Corso K-21, Sensei: Kaworu Aburame

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~ Azrael
view post Posted on 8/10/2008, 15:21




. Ho accettato l'impiego? Cristo, ho accettato davvero? Sì, esatto, Vaalin è riuscito a trascinarmi in questa spirale di follia e depravazione che ho deciso (autonomamente?) di chiamare "Corso K-21", o, se preferite, "il mio fottuto tunnel degli orrori". La decisione è stata bella sofferta, ma visto che mi son fatto tirare in ballo, tanto vale che mi metta a ballare..

Vediamo di iniziare col piede giusto e diamo un'occhiata all'elenco con le regole che dovrete rispettare nei prossimi giorni che ho stilato per voi:


CITAZIONE
  1. Sono qui per darvi l'opportunità di entrare a far parte del vivo del GdR, ma per farlo devo assicurarmi che voi raggiungiate degli standard minimi che vi permettano di non sfigurare davanti ad altri utenti. Non aspettatevi regali o sconti nei giudizi, se non vi reputerò all'altezza di passare al grado successivo verrete bocciati. Inutile dire che obiezioni di qualunque genere al giudizio finale non avranno altro effetto se non quello di farmi girare ulteriormente le palle..

  2. L'ordine dei post verrà stabilito all'inizio. Dopo che tutti avrete confermato la vostra presenza decreterò una precisa sequenza che dovrete assolutamente rispettare per evitare confusione nel topic. Solo in caso di ritiro/bocciatura prematura di uno dei vostri compagni avrete il permesso di infrangerlo.

  3. Se non mettete una legenda all'inizio del vostro primo post giuro che mi comporterò come se non aveste postato e tiro a diritto. Quindi da bravi, mettetela e vivremo tutti felici e contenti fino alla fine dei nostri giorni (o per lo meno fino alla fine del corso).

  4. Questa forse è la regola più importante: è assolutamente vietato usare abbreviazioni da T9! Al primo che mi infila un 'cmq', un 'trpp', un 'xkè' o una qualsiasi puttanata sul genere gli spezzo le gambine, gli cestino la scheda e gli tolgo anche la dignità! Quindi evitatemi cortesemente la vista di certi scempi.

  5. Non siate mai autoconclusivi. Nessuno di voi ha la capacità di controllare le azioni dei personaggi altrui (credo che sia un potere riservato solo a poche divinità maggiori del pantheon nordico), quindi evitate di citare frasi che nessuno ha mai detto o azioni che nessuno ha mai fatto. Siete padroni solo di voi stessi.

  6. E per finire vediamo di essere realistici. E su questo credo ci sia poco da spiegare..

. Per ora basta così. Nel vostro primo post riceverete una lettera del sensei che vi invita a presentarvi davanti all'accademia alle ore 8.00 del giorno dopo. Una volta arrivati lì aspetterete l'arrivo del maestro, che vi darà ulteriori informazioni. Intanto siete liberi di interagire tra voi come meglio credete, basta che vi limitiate a mandare un post a testa. Questo significa anche che il primo a postare non avrà occasione di parlare con nessuno fino al mio arrivo, avrete modo di rifarvi in seguito.

E cercate di NON prendere assolutamente il mio hotmail senza permesso! Se avete domande inviatemi un MP e io cercherò di rispondervi il prima possibile. Insistete troppo e mi divertirò a giocare a flipper con i vostri testicoli finchè non smetterà di essere divertente. Grazie per l'attenzione.
 
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Ramos92
view post Posted on 8/10/2008, 16:52




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SPOILER (click to view)
narrato
parlato
pensato



Ahhh no,l'accademia...



