano andate la settima scorsa, per poi ricavare che cosa? Soltanto l’ ennesima delusione da parte di Aerith.

Ti allenerò io, aveva detto. E poi siamo tornati a casa a mani vuote. Mi insegnasse almeno ad usare lo sharingan.

In quel momento, mi ricordai dei due rotoli che Aerith aveva detto essere stati scritti da papà. Alzai di scatto la testa e correndo come un pazzo, tornai velocemente a casa. Aprii con tutta la mia forza la porta. Lei era seduta sul tavolo con i due cilindri davanti.

Era ora che ti ricordassi di loro. Tieni!

Li fece passare da una parte all’ altra del tavolo, strisciando. Li fermai con la mano e me li rigirai tra le mani. Non volevo aprirli, avevo paura di rovinarli. Spostai lentamente lo sguardo su mia sorella. I suoi occhi erano persi nel vuoto, stava pensando a tutt’ altro. Guardando bene si poteva scrutare un accenno ad un sorriso, ma contemporaneamente uno sguardo malinconico. I suoi pensieri mi erano del tutto sconosciuti. Lanciai nuovamente un’ occhiata ai due manoscritti. Erano di un colore rossastro alternato ad una striscia proprio al centro di colore bianco. Non sapevo quale aprire prima. Sentivo che ero nervoso, avrei saputo qualcosa di mio padre. Un flashback mi passò davanti. Avevo solo 4 anni quando rientrato da Kiri a Konoha mia sorella mi spiegò perché durante la mia infanzia avevo subito questo tragico spostamento. Scoppiai a piangere, forse perché avevo capito o forse perché gli occhi di Aerith erano diventati rossi, ma non aveva attivato lo sharingan... Adesso stavo rivedendo dopo 9 anni quegli stessi occhi. Cosa era successo? Soppressi la mia compassione per lei con la mia voglia di un semplice “figliolo”. Aprì quello che tenevo nella mano destra. Con una nube apparve anche un libro, anzi no, era un diario.

Un diario?!? Cosa c’è scritto?

Lo sfogliai molto velocemente in modo da osservarne solo la calligrafia. L’ avevo già vista da qualche parte! Provai a focalizzare l’ esatto luogo ma niente. Proprio nulla. Decisi che l’ avrei letto in seguito. Aprì anche l’ altro, ma stavolta niente nube o qualche altro strumento ninja, era normalmente scritto. Incominciai velocemente a leggerlo.


Caro Zack,

Se stai leggendo vuol dire che sei un ninja a tutti gli effetti, un genin, e che ti hanno ritenuto abbastanza maturo per ascoltare la verità.


La verità?

Alzai nuovamente lo sguardo su Aerith. Il suo viso era terribilmente malinconico. Continuai a leggere ancora più curioso di prima.

Presumo ti abbiano già raccontato della mia morte e di quella di tua madre. L’ hanno fatto per il tuo bene ma ti hanno mentito. Accadde tutto in quel giorno: ci fu affidata una missione ma era troppo complicata per noi e alla fine sono dovuto scappare lasciando tua madre al suo destino. Non ho avuto il coraggio di dirlo ai familiari e così sono fuggito da konoha inviando una lettera a tua sorella. Ora sai la verità, è colpa mia. Quando sarai pronto a parlarmi cercami. Ovunque io sia. Sono ansioso di vederti

Stavo tremando. Il contenuto di qualcosa che ai miei occhi pareva simpatica era terrificante. Mio padre era vivo. Aerith lo sapeva, non me lo aveva mai detto, nemmeno quando il mio sguardo era afflitto dalla solitudine più totale. Mi toccai con ambedue le mani la testa. Aerith mi stava per l’ ennesima volta guardando negli occhi. La malinconia si trasformò in rabbia la rabbia in odio e il mio odio in urla:

Tu! In tutti questi anni non hai mai trovato il tempo di dirmi che non solo mio padre era vivo ma, ma addirittura che è un codardo..

Il mio sguardo non lasciava trapassare nemmeno un po’ del sorriso che di solito mi contraddistingueva. I miei occhi esprimevano il disprezzo più totale verso quei due esseri. Una lacrima mi scese lentamente sul viso. Volevo andarmene altrove, in un posto dove nessuno potesse incontrarmi e dove avrei potuto scatenare la mia rabbia. Correndo mi diressi verso la porta e nel trambusto il diario mi cadde nello zaino. Afferrai la mia katana e aprii la porta. Con un sibilo di voce Aerith tentò di giustificarsi.

Zack, non eri pronto e non volevo sconvolgerti la vita

Girai lentamente la testa, quel suo tono di voce mi aveva fatto pena. Credevo già di averla perdonata, così le rivolsi ancora una volta la parola prima di andarmene:

non mi importa se non ho talento, se non so utilizzare lo sharingan o cose del genere. A costo della vita io lo troverò e gliela farò pagare. Per mamma, per me e soprattutto per te. Non c’è stato per niente in questi anni. non immagina nemmeno quante difficoltà abbiamo incontrato. Tocca a me metterlo in difficoltà.

Sbattei violentemente la porta e corsi verso nord. Tagliai in due pezzi equivalenti il manichino che prima fronteggiavo. Corsi senza fermarmi sempre più velocemente. Saltavo da un ramo all’altro, tagliandone il più possibile. L’ effetto dello shock era tremendo. Ripensando solo un attimo all’ immagine di mia madre, gli occhi mi si riempirono di lacrime. Mi fermai su un ramo molto in alto, appoggiando ad esso il braccio. Dovevo decidere come comportarmi dopo quella inaspettata notizia. Non mi era più chiaro niente. Scrutai il cielo in alto, ammirando un’ aquila a ali spiegate. Lei si che non aveva preoccupazioni, andava dove l’ istinto la guidava. La seguii guidato anch’io dal mio istinto, senza preoccuparmi di nulla. Camminai probabilmente per ore, fino a quando le mie gambe non mi limitarono, impedendomi così di raggiungere la libertà. In quelle ore avevo Trascurando completamente i miei nefasti pensieri, dotandomi dunque di uno stato di assoluta ingenuità che continuava a persistere sul mio volto, alternandosi col fiatone.
Saltai giù dall’ albero, per osservare il paesaggio a me circostante. Un ambiente roccioso, nulla dove potessi trovare un riparo per la notte. Non potevo di certo tornare a casa, dopo quella scenata... Mi sarei fermato qui ad allenarmi forse per il resto della giornata e anche il giorno seguente. Dovevo però, prima di tutto trovare un riparo per la notte. Un posto in cui avrei potuto ragionare con calma. Arrivai in una fitta foresta, ma di pertugi nemmeno l’ ombra. Camminai un altro po’, finché davanti ai miei occhi non apparve una caverna.


Casa dolce casa...

Mi costruii una piccola casetta utilizzando erbe, tronchi e tutto ciò che mi avrebbe aiutato a passare due notti in tranquillità. Sdraiatomi sul letto d’erba, notai che fuori aveva iniziato a piovere e, anche se ero al riparo l’ umidità penetrava e rendeva il luogo ancora più umido e freddo di quanto già fosse. Coprendomi con lo zaino uscì fuori e trovato un grosso albero mi bastarono 3 colpi per ricavarne dei ceppi adatti al mio riscaldamento. Rientrando in “casa” li poggiai per terra ed utilizzando la pioggia di fuoco li appiccai. Così andava decisamente meglio, mi sdraiai nuovamente, ma pur essendo notte inoltrata, non riuscì a prendere sonno. Frugai nel mio zaino in cerca di qualcosa da leggere. La mia mano andò a posarsi proprio sul diario che, in precedenza era finito casualmente lì. Sebbene non me ne fregasse niente dei sentimenti e delle esperienza del mio genitore lo sfogliai aprendo una pagina a caso. Il testo non era recente, risaliva a quando egli aveva ormai ottenuto il titolo di ninja della foglia da molto tempo. Incominciai a leggere perché pian piano la curiosità mi rodeva dentro.

Magari do solo una sbirciatina, solo per vedere come era alla mia età

Non lessi tutto omogeneamente ma saltando molti periodi, volevo giusto le informazioni più importanti.

No, non ci credo...

Le informazioni lì contenute erano sorprendenti. Il grande. Sakumo Uchiha, nonché mio padre, alla mia età era una frana. La pagina di diario descriveva un allenamento fatto col nonno. Leggendo avevo capito che papà non riusciva ad attivare lo sharingan, ad utilizzare alcune tecniche e che era pessimo nel controllo del chakra. Chissà a chi somigliava?Poggiai il diario sopra la borsa e andai a dormire.

Perché un uomo scappa indegnamente lasciando morire l’ amore della sua vita? Perché?

Molti e innumerevoli furono i ragionamenti che mi vennero in mente e l’ ultimo, prima di addormentarmi fu quello che niente era sicuro, forse erano altre menzogne era verità era ancora celata da un velo nero. Capì che dovevo tagliare quel velo, dovevo diventare sempre più forte per scoprire la verità. Mi ripromisi che niente avrebbe condizionato la mia ricerca, niente e nessuno.


Chapter 2: I must eat!



Il lento scorrere dell’ acqua accompagnava lentamente il mio sonno, il cinguettio degli uccelli i miei pigri movimenti da sonnambulo. All’ improvviso un urlo interrompe tutto come un fulmine a ciel sereno. Mi alzai di scatto guardandomi intorno e le urla persistevano:

Aiuuuuto, pussa via mostro, io sono il figlio di mizono figlio di mizoni fratello di

Non mi piace essere svegliato, se poi è un bambino bugiardo e fifone a farlo, la reazione è più che normale. Ero tentato di rimanere fermo a guardare il piccolo che veniva incornato da quel toro, ma vedendo che il bugiardo se l’ era fatta sotto, afferrai il manico della katana, per poi avvicinarmi sempre di più alla coppia di rompiscatole. Una volta avvicinato abbastanza non dovevo far altro che colpirlo ad un punto vitale dopo averlo indirizzato qui. Non potevo colpirlo alle spalle sarebbe stato disonorevole...

