Kiri-I 13, Sensei: Reyl Voltroy

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Reyl
view post Posted on 22/12/2007, 17:57




C
hapter Seventeen ~ Demonology?
Cant You Reach The Top?

Il silenzio opprimente che quella notte abitava era una tortura poderosa; Nulla che potesse disturbare la quiete della mia stanza, nulla che il mio orecchio riuscisse a captare.
La mia nuova dimora lussuosa - frutto dello stipendio enorme al quale oramai avevo diritto - era a quanto pare bardata d'una isolante sonoro dei migliori. Non riuscivo a tranquillizzarmi.

La mia vista, la mia Prima Vista, non era fruibile all'esterno della casa, quei maledettissimi muri mi impedivano di capire cosa stesse accadendo fuori. Il frinire dei grilli era diventato un chiasso alla quale avevo fatto il callo in tutti quei mesi dalla mia promozione a genin, dallo svilupparsi dei miei sensi sempre maggiore. Ma il silenzio, non l'avrei mai trascurato.

Il battito esagitato del mio cuore nel petto, il respiro carico d'ansia, il sibilare impercettibile dei tessuti che mi vestivano contro le coperte nonappena mi rigiravo nel letto, era una melodia aritmica e priva d'anima. Odiavo quella situazione, erano ormai pochi giorni che abitavo in quella reggia e già la odiavo - non che ci volesse tanto a farmi odiare qualcosa, però... non avrei voluto fosse così.
Le notti precedenti le avevo passate con la finestra aperta, finchè il sonno non aveva lasciato posto al freddo della notte di Kiri.

L'indomani avrei scorticato i muri di quella schiuma che tutto ovatta, L'avrei distrutta, avrei trovato qualche modo. Se non l'avessi trovato beh, avrei sperperato altro denaro per comperarmi una casa nuova, che male c'è a sprecare quando ci se lo puo' permettere?

Posai un orecchio sul guanciale, gli occhi chiusi come quasi sempre, li aprivo raramente quando il sole calava: Il buio puo' anche ingannare un occhio non attento.
Morfeo non tardò ad abbracciarmi, mi abbandonai ad un sonno senza sogni, ad un incoscienza vicina al purgatorio.

Mi destai senza un fiato e mi diressi in bagno, quella stanza priva di rumori mi permetteva di sentire il debole eco dei miei passi, o il crepitare del pavimento sotto il mio peso: Sembrava inveire.

Vestito e preparato, con neanche metà dell'equipaggiamento ninja addosso, varcai la soglia dell'odiata dimora con sveltezza, era un "giorno di lavoro". Come apparivano deprimenti quelle parole, equivaleveno a dire "un giorno senza avventure", "un giorno dove non avrai altra gloria". Un giorno come tanti, un giorno dei tanti che cercavo di estirpare dalla mia vita andando alla ricerca di tesori perduti, giustiziando chi infrangeva le regole della fazione di cui facevo parte. Il chè significa che non esiste il bene o il male, la morale è un concetto a me estraneo, sto da una parte o dall'altra per convenienza.
Quei pochi rapporti che avevo allacciato erano svaniti? Poco importava, non erano quelli che mi mantenevano vicino a Kiri.

Ero Special Jonin, un traguardo che molti non sognano neanche, ero in cima al Bingo Book, ero temuto, rispettato, ed ora m'avviavo ad addestrare Sette, e dico Sette, reclute che non conoscono la differenza tra un Kunai ed uno Shuriken.

Tempi di magra, non c'era niente di bello da fare e le schiere di aspiranti ninja s'ingrossavano in maniera esponenziale.

Arrivai in accademia con moderato anticipo, mi voltai a guardare i volti di chi stava in "Segreteria", un bancone posto appena dopo l'entrata dell'edificio, e notai con piacere che entrambe le persone che vi erano poste abbassarono lo sguardo rifiutandosi d'incrociare il mio.
E' difficile sostenere lo sguardo di un discepolo del Basilisco anche quando non attiva la propria innata, eppoi, è sempre una buona precauzione da prendere l'evitare il contatto visivo.

Curioso: Mi sembrava ieri che attraversavo io stesso quella porta in vece di studente. Ed invece no, ero il maestro.
Mi sentì un paradosso vivente quando chiusi dietro di me la porta della Mia Aula, rivolgendo un occhiata circospetta allo spazio che mi si srotolava intorno:
Una stanza piuttosto grande e spaziosa, e ciò mi ricordò quanti demoni avessi il compito di svezzare.

I banchi erano disposti tutti a ridosso della mia cattedra - che guardai a sua volta con disprezzo -. Erano posti su una fila e tre colonne, c'erano due coppie di banchi ai lati estremi, mentre quella centrale era composta da tre.
La porta della stanza era sul lato Ovest, le finestre sul lato Est, la cattedra ed i banchi a Nord e dietro molto spazio "vuoto" che apparentemente sarebbe poi servito per qualche utilità pratica; S'addestravano guerrieri, non si insegnava a cucire.

Mi buttai pesantemente sulla sedia imbottita che mi era ritoccata, posai i piedi bardati di pesanti anfibi scuri sulla superfice lignea della scrivania dell'insegnante. Scompostamente mi misi di sbiego, squadrando la porta ed aspettando ansioso che il primo alunno venisse fuori timido. Avrei potuto attivare l'innata, mi sarei divertito tanto se non fosse stato armato. Chisà come si procurano una ferita Critica le persone prive di un arma. Dando testate contro il muro?
Scoprì gli incisivi disegnando un sorriso mesto sul mio viso infantile, candido come la neve.

Mi ravviai la zazzera bianchissima con un gesto fluido della mano dietro ambo le orecchie scoprendo la fronte, facendo emergere dalla massa di capelli setosi una riga in mezzo non propriamente precisa. I topazi gialli rilucevano di luce innaturale e felina nelle mie orbite ed il sorriso maligno non accennava a svanirmi dal volto.

Avrei accolto ognuno dei novizi con un cenno d'assenso del capo, ed un gesto della mano poco ragionato per far intendere di prendere posto nelle scomode seggiole dell'accademia.

Avrei atteso poco dopo il suonare della campanella, non amavo perdere tempo stando muto. Dopotutto stavo facendo un favore al paese ed a Loro.

I Ritardatari avrebbero sofferto parecchio questa loro mancanza.

CITAZIONE

Studenti:
Hidan
Idate morino
Momo Mikawa
Motoyuki Kaguya
Kisame Hoshigachi
Kai Kaguya
+
Shihi Shiba
Eisuke
Regole Generali:
Post scritti per bene, non vi chiedo mattoni come faccio io, ma le due righe striminzite sapete benissimo dove potete ficcarvele.
Scrivete bene, in un gioco di ruolo s'esalta la bravura del saper giocare con le parole, lo scrivere un discorso scorrevole, il non fare errori grammaticali.
Scrivete qualcosa di sensato.
La tabella riassuntiva o la legenda non ve la chiedo per forza, è a vostra discrezione metterla o non metterla, sia a capo che a piè di post.
Ricordatevi di caratterizzare il personaggio in maniera realistica, state tirando i fili di una persona che non è necessariamente uguale a voi caratterialmente, adattatevi al vostro personaggio e non viceversa, potrebbe essere un esperienza divertente vivere qualcun altro.
Non voglio aspettare più di tre-quattro giorni dal mio post, dopodichè posterò io e voi sarete bocciati, io posso farvene aspettare quanti me ne pare perchè il nostro non è un rapporto paritario; Vedrò comunque di postare quando ne ho tempo e voglia.
Se passati tre-quattro giorni io non posto, voi potete postare finchè non mi ricorderò che ho una classe da seguire :P non sarete perseguibili in tale caso.

Ultima cosa, che non è una raccomandazione ma più un piacere personale che vi chiedo: Avvertite i vostri compagni, anche se non li avete mai visti\conosciuti\sentiti nominare. Prima postate tutti meglio è.

Per il primo post vi lascio cinque giorni di tempo per postare o finchè, se avrò voglia posterò anche prima dello scadere del limite (Ancora perchè non è un rapporto paritario), ma gli altri che ancora non si sono disturbati a postare possono comnuque farlo. Ripeto, basta che non postino dopo cinque giorni da Questo Post.

Finite le raccomandazioni rimangono poche cose da dire.

Auguri di buon Natale, buon divertimento, odiatemi poco, cercate di farvi vedere meglio degli altri ai miei occhi. Come si dice, se non puoi correre più veloce del leone vedi almeno di correre più veloce di chi ti sta affianco.

Non ci sono regole oltre ciò, potete fare quello che vi pare, ricordatevi comunque che il mio pg non è un tipo affabile e non conosce mezze misure.
Ciò non significa che è un despota, tollera la discussione se viene interpellato o contrariato in un modo che non è comune a quello delle taverne. Non sono stato chiaro? Beh, non importa.

Divertitevi.




Edited by Reyl - 24/12/2007, 20:33
 
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Alettina K.
view post Posted on 22/12/2007, 21:45




Si alzò.
Per la seconda volta si alzò, con quella sensazione che stringe lo stomaco, te lo torce, facendoti sentire uno schifo.
Questa volta, forse, era anche peggio.
Si era arresa. Arresa.
La parola si faceva largo in ogni sorta di pensiero che le saltava in mente.
Rimbalzava, scompariva e ricompariva, ma non si cancellava mai.
E quando dico "Mai", dico "Mai".

Si sollevò sbuffando, da quel letto enorme, sicuramente troppo grande per una ragazzina come lei.
Si guardò intorno, gli occhi scarlatti socchiusi, ancora impastati di sonno.
Ebbe l'istinto di riaccasciarsi sul cuscino, riprendere a dormire, in quel mondo di sogni e incubi che la notte le tenevano compagnia ma, improvvisamente si rese conto di ciò che stava per fare anzi, per rifare.
Si alzò, la stretta allo stomaco si fece sempre più forte e un lungo brivido freddo le corse lungo la spina dorsale appena poggiò i piedi sul pavimento freddo: che fosse l'emozione, il brivido di iniziaire una nuova "avventura"?
Ma chi voleva illudere?
Sapeva benissimo che la sua indole apatica non le avrebbe mai concesso una simile sensazione per qualcosa di così stupido, sicuramente era per qualcosa che nenche lei sapeva spiegarsi.

