Allenamento energia verde, Kozan Kaguya

La sveglia ruppe il silenzio in cui era piombata la casa di Kozan.
Il ragazzo si svegliò bruscamente maledicendo quel suono così sgradevole.
Si buttò dal letto e si trascinò fino alla cucina dove consumò una colazione abbastanza sostanziosa poiché lo aspettava una sessione d’allenamento alquanto stancante.
Quindi si vestì. Indossò un paio di pantaloni neri, una maglietta anch’essa nera un gilet blu scuro e il coprifronte del suo villaggio.
Preparò l’equipaggiamento consistente in 5 kunai e altrettanti shuriken.
Quindi uscì di casa e si recò con calma verso il luogo prescelto. Esso era lo stesso in cui aveva già combattuto e quindi aveva una discreta conoscenza del luogo. Vi giunse verso le 8.30.
C’era la solita nebbia leggere che caratterizzava Kiri, inoltre era abbastanza freddo perciò appena arrivato si riscaldò con una corsetta per circa 30 minuti, quindi eseguì alcuni esercizi di stretching per sciogliere i muscoli.
Successivamente cominciò gli esercizi riguardanti gli arti superiori: eseguì 3 serie da 15 di flessioni. Quindi usò dei tronchi come pesi eseguendo delle flessione del braccio al fine di allenare i bicipiti.
Dopo ciò passò agli arti inferiori.
Legò dei pesi alle caviglie e con essi corse per circa 15 minuti: durante i primi 10 corse normalmente cercando di abituarsi al peso e nei 5 minuti seguenti tentò anche di saltare ottenendo risultati più che buoni.
Poi si dedicò agli addominali. Prima allenò quelli alti sdraiandosi a terra e alzando il busto, poi quelli bassi tenendo il busto per terra e alzando le gambe parallele tra loro.
Decise che che era abbastanza poiché non voleva affaticarsi troppo in vista dell’allenamento che lo aspettava durante tutta la settimana.
Quando terminò erano passate le 12.00 così tornò a casa e mangiò.
Si sentiva stanchissimo perciò il pomeriggio rimase in casa a riposare.

Si svegliò verso le 8.00, si lavò con calma e fece colazione. Uscì da casa quando erano circa le 9.00.
Aveva deciso che avrebbe sfruttato interamente quel giorno per gli allenamenti: nella mattinata avrebbe affinato i suoi ninjutsu, soprattutto alcune tecniche che aveva imparato da poco tempo, per questo preparò uno zaino nel quale ripose il pranzo.
Si avviò verso il luogo che ormai il genin utilizzava come campo d’allenamento. Durante lo spostamento faceva una leggere corsetta che sarebbe servita sia come riscaldamento sia per aumentare la resistenza del giovane.
Dopo essere arrivato, ripose lo zaino in una zona che sicuramente non sarebbe stata colpita dalle tecniche di Kozan.
Quindi si avvicinò al laghetto che era presente in quella radura e iniziò veramente il secondo giorno di allenamento.
Volle cominciare con una delle tecniche che aveva appreso recentemente: la tecnica del muro acquatico,
Un muro d’acqua si innalzo davanti al ninja di Kiri coprendo però solo la parte frontale del corpo.
Il ragazzo era soddisfatto della qualità della tecnica ma voleva approfondirla meglio perciò ritento tentando di fars circondare interamente dal muro d’acqua, quindi compose nuovamente i sigilli per la tecnica già usata precedentemente

Come voluto il muro d’acqua si eresse circondando completamente il ninja.
Kozan decise allora di cambiare tecnica.
Sempre rimanendo in prossimità del laghetto utilizzò una tecnica che gli piaceva tantissimo: la tecnica del soffio dello squalo

Dalle acque del lago si formò uno squalo di circa otto metri di lunghezza e due di larghezza che kozan tentò di dirigere verso alcuni alberi poco distanti. L’impatto fu molto forte e distrusse l’albero che aveva colpito danneggiando quelli vicini.
Kozan ora si sentiva a pezzi, aveva utilizzato moltissimo chakra per le tecniche così decise di rinviare la sessione pomeridiana.

Arrivò alla solita radura verso le ore 9.00.
Aveva deciso che mercoledì si sarebbe allenato nel corpo a corpo, aveva pensato di utilizzare la tecnica della moltiplicazione acquatica invece della moltiplicazione tradizionale per il fatto che le copie acquatiche possono attaccare e possono essere munite di un’arma.
Si avvicinò al lago e utilizzò la tecnica scelta

Creò tre copie alle quali diede un kunai ciascuna e gli ordinò di disporsi intorno a lui e di attaccarlo in corpo a corpo.
Appena il tempo di mettersi in posizione e di prendere un kunai che una delle copie portò un calciò mirando al costato destro. Kozan, che aveva il kunai nella mano sinistra, quasi istintivamente parò il calcio utilizzando l’avambraccio destro e poi conficcò il kunai con l’altra mano nella gamba della copia che quindi scomparve.
Intanto un’altra copia lo attaccò Kozan dal lato sinistro con un pugno diretto al volto. Il genin lo schivò piegando il busto all’indietro e colpendola a sua volta con una ginocchiata allo stomaco.
Poi fu il turno dell’ultima copia che si avvicinò brandendo il kunai nella mano destra con il quale tentò di colpire Kozan con un fendente che andava da destra verso sinistra, dall’alto verso il basso.
Il genin bloccò il braccio della copia ma nel tentativo venne ferito lievemente dal kunai, dopodichè sfruttando il braccio che aveva bloccato spinse la copia in avanti e la colpì con un colpo preciso sulla nuca provocando la scomparsa del suo avversario.
Dopo questo corpo a corpo recuperò tutte le armi e poi eseguì alcuni esercizi ginnici mirati all’accrescimento della potenza e dell’agilità, quindi fece ritorno a casa.