Ehi, coso, quella è la mia preda, mi ha svegliato, quindi tocca a me mangiarmela.


Ringhiando, l’ animale si girò e provò ad assestarmi un’ incornata, schivatala gli mozzai con un colpo secco la testa. Rimisi nella fodera la mia arma ed inseguito squadrai il fifone. Era spaventato a morte e per divertimento aggravai ancora di più la situazione.

Salve amigo, io cannibale e tu mia colazione, venire qui bresdo

Il piccolo svenne all’ istante e dopo qualche secondo scoppiai in un mare di risate. Dopo essermi lavato la faccia con l’ acqua del ruscello, caricai prima il bambino e poi il toro e tornai nel mio rifugio. Tagliatolo in parti misi a cuocere la bestia su un falò e mi allontanai da lì, in attesa che il piccolo si svegliasse.

Anche se ultimamente ho questi piccoli problemucci non è detto che non mi debba allenare

Trovai un posticino dove v’ erano parecchi alberi, una comoda radura con una massiccia quantità d’ acqua in un ruscello proprio al centro di essa. Senza pensarci due volte esegui velocemente dei seal : Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre. Dalla mia bocca uscì una gigantesca palla di fuoco che procedeva spedita, bruciacchiando l ‘erba sotto. Dopo aver proceduto per 5 metri si andò a schiantare contro un albero, bruciandolo.

Molto bene. Andiamo a vedere se il piccoletto si è svegliato

Mi stavo girando per tornare sui miei passi, quando all’ improvviso una voce proveniente dall’ albero precedentemente bruciato gridò:

Katon:Goukakyuu no Jutsu

Non c’ era tempo per riflettere, composi il seal del serpente con l’ indice fuori, tipico della tecnica del muro d’ acqua. L’ acqua che prima lentamente scorreva nel letto del fiumi si posizionò davanti a me in modo da proteggermi dal fuoco.
Una volta svanita la mia protezione si poteva chiaramente notare lo shinobi che mi aveva lanciato contro quell’ attacco. Stavo zoppicando e riportava delle ustioni sull’ anca destra. Avevo combinato un disastro! Con il mio justu lo avevo ferito, quindi era giusto che fossi io a guarirlo. Mi avvicinai a lui il più velocemente possibile e una volta arrivato lì con tutta la gentilezza possibile mi rivolsi a lui.


Mi scusi, non volevo colpirla, le guarirò le ferite

Egli mi lasciò fare, forse perché si fidava o forse perché non aveva altra scelta. Un alone verde si creò intorno alle mie mani e utilizzando le mani curative incominciai a guarirlo. Quando ebbi finito accompagnai anche lui al mio rifugio, finché non avremmo chiarito la situazione e le sue ferite si sarebbero del tutto rimarginate. Provai a spiegargli la situazione.

Ehm, buongiorno signore, innanzitutto mi volevo scusare per avergli procurato queste ferite. Non volevo mi stavo esercitando con le mie tecniche. Comunque non si preoccupi, grazie all’ arte medica tra poco tornerà come nuovo

Usai il tono più convincente possibile, non volevo ci fossero tra noi malintesi. Improvvisamente mi ricordai che il bambino svenuto giaceva ancora dentro la grotta e perciò aumentai leggermente il passo. Egli mi seguiva, guardando a destra e sinistra, come se avesse perso qualcosa. Poi iniziò a rivolgermi la parola:

Grazie dell’ aiuto ragazzo, io sono un ex genin di konoha, rifugiatosi ormai da tempo sulle alture con il suo figliolo. Stavo dormendo quando il tuo attacco ha preso in pieno l’ albero e la mia anca destra. Così ho pensato che volessi uccidermi e ti ho rivolto contro la tua stessa tecnica. Il mio nome è Hermeppo, il tuo? E dimmi dove mi stai portando?

Ascoltai pazientemente il suo discorso che, dava ragione alle mie ipotesi:

Sono un cretino, dove accertarmi che su quell’ albero non ci fosse nessuno

Poi risposi alle domande di colui che si era definito come un membro dell’ esercito foglioso :

Come si riusciva già a capire dal coprifronte sulla mia spalla, sono anch’io un ninja di konoha, il mio nome è Zack Uchiha. La sto portando nel mio umile rifugio per la notte.

Percorsi la strada prima eseguita, che mi portò proprio sotto la mia casetta provvisoria. Ma lì lo spettacolo era orribile, della mia carne che come un re avevo conquistato ore addietro, non rimanevo che le ossa, buttate giù dalla cavità.
Un istante dopo, un avvoltoio, strappò l’ ultimo briciolo di carne rimasta. Questo era troppo! Non potevo fargliela passare liscia. Rapidamente feci confluire il chakra nei piedi e salì sull’ albero più vicino a me. Una volta arrivato sulla cima provocai gli uccellaci per poi utilizzare una tecnica su di loro:


Ehi sanguisughe, da questa parte. Topo, Tigre, Cane, Bue, Coniglio, Tigre. Tecnica della pioggia di fuoco.

Tutti e dieci i rapaci finirono abbrustoliti, ma caddero molto più lontano dal punto in cui i miei occhi potevano vedere.
Sceso lentamente giù, tirai un sospiro di sollievo, mi ero scaricato. Hermeppo mi stava guardando con occhi pieni di stupore.


Hai ancora le forze per fare certe cose? Ne hai di chakra tu!

Un complimento dopo tanto tempo. Dallo stato di rabbia pian piano mi lasciai attraversare da l’orgoglio di essere stimato da qualcuno, cosa che da tempo immemorabile non accadeva. Non ero stato uno studente brillante e anche a quei ero un genin nella norma. Norma. Quella parola mi faceva incaz*are come una belva. Gli Uchiha sono tutti ninja geniali. Perché io no lo ero? Ultimamente era la domanda che più affliggeva i miei pensieri. Però in quel caso mi avevano fatto un complimento, ero sorpreso ma allo stesso tempo felice. La verità era che ormai il chakra stavo per finirlo, ma ponendo un braccio piegato accanto all’ anca sorrisi ed affermai:

Lo so, d’ altronde sono un membro della casata degli Uchiha!

Dopo quella breve pausa entrammo nella caverna. Il piccolo codardo stava facendo su e giù per la stanza, con la mia katana in mano. Chissà s aveva ancora paura del cannibale? Appena mi vide salire dalla sporgenza rocciosa, emise un urlo e fece per difendersi con la mia arma. Poi guardando la figura posta alla mia destra sul suo visino si accese u sorriso, iniziò a correre verso di lui urlando :

papà! Papà aiuto, questo bimbo mi vuole mangiare.

Anche sul mio volto si dipinse una faccia molto espressiva: era un miscuglio tra il disgusto e la sorpresa. E poi soprattutto bimbo a chi? Raccogliendo da terra la mia katana e riposizionandolo nella fodera mi avvicinai ad Hermeppo egli spiegai il perché delle parole di suo figlio.

Ho salvato tuo figlio da un toro imbizzarrito che voleva mangiarselo. Ho finto di essere un cannibale e il vigliacco è svenuto. A proposito della mia carne, coso, perché era sotto la caverna?

La fame mi aveva totalmente assalito, era anche parecchio stanco dopo quella fatica, ragion per la quale non avrei accettato nessuna risposta stupida da quest’ ultimo, qualunque essa sarebbe stata. Ad un tratto sul volto del piccolo si dipinse un’ espressione d’ orgoglio. La prima parola stupida che egli avrebbe detto sarebbe stata anche l’ ultima della sua vita.

Quant’ è vero che mi chiamo Zack se dice una cazzata giuro che lo ammazzo

Iniziò a blaterare con aria superba, con le mani gesticolava con superbia, la vanità certo non gli mancava:

Innanzitutto il mio nome è Rajinko, quindi non ti azzardare a chiamarmi coso o qualunque altro strano sinonimo. Parli della carne di quel mostro, ti ho fatto un favore, l’ ho buttata giù, così te ne disfai subito. Non ti preoccupare non mi devi dire neanche grazie

Si stava alzando il collo della maglia in segno di superiorità. Stavo ancora decidendo come ucciderlo, perché il fatto che dovevo ucciderlo era ormai una sicurezza. Decisi di spaventarlo, per poi fargli ancora più male. Inseguito gli avrei fatto una predica sul come ci si comporta. Riflettei un attimo sul da farsi e si, mi pareva la decisione più ovvia. Utilizzai tutto il chakra rimastomi per utilizzare un unico attacco. L’ alzata della foglia. Scomparso dai suoi occhi, gli parlai con un tono piuttosto incazzato ma allo stesso tempo voglioso di sangue

Ora lo zio ti insegna cosa succede a far arrabbiare n ninja

Ricomparvi in un attimo sotto di lui sferrandogli un calcio dal basso verso l’ alto, facendolo balzare verso l’ alto. Non era però ancora finita, dovevo fargli un altro po’ di male. Lo presi per la caviglia e lo scaraventai di schiena a terra.
Avevo intenzione di colpirlo ripetutamente con ripetuti pugni sul viso. Forse stavo picchiando quel piccoletto un po’ troppo... Ero ancora arrabbiato per la questione di papà e riflettendoci mi fermai, tanto da arrivare in uno stato di completa catalessi. Quando Rajinko aveva abbracciato suo padre su entrambi si era posato uno sguardo di serenità, amorevole, cosa che a me mancava molto. Lo stavo colpendo per invidia, l’ invidia mi aveva roso a tal punto che lo stavo massacrando. Eppure la questione negli addietro non aveva mai scatenato una tale reazione. Era il fatto di sapere che era vivo. Si, lui era vivo ma non era con me. Perché? Ancora una volta quella preposizione si inculcava come un ago nella mia mente. Perché? Perché? Era un quesito ormai abituale. Prima era morto, con onore per giunta, difendendo il villaggio. La malinconia prese il controllo posizionando il mio sguardo nel nulla. All’ improvviso però mi colpì un forte giramento di testa e, forse per la fame, forse per la mancanza di chakra o forse per la stanchezza svenni.
Due ore dopo mi svegliai inseguito al brontolare del mio stomaco, provai ad alzarmi ma la stanchezza era troppa, o forse è meglio dire la voglia... Chissà se il piccolo era arrabbiato con me per i colpi datigli. I miei pensieri furono interrotti da un profumino di carne proveniente dalla mia destra. Si sentiva anche un forte rumore di mascelle. Girai velocemente la testa e notai che Hermeppo stava masticando violentemente un pezzo di carne. Dall’ odore sembrava cinghiale. L’ acquolina mi salì rapidamente alla bocca e solo la fame riuscì a farmi muovere strisciando.