Si diresse piano verso la sala dedita al bagno.
I suoi passi leggeri non producevano alcun rumore, sembrava un fantasma dalle sembianze di una ragazzina dai capelli lunghi e neri, dagli occhi scarlatti, color del sangue, che contrastavano con la carnagione pallida del viso.
Aprì il rubinetto dell'acqua fredda; sollevo lentamente il viso, guardando il suo riflesso in quel grandissimo specchio.

L'acqua scorreva, così come scorrevano due piccole lacrime sul suo viso.
Si era arresa...possibile che fosse stata così idiota?
Abbassò lo sguardo, vergogandosi di sè stessa. Non doveva farlo...ma l'aveva fatto lo stesso.
Unì le mani a coppa e, con l'acqua che scorreva instancabile dal rubinetto argentato, se le portò velocemente al viso.

Lavata e vestita, uscì dalla Villa, una dimora troppo grande per lei.
Ma in fondo tutto era troppo grande per lei.
Forse anche la carriera che aveva deciso di intraprendere.
Ma non le importava, ormai ci stava riprovando.
Se fosse stato per lei, quel "Ri" sarebbe stato da eliminare; lei ci stava provando.
Non poteva dire che la prima volta, quella in cui poi si era arresa, ci aveva messo "anima e corpo".

E poi, anche se non avesse voluto più provarci, era già di fronte all'Accademia.
Sì, quell'edificio in qui era già stata, dove aveva passato un po' del suo tempo.
Entrò, squadrando le persone presenti nella segreteria all'ingresso.
Inarcò un sopracciglio, poi si avvicinò; non amava parlare con delle persone così insulse, ma d'altronde, doveva chiedere dove si trovava l'aula in cui avrebbe seguito il corso.

Prese a camminare lungo il corridoio, allontanandosi senza salutare e ringraziare.
Trovò l'aula.
Cosa doveva fare?
Bussare. Oppure aprire la porta senza dire niente?

[...]


-...Buongiorno...-
 
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view post Posted on 22/12/2007, 22:51
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Bijuu 8 Code: Yamata no Orochi

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Dopo una notte da incubo, si svegliò. Aveva due grandi occhiaie proprio sotto gli occhi, i capelli tutti scombinati e una faccia davvero terribile. Si alzò dal letto quasi come se si volesse buttare da un balcone e si mise in piedi cercando di far funzionare i nervi dopo una notte di inattività. Girò un attimo gli occhi guardando la stanza in cui dormiva e pensando alla baracca in cui viveva. Purtroppo il fato aveva riservato la povertà anche a lui, come a tanti. Distolse lo sguardo con un'espressione schifata e il suo collo fece un rumore inquietante. Finalmente tornò a muoversi e andò nel bagno a lavarsi rapido mentre il freddo che caratterizzava Kiri gli attarversava il collo e lo faceva tremare leggermente. Dopo una lavata tornò nella stanza e prese un libro che parlava di ninja e lesse velocemente la parte iniziale sperano di cacciare quella mano immaginaria che sembrava tenerlo incatenato per gambe e braccia e prenderlo a schiaffi. Era la paura. Molti odiano la paura, perché è simbolo di insicurezza. Ma lui la pensava in un altro modo. La paura è amica del ninja, se la si sa maneggiare bene. Tiene lucidi e fa agire con prudenza. Ma quella paura invece lo bloccava.

Ordinò con forza alle gambe di muoversi e dopo essersi vestito si avviò verso l'accademia come un cadavere. Mentre camminava il sole sorgeva e con lui arrivava la luce.

Intanto una voce gli sussurrava di tornare a casa. In fondo cosa gli importava di diventare ninja? Poteva proteggere i suoi cari in altri modi. Ma lui ne aveva cari? No. Ci ripensò un attimo fermandosi. Si disse di non mentire a sé stesso, e ripartì determinato anche se sentiva il suo intestino contrarsi e più camminava più sentiva di dover vomitare qualcosa che non era cibo o cose concrete.

Con questo senso di vomito, dopo venti minuti circa, arrivò in un grande edificio che i ninja denominavano Accademia. Da lì entravano delle persone normali e uscivano dei veri ninja. Lui non si vedeva proprio tra i ninja. In effetti un poco gli seccava diventare ninja. Non aveva niente da fare, quindi faceva questo per fare qualcosa. E forse per guadagnare un pò di soldi per vivere. Ma nel suo cuore voleva diventare un ninja medico, anche se non lo sapeva.

Entrò nel grande edificio e si fece indicare il suo corso. Entrò in perfetto orario nella classe scacciando ogni pensiero e togliendosi la faccia di uno che si sente male.
Vide il suo sensei seduto sulla cattedra.
Buon giorno, maestro. Sono Idate Morino, maestro...
Si maledisse per aver detto quelle parole cretine con quel tono cretino. Il sensei intanto gli diceva di sedersi in una delle sedie in legno dell'aula. Così si sedette proprio di fronte al suo maestro, ma al secondo banco. Voleva dimostrarsi coraggioso, ma non presuntuoso.
 
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S t o r m `
view post Posted on 23/12/2007, 12:37






CITAZIONE
narrato
¬ Pensato.
«Parlato»



Era una fredda sera a Kiri, come ogni fine giornata Hidan era al lago più grande del villaggio non molto distante dalla sua dimora. Amava vedere il riflesso della luna sopra l'acqua cristallina, lo faceva sentire in un certo senso bene. Anche se per lui la strada della felicità non era l'ideale. Passò gran parte della sera ad ammirare quello spettaccolo che si ripeteva ogni sera a Kiri, la nebbia dava un senso più artistico a tutta quella lucentezza riflettendosi sull'acqua. Mille pensieri circondavano Hidan, pensava alla sua famiglia ormai morta, aveva trascorso molto tempo da solo e sicuramente ne avrebbe vissuto altrettanto tempo solo data la caratteristica del suo clan che rende le persone instabili portandole fino all'uccisione di qualcuno.

¬Diventerò uno degli shinobi più forti e spietati.


Questo era il suo obbiettivo, magari la sua strada era quella di diventare un mukenin...chissà. Ormai era tardi e Hidan si incammionò verso casa sua. Salì di sopra, in camera sua affianco al suo letto aveva una foto dei suoi genitori assieme a lui quando era in fasce.

¬Non devo distrarmi con queste stupidaggini, l'unica cosa a cui devo pensare è combattere e allenarmi sufficientemente per diventare forte, ora come ora difficilmente vincerò contro un avversario del mio stesso rango..


Subito dopo si tolse i vestiti che aveva addosso e si camciò con altrettanti abiti adatti per dormire.Domani per Hidan sarebbe iniziata l'accademia,l'inizio del percorso di ogni shinobi e domani sarebbe iniziato il medesimo percorso da intraprendere per Hidan.

¬ Domani è solo l'inizio.

La mattina seguente Hidan si sveglio molto presto,non aveva alcuna fretta.Si tolse i vestiti e andò in bagno per una doccia freddaottima per togliere tutte le preoccupazione che si sono accumulate.Appena finità si vestì e uscì di casa per farsi un piccolo giro per il villaggio,freddo come al solito quella mattina c'erano alcuni raggi del sole che donavano un pò di luce e calore al villaggio.Andò nuovamente a quel lago per un ultima visita prima di andare all'accademia.Della rugiada si situava sul alcuni dei fiori che circondavano il lago.Dopo una buona oretta passata li Hidan si dirisse verso l'Accademia.Appena entrato in essa sarebbero iniziate le sue lezione,chissà a quale sensei sarebbe stato assegnato.Entrò all'accademia e nella sua rispettiva classe.Entrò c'erano gia due studentiuna ragazza e un ragazzo per l'esattezza.Il sensei scrutava con i suoi occhi i nuovi arrivati e con un semplice cenno gli ordinava di sederi sopra quelle sedie di legno disposte dietro i banchi ordinatamente.

«Buongiorno,sono Hidan....»

Dette queste parole Hidan si sedette sopra una sedia, di quelle che stavano in prima fila,Hidan guardò per un attimo negli occhi il Sensei aveva degli strani occhi,trasmettevano un stato d'animo come di paura,chissà cosa nascondeva...








Edited by S t o r m ` - 24/12/2007, 17:42
 
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(=darkhero-)
view post Posted on 23/12/2007, 13:09




CITAZIONE
narrato
parlato
pensato
parlato del padre

papà com'è stato per te il primo giorno all'accademia?
beh,è andata bene,e mi sono sempre impegnato per questo sono così forte...
anch'io voglio diventare ninja per essere forte come te...anzi voglio diventare più forte di te,ti supererò e sarò il ninja più forte...
va bene...e quando sarai abbastanza forte ci batteremo per vedere chi è più forte tra noi due,adesso vai a dormire che domani ti devi alzare presto...
spero che quel giorno arrivi presto,buona notte...

era appena sorto il sole e Kai si svegliò,quando toccò il pavimento con i piedi senti un brivido che gli attraverssava tutto il corpo,poi andò in bagno con gli occhi socchiusi ancora per il sonno,non aveva dormito tanto.Si fecce una doccia fredda...

chissà come sono i miei compagni,spero che siano forti...

e poi si vesti...

...ora sono pronto...

andò in cucina per mangiare qualcosa...

che ora è?
sono le otto,dovresti essere già partito,ma quanto ci hai messo a farti quella doccia?
cosaaa?ciao,parto subito

lasciò la colazione a metà e partì.Si mise a correre e in poco tempo arrivò all'accademia,non era tanto lontano da casa sua,quando arrivò chiese alla prima persona che incontrò dov'era la sua classe e dopo aver capito dov'era si avvio verso questa,appena arrivò apri la porta e...

buongiorno sensei, sono Kai Kaguya

...andò a sedersi in un banco in secoda fila,dentro oltre al sensei c'erano tre studenti una femmina e due maschi...
 