Capelli nero-biondo,statura media,spalle robuste,cappotto rosso sangue che scendeva sino alle ginocchia,il quale copriva un pantalone nero ed una maglietta del medesimo colore,coperta da una particolare casacca buchettata grigia;una stanza...scura,resa scrutabile nel limite del termine da una candela posizionata su un comodino a prima vista vecchio e malandato,contenente 3 cassetti marroni come lo stesso,abbelliti da 3 anelli,i quali si presupponeva servissero ad aprirli.La stanza era piccola,c'era lo spazio per quel vecchio comodino,per un letto,un attacca-panni,e tanti tanti pensieri che ringraziando il cielo non avevano massa fisica,il che permetteva ai loro successori di vagare ancora e ancora,come avevano fatto loro,viaggiando per il fumo di quella sigaretta,che venica girata,giocherellata e fumata dal ragazzo coi capelli nero-biondi.Il suo nome era Itaka Yamanaka,figlio di Itaka-sun Yamanaka e Marilene de Giuliet.Era steso sul letto ad un posto,assomigiava a quelli dei carcerati,strano spiegare il perchè,dato che Itaka viveva in una villa da solo,e la sua situazione economica non era di certo in difficoltà,forse sarà stato il suo portarsi verso la semplicità,quel non voler essere riconosciuto,quel desiderare una vita tranquilla al fronte di che nella vita di tranquillo,fino a quel momento,non aveva trovato assolutamente niente,o forse darà stato che vedere un ragazzo fumare una sigarette in una camera pregiat e ricca di abinamenti,non sarebbe stato appropriato...Prese quest'ultima tra le dita,dopo averla portata alla bocca per chissa quante volte,e la buttò a terra,con la sigaretta oramai arrivata al filtro.Aveva gli occhi puntati sul soffitto,era anch'esso vecchio,segnale che quella casa era davvero poco curata,pensava,pensava e pensava ancora,in fondo non faceva altro che pensare o forse pensava in maniera più intesa,in una maniera ch non va sdegnata con un innopportuno "solo";
come faceva...
aveva il viso contratto,stava cercando di ricordare qualcosa...
E mi feriva del suo amor,con una lacrima inquieta mi teveva stretto,fermo in quella posizione per minuti,giorni o maledizione anni...si faceva proprio cosi...
Itaka avendo origini francese,era legato a delle tradizioni o culture,ed era anche abbastanza afferrata su dei temi della letteratura francese,tra queste "le chanson dè Roland",il quale al suo interno narrava di un personagggio chiamato Rolando,che assai piaceva alla mamma di Itaka;tuttavia la sua attenzion non fu per lungo trattenuta sull'argomente,infatti girando il volto verso la finestra,rigorosamente chiusa nonostante l'alba fosse già nata,verde scuro era il suo colore,smacchiato da impronte gialle.Li posizionata su un marmo,una lettera,bianca,chiusa,che poteva voler dire tante cose ma quasi sempre troppo poche.
Itaka già l'aveva letta,1 sola volta,ma abbastanza per fargli recepire il suo ruolo e comportamento affinchè il suo primo giorno di accademia andasse tutto bene.
perchè diventare un ninja?Perchè,forse perchè non so fare altro,o forse perchè...ma che cazzo ne so...
rivolse nuovamente lo sguardo al soffitto,ma solo per pochi secondi,doodichè rapidament si mise a sedere sul letto,e prese 2 stivaloni marrone scuro da sotto il letto,erano grossi,ma lui diceva che erano comodi per camminare e per combattere.Li infilò,e allacciò le scarpe,si alzò,spense la candela,e apri la porta?Certo che no...troppo lunga la strada di una villa da percorrere,spalancò con forza la finestra e con uno sbalzo si gettò al di fuori,giungendo in un luogo verde,dove era possibile ammirare un maestoso albero,di infinit lunghezza,e con rbusti alberi attaccati a esso,su questi Itaka si divertiva nello stendersi e godersi il panorama di Konoha,che da quella posizione aveva una visibilita perfetta.Alle sue spalle la casa,con un aspetto rinnovato a differenza della stanza,di un bianco che andava a confondersi con l'azzurro del tetto,che continuava per parecchi metri.La porta era anch'essa azzurra ed enorme,ci sarebbe passata più di una persona sotto quella porta.Sistemò il suo giubotto e poi...poi cominciò a camminare,lentamente,non sarebbe arrivato tardi,abitava al quanto vicino all'accademia,camminava lentamente,qusi adasse a ritmo con una musica composta con solo un piano.Aveva la lettera nella tasca interna,c'ea scritto di presentarsi alle 8.00 fuori dall'accademia,li sarebbe arrivato il suo Sensei,colui che si supponeva gli avrebbe insegnato a fare il ninja,anche se Itaka credeva di sapere già abbastanza.Arrivò fuori al portone dell'accademia dopo pochi minuti,si poteva osservare dalla sua posizione solo gli ultimi piani dell'accademia,ilresto era coperto da un immenso portone marrone.Non c'era ancora nessuno,nessuna traccia di chi lo avrebbe accompagnato durante il corso,e neanche il Sensei c'era,dunque con la sua solita indifferenza si poggiò a quel portone,portò le mani dietro alla nuca,e ossrvò il cielo,che forse già sava cosa gli sarebbe successo da quel momento in poi...