Devo magiare carne... carne...

Arrivato vicino all’ uomo lo guardai con occhi pieni di ammirazioni e accennai a voler mangiare. Egli mi rispose con un largo sorriso. Con le mani iniziai a mangiare tutto quello che c’ era senza fermarmi un attimo. Non so quanta carne divorai ma era sicuramente tanta, tanta e deliziosa carne. Finito mi sdrai massaggiandomi lo stomaco. Avevo recuperato tutte le forze e consumato tutta la carne. Sentivo il chakra che nuovamente mi confluiva nelle vene. Ora si che andava meglio. All’ improvviso sentimmo il rumore di un albero che cadeva. Corsi a vedere ciò che era successo mentre mi avvicinavo all’ uscita del rifugio sentì delle urla. Era Rajinko che aveva abbattuto l’ albero. In mano aveva due kunai e su entrambe le mani vi erano delle ferite. Avvicinatomi a lui abbozzai un sorriso e gli dissi:

Bravo! E adesso? Perché lo hai abbattuto?

Lui gonfiò il petto e rispose con la solita voce presuntuosa

Perché da oggi sono un ninja e mi devo allenare. Basta piagnucolare! Un giorno ti ridarò il pugno preparati

Pose un braccio disteso davanti a me come in segno di sfida. Quel ragazzino mi ricordava tanto me stesso. Pieno di arroganza, voglia di apprendere e vivacità. Presi un kunai mi feci un tagli al dito. Volevo fare un patto col sangue. Col mio sangue feci una riga orizzontale sulla sua fronte.

Si chiama patto col sangue. Così sei costretto a risfidarmi. Allenati cretinetto!

Dopo aver curato le sue ferite alle mani ci salutammo. Ero convinto che egli sarebbe divenuto un ottimo shinobi, qualunque cosa gli sarebbe accaduta. Quel piccolo incontro mi aveva ridato la voglia di sorridere, di sperare ancora per una volta. Andai a dormire molto presto, sorridendo alla luna. L’ indomani pomeriggio sarei tornato a casa. Prima di addormentarmi però spulciai un altro po’ il diario. Trovando informazioni molto preziose.



Chapter 3:In fight or love with a girl?



Mi strofinai lentamente gli occhi, e con la stessa velocità mi stiracchiai sbadigliando ripetutamente. Quel giorno sarei tornato a casa dalla mia sorellina, al mio comodo lettuccio ma soprattutto dalla mia adorata tv. Che mondo sarebbe senza tv? Non osava nemmeno pensarci. Si mi dimenticava anche nella lettura di un buon libro ma la tv era la tv. Quante sere passate da piccolo solo davanti a quella scatola nera. Si, era vero. Solo... Aerith a casa non c’ era quasi mai. Solo poche volte giocava insieme a me. Che bei momenti quelli però. Mentre mescolava i ricordi malinconici con quelli felici preparai lo zaino, ma prima di partire diedi un’ altra occhiata al diario di papà. Aprii una pagina a caso, tanto per vedere cosa usciva. Stavolta lessi tutto, 6 pagine belle piene e anche con grande entusiasmo. Narrava di una sfida con un membro del clan Nara. Era un clan molto famoso all’interno della foglia. Ad un certo punto però fermai la mia lettura. Avevo letto un’ altra sconcertante novità, nemmeno di questa ero stato informato.

Papà aveva un fratello?!?! Ed inoltre egli era un membro del clan Nara?

La cosa pareva parecchio strana. Come faceva un’ uchiha ad essere fratello di un Nara? Era tutto scritto più avanti. In pratica il nonno si era sposato due volte. Dalla prima moglie aveva avuto mio zio e dall’ altra papà. Aguzzai la vista per notare se tra le righe c’ era anche il nome di questa shinobi. Era scritto proprio alla 6° pagina. Sussurrai il suo nome cercando di immaginarmi come egli fosse fatto:

Angeal Nara

Era un nome strano, non lo avevo mai sentito prima d’ora. Chiusi il diario e lo riposi nello zaino. Tutto molto accuratamente, senza volerlo mi ero affezionato a quel piccolo manuale. Dentro vi erano più informazioni che in una biblioteca. Tutti i ninja affrontati da mio padre avevano una peculiarità, ognuno diversa e dentro quell’ agenda v’ erano descritte tutte le caratteristiche. Spulciando avevo trovato i nomi di alcuni clan a me sconosciuti ed abilità innate pazzesche. Ce n’ era una che faceva uscire le ossa dal proprio corpo. Al solo pensiero mi venivano io brividi. Che schifo... Ogni villaggio aveva i suoi clan e ogni clan le sue abilità innate. C’ erano anche parecchie informazioni riguardo allo sharingan. Lo sharingan si evolve con l’ esperienza del ninja, a seconda del suo livello si formano alcuni tomoi. Per il 1livello un tomoe, per il 2 livello due e così proseguendo. Tre livelli in totale. Queste erano le informazioni precise, ma v’ era scritta anche qualcosa riguardo un 4 livello nominato Mangekyou sharingan, l’ arma Uchiha più potente. Purtroppo però non c’erano informazioni rivelanti riguardo quest’ ultima evoluzione dei miei amati occhi rossi. In genere un genin riesce a controllare perfettamente almeno il 1 stadio. Invece io... Prima di tornare a casa volevo allenarmi un po’. Mi fermai a riflettere su quale allenamento avrei potuto eseguire. Una volta deciso esegui 1 copie di me stesso con la moltiplicazione del corpo per poi farle sparpagliare attorno al campo. Avevo una semplice idea, allenarmi a colpire i miei sosia dopo una loro schivata. Avrei tirato molto debolmente il primo colpo mentre il secondo sarebbe dovuto andare a segno. Ci squadrammo per qualche secondo, poi partì all’ attacco. Mi girai a destra rivolgendomi alle copia ad ovest. Le lanciai un kunai piuttosto lentamente. Come previsto ella lo evitò con un ghigno beffardo. Non sapeva del mio piano. Gliene tirai un altro stavolta alla sua sinistra. Evitò anche questo ma intanti io mi ero avvicinato. L’ ultimo kunai era diretto alle gambe. Come era prevedibile per evitare l’ arma saltò. Ma a mezz’ aria non poteva muoversi... Mi bastò un flebile pugno per sistemarla.

Cucù cucù la copia non c’ è più.

Improvvisamente sentì qualcuno che calpestava le foglie attorno a me. Il rumore veniva da qualche albero più in là. Potenziai del 50% il mio udito e.. sì non mi ero sbagliato una figura si stava lentamente avvicinando. Raccolsi tutte le mie armi, qualcosa mi diceva che mi sarebbero servite. Il vento faceva muovere violentemente le chiome degli alberi, da cui cadevano numerose foglie. Sembrava una strana neve color verde. Egli mi si avvicinò con passo fermo, era certo ormai che voleva parlarmi. Il vento muoveva i suoi lunghi capelli, forse un po’ troppo lunghi. Quando si avvicinò a me capì perché i capelli erano così lunghi e lucenti. Era una kunoichi. I lunghi capelli biondi le arrivavano sotto le spalle senza nessun segno di legatura. Rimasi fermo ad ammirarla. Portava una corta minigonna bianca che a malapena le copriva i ginocchi e una maglietta nera.

Non può essere un ninja, è troppo... troppo...

Non sapevo come esprimermi, pareva più una di quelle ragazze di campagna che un ninja. Il suo viso non era d sicuro quello di una kunoichi. Nemmeno il fisico lasciava credere che ella fosse una combattente era troppo snella e magra. Quando fu di fronte a me mi parlò con grande gentilezza e spalancando un forte sorriso... Ormai né ero sicuro non era un ninja. Eppure...

Ciao, io sono Dorothy, piacere, frequento l’ accademia ninja a kiri. Tu chi sei?

In barba a tutte le mie contraddizioni si rivelò reale la mia prima ipotesi: un ninja. Allungò verso di me la mano per stringerla. Allungai anche la mia ancora incantato da quella mistica bellezza. Poi eseguendo un elegante inchino mi presentai:

Mi consenta, Zack Uchiha genin di konoha per farle da guida mademoiselle

La fissai dritta in quei suoi profondi occhi neri. Lei mi sorrise, quasi ridendo. Nella mia vita non avevo mai incontrato una shinobi. Giuro. Non immaginavo che a kiri ci fossero tali bellezze, dovevo andarci più spesso. Ella intanto aveva compiuto tre giri intorno a me no perdendo mai di vista il mio sguardo. Si fermò all’ improvviso e pensavo che volesse dirmi qualcosa tipo: Ti va di fare un giro? Ma purtroppo faccio uno strano effetto alle donne. Con un filo di voce mi sussurrò all’ orecchio:

Grazie Zack, ma non sono venuta a konoha a far passeggiate al tramonto. Sai, sono un ninja.