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view post Posted on 24/12/2007, 04:49
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Special Jounin

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Il grande giorno




SPOILER (click to view)

Legenda :
Narrato
Parlato
Pensieri
Parlato Flashback



Rumore. Forte rumore. Insopportabile. Era ora. Shihi si alzò dal letto, era ancora mezzo addormentato quando la sveglia iniziò a suonare. Le 7:30, perfetto. Mancava ancora un bel pò all'ora fatidica, ma Shiba non riuscì a riprendere il sonno. Si misse seduto affondando i piedi nelle ciambatte situate sul lato destro del letto singolo. Indossava un pigiama a strisce bianche e blu. Si diresse come uno zombie in cucina, aprì la credenza. Niente di che. Cereali, biscotti, conserve, bicchieri, piatti e tazze. Shihi rimunginò per alcuni minuti ma alla fine decise. Cereali. Li poggiò sul tavolo al centro della stanza e si spostò verso il frigorifero. Anche qui non c'era una grossa gamma di scelte: acqua, succo d'arancia e latte. La scelta fu oltre modo scontata. Shiba si chinò sui talloni aprì il piccolo armadietto situato di fianco al frigo e iniziò a scavarci dentro. Scava. Scava. Scava. Si ferma. Ecco. Un pentolino e un cucchiao. Shihi poggiò sul piccolo fornello il pentolino e sul tavolo, poco distante dai cereali il cucchiaio, dopodichè SHiba tornò al pentolino. Ci versò dentro il latte. Spinse la piccola manopola e si udì un rumore silenzioso, accomapagnato da un odore quasi impercetibile. Sibilli. Altri sibilli. Accensione. Il fornello si era accesso e stava riscaldando il latte. 7:45. Il latte era pronto, Shiba tonrò alla credenza afferrò una tazza e la posò sul tavolo di fianco ai cereali. Ci versò dentro il latte e subito dopo i cereali. La colazione era pronta. Shihi si guardò in giro mentre mangiava i cereali. Quel posto era vuoto. Tristemente vuoto. Ricordi riaffiorarono nella sua mente. Ricordi della sua vita passata.


__________Il figlio prediletto__________



Bakin! Shihi! Muovetevi! La colazione è pronta!

Era una cosa insopportabile. Shihi odiava quando sua madre urlava a quel modo per svegliarli. Il più piccolo degli Shiba tornò sotto le coperte.

Muoviti Shihi! Non mi va di sentire la mamma urlare come una pazza!!! Alzati!!

Qualcuno strappò via le coperte a Shihi. Un freddo glaciale attraverso gli attraverso il corpo. La finestra era spalancate e in quel periodo dell'anno faceva davvero freddo.

Bakin sei un bastardo!!!

Bakin uscì dalla camera mostrando il dito medio mentre correva giù in cucina. Shihi si alzò dal letto. Scese le scale cercando di non rozzolare giù, era ancora nel mondo dei sogni. Al tavolo della colazione c'erano suo padre e Bakin.

Ben alzato! Come mai così tardi? Dovresti prendere esempio da tuo fratello!!!

Shihi fece finta di non aver sentito e si sedette a tavola. Il maggiore dei figli di Shiba si alzò da tavola, mise la tazza di latte nel lavandino e salutò tutti con un vago gesto della mano.

Ora vado! Ho gli allenamenti, ci sentiamo dopo!

Entrambi i genitori rispossero al loro figlio maggiore con estremo calore e affetto. Shihi odiava quando facevano così. Shiba finì la sua colazione, si alzò lentamente da tavolo e passò la tazza alla madre, che senza deniarlo di uno sguardo gettò l'oggetto passatogli da Shihi tra le altre cose da lavare.

Anch'io vado ora! A dopo! Ciao mà! Ciao pà!

Nessuna risposta. Solo un cenno da parte del padre, che più che un saluto sembrava voler allontanare una mosca. Il piccolo Shiba si diresse verso la porta di ingresso. Shihi odiava quando facevano così.

____________________



Shiba stava lavando la tazza, ormai svuotata del suo contenuto. Una volta finito la lasciò sul lavandino ad asciugare e si diresse verso il bagno. Shihi si lavò dalla testa ai piedi. 8:05. L'unico rimasto degli Shiba optò per il suo classico look: gillet nero con croce gialla al centro e catena, pantaloni neri con cintura, stivali neri con fibbie in oro placcato, e i suoi immancabili bracciali. Ora era pronto per uscire. 8:10. La nuova abitazione di Shiba era a meno di due isolati dall’accademia, una sola cosa gli balenava in testa, superare il corso per shinobi e diventare un ninja. 8:15. L’aspirante shinobi era arrivato, quello era il luogo che gli avrebbe dato l’accesso al mondo che tanto bramava, senza esitazione Shihi varcò l’entrata dell’accademia. Si fermò davanti ad un tabellone, li erano scritti i vari abbinamenti. Non fu difficile trovare la sua classe, era l’unico Shiba in elenco. Dopo una breve ricerca, Shiba arrivò davanti alla porta della sua classe. Bussò tre volte e poi aprì la porta. C'erano altri studenti oltre a lui. Il sensei era seduto lì. Era a pochi metri da Shihi. Diverse cose gli fluttuavano per la testa.

Dunque è questo il mio maestro. Spero solo che non deluda le mie aspettative.

Una volta sfuggito ai suoi pensieri Shihi si presentò.

Buongiorno. Io Shihi Shiba e sono onorato di fare la vostra conoscenza.

Mentiva. Per Shihi tutte quelle persone erano di intralcio, a lui importava solo diventare il più forte! E in quella stanza solo una persona poteva aiutarlo, gli altri erano solo zavorra. Nonostante tutto Shiba si presentò con estrema cortesia e attese impazientemente che il suo addestramento avesse inizio.


 
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AraKama
view post Posted on 24/12/2007, 11:22




"Back To School...Or Maybe... New To School"
SPOILER (click to view)
Narrato
parlato altri/rumori
parlato
pensato



"Driin-Driin-Driin"
L
a sveglia suonò facendo risuonare in tutta la camera il suo suono irritante
"Ma che cazz..."
"Stupida sveglia...finiscila"
Passò qualche secondo e la sveglia continuò a suonare, pochi istanti dopo un gigantesco pugno si abbattè su di lei disintegrandola, dopo circa un minuto lo studente Kiriano si alzò dal letto
"O cazzo, ho fatto proprio un bel pasticcio...se scoprono cos'è successo ho paura che non la passerò tanto liscia...
Era già da un po'di tempo che Motoyuki alloggiava presso il quartiere Kaguya, in pratica da quando era arrivato a Kiri, a parte i primi giorni che aveva passato in una stanza offerta dal villaggio agli orfani di guerra...si ricordava ancora il giorno in cui era arrivato...si era presentato all'amministrazione di Kiri raccontando la sua storia ed aveva ricevuto una stanza in cui sarebbe stato fino alla promozione a genin, poi avrebbe dovuto comprarsi una casa col suo stipendio...pochi giorni dopo un uomo di media statura coi capelli completamente bianchi, ma non vecchio, si presentò nella sua camera e gli disse:
"Salve signor Motoyuki, sono venuto qui per scortarla fino al quartiere Kaguya, sappiamo delle sue potenzialità ed abbiamo deciso di ospitarla finche non avra i soldi per una casa, le stanze sono più accoglienti di questa ed il cibo di primissima qualità...l'unica cosa che deve fare è prestare eterna fedeltà al clan Kaguya ed a Kiri...mi segua, passerà qualcuno a prendere le sue cose"
Detto questo l'uomo si voltò e si diresse verso l'uscita, Motoyuki lo seguì e da quel giorno viveva nella residenza Kaguya, l'uomo aveva tenuto un'andatura molto veloce, ora Motoyuki pensava di averne capito il motivo, l'uomo avrà avuto una trentina d'anni e sarà stato circa sul metro e ottanta, quindi abbastanza alto, probabilmente non doveva essere bello viaggiare con un ragazzo con circa la metà dei tuoi anni e con circa 30 cm di altezza in più...
"ah...quanti ricordi...mi sembrà passato un secolo da quando vivevo nella foresta...cavolo mi sono dinuovo perso nei miei pensieri...oggi devo andare in accademia...se non mi muovo arriverò in ritardo...e io odio arrivare in ritardo..."
Quindi si spogliò di corsa, l'aria era davvero fredda, ma lui non se ne accorse, aveva un'altra cosa da fare, non aveva tempo di accorgersi di inezie come clima e tempreatura, inoltre in tutti gli anni passati nella foresta se c'era qualcosa che aveva imparato era a non preoccuparsi delle intemperie...di corsa si butto sotto la doccia, l'acqua fredda gli rinfrescava le idee, non ci mise molto a finire di lavarsi ed andò a mangiare, doveva fare una colazione sostanziosa ma non pesante, la lezione poteva anche prevedere qualcosa di pratico, quindi mangiò un po'di the con una decina di biscotti
"Se penso che per 7 anni prima di arrivare a Kiri non ho mangiato ne the con biscotti, ne nient'altro che non fossero animali appena uccisi o piante appena colte..."
quando la colazione fu finita Motoyuki prese il suo poco equipaggiamento ninja ed uscì di casa dirigendosi verso l'accademia, all'interno del quartiere ormai lo conoscevano quasi tutti e non si stupivano più tanto per le sue dimensioni, ma appena usciva dal quartiere tutte le persone che incontrava si spaventavano e gli lanciavano occhiatacce, Motoyuki non era affatto toccato da questo fatto, in realtà lui non riusciva proprio a provare sentimenti ne emozioni, da quel giorno...non aveva più un cuore...spesso faceva battute e rideva, ma i sogghigni sembravano delle risa demoniache e false, ma in realtà erano il meglio che riuscisse a fare...



[...]




