narrato
parlato
parlato sensei
pensato
Kevin osservò una dopo l'altra tutte le esibizioni dei suoi compagni do corso nell'Henge no jutsu, con aria curiosa.
Mmm...nessuno ha fatto niente di particolare come me...uno tra l'altro mi ha anche copiato l'idea...però tutti sono stati in grado di trasformarsi.Il neo shinobi, durante le esecuzioni della tecnica da parte dei suoi compagni ripensò alle parole del sensei.
Io però ho fato la figura dello stupido a mostrare che credo nelle storie...quel vecchio...quante bugie che mi ha raccontato...non capisco poi il perchè...forse aveva paura che l'avrei presa male.Kevin ci pensava e ripensava, quando la sua attenzione fu richiamata dalle parole pronunciate da una voce molto più cupa di quella dei suoi compagni. Non c'era dubbio era quella del sensei. Questi invitò gli studenti a seguirlo.
Uno dopo l'altra gli studenti si apprestarono ordinatamente all'uscita e si accodarono al loro maestro. Il tragitto fu abbastanza lungo e Kevin ebbe l'opportunità di osservare più da vicino i suoi compagni: c'erano Tommy e Kovan che ispiravano al giovane shinobi simpatia a prima vista. Poi lo sguardo dell'aspirante ninja si posò su un ragazzo abbastanza strano: aveva detto di essere un Kaguya, si atteggiava da maniaco omicida, ma a Kevin non faceva paura, anzi non solo non lo riteneva matto, ma era molto affascinato da quella figura. Kevin sentì come il bisogno di confrontarsi con lui, nonostante sapesse che il tipo in questione non fosse un esempio di educazione e metodi gentili.
Procendendo con la marcia, Kevin notò anche un ragazzo abbastanza segnato dal tempo, sembrava stanco, sul suo viso erano visibile molto chiaramente le tracce del mare, di una vita assolutamente non facile. Kevin fu preso da una sorta di compatimento, che sfociò in un momentaneo dispiacere per quel ragazzo, il giovane ninja avrebbe voluto fare qualcosa.
Lo scandagliare le caratteristiche dei suoi compagni di classe, analizzandone i comportamenti e scrutandone le possibili debolezze, fu interrotto dall'arresto del cammino.
Evidentemente siamo giunti a destinazione. Bene...Le parole del sensei furono asocltate dai suoi allievi in un clima di silenzio quasi tombale.
Ora fate levitare l'acqua nei palmi della vostra mano. Concentrate il chakra in essi e l'acqua si alzerà.Kevin restò alcuni istanti immobile, e riflettè sul da farsi.
Si tratta un esercizio che metterà alla prova la nostra capacità di dosare il chakra nella giusta quantità e nell'esatta posizione, mantenendo il flusso stabile.
Ho dovuto misurarmi con questa stesso tipo di prova quando dovetti camminare sull'acqua per recuperare il mio manuale quando durante quel temporale cadde in acqua. In seguito ho avuto occasione di esercitarmi diverse volte in questo tipo di esercizio. Spero di non fallire proprio ora...inoltre devo riscattarmi agli occhi del sensei, voglio che mi ritenga un buon alunno, che pensi che io abbia potenziale...devo mettercela tutta...Mentre Raoh eseguiva la sua prova Kevin analizzava parola per parola il discorso del sensei, mentre scrutava con occhio incantato ma vigile il paesaggio che gli si parava dinanzi agli occhi.
C'è molto vento, tra l'altro molto freddo. Immagino che l'acqua sia ghiacciata.Le onde si infrangevano schiumose sul letto di sabbia di fronte a Kevin, private dell' impetuosità che mostravano quando si formavano al largo. La sabbia si sollevava con i suoi granelli che si cospargevano nell'area intorno al giovane shinobi.
La contemplazione estasiata di Kevin sfumò gradualmente, e la mente del ragazzo tornò al panorama che si presentava al suo cospetto. Raoh era riuscito nell'esercizio e il sensei aveva invitato il secondo a farsi avanti. Kevin decise di essere lui quel secondo.
Sensei, proverò io.Disse il ragazzino guardando negli occhi per un istante il maestro.
Kevin si appropinquò all'acqua e immersi lentamente i piedi in essa cominciò a concentrarsi, chiuse gli occhi e divaricò leggermente le gambe. I suoi vestiti svolazzavano trascinati dal vento, quasi come i suoi capelli dorati che sembravano illuminare quel cupo cielo che sovrastava il ragazzo.
Avendo messo i piedi in acqua sono in grado ora di sapere la temepratura e non ritrarre sponaneamente la mano quando prenderò l'acqua. In questo modo ridurrò al minimo la quantità d'acqua che potrebbe scivolare dalle mie mani.Lo shinobi rimase alcuni secondi con le palpebre chiuse e il viso inespressivo. Kevin stava ascoltando il flusso del chakra all'interno del suo corpo. Pian piano cominciò ad indirizzarlo verso le sue mani, in modo da non eccedere con la quantità. Kevin seppe per istinto quando il chakra era sufficiente. Allora immerse completamente le sue mani candide nell'acqua e presane il massimo possibile, concentro tutto il flusso del chakra che prima aveva attentamente dosato e controllato , e cominciò a far lievitare la massa acquosa sopra i suoi palmi.
Bene, ci sono. Ora non devo far altro che tenere stabile questa quantità, non devono esserci degli sbalzi di potenza.Kevin riuscì a controllare perfettamente il flusso del suo chakra, grazie alla grande attenzione da lui riposta nella preparazione dell'esercizio.
Una volta che l'acqua raggiunse un'elevazione sufficiente, Kevin cominciò a diminuire lentamente la quantità di chakra concentrata nelle mani e molto rilassatamente rilasciò il chakra.
L'acqua tornò nelle sue mani e con un movimento repentino, Kevin si sciacquo entrambe le mani con la stessa acqua e tornò con passo cadenzato al suo posto tra i compagni.
Guardò con uno sguardo curioso il sensei, era impaziente di conoscere il suo giudizio e disse.
Sensei ho terminato.