Cambiò espressione. Della delicata e graziosa ragazza di prima non rimaneva che il ricordo. Passandomi a fianco cominciò a correre, per poi girarsi e lanciarmi uno shuriken. Presi dalla sacca un kunai e respinsi l’ arma nemica. Con in volto un’ espressione di delusione. Alzando le spalle mi concentrai, per iniziare il combattimento. Ella si mise a correre verso di me caricando un pugno. Era troppo semplice lo evitai abbassandomi per poi eseguire un calcio diretto allo stomaco. Ella saltò mostrando due cose: una velocità che equivaleva alla mia e un pezzo di stoffa dalla tasca della maglietta. Probabilmente aveva mentito. Ella era un genin. Per verificare che quel pezzo di stoffa fosse parte di un coprifronte lanciai un kunai in quella direzione. Il mio intuito stavolta aveva azzeccato, la kunoichi farfuglio qualche imprecazione andò a riprendersi l’ oggetto, porgendomi l’ arma. Mi sfilai il coprifronte dalla spalla per poi legarlo alla fronte. Nel legarlo la incitai a combattere seriamente.

Non si mente alle persone, sa? È cattiva educazione! Combatti seriamente Dorothy.

Ella mi sorrise nuovamente per poi utilizzare un insolita tecnica. Creò davanti a noi un velo che inseguito si sparse per tutto il campo. Era la tecnica del velo di nebbia. Non ci vedevo più, ma ella sicuramente non aveva una visuale mena ostruita della mia. Decisi di potenziare del 50% il mio udito. Purtroppo udivo solo il rumore del vento, anche se le foglie attorno a noi avrebbero sicuramente rivelato la presenza dell’ altro, scricchiolando. Rimasi un attimo a riflettere. Poi decisi, eseguii vari seals ed utilizzai la tecnica della moltiplicazione del corpo, creando così un sosia di me stesso. Cercando di ricordare il più possibile il paesaggio trasferii di botto il chakra ai piedi per poi spiccare un balzo. Facendo così rumore. Perché allora avevo compiuto una mossa così stupida da svelare la mia presenza? Semplice, mi ero arrampicato col chakra su un albero lasciando, ove prima ero io la mia copia. La fonte di rumore era stata localizzata da Dorothy che sciogliendo la tecnica si apprestava a colpirmi alle spalle. Purtroppo per lei una nube vanificò l’ attacco. Dovevo approfittare di quel momento di confusione accumulai il chakra in bocca per poi utilizzare la pioggia di fuoco. Dodici sfere a grandi velocità si andarono a schiantare contro gli arti di destra di quest’ ultima.

Con questo attacco ha individuato la mia posizione. Tsk, devo spostarmi.

Troppo tardi. Mi lanciò tre shuriken colpendomi con uno di questi la gamba sinistra. Mi lanciai all’ attacco frontalmente eseguendo un lento colpo diretto all’ occhio. Dorothy lo evitò ma rimase indifesa nello scansarsi. Ne approfittai colpendola allo stomaco due volte, la seconda però serviva a farla alzare di pochi centimetri da terra. Eseguì un potente calcio con la punta del piede facendola volare a qualche metro lontana da me. Sinceramente non mi andava più di combattere, mi faceva male la gamba ed avevo il fiatone, però ella si rialzò. Non accettava la sconfitta.

Chiuderò lo scontro con una sola tecnica. Sono stanco di combattere.

Appena la kunoichi si fu alzata mi avvicinai a lei con uno scatto e la colpii con un calcio nello stomaco. Dopo di che, utilizzai il colpo concatenato de leone. Tutti i colpi andarono a segno scaraventandolo a terra e facendola svenire.
Il mio fiatone era peggiorato mi sdraiai accanto al suo corpo e volevo addormentarmi ma prima dovetti curarmi le ferite.
Fatto questo andai in cerca di un fiume e trovatolo bevvi a sazietà e riempì la mia bottiglia d’ acqua . Una volta tornato Dorothy si era appena svegliata. Le porsi l’ acqua, che bevve tutta e mi sdraiai accanto a lei, per chiacchierare. Non ricordo quanto tempo rimanemmo là, ma fu veramente molto... Quando fu ora di pranzo andammo in una locanda li vicino. Il solo pensare a quel ramen mi faceva venire l’ acquolina in bocca. Giunto il pomeriggio era giunta anche l’ ora di salutarci. Ci scambiammo i numeri di telefono :


Chiamami ogni tanto...

non lo farò

Mi fece la linguaccia e si girò per ritornare a kiri, a casa. Era giunta l’ ora di tornare da Aerith. Mi incamminai verso konoha. Arrivai a casa verso le 23:00. Senza nemmeno mangiare e svegliare Aerith andai a dormire, stanchissimo.


Chapter 4 : Stop, please!

Mi svegliai molto tardi, e alzandomi dal letto notai un biglietto sul comodino.

Torno presto. Aerith

Era partita per chissà quale posto ad eseguire chissà quale missione. In quel giorno non avevo voglia di fare niente. Nemmeno di allenarmi. Rimasi tutto il giorno a pazzeggiare per la casa e mangiando. Quando ormai fu sera di Aerith nemmeno l’ ombra. Lessi ancora un po’ di diario e poi andai a dormire.


Chapter 5: Where are you?

Mi svegliai molto presto quella mattina e con dei passi lenti e furtivi mi stavo avvicinando alla cucina con un sogghigno sulle labbra. A volte, il dolore arriva come nulla, tu non te lo aspetti ma egli è all’ angolo, pronto a pugnalarti al cuore. Ma purtroppo la morte non quasi mai con il dolore. Si, purtroppo, perché quando si soffre davvero, si vorrebbe morire ma come per gioco la morte indesiderata qualche secondo prima ti rifiuta, ridendo. Quella erano stati i 4 giorni più belli ma allo stesso tempo strani giorni della mia vita.
Mi stavo dirigendo in cucina per preparare la colazione alla mia sorellina. Dopo l’ incontro con Rajinko e Dorothy, la scoperto dello zio Nara e la rivelazione dell’ imbranatezza di papà, il mondo era per me a rosa e fiori. Il mio sorriso risplendeva in tutta la stanza, il mio fischiettare sembrava avvolgersi con lo sbuffare della macchinetta per il caffè. Una volta che l’ amara bevanda fu pronta la misi in una tazzina e vi affiancai dei biscotti al cioccolato. Non mancava nulla. Presi con ambedue le mani il vassoio e lo portai su per le scale. Aprii la porta della camera di Aerith con il piede e posai l’ oggetto sul suo comodino. Aprii le finestre e poi mi voltai parlandole:


Suvvia, sorellina, so che sei stanca, ma oggi vorrei che mi seguissi

Voltatomi smisi di parlare, fu una reazione davvero ovvia, visto che il letto era fatto e non dava segni di usura. Aerith aveva passato la notte fuori. Mi incazzai come una belva. Io le avevo anche preparato la colazione. Senza neanche dire un parola, andai a sbollire la mia rabbia in cucina, mangiando il suo pasto.

Sarà meglio che oggi faccia qualcosa di utile

Vestitomi, presi tutto l’ occorrente per un allenamento e partii per la foresta. Saltando di ramo in ramo sempre più velocemente, arrivai finalmente al luogo prestabilito. Volevo allenarmi sulla velocità. Avevo già in mente un programma: avrei tagliato alcuni rami dagli alberi e poi appena prima che essi sarebbero caduti li avrei arrostiti con la tecnica della pioggia di fuoco. Attesi qualche secondo di concentrazione. Chiusi lentamente gli occhi, sembrava che nulla mi circondasse. Solo il rumore del vento mi circondava, come un vecchietto che si gode lo scorrere del tempo, egli passava da ramo a ramo, muovendo la sua chioma e producendo così un flebile fruscio. Feci arrivare il chakra alle gambe, e misi la mano destra sul fodero della mia amata katana. Concentrazione, concentrazione. Il vento mosse ancora una delle chiome, e, guarda caso, proprio quella di fronte a me. Era un segnale più che sufficiente.

Ora!

Scattai fulmineamente in avanti estraendo la mia katana dalla sua fodera. Arrivato a pochi metri dalla pianta spiccai un salto in avanti, facendo finta di tagliare il primo ramo, ma in realtà feci passare la lama sotto quest’ ultimo. Appoggiando la pianta dei piedi alla corteccia dell’albero mi diedi lo slancio, in modo da raggiungere il secondo obbiettivo. Continuai a balzare come una rana per vari corpi legnosi, ma, arrivato all’ ottavo ramo da tagliare mi fermai a testa in giù su quest’ ultimo. Avevo ottenuto i dati necessari per la riuscita del mio piano. In apparenza,tagliare qualche legnetto e bruciarlo può sembrare una cosa ridicola, chiunque ci riuscirebbe. Invece no. Per far riuscire con i migliori risultati il compito bisognava eseguire dei brevi calcoli, senza i quali l’ esercizio si sarebbe rivelato più arduo del previsto. Bisogna accertarsi che il cammino sia libero, quando si esegue il taglio, se no, ci si potrebbe fare male appena dopo aver eseguito un fendente, poiché si è sprovvisti dio equilibrio. A questo era servita la prova iniziale. Adesso era tutto pronto Attesi ancora un’ attimo, che mi parve infinto, trovare la concentrazione giusta per combattere non è mai semplice. Se poi si mettono in mezzo anche tutti i problemi che avevo, lo spazio per l’ allenamento andava a farsi benedire. Non dovevo pensare a questo però, bensì al mio allenamento. Non v’ era più motivo di restar lì fermo, con un furtivo scatto tagliai il primo, poi il secondo, il terzo e andando via di seguito, zigzagando da ramo a ramo. Arrivai a tagliare l’ ottavo e subito dopo eseguii varie posizioni magiche, per poi liberare 8 mini sfere di fuoco cariche del mio chakra. Andarono a bruciare gli obbiettivi, quasi tutti:

7 su 8 non è male per la prima volta

Non avevo calcolato che il tempo in cui il primo ceppo di legno impiegato per arrivare a terra poteva essere inferiore a quello in cui la sfera lo avrebbe raggiunto in aria. Avevo errato.Rimasi un momento ad ammirare i rami ormai caduti a terra mentre bruciavano. Il loro colore stava lentamente mutando, come i pigmenti di un camaleonte, ma al contrario del rettile essi stavano assumendo un colore nerastro, fino a quando di loro non rimase che cenere. In quel momento mi venne in mente una creatura mitologica che aveva anch’ essa a che fare col fuoco: la fenice. Di creature rappresentanti questo elemento ve n’ erano tante, ma questa mi era saltata particolarmente alla memoria, come un lampo, un ricordo assopito nella mia mente. Continuando a pensare a quella strana creatura, ritornai sui miei passi per tornare a casa. Inserii le chiavi nella porta e aprendola lentamente entrai in casa, sedendomi sulla sedia davanti a me. All’ improvviso un rumore provenne dal mio stomaco, dimostrando così che avevo fame. A passi lenti aprii il frigo, stranamente stracolmo di pietanze prelibate.