A
ppena fu arrivato in accademia iniziò ad essere inquieto, aveva un brutto presentimento...pazienza, entrò in accademia ed andò in segreteria per sapere in che classe sarebbe dovuto andare, i ninja lì presenti gli richiesero il proprio nominativo, dopo di che gli dissero che doveva dirigersi alla classe n°13 col sensei Reyl Voltroy, inoltre si stava avviando quando aggiunsero:
"Ah, ragazzo, ci eravamo dimenticati di dirti che il sensei ha l'innata del basilisco, fai attenzione a non guardarlo negli occhi..."
Motoyuki fece un segno di assenso e prosegui verso la classe udendo i bidelli borbottare rigurdo al fatto che quel giorno era proprio una giornata no, prima uno col basilisco e poi uno alto più di due metri...
Per raggiungere la classe doveva salire le scale e girare a sinistra al primo svincolo...così avevano detto...infatti appena girò l'angolo trovò l'aula con scritto "Classe-I 13", era un po'eccitato...un sensei con la Kekkay Gekkay del basilisco...chissà com'erano i suoi occhi...era sovrappensiero mentre entrava in classe e non si accorse che la porta era alta solo due metri, quindì la colpì violentemente con la faccia

"Haia...ma chi diavolo ha fatto questa porta così bassa...?
mentre diceva queste parole si era abbassato ed era entrato in classe, il naso sanguinava leggermente
"Mah...guarda che pasticcio, mi sanguina il naso...pazienza...ah, scusatemi... salve a tutti...sensei...il mio nome è Motoyuki Kaguya... spero che il sangue rimasto sullo stipite della porta non sia un problema...
Intanto si stava leccando il sangue che colava dal naso, il sensei fece un cenno per indicargli di sedersi e lui si accomodò su una seggiola, ma data la sua altezza non riusciva a stare nel banco, così si mosse un po'sulla sedia per trovare una posizione più comoda, ma forse per il suo peso che si aggirava attorno ai 90 Kg, forse perchè la sedia era mezza rotta, essa si spezzò in due e lui si ritrovò col fondoschiena per terra...
"Occacchio...chiedo scusa...non succederà più...
Si alzò e si posò su un'altra seggiola, sta volta restando scomodo
"Cazzo, appena arrivato e già faccio una figura di merda...speriamo che il sensei non valuti troppo la prima impressione...anche perchè sembra un tipo freddo e meschino..."
infatti il volto di Reyl aveva un sorriso demoniaco che avrebbe incusso timore a chiunque, proprio come i suoi occhi, ma Motoyuki aveva passato sette anni della sua vita a combattere per sopravvivere con lupi assetati di sangue e cinghiali femmine che volevano proteggere i cuccioli, non si sarebbe certo spaventato per un sorrisetto o per due occhi un po'insoliti...lui si era spesso svegliato con animali da molti visti solo in sogno che cercavano di mangiarlo e che avevano occhi molto più intimidatori del sensei...
"chissa che tipo è questo...speriamo non sia solo uno sbruffono...ma non penso... il suo corpo emana un aurea di morte..."


O.T:
Spero vada bene, se lo stile di scrittura rende poco leggibile lo cambio...
 
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Reyl
view post Posted on 24/12/2007, 13:47




CITAZIONE
Ordunque, iniziamo subito con una bella notizia, da ora siete sei in classe!
Uno ho deciso di bocciarlo al primo post. Sai com'è, quando uno non s'impegna dopo mesi che aspetta l'accademia, mi sento anche un bel pò indignato. Non è giusto nè per voi che dovete sorbirvi la sua zavorra, nè per me che devo insegnare a qualcuno al quale non frega nulla dei miei insegnamenti. Indi, Kai Kaguya è Bocciato ed immediatamente perde la possibilità di diventare genin sotto la mia giurisdizione e dovrà attendere che si apra un nuovo corso <3
Complimenti per la genialata, ti bastava mezz'ora in più d'impegno e non dovevi aspettare un altro mese!

Che questo vi serva da monito, a voi che giocate a fare gli equilibristi sulla linea labile della mia pazienza, Attenti.

Dunque, allegrametne vi dirò dove avete sbagliato, se i vostri post sono corretti o cose del genere.

Alettina K.: Niente da dire, non hai scritto molto, hai premuto molte, molte volte Invio e più che scritto normalmente sembra in prosa. Ma.. vabbè. Scrivi di più, se puoi.

Hidan: LoL, tutto buono anche se la parte grafica è un poco trascurata, ma ricordati di non copiare spudoratamente delle nozioni dai libri che hai letto perchè qualcuno avrebbe potuto aver letto i medesimi libri e capire che c'è poca farina del tuo sacco nei tuoi scritti. Non mi son piaciute le Cronache del Mondo Emerso.

Storm: Più che buono. Nero su nero non è una scelta adatta, benchè tu ne dica è illegibile. Metti Almeno il post in Quote in modo che lo sfondo si schiarisca, se vuoi continuare a mantenere quella scelta grafica.

Darkhero: Noob.

Sesshomaru25: Più che buono, post ben fatto e ben concepito. Alcuni errori nella battitura di parole, non sò dire se sono effettivamente errori di distrazione o di non conoscenza della lingua. Puoi ovviare a questa mancanza controllando le parole di cui non sei sicuro usando Questo dizionario on line.

AraKama: Scrive post per chi ha problemi di vista con quel size 10, ed il post almeno per quanto mi riguarda, non è affatto bello. Buono il contenuto, eccedi nel mettere i tre punti... Non Kekkay Gekkay ma Kekkai Gekkai, sarà pure meno "esotico", ma almeno è corretto.

Auguri di Buon Natale a Tutti.

Kisame puo' anche postare dopo di me, purchè posti entro cinque giorni dal mio primo post.

Edito e faccio il post di gdron dopo. Ancora augiri!

Hopeless.


Ne sentii i passi dal momento in cui passò la porta dell'accademia, il passo era leggero svelto, il suono era cupo, atono. Non doveva pesare molto dal rumore che produceva.
La porta scorse nei cardini e mi ritrovai davanti ad una dama che mi si rivolse con un "buongiorno" timido, le feci cenno d'andare a posto ma non si mosse, bah. Forse non m'aveva visto, il suo battito caridaco tradiva il suo turbamento. L'ignavia pungeva ancora le sue carni, era una ripetente.
Nonostante lo fosse non la guardai male, s'era ritirata, va bene, ma ciò significava che sapeva già come comportarsi, che un minimo d'esperienza si celava dietro quel viso diafano. Le scoccai un altra occhiata fugace da predatore, quindi udì altri passi in avvicinamento.

Un giovincello. Mi salutò formalmente chiamandomi "Maestro" e si persentò come idate, si posizionò davanti a me, sembrava interessato. Buon per lui, magari sarebbe vissuto di più in battaglia se m'avesse ascoltato realmente. Anche lui aveva il cuore in subbuglio.
Presi in mano il foglio che oramai sostava sotto i miei polpacci affusolati, appollagliati sulla cattedra ed incrociati uno sull'altro, e lessi i nomi dei primi due arrivati. Cacciai una penna da uno degli orribili cassetti squadrati della mia postazione e sbarrai i nomi dei due arrivati, i primi due presenti. Momo Mikawa, l'unica ragazza, rimuginai.

Altri passi, battito cardiaco regolare. E quella cosa mi infastidì, non aveva paura delle prove alle quali la vita lo sottoponeva? Arrogante.
E pensare quella parola, quell'aggettivo, "Arrogante", mi smosse, come se mi fossi chiamato da solo, come se avessi guardato me prima dell'iniziazione.

Capelli filati d'argento come i miei, occhi viola. Viola.
Mi salutò come la dama che l'aveva preceduto da poco e che ancora sostava appena dentro la classe e disse anche il suo nome, un nome corto che poteva essere pronunciato in una sola sillaba, come il mio.
Guardai anche lui con sguardo interessato, così come avevo fatto con la prima, e il suo cuore ebbe un tuffo incrociando le mie iridi feline. Sorrisi e lui si congedò.

[...]

Shihi Shiba fù il successivo, il muscolo cardiaco non mantiene la sua regolarità quando si mente, sapete? è su queste cose che si basa il funzionamento della cosìddetta "macchina della verità" che ogni tanto vediamo riflessa nel tubo catodico.
Dunque, al suon di quel "Onorato" udìì la distorsione, ma la sua risolutezza era tale da farmi dubitare del mio udito, non potevo affidarmici con certezza. Se aveva mentito era stato una bella faccia di bronzo fortunata.
Anche lui prese posto.

Altri passi, pesanti passi... e qualcuno almeno d'altrettanta leggerezza. Mh, che melodia stridente. Padronanza del proprio corpo, passo felpato, "Shadow Shape"... erano tutte abilità fondamentali che - nonostante ancora non avessi visto chi stavo giudicando - mancavano.

Sentii il colpo sordo del muro e del suo volto cozzare, risi sguaiatamente prima che gli altri decifrassero quel suono, per me era come aver assistito alla scena da ogni angolazione, come se l'avessi vista.
Un gigante, mai visti di così enormi, pensai somigliasse ad uno degli Oni che il mukenin A "Gas", l'alchimista, aveva evocato durante il nostro scontro finito poi in un nulla di fatto.

Dinigai quando chiese se fosse un problema il fatto che avesse lasciato suoi fluidi vermigli a imbrattare la traversa dell'uscio, e lo invitai a sedere.
Ruppe la sedia, paradossalmente, chiese scusa e rubò la sedia ad un compagno non ancora arrivato.
Sogghignai di nuovo, vedendo quell'atteggiamento vile ma inconsapevolmente vile.

Portai i piedi per terra, m'eressi nella mia oramai "misera" altezza, constatando che il Kaguya m'arrivava al collo anche da seduto. Lanciai una rapida occhiata intorno, indi iniziai a proferire con zelo freddo alla classe, il cipiglio del mio sguardo non era ancora tornato dopo la buffonata dell'ultimo.
« Come alcuni di voi sapranno il mio nome è Reyl Voltroy, originario di qui, possessore degli Occhi del Basilisco. »
Rivolsi a tutti una rapida occhiata, lo sguardo era impotente ed inattivo, non c'erano le venature frastagliate tipiche a cerchiare la pupilla.
« Un abilità molto sottovalutata. » Ancora una rapida carrellata di volti, il tono mio era aspro, mi stavo rivolgendo più a me che all'oro con quella constatazione.« Sarò lieto di mostrarvi cosa posso fare, se me lo chiedrete.