Era arrivato ormai al quarto giorno dell’allenamento.
Il cielo minacciava pioggia e la nebbia era ancora più consistente del solito.
Questo quadro però non fece desistere Kozan dal ontinuare il suo allenamento.
Si recò al luogo eletto come campo d’allenamento verso le 10.00 in modo tale che la nebbia si fosse diradata permettendogli delle condizioni ambientali migliori.
Coprì la distanza da casa al campo con una corsetta che gli serviva per aumentare la resistenza.
Quando arrivò lasciò il suo zaino sotto un albero e continuò a corre per altri trenta estenuanti minuti. Quindi eseguì alcune serie di eserczi per i muscoli addominali. La stanchezza cominciava a farsi sentire ma il giovane genin non si scoraggiò e continuo evocando tre copie
a cui disse di posizionarsi alla distanza di 5 metri.
Poi Kozan estrasse tre shuriken e guardò la posizione delle copie, poi improvvisamente e con uno scattò fulmineo lanciò le tre armi che si aprirono a ventaglio. Le copie vennero colte di sorpresa dal movimento rapido di Kozan e, essendo anche più lente dell’originale, vennero colpite.
Il giovane raccolse gli shuriken e poi si avvicinò ad un albero il cui tronco aveva una circonferenza di media misura e, dopo averlo coperto con una coperta in modo tale da attutire il corpo, cominciò a colpirlo ripetutamente prima con dei pugni in rapida successione e poi con calci circolari mirando sempre allo stesso punto. Continuò in questo modo per mezz’ora dopo la quale si sentiva veramente a pezzi, inoltre l’ultimo esercizio gli aveva provocato alcune contusioni che facevano molto male e numerose escoriazioni sulle gambe.
Il sole era ormai oltre lo zenit quando il ragazzo riprese la strada di casa con passo incerto dovuto alla situazione delle sue gambe.

L’allenamento continuava ed era arrivato il penultimo giorno di fatiche per Kozan.
Arrivò alla solita radura di buon ora e dopo la consueta corsetta si mise subito all’opera utilizzando
la tecnica della moltiplicazione acquatica per creare tre copie a cui diede 1 shuriken ciascuna.

Disse alle copie di allntantarsi da lui in direzioni diverse e di lanciare gli shuriken verso di lui al suo segnale.
Attivò la sua abilità

Chiuse gli occhi e si concentrò su ogni minimo rumore presente nell’ambiente. Diede il segnale alle copie che lanciarono gli shuriken: essi erano diretti in parti diverse del corpo: uno allo sterno, un altro alla coscia destra e un altro a quella sinistra.
Kozan avvertì il sibilo caratteristico degli shuriken che fendevano l’aria in velocità, li localizzò e intuì le loro traiettorie, quindi scattò verso sinistra e utilizzando entrambe le mani come perno, ruotò di un angolo sufficiente a schivare lo shuriken che era diretto originariamente alla coscia destra e che ora minacciava quella destra.
Dopo quest’esercizio sfruttando la presenza delle copie si allenò un po’ in corpo a corpo.
Dopo circa trenta minuti andò a recuperare tutte le armi e poi tornò a casa.

Era arrivato l’ultimo giorno di quell’allenamento che lo avrebbe reso sicuramente più forte.
In quell’ultimo atto si sarebbe dedicato ancora una volta al fisico e al taijutsu nel quale sentiva di doversi allenare ancora.
Come al solito creò le solite tre copie acquatiche con la tecnica della moltiplicazione acquatica

E le affrontò in corpo a corpo tutte insieme.
Le copie si avvicinarono a Kozan alla loro massima velocità mentre il genin le aspettava stringendo un kunai nella mano destra facendo attenzione a non fersi vedere.
Quandò un copia saltò per colpirlo con un pugno in salto diretto al volto, Kozan lanciò il kunai mirando all’addome, l’arma, considerando l’esigua distanza e che la copia era in salto, la colpì facendola svanire.
Intanto l’altra copia stava portando una spazzata costringendo Kozan a saltare mentre l’ultima copia portava un calcio a martello mrando alla spalla sinistra.
Kozan se ne accorse all’ultimo momento e parò frapponendo il braccio. Quandò ritoccò terra si allontanò con un balzo all’indietro, poi prese un kunai e lo lanciò alla copia che era a terra.
Mentre guardava le copie gli venne l’idea di sorprenderle con un ninjutsu, quindi si fermò e cominciò a comporre i seal necessari per la tecnica del soffio dello squalo.

Dalla superficie sel lago si innalzò un muro d’acqua che successivamente prese le sembianze di uno squalo che immediatamente si fiondò sulle copie, le quali essendo lente ed essendo state colte di sorpresa furono colpite in piano.
Decise che era abbastanza e che poteva tornare a casa a godersi il meritato riposo.

In questo giorno Kozan si riposò. Si svegliò alle 13.30, consumò il pranzo e si coricò nuovamente.
Nel pomeriggio, dopo essersi svegliato, uscì a fare due passi insiemi ai suoi amici.
Aveva seguito il suo programma prestabilito e per questo era molto orgoglioso di sè stesso