Perché tutto questo cibo? Sembra che Aerith debba dare una mini festa <

Dopo aver spremuto per qualche minuto le meningi, andai a vedere la data odierna sul calendario, visto che avevo un particolare sospetto. Avevo azzeccato, in quel mattino mi trovavo esattamente alle 12:50 del ventinove agosto, ovvero, il giorno dopo avrei compiuto ben 14 anni. preso dalla foga degli allenamenti avevo completamente perso la cognizione del tempo avvicinandomi sempre più all’ anniversario della mia nascita. Ora, facendo alcune supposizione, molti fatti potevano essere spiegati. Almeno speravo che le mie ipotesi sarebbero risultate esatte, così non avrei avuto alcun motivo di essere arrabbiato con la sorellina.

Probabilmente sta organizzando tutto, perciò non torna a casa, per non rovinare la sorpresa

Mi ero levato un peso dallo stomaco. Il mio volto aveva ripreso un’ espressione “normale”, per quanto il mio passato lo potesse permettere... mi poggiai al muro, facendo roteare sul tavolo un kunai. Stavo pensando a come riempire il mio vuoto pomeriggio in attesa della mia festicciola.

[color=blue] Libro? Noioso. Manga? Allenamento? Che palle! Non mi va. Tv? Cara vecchia tv, arrivo!


L’ idea era splendida, come spesso aveva già fatto la scatola nera residente in via : davanti al divano avrebbe riempito il mio pomeriggio di cassate immani. Non potevo chiedere di meglio! Accesi attraverso il telecomando il fantastico apparecchio, cambiando canale in ricerca di qualcosa di interessante, ma non trovai nulla che potesse soddisfarmi. Stanco di premere bottoni, sbuffando andai a prendere tutte le mie armi, per allenarmi. Vagabondai da terreno a terreno, fino a quando non incappai in un ambiente perfetto per i miei allenamenti. Una fitta foresta, attraversata dall’ acqua. Senza perdere nemmeno un attimo di tempo, resi tre kunai dalla sacca e la katana dalla fodera sulla mia schiena, lanciai le tre armi contro la corteccia di un albero e poi eseguii un taglio laterale in modo da tagliare la parte di legno in cui le armi erano rimaste incastrate. Esse così stavano per schiantarsi al suolo, ma con un rapido movimento della mia mano riuscii a prendere almeno 2 e lanciarli contro un altro albero. Passai qualche oretta eseguendo questo tipo di allenamenti, finche non mi sembrò abbastanza per oggi. Il sudore mi colava da ogni parte della pelle, il fiatone aveva ormai preso possesso di me. Prima di tornare a casa però volli fare solo un altro esercizio, anche se piuttosto semplice: eseguire la palla di fuoco suprema con tutte le forze rimastemi.

Serpente, Tigre, cinghiale, cavallo tigre. Katon: Goukakyuu no Jutsu

Una gigantesca massa di fuoco si generò dalla mia bocca, per poi scomparire a 6 metri da me. Mi ritenevo soddisfatto, anche se per colpa di un errore nel lanciare i kunai mi ero ferito alla spalla destra, ma il dolore non era insopportabile. Accumulai brevemente il chakra nelle mano sinistra per curarmi la ferita, che già mostrava segni di miglioramento. Stremato tornai a casa, scoprendo di aver lasciato la tv accesa e che proprio in quel momento stava finendo uno dei miei film preferiti, iniziato pochi minuti dopo che io uscii. Sorrisi, primo di addormentarmi per la stanchezza.


Chapter 6: My Birthday!

La mia vita, che fino a pochi giorni addietro consideravo normale anche se leggermente noiosa, si era dimostrata un caos più totale. Niente era rimasto al suo posto, tutto aveva avuto uno sconvolgimento pazzesco, perfino ciò che qualcuno pensa non possa mai cambiare. Il carattere di una persona. Se uno nasce simpatico, non diventa scorbutico così, perché è cambiato. Almeno non succede alle persone sane di mente come di cui credevo di far parte. Io invece avevo subito un piccolo insignificante cambiamento. Mi ero come chiuso in me stesso, in un involucro, senza guardare con la stessa spensieratezza il mondo all’ esterno del mio campo visivo. Probabilmente avevo dato una svolta considerevole alla mia vita e sicuramente il passo indietro non era concesso. Era il trenta agosto, alias, il giorno del mio compleanno e della tanto da me sperata ed attesa festa. Aveva per tutta la notte immaginato di divorare quelle prelibate pietanze cucinate in mille e più modi. Purtroppo però, qualcosa avevo turbato, una manciata di secondi dopo il mio lento stato di riposo. Il sogno aveva lasciato spazio all’ incubo, il cibo alle fiamme, la musica al sangue, la luce, alla più completa oscurità. In tutto il trambusto, una fenice infuocata nasceva dalle ceneri, per poi guardarmi con i suoi occhi, aggressivi, carichi d’ odio. Ancora una fenice. Mi svegliai all’ improvviso, ero sudato, e stavo tremando. Non ero un tipo superstizioso e quindi quel sogno non influì molto sull’ andamento della giornata. Era stato solo un incubo, la realtà sarebbe stata molto diversa. Mi alzai barcollando dal divano e, andando a lavarmi la faccia scrutai il calendario vicino al lavandino, era segnata con un cerchio rosso la data odierna, il 30 agosto, l’ anniversario della mia nascita. Esattamente 14 anni fa, alle 8:02 di sera una donna aveva partorito un bambino, che urlante si dimenava. Almeno è quello che mi aveva raccontato Aerith, poiché di quegli attimi, io non avevo memoria. Erano esattamente le 10:18 di mattina il che voleva dire... feci un piccolo calcolo mentale per capire quanto mancava effettivamente al mio anniversario.

Tra nove ore e quarantaquattro minuti avrò 14 anni. Tanta salute a moi!

Alzai una tazza con dentro del latte come per fare un brindisi, da solo... Avevo con tutte le mie forze sperato che al mio risvegli avrei trovato una sottospecie di dolce o qualcosa di simile con qualche candelina sopra, ma invece del dolce avevo un pezzo di pane e marmellata che ahimè non aveva lo stesso sapore. Dopo aver finito di colazionare, mi cambiai e senza portare alcuno strumento, era un giorno di relax quello, uscii di casa o almeno avrei voluto se qualcuno non mi avesse fermato a pochi metri dalla porta. Una figura con estrema velocità mi apparve davanti. Lunghi capelli marroni, occhi neri.

Aerith?

Egli con voce ridente rispose :

No Zack, mi dispiace. Ma son pur sempre tuo parente.

In effetti non era Aerith, ma un uomo di venticinque anni circa, ma il volto era familiare, i lineamenti anche. Egli aveva detto di essere u mio parente, ma anche scavando nella mia memoria, non riuscii a ricordarlo. Non lo avevo mai visto. Eravamo a pochi metri l’ uno dall’ altro. Lo squadrai in tutto e per tutto. Aveva una maglia grigia con uno zero spaccato sulla spalla destra. Inoltre era fornito di tutto l’ equipaggiamento che ad un ninja può servire. Con aria incuriosita stavo per domandargli il suo nome, ma egli mi batté sul tempo spiegandomi chi fosse,

Credo sia naturale che tu non ricordi il mio volto, l’ ultima volta che ti ho visto avevi 2 giorni. In braccio a tua madre sembravi così piccolo, chi l’ avrebbe mai detto che saresti diventato un ninja? Il mio nome è Angeal Nara, ma tu puoi chiamarmi zio... Tieni questo è per il tuo compleanno.

Ed ecco che il circolo di parenti si era allargato nuovamente, prima papà e poi lo zio. C’era forse qualcun altro che voleva avere parentele con me? Ero rimasto leggermente sorpreso, sapevo della sua esistenza e che fosse ancora in vita, ma non mi sarei mai aspettato di vederlo in quei giorni né tanto meno nel giorno del mio compleanno. Aveva nella mano destra quello che aveva definito il regalo per il mio compleanno. Il rivestimento non aveva particolari ornamenti o decorazioni era una semplice scatola, abbastanza piccola a mio parere. Lo aprii delicatamente per non perdere la curiosità tutta in una volta. Dentro v’ era un coprifronte, in stoffa nera, e un ciondolo con una stella. Erano dei regali un po’ strani per un compleanno, in quel momento avrei gradito di più un libro, ma la spiegazione successiva mi fece cambiare completamente idea.

quel coprifronte e quella collana appartenevano rispettivamente a tua madre e a tuo padre. È giusto che li tenga tu d’ ora in poi.