Dunque, ora però toriamo a noi. So che questa non è una situazione piacevole e che vorreste subito immergervi in nelle più sfrenate schermaglie, nelle più belle danze di morte. Ma posso dirvi con assoluta tranquillità che, ora come ora, quello a cui anelate è solo un sogno, e questo sogno tarderà ad avverarsi se non vi impegnate. Io posso dirvi d'essere stato fortunato, ho avuto una vita ricca di soddisfazioni, e con tranqullità posso dire d'essere stato forse il miglior Shinobi forgiato da questa terra.
Sono un Special Jonin di fama internazionale, ed è inutile nasconderlo, faccio anche parte della gilda a difesa del Mizukage, nonchè mio amico intimo, Nick Kouga.
Mh... »
Prendendo fiato lucidandomi le unghie sulla giacca da Jonin, soffiandovi indi sopra, con ironica ed ostentata disinvoltura. « ... Ed ho anche rifiutato la carica di Mizukage.
Non siamo abbastanza in confidenza perchè io vi riveli i particolari delle motivazioni che mi hanno spinto a rifiutare il sogno di molti, ma posso dirvi che, appunto, è il "Sogno di molti" ma non il Mio sogno. »

Li guardai altezzoso, dopo essermi coperto d'onori, quell'ultima frase ero certo avrebbe raccolto molti assensi.
« Questo son io. E posso dirvi che tutta la gloria che ho guadagnata, la ho guadagnata versando sangue.
E' questo che volete? Insomma, cos'è che vi aspettate una volta approdati nel mondo crudo che avvolge la Mia professione? Qual'è il vostro sogno.
Che cosa siete disposti a sacrificare per raggiungerlo. »


Edited by Reyl - 24/12/2007, 17:29
 
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AraKama
view post Posted on 26/12/2007, 21:39




SPOILER (click to view)
Narrato
"Parlato altri/rumori"

"Parlato"
"Pensato"



c
P
er fortuna il sensei non si era arrabbiato per i casini che aveva combinato, anzi sembrava fosse molto divertito
"Non si è arrabbiato, meglio così non ha l'aria di uno che è bello da veder arrabbiato con te"
In effetti il sensei sembrava davvero una persona pericolosa e molto probabilmente lo era
"Che strano, l'aria del sensei mi ricorda tremendamente quella degli animali feroci vogliosi di sangue che si incontrano la notte in montagna"
Motoyuki fu l'ultimo ad entrare, poi Reyl aspetto ancora qualche momento e si alzò
"Manca ancora un alunno se non sbaglio, non vorrei essere nei suoi panni ed arrivare in ritardo con un sensei simile"
Il Kaguya si accorse di arrivare al collo del sensei anche da seduto, questo non gli piaceva, perchè gli sembrava di poter dare l'impressione di volersi mettere al suo livello mentre non era affatto così ed aveva timore che il sensei potesse arrabbiarsi con lui, ma tenne per se tutti i suoi dubbi ed i suoi timori
"In fondo non fa poi più paura di un lupo che non mangia da una settimana"
Una volta in piedi il sensei kiriano prese fiato e disse alla classe:
"Come alcuni di voi sapranno il mio nome è Reyl Voltroy, originario di qui, possessore degli Occhi del Basilisco...Un abilità molto sottovalutata...Sarò lieto di mostrarvi cosa posso fare, se me lo chiedrete."
Mentre Diceva queste parole Reyl rivolse vari sguardi a ciascun alunno, proprio come avevano detto in segreteria possedeva l'innata del basilisco, gli occhi erano però disattivati e le iridi erano normali, ma non ostante questo sarebbero state comunque terrificanti per una persona normale, ma Motoyuki non era una persona normale e per questo non ne fu minimamente intimorito; Reyl non aveva ancora finito il discorso poichè riprese:
"Dunque, ora però toriamo a noi. So che questa non è una situazione piacevole e che vorreste subito immergervi in nelle più sfrenate schermaglie, nelle più belle danze di morte. Ma posso dirvi con assoluta tranquillità che, ora come ora, quello a cui anelate è solo un sogno, e questo sogno tarderà ad avverarsi se non vi impegnate. Io posso dirvi d'essere stato fortunato, ho avuto una vita ricca di soddisfazioni, e con tranqullità posso dire d'essere stato forse il miglior Shinobi forgiato da questa terra.
Sono un Special Jonin di fama internazionale, ed è inutile nasconderlo, faccio anche parte della gilda a difesa del Mizukage, nonchè mio amico intimo, Nick Kouga.
Mh...Ed ho anche rifiutato la carica di Mizukage.
Non siamo abbastanza in confidenza perchè io vi riveli i particolari delle motivazioni che mi hanno spinto a rifiutare il sogno di molti, ma posso dirvi che, appunto, è il "Sogno di molti" ma non il Mio sogno....Questo son io. E posso dirvi che tutta la gloria che ho guadagnata, la ho guadagnata versando sangue...E' questo che volete? Insomma, cos'è che vi aspettate una volta approdati nel mondo crudo che avvolge la Mia professione? Qual'è il vostro sogno.
Che cosa siete disposti a sacrificare per raggiungerlo.

Il lungo monologo del sensei probabilmente avrebbe scosso molti dei presenti, la maggior parte dei quali erano vissuti coi genitori senza nessuna preoccupazione se non cosa mettersi e che regali farsi fare ai rispettivi compleanni, lui invece sapeva benissimo cosa voleva dire dover uccidere per sopravvivere e sulla sua faccia si dipinse un sorriso sadico, la storia del sensei era avvincente, ci sapeva fare con le parole e anche le ultime domande, anche se abbastanza scontate erano tutt'altro che facili da rispondere, quindi Motoyuki si alzò in piedi e disse:
"Reyl sensei, io non ho niente da sacrificare a parte la mia vita e quindi non ho neanche niente da perdere; per quanto riguarda la sicurezza di voler diventare un ninja le posso rispondere con sicurezza di sì, poichè è quello che cerco di fare da più di sette anni, il motivo è che il compito di un ninja è proteggere il proprio villaggio ad ogni costo e quello di cui io ho bidsogno è proprio qualcosa da proteggere per rendere meno vuota ed inutile la mia vita...adesso avrei io una domanda per lei, potrebbe dirci più o meno il programma di quello che faremo in accademia...?Ah, mi ero dimenticato, sarei felice di vedere attivi gli occhi del basilisco...giusto per vedere che effetto fa e se quegli occhi sono così spaventosi..."
Detto questo il Kaguya si risedette ed aspettò in silenzio la risposta del sensei e lo svolgersi della lezione, le risposte che aveva dato erano sincere ed era veramente curioso di sapere cosa si provava a guardare quegli occhi dal vivo.
 
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FantomNishoba
view post Posted on 26/12/2007, 22:53




« Dark Times Ahead »


Legenda:
Narrato
"Parlato"
*Pensato*



I
l sorgere del sole quella mattina era fuori dall'ordinario per Eisuke. Il ragazzo, ormai quasi un seguace a tutti gli effetti del Dio del Massacro, con tutta la calma del mondo stava camminando entro le mura di Kiri (ah, da quanto tempo non varcava la soglia di quel dannato villaggio) e si stava dirigendo verso quella che era l'accademia.

*Tsk... Patetico... Pure a scuola mi tocca andare...*

Ma appena gli soggiunse nuovamente che lo faceva per adempire alla volontà del suo Dio subito allontanò quei pensieri, cercò di convincersi che allenarsi non era una cosa poi così antipatica. E ancora avanzò, passo dopo passo, quasi arrancando per quelle strade opache e grigiastre, mentre uno strato lieve di nubi, minore del solito, copriva il disco solare in cielo. Mentre camminava spedito, pensò che avrebbe posticipato la solita preghiera quotidiana al templio di Jashin al pomeriggio. E così sarebbe stato per i giorni in cui l'accademia e l'allenamento gli avrebbero portato via il tempo mattutino della giornata, in cui solitamente si recava dalla sua piccola baracca fuori Kiri al Sanctum di Jashin, poco distante.
Era sempre solo nei giorni recenti, riceveva poche visite e tendeva a non dare confidenza ai viandanti che incontrava durante il peregrinare quotidiano. Di recente, derubava alcuni poveri contadini che vivevano fuori dal Villaggio della Nebbia, per procurarsi i soldi con cui pagare cibo, vestiti e qualsivoglia bene. La sua vita solitaria, la sua casetta immersa tra la vegetazione oltre le mura esterne e soprattutto l'odio serbato per tanto tempo nell'animo lo avrebbero reso un perfetto Jashinista.

Ma proprio mentre la sua mente stava vagando su uno dei pochi incontri in quelle ultime settimane, il suo piede varcava la soglia della grande Accademia Ninja di Kiri. Di tanti spietati Shinobi era la culla quell'edificio, rinomato per essere la fabbrica dei più sanguinosi esseri umani mai visti sulla faccia della terra. Dopo aver chiesto informazioni, realizzò che uno tra questi sarebbe stato il suo Sensei. Voltroy Reyl, Special Jonin della Nebbia. Inquietante, già da come gli si presentava in mente. Grande era la sua fama, nel bene e nel male, e sarebbe stata una pessima mossa arrivare in ritardo alla lezione. Ma fortunatamente l'impiegata in servizio gli puntualizzò che era stato inserito in quella classe all'ultimo momento, a causa di un provvedimento disciplinare preso dallo stesso Sensei. Sperava di non esser redarguito anch'egli per quel ritardo, seppur era giustificato da quel cambio inaspettato.

Si precipitò verso la sua aula, conscio del fatto che per la prima volta nella sua vita avrebbe condiviso un ambiente con così tante persone. La compagnia avuta nei suoi anni di vita era praticamente nulla, ma il distaccarsi e rifiutare il contatto con le persone non era proprio del suo carattere. Diciamo che era stato costretto a ciò, da un'infanzia più dura del solito e da un'educazione praticamente inesistente.
Aprì la porta e varcò un'altra soglia, passando lo sguardo sulle persone già all'interno della stanza.

"Scusate il ritardo. Il mio nome è Eisuke e sono stato assegnato a questa classe. Reyl Sensei."

Mentre pronunciava le ultime due parole piegò il busto in avanti in un inchino, per poi attendere istruzioni dalla persona appena citata. Si aspettava una replica dura e aspra da parte del suo interlocutore, ma d'altronde non poteva trovare scuse. Era abituato ad una vita dura, certo se avesse ricevuto una tale risposta il suo pensiero non si sarebbe minimamente intaccato.
Pensò che per una volta interagire con alcuni coetanei e con un sensei sarebbe stata un'esperienza interessante, a differenza della sua precedente tesi, più scettica sulla questione dell'accademia. Si sarebbe divertito a conversare con alcuni suoi parigrado.
 
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view post Posted on 27/12/2007, 01:19
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Bijuu 8 Code: Yamata no Orochi

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Narrato
Parlato
Pensato.


Chapther Two:Who I am?



«Fino a quel momento era stato totalmente assente, nel mondo dei sogni. Pensava al suo passato da totale codardo e di persona senza qualcosa da fare nel mondo. Un pò quella sensazione gli dava fastidio, e sentiva un groppo alla gola come se si fosse intrappolata qualcosa, che non riusciva a scendere. Ma finalmente tutti i suoi sei compagni di classe entrarono nella classe uno dopo l'altro. Dal momento in cui era solo con l'unica ragazza del corso, tutta la classe si era riempita in pochissimo tempo e adesso era occupata da un gruppo di ragazzi con caratteristiche completamente divere per ognuno, che però erano accomunati dal forte desiderio di entrare nel mondo dei ninja.

Finalmente il sensei parlò di nuovo e il tempo di attesa di quei sei giovani studenti terminò. Appena sentì aprire la bocca il giovane Morino era subito girato a guardarlo con occhi attenti.

Il suo maestro fece una rapida presentazione con nome e cognome, e poi parlò brevemente della sua innata, "Occhio del Basilisco". Idate non apprezzava le innate, gli interessavano solo le arti mediche. Non le riteneva essenziali in combattimento. Quindi passò a raccontare la sua storia. Quella parte prese d'interesse (in modo notevole) l'aspirante Ninja Medico. Il suo maestro era uno Special Jonin, che aveva rifiutato anche la carica di Mizukage. Forse lui conosceva le arti mediche, e poteva insegnarle a Idate. Ma quest'ultimo non ci pensò e tornò ad ascoltare per quell'uomo che adesso ammirava. Dopo aver finito il suo discorso, Reyl Voltroy chiese ai ragazzi di fare anche loro una breve presentazione: Perché diventare ninja, cosa ci si aspetta da ninja, cosa si vuol sacrificare per raggiungerlo.

Pochi minuti dopo entrò uno studente ritardatario di nome Eisuke. Si presentò educatamente, e poi aspettò la risposta del sensei.

Poco dopo si alzò il primo studente: Motoyuki Kaguya. Dopo la sua presentazione Idate, non vedendo nessuno che si alzava, decise di alzarsi per secondo.

Mentre si alzava ricordò come aveva perso uno ad uno tutti i suoi familiari, per un motivo o per l'altro, e lui era l'unico rimasto vivo. In quei momenti voleva morire anche lui, in qualsiasi modo, anche soffrendo, nell'agonia. Poi capiva che l'essere vivo era un modo per lasciare una testimonianza nel mondo, e lui voleva vivere proprio per quel motivo. Perché nascere senza lasciare una traccia nel mondo? Meglio morire che vivere ignoti, da pigri. Così Idate aveva deciso di lasciare la sua traccia aiutando gli altri in modo che questi altri facessero del bene ad altri ancora, così da creare una catena e per evitare di assistere inerme davanti alla morte dei suoi cari. Nel frattempo Una lacrima scese facendosi strada tra la pelle ricca di puntine tipiche degli adolescenti. Come soleva fare, si maledisse, perché se voleva diventare un ninja doveva sopportare il dolore in silenzio. Poi preparò la risposta. Ma decise di raccontare una bugia. Non poteva, non voleva, far saper agli altri che era un codardo di quelli esperti. Finalmente si alzò del tutto. Le corde vocali vibrarono. Il cuore accellerò il battito, e guardò a terra invece di guardare il sensei.

Non posso raccontare una bugia, non posso, meglio omettere parte della verità. Odio i bugiardi, e ancor più esserlo io.

Preso il coraggio, il cuore tornò a battere regolarmente e Idate guardò il suo maestro negli occhi. Aperse la bocca, quindi pronunciò la vocale I.

Io desidero diventare semplicemente un ninja medico, perché desidero far del bene agli altri e perché mi va. Mi piace vedere le facce contente delle persone che curo, e non mi piace così tanto combattere. Crescendo potrei cambiare e desiderare la carica di Mizukage o Sannin: Ma per ora no. Per diventare un ninja medico ho solo da sacrificare, anzi servirmi della mia buona volontà. Perché io oltre alla mia vita non ho nulla. Ho perso tutto. Perché? Il perché non lo so, so solo che non è mia la colpa.
Fuori da questo mondo denominato Accademia mi aspetto morte di quà e di là: mica delle missioni come recuperare un gatto che si è perso o fare la spesa ad una vecchietta, ma uomini che ogni giorno entrano in battaglia perdendo il loro nome e muoiono senza pianti per loro. Per questo voglio diventare Ninja Medico: proteggere gli altri, senza stare inerme a guardarli morire. Il fato è stato cattivo con me: allora io lo cambierò rendendolo buono con le altre persone. Quando verdò felicità nei visi degli altri sarò felice.


Si maledisse per la terza volta in quel giorno. Aveva rivelato il vero motivo della sua aspirazione. Si era lasciato prendere la mano. Si ripromise che non lo avrebbe fatto mai più. Quindi si risedette e aspettò con calma che un altro studente si fosse alzato.»



Edited by Hidan™ - 27/12/2007, 19:39
 
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Reyl
view post Posted on 27/12/2007, 19:14




Being Your Primordial Fear.


M'aspettavo che qualcuno fosse tanto idiota da chiedermi di mostrargli il mio Potere, di dubitare della mia forza.
Hmpf, ripeto, stupide menti inserite in corpi inetti. Lanciai uno sguardo al cielo da sotto le palpebre all'udire quella richiesta, ma poi sorrisi, divertito.

Lasciai che il "silenzio", il relativo silenzio, calasse nell'aria come gas venefico. Altri passi, uno dei due ritardatari stava ora sopraggiungendo.
Un ragazzo dai capelli cinerei, gli occhi cristallini e l'aspetto slanciato e ben proporzionato avanzò, mi concessi la libertà di distrarmi per rivolgergli uno sguardo critico. Il suo cuore batteva ritmico, ruggente d'un odio ingiustificato e dormiente come una belva famelica ancora assopita.
Dov'avevo già sentito quel suono? In Chi.
Gli occhi mi si velarono, lo attraversarono per un attimo mentre la mia concentrazione veniva richiamata ai timpani.
Non rimembravo, eppure suonava di intimo richiamo.
Oh, che sbadato. Quello era stato anche il Mio cuore.

"Eisuke", il Forsetiero, colui che non viveva tra le mura del villaggio, l'Eremita che si ritirava nel silenzio. I motivi non m'erano chiari, ma quando si proiettò in avanti disegnando un inchino per me il medaglione che portava sul petto attirò la mia attenzione. Un triangolo inscritto in una circonferenza.

Jashin.

Quel rancore, il tempo per il raccoglimento spirituale, per toccare Dio attraverso la meditazione. Tutto fù spannato come se il vetro che tratteneva l'umidità venisse frantumato in scheggie sottili. In una manciata di secondi, il motivo della sua visita era palese.

Deglutì, conscio di stare parlando con qualcuno che avrebbe potuto essere un mio accolito, se quando, ai suoi inizi, non avesse scelto la tortuosa via dell'ascetismo. Furono le mortificazioni corporali che limitarono totalmente la mia scelta, perchè la vanità in me era ed è più forte d'ogni altra vocazione.

Aspettai nuovamente che il suo sguardo fosse catturato dal mio, quindi avrei rivolto tacitamente il mio al fardello che portava al petto un occhiata tanto severa da minacciare di bucargli il petto, certo che se ne accorgesse mi sarei rivolto a lui, nuovamente, con un occhiata complice. "Sò chi sei", gli dicevano i miei occhi, se nel bene o nel male non avrebbe potuto saperlo.

Gli indicai l'unica sedia ancora in piedi, intimandogli di sedersi con un altro sguardo disinvolto.

Idate Morino, s'alzò, titubante, lottando contro se stesso per mentire o non mentire. Fece la scelta secondo lui più saggia nel dire la realtà e una volta detta se ne pentì. Mi venne da prendermi beffa di quel comportamento così indeciso. Lasciai correre, era giovane.

Si professava un santo. Quanto di poi fosse diventata la realtà non avrei potuto dirlo.
Rivolsi un occhiata ad Eisuke per vedere come avesse reagito a quella ostentata buona volontà nel voler salvare le vite che invece, secondo Jashin, non erano degne di nulla se non di morire.

Aspettai un paio di secondi, nessuno volle prendere parola, riflettevano molto su quel che avevo detto probabilmente, avevo sollevato molta polvere con un paio di domande. Fare pressione psicologica mi riusciva bene ed alcune volte avevano anche chiesto di me nella squadra per gli interrogatori. Avevo accettato di buon grado.

Dunque, decisi di accontentare il giovane che spigliatamente s'era alzato per primo. Mi schiarì la voce con un paio di colpi di tosse leggeri, attutiti dal pugno chiuso che mi posi dinnanzi alle labbra.

« Attenzione Prego.

Guardatelo, perchè qual'ora incontraste qualcuno con la mia stessa abilità, vi sarà di provvidenziale attenzione vedere ciò che capita a qualcuno sotto l'influsso della Malìa.

Questi... »
Il primo livello d'innata emerse dai miei occhi, il potere ancora insignificante vibrava sotto le mie palpebre. Schiusi gli occhi e la "cicatrice" più scura, quella venatura d'aureo materiale incupito, riluceva per ossimorico contrasto con la brillantezza quasi luminescente dei globi ardenti e lucenti d'oro fuso che troneggiavano sul mio volto con bellezza tale da mozzare il fiato.
Guardai rapidamente ogni ragazzo e l'unica ragazza, resistendo all'impulso d'attivare la Malia, impulso che per necessità era divenuto praticamente incondizionato.

M'avvicinai al ragazzo genuino che mi aveva domandato di mostrargli la mia forza. Quelle sue spalle larghe, quella sua sicurezza, quei fasci di muscoli che gli avvolgevano il corpo donandogli quella stazza e quel peso fuori dal comune, ora per lui non erano nient'altro che una cosa che andava a suo sfavore.

Mi avvicinai calmissimo, come se far cadere sotto i colpi del mio fascino qualcuno fosse una cosa quotidiana. Lo guardai per cercare ancora il suo assenso, lo trovai.
Gli presi con la mancina il mento tra indice e pollice, facendogli alzare tutto il volto in mia direzione. I miei occhi lo squadravano ancora con assoluta vanità, assoluta consapevolezza del fatto che la sua carotide palpitava a pochi millimetri sotto i miei polpastrelli.

La forza del basilisco s'insinuò nel mio sguardo, attraversò l'aere che divideva me ed il mio opponente e si insinuò nel suo sguardo bicolore ed impotente.
« ...Sono gli occhi d'un accolito. Un principiante, e guardate ciò di cui sono capaci di suscitare da chi è soggetto della mia arte, verso se stesso. »
Immobilità.
Un apprendista del Basileus non era capace di nulla se non di suscitare confusione, portando il nemico in una trance che s'interrompeva con l'immobilità, certo, avrebbe potuto voler tirare un pugno al suo compagno di banco ma per me era cosa più che semplice controllare le intenzioni di un giovincello tale.