Un bagliore di luce si era acceso nei miei ormai spenti occhi, egli sorrise, per poi darmi le spalle e farmi cenno con la mano di seguirlo. Scattò in avanti con una velocità impressionante, per poi eseguire una rapida deviazione a destra.

Vediamo come stai messo in abilità, prendimi se ci riesci!

In genere quando qualcuno compie gli anni, i parenti gli organizzano una festa, invece, a me mi avevano organizzato un allenamento. In me, però, scorreva il sangue uchiha, la competizione era la mia vita. Indossai il ciondolo, mi legai alla spalla il coprifronte, e via... Correvo contro il vento, con gli occhi socchiusi balzavo da un ramo all’ altro, a gran velocità mi avvicinavo sempre più all’ obbiettivo, che ogni tanto aumentava il passo. Così non sarei mai riuscito a prenderlo. Dovevo elaborare una strategia concreta. Mentre avanzavamo Angeal si girava periodicamente per controllare che non avessi perso il passo, quella era un’ occasione perfetta per imbrogliarlo. Potenziai col chakra le mie gambe, in modo da avere un aumento di velocità, anche se minimo. Cercai con gli occhi i rami più grossi, su cui mi sarei potuto dare più slancio. Ero esattamente a 2 metri dal Nara, che come le altre volte si era girato per il monotono controllo. Quello era il momento di mettere in atto la mia strategia. Impastai il chakra e creai un mia copia con la moltiplicazione superiore proprio davanti a lui. Quando egli si girò si fermò, preso dallo spavento. Era una reazione più che naturale. Fu quello il momento propizio, approfittando della sua distrazione lo presi per la maglietta tirandolo. Non solo lo avevo raggiunto ma lo avevo anche catturato. Credevo ormai di aver vinto, a quel punto non c’ era niente che egli avrebbe potuto fare, la mia stretta era solida e lui girato non poteva che dichiarare la sua sconfitta. Almeno era questo che la mia inesperta mente pensava:

I miei complimenti per aver catturato l’ avversario, ma, devi stare attento ai poteri dei nemici, possono ribaltare la situazione

Improvvisamente non riuscivo a muovere il mio corpo a mio piacimento, mi sentivo come prigioniero di un’ entità esterna.

che casso mi succede? Non mi riesco a muovere? Anzi è come se dovessi gli stessi movimenti di Zio Angeal. È vero! Sono un cretino!

Dove avevo sentito parlare dello zio la prima volta v’ erano anche informazioni sul suo stile di combattimento, le tecniche che più utilizzava, ma soprattutto l’ abilità innata del suo clan. L’ allacciamento dell’ ombra, si chiamava così. Ero caduto in balia di quella spaventosa tecnica. Avrei voluto schiaffeggiarmi per la mia stupidità, ma non mi era permesso. Egli si girò, con aria ridente mi guardò fisso negli occhi ed esclamò con un sorriso:

Assomigli proprio a tuo padre, ciò vuol dire che diventerai un grande ninja.

Mi batteva forte il cuore, il suo battito dava una scossa a tutte le cellule del mio corpo. Ero stato liberato dalla tecnica, ma ero lo stesso immobile. Il mio sguardo era quello di un bambino a cui hanno comprato il trenino che tanto aveva desiderato. Nessuno me lo aveva mai detto. A me risultava come un complimento. Quale ragazzo in questo mondo non vorrebbe essere forte come suo padre. Quello tra padre e figlio è un legame che qualunque cosa succeda non si spezza mai. Tra me e papà era la stessa cosa. Anche se egli aveva commesso dei reati ed aveva lasciato morire mai madre, io non volevo crederci, avevo fiducia in lui e lo ammiravo, le sue abilità erano un tempo le storie notturne che Aerith mi raccontava. Lo vedevo come un eroe e ciò, avveniva anche allora anche se con le dovute restrizioni. Una volta finita la gara, ci recammo in centro, per passeggiare e raccontarci le nostre vite. Egli mi disse che lui e papà facevano sempre a gara per le cose più stupide e alla fine vinceva sempre Angeal. Passò molto tempo prima di accorgerci dell’ ora, eravamo seduti su una panchina illuminata da un lampione, erano le 20:01, un minuto prima della mia nascita. Spettammo con impazienza le 20.02, mi passò davanti tutta la settimana e incominciai a pensare ad Aerith.

Sai, Aerith, tra un minuto compio gli anni, ti ricordi quando ci siamo rivisti dopo la presunta morte di papà e mamma? Io piansi, avevo
5 anni. Adesso ne più del doppio. Ma tu non i sei... Aerith, dove sei finita?


Anche se quella giornata era stata tutt’ altro che infelice nel mio sguardo si poteva cogliere una leggera depressione. Fu un brutto colpo per il mio morale. Scattarono le 20:02, alzai una lattina in aria e mi feci un brindisi, stavolta, non da solo. Dopo la cena ci separammo, ma egli mi disse di farmi trovare domani alle 9:00 proprio qui. Aveva qualcosa di importante da dirmi. Tornai a casa, andai nuovamente a vedere se Aerith era tornata. Niente di niente. Sconsolato andai a dormire.

Aerith, questa me la paghi.

Un ulteriore sensazione d’ odio si stava formando in me. Il mi carattere si stava modificando poco a poco. Fino a quando non avrei avuto la botta finale. Intanto un’ ombra mi stava osservando guardingamente dalla finestra, senza produrre rumore.




Chapter 7: Goodbye light, wait me darkness…

Non avevo la più piccola idea di come un solo fattore può scatenare una reazione, che sia emotiva chimica o altro, capace di sconvolgere l’ ambiente circostante. Io ero l’ ossigeno, la fenice il metallo, l’ odio il legame ionico che ci univa. Dalla nostra unione si stava formando lentamente un ossido. Ossido era proprio la parola perfetta per descrivere il mio stato d’ animo al termine di quella giornata, il mio cuore era un osso, impossibilitato a rompersi o scalfirsi, pieno del solo odio verso tutti. I miei erano occhi di pietra, non lasciavano passare nessuna emozione. I mio abbigliamento era drasticamente scuro, e il mio atteggiamento differente a quello di un ragazzo che il giorno prima ha compiuto 14 anni. La mia era quindi stata cambiata in solo ventiquattro ore? No di certo, era stata la reazione a catena di tutta la settimana a produrre questo effetto...
Era lunedì mattina, mi faceva leggermente male la testa e mi stavo recando in cucina per un bicchiere d’ acqua. Aprii il frigorifero con molta lentezza e con gli occhi chiusi tastai l’ anta per trovare una bottiglia d’ acqua. La mia mano si muoveva a destra e sinistra, in cerca di qualcosa da toccare, ma niente di niente, non percepivo nulla. Aprii di scatto gli occhi per vedere, o meglio per non vedere tutte le pietanze che la sera prima erano riposte li. Avevo la bocca spalancata e u espressione da scemo sul viso.


è tutto sparito, come è possibile?

Erano solo le otto di mattina, avevo fame e sete e perciò non mi porsi più di tanto il problema frigorifero. Aprii la dispensa, notando con felicità che almeno lì cibo c’ era. Dopo essermi sfamato, guardai l’ orologio, erano già le otto e mezza. In fretta e furia mi vestii, prendendo tutto il mio equipaggiamento.

Se stavolta mi sfidi di nuovo, caro zio, ti batto!

Uscii di casa sbattendo con forza la porta. Avevo scelto di fare un giro più lungo del solito, potendo così recarmi alla collina in cui mia sorella spesso si allenava da piccola. Andava spesso là, per prendere decisioni importanti e qualche volta si era fermata lì per più di una notte. Corsi con tutto il fiato che avevo in corpo per arrivare lì il prima possibile. Saltavo da ramo a ramo con vigore, con una faccia seria mi guardavo intorno alla ricerca di una grande quercia, che fungeva da punto di riferimento per raggiungere il posto. Ogni volta che giravo lo sguardo era per me un simbolo di speranza. Poteva passare che ella fosse stata via due giorni, ma tre, di cui uno era il mio compleanno.. Era tutto troppo strano. Finalmente in lontananza scorsi la quercia e, con un rapido cambio di direzione scesi al suolo per raggiungere la pianura. Scrutai ogni centimetro del posto, ma niente, di esseri umani nemmeno la più piccola traccia. Sospirai, per poi fissare il cielo.

Aerith. Di solito sono i piccoli che fanno preoccupare i grandi, non il contrario.

Abbassai lo sguardo per poi ricominciare a correre verso nord per non arrivare in ritardo all’ appuntamento. Avevo in testa sempre lo stesso pensiero. Aerith, che ti è successo, dove sei finita? Avrei trovato la risposta poche decine di minuti dopo, una volta arrivato a destinazione. Nei dintorni non c’ era anima viva, solo una bambino, faceva avanti e indietro, sembrava aspettasse qualcuno. Mi sedetti sulla panchina del giorno prima. Improvvisamente il piccolino mi si avvicinò con passo svelto e sorridendo mi porse una busta:

Zack uchiha? Questa è per lei, da parte di un certo Nara.

Una lettera da parte dello zio per me? Voleva dunque dire che non sarebbe potuto venire quella mattina? La scartai lentamente senza rompere il rivestimento esterno. Come ho già detto a cambiarmi la vita non era stato quel giorno in particolare, ma la settimana intera. Però quella lettera, che inseguito conservai, ebbe un gran colpo sul mio stato mentale:

Zack, fai ben attenzione a sto che ciò per dirti. Non è da poco che ti osservo, ti ho addirittura fatto entrare in casa mia facendoti impadronire della prima katana di tuo padre. Io sono stato designato da tuo padre come colui che ti dovrà istruire in tutto. Tuttavia non avevamo ritenuto necessario distaccarti da tua sorella durante la tua infanzia. Avresti dovuto restare con lei per altri due anni. Ma ciò non è più possibile. Avrei dovuto comunicartelo ieri, ma non ne ho avuto il coraggio. La verità è che Aerith uchiha, nonché tua sorella alle ore 9.26 del trenta agosto, ieri, è stata trovata priva di vita sul ponte Krachi al confine del villaggio del fuoco. Zack, mi dispiace... D’ ora in poi abiterai con me.

Alla fine dello scritto c’ era la sua firma. Dopo pochi secondi però, una macchia d’ acqua si accostò vicino ad essa. Poi un ‘ altra ed un’ altra ancora. Non si era messo a piovere. Abbassai la lettera per guardare il sole alto nel cielo. Le mie lacrime scendevano dai miei occhi fino ad arrivare alle orecchie. Abbassai nuovamente lo sguardo e incominciai a singhiozzare. Volevo morire, mi sentivo come se mi stessero schiacciando il cuore. Stringendo la mano sinistra la portai all’ occhi sinistro per asciugarmi le lacrime. Purtroppo non era sufficiente, esse passavano sopra il palmo della mia mano e si scontravano con i miei pantaloni. Mi piegai in due piangendo ancora più fortemente. Si dice che quando muori, rivivi la tua vita passo per passo. Io in quei momenti stavo rivivendo tutti i momenti passati con Aerith. In corpo intanto, mi era salita un fortissima rabbia. Corsi per uscire dalla parte abitata di konoha, fino a raggiungere la sua collina. Sulla quercia v’ erano rimasti impressi i segni dei suoi esercizi coi kunai. Ancora una volta la sua immagine sorridente mi apparve nella mente. Cominciai a prendere a pugni il legno. In ogni pugno c’ era tutta la mia disperazione, la solitudine e l’ odio che provavo. Dopo poco mi faceva mala la mano, ma non volli smettere. Uno dopo l’ altro i miei pugni s’ infrangevano contro l’ obbiettivo. Fino a quando non cominciai a sanguinare. Nemmeno in questa occasione il dolore poté fermare la mia violenta reazione. Mi dovetti fermare un attimo per il dolore. In quel breve lasso di tempo le immagini di noi due si impiantarono nuovamente nella mia mente. Versando un ‘ altra lacrima urlai, tentando di colpire con la mano destra il tronco della quercia.

Aerith!!!

I miei arti superiori erano già messi male, probabilmente quel ultimo pugno, che aveva in se un enorme potenza avrebbe fatto fare una brutta fine alla mia mano. Il significato della parola Angeal è angelo, una figura che si crede ci protegga dall’ alto. Proprio come un angelo, Angeal fermò il mio pugno quando era ormai i prossimità dell’ obbiettivo. Non mi stava guardando con degli pieni di compassione, ma rigidi severi. In quel momento capii che sfogarsi non avrebbe fatto risuscitare Aerith. Guardai con tristezza verso il basso. I miei occhi erano rossi, l’ ultima lacrima si schiantò col terreno formando una pozzanghera in miniatura. Mi strofinai gli occhi, in modo da eliminare la restante percentuale di lacrime. Camminai nella direzione opposta a quella dello zio, per non incrociare il suo sguardo. Egli mi vide girarmi e con severità disse:

Dov’è che stai andando? Stai scappando?

Mi toccai la cicatrice provocatami da Misturugi, chiudendo gli occhi. Egli era un tipo carico d’ odio da quando lo avevo conosciuto. Anche il suo passato, molto probabilmente era stato tinto del colore del sangue, della disperazione e dell’ odio. In quel momento qualcosa era cambiato, il mio cuore aveva cessato di battere come un tamburo, i miei occhi di lacrimare e il mio cervello di pianificare. Avevo ufficialmente cambiato atteggiamento. Addio allo Zack sorridente scherzoso, imbranato. Ne nasceva uno nuovo, stronco, cupo, estroverso. Ma la cosa più importante che in me aveva trovato asilo era l’ odio verso il mondo intero. Ero diventato un mostro, incapace di provare pietà. Chiunque avrebbe disturbato il mio cammino avrebbe fatto una brutta fine, anziano o bambino che egli sarebbe stato. Il mio obbiettivo era quello di diventare uno shinobi famoso in tutto il mondo. A mio avviso una cassata. Ora avevo solo una cosa in mente, testare le mie capacità e trovare le risposte a ciò che cercavo. Il resto era superfluo. Senza voltarmi risposi alla sua domanda indifferente:

Sto andando a prendere la mia roba, mi devo trasferire no? Ci vediamo tra quindici minuti qui.

Senza nemmeno porre un cenno scattai in avanti, in direzione della mia vecchia casa. Aprii lentamente la porta spazientito. Raccolsi tutti i miei effetti personali e mi appresta ad uscire con una valigia in mano. Sulla mensola vicino alla porta, c’era una foto di Aerith sorridente. La misi in borsa, per poi uscire definitivamente da quella casa. Non mi voltai, non mi interessava, era stata solo covo di menzogne e futili ricordi. Cominciai a correre, orientandomi per arrivare al punto d’ incontro. Un uccello stava volando alto nel cielo. Questo mi fece tornare in mente la famosa fenice apparsi in sogno.

Aerith, ho capito qual è la mia strada, io sono la fenice rossa della foglia, il mio fuoco d’ odio continuerà a bruciare per l’ eternità. Addio per sempre sorellina. Grazie.

In quel momento avevo compreso quanto velocemente uno vita può essere compromessa. Mi trasferii nella villa dello zio Nara, già vista in precedenza. Era lo stesso giorno i cui avevo acquisito la mia katana. Ne conoscevo già in parte la struttura. Egli mi raccontò che questa villa apparteneva a mio nonno. Era stata la casa di papà ed Angeal insomma. Mi fece esplorare tutti i piani. Tra questi, l’ ultimo era quello che più mi incuriosiva. Era un intera camera predisposta per l’ allenamento. I muri erano scalfiti da ogni tipo di attacco. Stetti un paio d’ ora a comprendere l’ entità di ogni colpo. Durante il pomeriggio, scelsi il mio nuovo abbigliamento, quello precedente era troppo chiaro. Ci voleva qualcosa che riassumesse l’ oscurità. Dopo un paio di abbinamenti decisi. Uscii dalla mia nuova stanza, per recarmi all’ ultimo piano con tutto il mio equipaggiamento. Salii le scale lentamente legandomi cautamente il ciondolo di papà al collo. Un raggio di sole illuminava l’ intero campo d’ allenamento. Mi posizionai al centro di esso. La luce faceva risaltare il mio vestiario. Una maglietta nera, con lo stemma uchiha dietro, dei pantaloncini bianchi e delle scarpe blu. Il tutto faceva risaltare le fasciature ad entrambe le braccia. Solo le mani erano tagliate via dal tessuto. Mi guardai a destra e a sinistra. A tutti e quattro gli angoli della stanza rettangolare c’ erano dei bottoni.

Probabilmente attivano dei meccanismi.

Scelsi quello a nord-est. Schiaccia con forza il pulsante. Improvvisamente dalle pareti spuntarono dei marchingegni a balestra, la cui frecce erano dei kunai. Presi velocemente delle armi dalla sacca per respingerle. Subito dopo ne arrivarono altri anche se più lenti. Balzai verso destra, evitandoli. Dopo la prima serie arrivò la seconda, la terza... Poi persi il conto. Non ce la facevo più. Mi facevano male i piedi e le mani avevano subito alcune ferite per colpa delle armi a terra. Il terreno era ormai un armeria ambulante. Mettere un mano lì significava farsi parecchio male. Improvvisamente un ‘ altra serie di armi venne lanciata ad una velocità sorprendente. Mi colpirono alla schiena, facendomi parecchi male. Non potevo rimanere lì fermo ano far nulla. Presi dalla fodera la katana, portata all’ altezza della schiena e scattai verso i vari marchingegni. Eseguendo varie capriole per attaccare e proteggermi contemporaneamente, riuscii a romperli tutti, per poi farmi un po’ di spazio tra le armi e accasciarmi al suolo. Angeal che da dietro aveva assistito all’ intera scena, commentò:

Bella prestazione, sei veloce. Se permetti adesso ti consiglierei un altro tipo di allenamento. Creare una tua tecnica personale, questo esercizio allena notevolmente la precisione del ninja col chakra ed inoltre avrai un arma devastante che nessuno h amai visto.


Senza dire nulla mi alzai e camminando, mi stavo recando nell’ altra stanza. Ove il campo era libero ed inoltre le porte avrebbero impedito la vista a molti. Mentre mi incamminavo Angeal mi chiese:

Zack, qual è il tuo obbiettivo?

Facendo una falsa risata risposi ironicamente:

Vendetta? Dominare il mondo? Va bene come risposta?

Non fai ridere

Non mi andava di condividere i miei pensieri con qualcuno, lo trovavo piuttosto fastidioso. Senza rispondere ripresi il mio cammino, chiudendo le porte che permettevano il passaggio da una stanza all’ altro. Una volta lì però, non avevo a minima idea da dove cominciare. Ciò che era certo è che avrebbe dovuto essere qualcosa che rispecchiava in qualche modo la mia persona. Il lampo di genio arrivò minuti dopo.

Io sono una fenice, quindi il mio sarà un attacco a distanza. Utilizzerò la katana di papà. Sarà un proiettile di chakra capace di ridurre in pezzi l’ avversario.