Non lasciai andare la presa sul suo collo, la sua mascella s'era probabilmente irrigidita, era una statua. Pietrificazione, paura tale da pietrificarti. Era quello che riuscivo a far montare nell'animo nemico, in me avrebbe visto il Re dei Serpenti, Austero, Regale, Mortale.

Allungai ambedue le mie braccia alla cieca per prendere i polsi dell'altro e stringerli in una mano sola. L'assoluta assenza di Sè in quella stanza sarebbe stata chiara anche agli altri nonappena avrebbero notato il suo non reagire agli stimoli, di nessun tipo.
C'era coscienza, sì, ma non c'era volontà di muoversi.

« Paura per prima. »Quindi avrei attivato il secondo livello dell'innata tenendo salda la presa sui suoi polsi e sul suo mento, non ci sarebbe stato modo di liberarsi dalla mia stretta. Era curioso vedere come si sarebbe provato a divincolare, da lì in poi in maniera sempre più tristemente violenta, evitando di ferirmi. « Rancore e Collera. Odio. Livello da Chuunin. » Sibilavo in direzione del demone che avevo incatenato, nonostante fossero parole dirette a tutta la classe. Nick avrebbe disprezzato quella stupida dimostrazione che alimentava il mio ego.
Supponevo avesse già digrignato la mascella, gli sparavo in mente come fucilate milioni di immagini cruente, crudeli, di un se stesso che non v'era, nel suo intimo era convinto d'essere quell'essere grottesco che gli dipingevo come un suo nemico.
In poche parole è come descrivere un Albero come un essere che vive inaridendo il terreno, rubando senza remore cibo a piante più fragili che morivano poco dopo a sua causa. Oppure che allungava i suoi rami avidi verso il cielo, sfidandolo, privando della luce chi gli era più in basso.
Aveva già desiderato farsi del male, ma io lo tenevo, la tortura si protraeva. Era legato ed in gabbia.
« Rabbia. La più Pura che a questo mondo esiste. Jonin. » Non credo fosse più padrone delle proprie azioni, l'avevo sottoposto ad una tortura mentale prolungata ed orribile. Desiderava fare qualcosa ma non poteva farlo. Era costretto a guardare immagini che avrebbero fatto sbiancare il più coraggioso degli Eroi, desiderava togliere lo sguardo, togliersi dalla mente quell'idea di sè, smettela di vedersi sgozzare senza pietà infanti che, gemevano ed ansiamavano annaspando nel sangue che da loro sgorgava vermiglio, raccogliendosi in una pozza scarlatta. Più guardava e più si convinceva che ciò che aveva fatto era stato compiuto per propria mano, tutta l'ira che ora provava, la incredibile voglia di trucidarsi, l'incredibile ossessione che aveva della morte ora si faceva viva in sè.
Non c'era peccato di cui non s'era macchiato, ed il codice d'onore che si imponeva - secondo mio illusorio consiglio - non vedeva nient'altro di più sbagliato. Vedevo nei suoi occhi il riflesso della perdizione, quel brandello di coscienza che ancora aveva stava urlando, disperato.
« Furore. Furia. Stadio Ultimo. » E quell'ultimo filo che lo manteneva al senno si ruppe, si spezzò. Avevo osato troppo, se nick l'avesse saputo mi avrebbe sfidato? Oh, lo speravo. Il Quarto livello era liberato. « Regredisci, Bestia! » Gli urlai contro, trionfante, vedendolo privo d'ogni capacità di ragionare. Salivazione eccessiva, respiro affannoso, battito accellerato. Paura, Odio, Rabbia e Furia tutte in un sol corpo, nella forma più concentrata, più avvilente.
Gli avrei scavato l'animo, lasciando solo un animale folle a salvaguardare quel corpo. L'avessi liberato si sarebbe avventato verso qualcuno dei suoi coetanei, o verso di sè, finchè non si fosse trovato a terra, o uno o l'altro. Irrimediabilmente ferito o Morto. Le vene sulle tempie di lui martellavano forte nei miei orecchie, la furia inarticolata era palpabile. Io tranquillissimo, una maschera di gelo. Già dal secondo livello avrebbe voluto liberarsi dalla mia morsa al costo di slogarsi anche entrambi i polsi, ma la mia abilità era tale da non permettergli nulla più di una sgomitata nel vuoto attorno a lui.

Fine dello spettacolo. I miei occhi si spensero, la presa si sciolse e il Kinjutsu si sbrigliò la vittima lasciandola ansimante.
Sarebbe stato sconvolto, non m'ero realmetne trattenuto. Avevo ostentato troppo il mio essere superiore a loro in una maniera Incommensurabile, incolmabile.
Mi ravviai indietro i capelli disegnando in aria un balletto argenteo e setoso con gli stessi.
« Domande? » Non una goccia di sudore imperlava la mia fronte, non una irregolarità nel mio respiro. Ciò che avevo trasmesso al mio nemico, tutte le scene cruente, tutto l'odio e tutta la furia incontenibile, erano parte di me. Ero indifferente a certe cose, oramai.

Rivolsi un ultima occhiata in pena a quell'essere martoriato, viilmente frustato, colpito con tizzoni ardenti al suo organo di pensiero.
Ridotto in passività assoluta.


CITAZIONE
Malia del Basilisco
Villaggio: Kiri
Posizioni Magiche: Nessuna
Descrizione: Dopo l'attivazione dell'Occhio del Basilisco, ed il successivo impiego della Malia del Basilisco, chiunque entri in contatto visivo con l'utilizzatore (ovvero che abbia gli occhi del basilisco entro il proprio arco di vista) subirà gli effetti della malia. La malia dura finchè non vengono soddisfatte le condizioni per la sua rottura. Chi la spezza ne diventa immune per il turno corrente e quello successivo. Essere soggetti alla malia significa dover rimanere perfettamente immobili alla mercè di chi la utilizza, a meno che non si decida di sottostare alle regole imposte per la sua neutralizzazione. Più l'utilizzatore è potente, più la vittima sarà portata a scegliere la liberazione violenta piuttosto che la sottomissione. Anche il raggio d'azione della malia dipende dalle capacità dell'utilizzatore.
Tipo: Doujutsu
Consumo di Chakra: Medio-Alto
Primo Livello: La Malia del Basilisco può essere spezzata soltanto a queste condizioni:
1) Rinunciando a tutte le azioni offensive del proprio turno.
2) Infliggendo un danno almeno Medio all'essere vivente più vicino escluso l'utilizzatore della Malia.
Secondo Livello: La Malia del Basilisco può essere spezzata soltanto a queste condizioni:
1) Rinunciando a tutte le azioni offensive del proprio turno ed autoinfliggendosi un danno almeno Medio.
2) Infliggendo un danno almeno Grave all'essere vivente più vicino escluso l'utilizzatore della Malia.
Terzo Livello: La Malia del Basilisco può essere spezzata soltanto a queste condizioni:
1) Rinunciando a tutte le azioni offensive del proprio turno ed autoinfliggendosi un danno almeno Grave.
2) Infliggendo un danno almeno Critico all'essere vivente più vicino escluso l'utilizzatore della Malia.

Quarto Livello: La Malia del Basilisco può essere spezzata soltanto a queste condizioni:
1) Rinunciando a tutte le azioni offensive del proprio turno ed autoinfliggendosi un danno almeno Critico.
2) Uccidendo l'essere vivente più vicino escluso l'utilizzatore della Malia.

CITAZIONE
Bene, mi avete fatto fare un post xD di combattimento. Non importa.
Ho molto apprezzato la curiosità di Ara ed il modo celere di rispondere qui in Accademia. Ciò denota una sua voglia non comune.
Mi spiace d'aver trattato il tuo pg così, capita.

Kisame è bocciato, è scaduto il tempo.

Che postino gli altri che ancora non hanno postato per rispondere alle domande hce ho fatto nel post di prima.
Posti anche di nuovo Idate per descrivere le sensazioni della Malìa, seguendo le traccie che gli ho dato.
Eisuke puo' e non può rispondere alla domanda da me posta agli altri, dato che puo' aver capito le domande da me fatte in base alle risposte degli altri.

Tempo tre giorni per rispondere, Poi si boccia.

 
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view post Posted on 28/12/2007, 00:17
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Special Jounin

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Una domanda. Una risposta




SPOILER (click to view)

Legenda :
Narrato
Parlato
Pensieri
Parlato Flashback



Shihi aveva ascoltato con estrema attenzione le aprole del sensei. Era proprio quello che gli serviva per divetnare il migliore. Il suo maestro era un potente ninja, avrebbe potuto essere Mizukage ma aveva rifiutato. Poteva solo immaginare quale poteri era in grado di utilizzare. Doveva essere dotato. Molto dotato. E avrebbe potuto insegnare alcune delle su abilità a Shihi. Non doveva far altro che entrare nelle sue grazie. Cosa più facile a dirsi che a farsi. Il ragazzo aveva notato lo sguardo del suo maestro mentre stava parlando. Sembrava quasi che sapesse che le parole dette fossero tutte menzogne. Ma come? Come poteva sapere che Shihi stava mentendo? Quale occulto potere possedeva quel uomo? Una cosa era sicuro. Stavolta Shihi avrebbe dovuto dire la verità. Nuda e cruda. Shiba ascoltò gli altri parlare. Ma la domanda era davvero...davvero...non si puo definire difficile. Ma bensì ingannevole.

CITAZIONE
Qual'è il vostro sogno.

Se il ragazzo di Kiri avesse messo a nudo il suo vero desiderio, come sarebbe stato giudicato dal suo maestro? Sognatore? Idiota? L'avrebbe considerato un povero pazzo o avrebbe rivisto in Shihi se stesso? Shiba non poteva sapere cosa frullasse nella mente del suo maestro. Non poteva leggergli il pensieri...come il suo sensei. Almeno questo è ciò che crede Shihi. Doveva essere sincero. Avrebbe dovuto dire la verità, ne andava della sua futura vita di shinobi.

Se dico la verità potrei essere estraniato dal sensei!!! Potrebbe metersi sulla difensiva rifiutandosi di insegnarmi le tecniche in suo possesso!!! Dannazione!!! Ma se mentò lui se ne accorgerà. Che devo fare?