Feci roteare la spada su stessa per poi farla fermare nella mia mano. Posizionai un manichino davanti a me. A quel punto mi concentrai per un secondo. Dopo di che trasferii il chakra accumulato nella punta della katana per poi farlo fuoriuscire tutto in uno. L’ effetto non era quello desiderato, c’ era stata troppa poca dose di chakra. Ne serviva di più. Ripetei lo stesso procedimento di prima, solo con accumulando ancora più chakra. Il colpo questa volta era abbastanza potente, ma ancora non mi bastava. Riprovai un’ altra volta. Il colpo andò a schiantarsi sul manichino.

Manca poco. De-e vo farcela, ancora un colpo.

Era ormai sera. Aveva consumato gran parte delle mie energie e del mio chakra. Questo sarebbe stato il mio ultimo colpo. Pensai ad un nome per la tecnica, appena prima di rilasciare il chakra. Me lo sentivo, questa era la volta buona. Con tutte le mie forze rimaste urlai:

Stupido manichino, beccati le passioni demoniache della fenice!

Stavolta il fantoccio di carta fu tranciato in vari pezzi. Feci appena in tempo a vederlo tagliato che le mie palpebre si chiusero per mancanza di energie. Mi feci una lunga dormita quel giorno. Era iniziato un nuovo capitolo, pieno di sangue odio. La vita andava avanti e avevo intenzione di percorrerla tutta.


Satus :

Nome pg: Zack uchiha
Energia: gialla
Stato fisico: distrutto
Stato psicologico: profondamente cambiato
Tecniche utilizzate:
Palla di Fuoco Suprema - Katon:Goukakyuu no Jutsu

Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre
Villaggio: Foglia
Descrizione: Questa arte magica è la base per quasi tutte le tecniche di fuoco del villaggio della foglia. Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di fiamme che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza non inferiore ai tre. Chi è colpito da questo jutsu riporta ustioni medio-gravi su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)

Muro d'Acqua - Suiton: Suijinheki
Villaggio: Konoha
Posizioni Magiche: Serpente con indice destro fuori.
Descrizione: Tramite questa tecnica il ninja crea davanti a se un resistente muro d'acqua, che gli permette di preteggersi da attacchi di fuoco e dalle armi da lancio. A seconda delle necessità il muro può assumere una forma cilindrica e proteggere il ninja a 360°, in quel caso però la sua robustezza risulterà indebolita. Il consumo varia da Medio in presenza di una consistente quantità d'acqua (almeno 20 litri concentrati entro 3 metri dall'utilizzatore) ad Alto in assenza della suddetta condizione.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo di Chakra: Variabile)

Attacco Concatenato del Leone - Shishi Rendan

Posizioni Magiche: Nessuna
Villaggio: Foglia
Descrizione: Si tratta di una veloce combinazione di attacchi dalla potenza devastante. Può essere eseguita sia contro un nemico in aria, che su uno a terra: nel primo caso si evita il primo calcio, ma tutti gli altri colpi verranno comunque sferrati... nel secondo caso c'è un calcio in più, ma se questo va a vuoto, l'intera combinazione è da considerarsi evitata. Dopo aver sferrato un calcio dal basso al mento dell'avversario per scagliarlo in aria, si salta dietro di lui mentre è in volo e gli si sferra un pugno con la mano sinistra torcendo il busto in modo da far roteare l'avversario in aria. Poi si sferra con la gamba sinistra allo stomaco dell'avversario un calcio, abbastanza falice da parare, e quindi facendo leva su quella stessa gamba si gira intorno all'avversario, facendo finta di tirare un calcio destro, quando in realtà lo si attacca con la mano sinistra per farlo precipitare verso il suolo.A quel punto, prima che l'avversario tocchi terra, gli si sferra un pugno allo stomaco. Infine si gira di 360° su se stessi attaccando l'avversario al volto o allo sterno con un calcio a martello (un attimo prima che tocchi terra in modo da farlo rimbalzare violentemente).
Tipo: Taijutsu
(Livello: 5 / Consumo: Medio)

Pioggia di Fuoco - Katon: Housenka no Jutsu

Villaggio: Foglia
Posizioni Magiche: Topo, Tigre, Cane, Bue, Coniglio, Tigre.
Descrizione: Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere parecchie sfere di fuoco (12) dalle dimensioni di due pugni uniti, che arrivano anche a venti metri dall'utilizzatore. Chi è colpito da questi proiettili riporta ustioni medio-leggere su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che la singola sfera non è in grado di danneggiare molto un avversario, e lanciarle tutte in un unico punto potrebbe vanificare completamente il jutsu. Dal grado di chunin però, il ninja è in grado di lanciare all'interno delle sfere fino a sei shuriken, che verranno quindi occultati completamente dalle fiamme: in questo modo il potere offensivo del singolo proiettile è almeno raddoppiato. Inoltre, dal grado jonin in su, l'utilizzatore può eseguire questo jutsu di counter, ad esempio appena dopo un salto atto a schivare una carica nemica.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio-Alto)
[Solo se si ha in scheda la Palla di Fuoco Suprema]

Tecnica delle Mani Curative (Chiyute no Jutsu - Healing Hands Technique)

Tipo: Ninjutsu Medica
Villaggio: N/A
Convogliando il Chakra nella mano si crea un'aura di energia capace di curare le ferite. Il consumo di Chakra dipende dalla gravità della ferita e l'abilità del ninja medico, ma se il danno è elevato, come un organo interno disintegrato, la Tecnica non ha alcuna utilità.
[ Ferita Leggera: Consumo Medio / Ferita Media: Consumo Alto / Ferita grave: Consumo Elevato / Ferita Critica: Consumo Critico ]

(Livello Genin - Ferita Leggera: 1 turno per guarirsi / Ferita Media: 2 turni per guarirsi / Ferita grave: 3 turni per guarirsi)
(Livello Chunin - Ferita Leggera: 1 turno per guarirsi / Ferita Media: 1 turno per guarirsi / Ferita grave: 2 turni per guarirsi / Ferita Critica: 3 turni per guarirsi)
(Livello Jonin - Ferita Leggera: guarigione istantanea / Ferita Media: 1 turno per guarirsi / Ferita grave: 1 turno per guarirsi / Ferita Critica: 2 turni per guarirsi)
(Livello Sp Jonin - Ferita Leggera: guarigione istantanea / Ferita Media: mezzo turno per guarirsi / Ferita grave: 1 turno per guarirsi / Ferita Critica: 1 turno per guarirsi)

36 passioni demoniache della fenice (phoenix demonic passion/san-juu-roku)

Per eseguire questo ninjutsu è necessario avere un qualsiasi arma lunga più di 2 cm, quindi un kunai va più che bene, ma più l’ arma è lunga, maggiore sarà il danno inflitto al nemico.


36 passioni demoniache della fenice

Concentrato per 2 secondi il chakra prima nella mano e poi nell’ arma,lo si fa fuoriuscire tutto in una volta, in modo di creare un ‘onda d’ urto a forma di spirale di colore verde. La velocità del colpo è di 12,6 km/h . Ha una larghezza di 20 cm e un' altezza di 2,20 m.
Il colpo è molto veloce e quando si infligge sul nemico provoca a seconda della lunghezza dell’ arma: 36 ferite lievi sulla parte interessata se è un oggetto di lunghezza inferiore al mezzo metro o 6 ferite medio-basse su varie parti del torace avversario se l’ arma è più lunga di mezzo metro. A questo livello l’ onda d’ urto si propaga solo per 5 metri dall’ utilizzatore.

Chakra: Alto
Tipo: Ninjutsu
Grado: genin



Edited by ~Zack Hewley~ - 7/3/2009, 17:34
 
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~Zack Hewley~
view post Posted on 7/3/2009, 16:56




Ho uffficialmente finito, aspetto al più presto una valutazione. Comprendo che lo staff non è nostra completa disposizione, ma vi pregherei di valutare il più presto possibile. In vista degli esami chuunin... Mi scuso per alcuni errori di battitura, sopratutto negli ultimi capitoli, ma gli ho stilati in fretta.
 
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Kiûßÿ
view post Posted on 7/3/2009, 17:15




Stupefacente!! BaVissimo :mki:
 
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Kiûßÿ
view post Posted on 7/3/2009, 20:05




Va be, tanto prima che lo legge ci vorrà un pò :asd: .
 
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~Zack Hewley~
view post Posted on 7/3/2009, 22:04




Grazie per i complimenti, ma cancella i tuoi Ot. Grazie.
 
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~Zack Hewley~
view post Posted on 11/3/2009, 19:46




Up! :mki:
Se qluacuno sta valutando o vorebbe farlo, potrebbe dirmelo in questo topic, ho inviato un paio mp,ma nessuno infine mi ha risposto...
 
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~Sangue~
view post Posted on 13/3/2009, 17:47




Ora ci penso io.
 
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~Zack Hewley~
view post Posted on 19/3/2009, 17:54




Sangue.. :oço:
 
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~Zack Hewley~
view post Posted on 22/3/2009, 15:45




CITAZIONE (~Zack Hewley~ @ 19/3/2009, 17:54)
Sangue.. :oço:

 
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~Sangue~
view post Posted on 22/3/2009, 16:58




CITAZIONE
scusa, avrò internet solo stasera.

 
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~Sangue~
view post Posted on 25/3/2009, 14:12




Il file con la correzione accurata è sparito dal suo posto, quindi sono costretto, per ora, a scriverti solo un giudizio complessivo.
Un buon allenamento, con pochi errori ortografici, qualche ripetizione di nome qui e lì, che non appesantisce la lettura. Ogni tanto presta più attenzione alle virgole. La lunghezza è più che sufficiente.
Ti assegno l'energia verde e 45 punti exp. Usa mp per dubbi.
 
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~Zack Hewley~
view post Posted on 25/3/2009, 15:00




Il monoface ci sta tutto.

:mki:



Ti aNo sangue. Nessun dubbio o obbiezzione, puoi chiudere ;)
 
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11 replies since 5/2/2009, 16:22   408 views
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