Senza che se ne rendesse conto, ora era il suo turno di parlare. Shiba fissò il maestro dritto negli occhi. Il suo cuore era come la batteria di Joey. Il suo muscolo più forte era il cuore e adesso era anche il più veloce. Non si trattene più.

Il mio sogno...è diventare il migliore...Voglio essere il più grande ninja che si sia mai visto sulla faccia della terra...nessuno potrà eguagliarmi...avrò padronanza di ogni tecnica esistente al mondo...io sarò semplicemente il numero uno....


__________Una maledetta giornata__________



E' tornato! Bakin è tornato!!!

Quelle parole erano come una lama nel cuore di Shihi. Bakin era tornato. Cosa poteva esserci di peggio? Il genitori si precipitarono fuori. Il padre spinse Shihi per terra per correre dal figlio. Shihi era seduto sul pavimento. Freddo. Come il suo cuore. Aveva spesso così tanto per farsi accettare dai suoi genitori ma ora tutto sarebbe tornato come prima. Sarebbe tornato nell'ombra. Bakin era il migliore. E niente avrebbe mai cambiato questa situazione. Niente. Quella notte di festa, Shihi rimase in disparte. Era tornato invisibile.

Shihi!!! Fa sparire quel muso dalla faccia!!! Tuo fratello è tornato e sembra che ti abbia investito una mandria di tori!!!

Il ragazzo al centro delle tavola ,bandita di qualsiasi cosa, intervene. Un ragazzo. Il ragazzo. Bakin.

Lasciatlo stare pà! E' ancora piccolo, avrà sonno! Vai a dormire Shihi! Questa è una festa da grandi!

Il piccolo Shiba senza batter d'occhio uscì dalla sala da pranzo e corse fino alla sua stanza, si gettò sul suo letto escoppiò in lacrime. Strinse il cuscino imbevuto di lasrime con tutte le sue forze.

Bakin! Bakin! Bakin! Bakin! Solo Bakin! Io odio Bakin! Diventerò più forte di lui!!! Io diventerò più forte di Bakin!!!


____________________



...ecco! Questo è il mio sogno.
 
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view post Posted on 28/12/2007, 15:22
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Chapter three: Triakonta Basiliskos



Dopo la presentazione incerta di Idate tutti lo guardarono male. Pensò che in effetti si era presentato troppo da santo anche se il monaco era la cosa che non avrebbe mai fatto in vita sua. Non voleva infatti pregare dalla mattina alla sera, ma solo curare. E poi la paga dei ninja medici era buona.

Dopo un pò decise di alzarsi un suo compagno, Shishi Shiba. Lui voleva essere semplicemente il numero uno e basta. Questa ambizione era solita quando un bambino veniva schiacciato dall'ombra di qualcun altro, infatti non era molto diffusa. Idate era leggermente esperto in psicologia e da questa sua esperienza dedusse quanto scritto prima. Però con questa ambizione spesso si diventava sul serio molto potenti. Era stato schietto, senza aver paura del giudizio dell'insegnante.

In seguito non si alzò nessuno. Idate capì che tutti avevano un pò paura di quell'uomo, che con gli occhi del basilisco poteva divertirsi con il suo avversario anche in modo cruento. Per questo non si alzava nessuno. Idate si era alzato per togliersi di torno questa rottura. Infatti non poteva non temere e rispettare una persona talmente potente. E poi gli insegnanti si rispettano sempre.

Stava proprio pensando alla terribile innata del sensei, che per fortuna non possedeva (non ci teneva ad avere una cosa così spaventosa), quando questi attirò l'attenzione, tossendo con la mano chiusa in un pugno davanti la bocca. Volevaa darci una dimostrazione, una dimostrazione della sua innata. Triakonta Basiliskos. Attivò il primo livello dell'innata e schiuse gli occhi. Aveva gli occhi di un colore dorato, molto inquietanti, e l'iride frastagliata. Idate lo guardò negli occhi per un attimo, ma per istinto naturale chiuse gli occhi e distolse lo sguardo dalla faccia del maestro.

Questi si avvicinò al ragazzo che aveva chiesto una dimostrazione della sua innata e lo prese per il mento. Improvvisamente il ragazzo non si mosse. Il suo cuore batteva, ma non riusciva a muoversi. O forse non voleva. I muscoli involontari però continuavano a fare il loro lavoro.

Nella classe calò il silenzio assoluto, mentre il maestro torturava quel povero ragazzo che come un insolente aveva chiesto una dimostrazione dei poteri del suo maestro. Quest'ultimo attivò il livello da chuunin. La tortura continuava. Idate immaginava la tortura che subiva il ragazzo ma capì che non poteva mai immaginarla precisamente. Reyl aveva pieno controllo su di lui.

Quindi attivò il livello da Jonin. Idate guardava il povero ragazzo e una lacrima scese nella sua guancia.

No, non devo piangere, se no sembro una femminuccia. Che m'importa di lui? Mica lo conosco...

Idate aveva visto soffrire troppe persone e non faceva che piangere per ogni persona sofferente. Si asciugò le lacrime fulmineo. Nel frattempo il maestro aveva attivato il livello da Sp. Jonin. Il ragazzo era fermo ma la tortura era delle peggiori. Per lui poteva sembrare una tortura infinita, invece era durata solo pochi minuti.

Il ragazzo cominciò ad avere un'eccessiva salivazione e i suoi occhi si fecero lucidi. Sembrava la faccia di un pazzo, come quelli che vedevano la morte in faccia nella guerra e impazzire era per loro l'unica soluzione per salvarsi. Idate ebbe l'impulso di andarlo a salvare, ma non aveva senso. Ormai il ragazzo era forse morto, e se Idate si fosse alzato sarebbe morto anche lui e questo non doveva succedere. Idate sarebbe intervenuto se il ragazzo avesse avuto una possibilità di vita.

Finalmente il Kinjutsu si sciolse e il povero ragazzo fu finalmente liberato da una tortura forse tra le peggiori. Comparando i visi del torturante e del torturato, il viso del primo era calmo e impenetrabile, mentre quello del secondo sembrava la maschera che rappresentava tutto il dolore del mondo. Il maestro, completamente indifferente alle condizioni vegetali del suos tudente, chiese domande. Idate si tappò la bocca. Conosceva fin troppo bene questa innata. Anche se, lui pensava, quell'innata era buona per torturare ma toglieva il divertimento che si prova combattendo. Ma se a qualcuno piaceva usarla, dei lati buoni ne aveva. Idate era irremovibile. Solo arti mediche, niente innata.

E' sicuramente l'uomo tra i più potenti che io abbia mai visto, conosciuto o di cui abbia sentito parlare, adesso e anche in futuro.

Guardò il cielo dalla finestra. Era cupo, pieno di nuvoloni grigi. Fissò assente quelle nuvole, poi tornò sul pianeta e aspettò la presentazione di qualcun altro. In particolare Eisuke, che, essendo un Jashinista, aveva idee completament contrarie alle sue.


Edited by Hidan™ - 29/12/2007, 21:54
 
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S t o r m `
view post Posted on 28/12/2007, 16:08







Non troppi minuti d'attesa, essi bastarano per far arrivare tutti gli studenti che dovevano sottoporsi all'esame per diventare Genin. Nel gruppo vi era solo una presenza femminile. Eravamo sette studenti. Eravamo tutti, il sensei iniziò a parlare. Diceva di chiamarsi Reyl Voltroy nome semplice da ricordare tra l'altro era un nome di fama li a Kiri, gran parte della popolazione lo conosceva. Reyl possedeva l'innata degli occhi del basilisco, originaria di Kiri, tutto ciò spiegava i suoi strani occhi, al sol sfiorarlo con lo sguardo si rabbrividiva. Chiunque aveva quell'abilità innata poteva definirsi un ninja dalle ottime qualità combattive, un'innata molto potente e conosciuta quella del basilisco. Il sensei per chiunque lo desiderasse poteva dimostrare il suo potere ma quale stolto lo avrebbe voluto? provare a resistere a quel potere soprattutto a quel livello di cui disponeva Reyl era pressochè impossibile. Il sensei inizio a parlare un pò di sè, si stava vantando percaso? ma tutto ciò non importava. A quanto pare era stato proposto a Reyl di diventare Mizukage, titolo di grande onorificenza questo è certo, ma lui rifiutò, per quale motivo? Non era il suo sogno quello di diventare Mizukage... ma il sogno di altri. Inoltre Reyl è amico dell'attuale Mizukage: Nick Kouga, anch'esso portare della medisima abilità innata di Reyl. Finito di parlare di sè Reyl voleva che gli studenti parlasserò un pò di se stessi...

«Bene... a quanto pare ora tocca a me parlare. Il mio sogno è diverso da quello di alcuni shinobi. Gran parte di essi vorrebbero trovare il proprio amore, vivere felici, ma il mio è ben diverso. Il mio sogno è quello di essere riconosciuto dal villaggio ma essere riconosciuto come fama di spietatezza. Voglio diventare più forte per testare la forza dei miei avversari e in modo tale da batterli, amo vedere il sangue fuoriuscire dalle loro carni. In futuro difficilmente avrò della compagnia. Per realizzare il mio "sogno" se tale si può definire potrei sacrificare ogni cosa. »

Hidan finì di parlare. Quasi tutti gli studenti dissero il loro sogno.Ma uno di quelli studenti....chiese il programma di quello che avremo dovuto sostenere, di certo degli esercizi molto difficili, cosa ci si poteva aspettare da un sensei come Reyl. Ma non era questa la cosa strana, fu il fatto che chiese di vedere attivi gli occhi del basilisco.Forse una azione avventata? o forse solo curiosità.Nell'aula ci fu qualche attimo di silenzio.Pareva che il sensei acesse accettato la "proposta" da parte dello studente. Ci disse di stare molto attenti, nel caso che in futuro avremo potuto incontrare uno shinobi con la medesima abilità innata. Attivò il primo livello dell'innata gia da quel livello suscitava uno strano stato d'animo. Gli occhi divennero di un color oro molto strano. Si notava che nel volto dello studente c'era paura, angoscia chi non avrebbe provato le sue stesse emozioni di fornte a tale potere? In fondo è stato lui stesso a chiederlo sapeva a cosa andava incontro. DI seguito Reyl avrebbe mostrato i livelli dell'innata di cui lui disponeva. Dopo un pò per fortuna dello shinobi finì l'efetto dell'innata. Reyl chiese infine se vi erano domande al riguardo.

«No...Sensei. »




 
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