 
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anakir
view post Posted on 10/10/2008, 13:24




SPOILER (click to view)
Legenda:
* Pensato *
{ Narrato }
Parlato



Il giorno della lettera
{ Pioveva ancora una volta e, come lacrime, quelle gocce di sporca pioggia rigavano il volto del giovane Hyuga, a riposo sotto un albero segnato dalle intemperie e dai lanci di armi nella residenza del suo clan. Era notte e lo spiazzo era illuminato unicamente da quelle poche fiaccole che, a riparo sotto grondaie in legno adiacenti agli edifici, segnavano la via ai giovani e agli anziani della sua casata: ognuno aveva una famiglia da cui tornare, delle emozioni da condividere e il calore di un fuoco e di un sentimento chiamato affetto. Per lui, invece, era diverso. Un ragazzo come tanti, in apparenza: circa un metro e sessantacinque, per poco più di cinquanta chili. Eri lì, immobile, con lo sguardo apparentemente perso davanti a sé, dove scene di vita quotidiana si consumavano: non le commentava a parole, né il suo viso mostrava avere più l’energia anche solo per rattristarsi o provare qualsiasi altra forma di emozione. Impassibile, osservava. Ancora una volta in sua direzione i commenti dei ragazzini, celati da qualche falso sorriso o da una mano, nel vano tentativo che il diretto interessato non riuscisse a percepirli. Era costretto a subire altre offese, altre domande a cui lui stesso non riusciva a dare una risposta, se anche avesse voluto cercarne una: ormai era rassegnato a questa misera vita, voleva semplicemente andare avanti, fino a consumarmi e spegnersi lentamente sotto la pioggia. Un sospiro, profondo, emesso unicamente quando quelle famiglie abbandonarono la via davanti a se, quasi non volesse attirare la loro attenzione, nel tentativo di azzerarsi. La pioggia cominciava ad intensificarsi e quello scarno albero non riuscì più a garantire una valida protezione: aumentò il vento, quella fresca brezza serale che non poteva che essergli di conforto }

L’Accademia..


{ Le labbra si dischiusero, lasciando prender forma materiale ai suoi pensieri, o almeno ad una parte. Non enfasi nel suo tono: per lui è una semplice tappa, come tante; un percorso forzato che tutti sono costretti a seguire. L’entusiasmo infantile aveva abbandonato quel corpo da diversi anni, come qualsiasi altra forma di serenità, lasciando al loro posto un vuoto dalla gravità eccezionale, in grado di attirare e seppellire nel suo nulla l’intera essenza del giovane. Un brivido percorse la schiena: quel che quel semplice foglio ( la lettera ricevuta ) trattenuto tra le mani non era riuscito a far nascere in lui fu conseguente a una seconda folata, che accelerò il moto di alcune gocce lasciando che le stesse trovassero la pelle della schiena, ignuda. Non era il freddo a procurare tale sensazione, quando il contatto dell’acqua con quelle nuove cicatrici. Catturò aria all’interno del suo corpo in un modo innaturalmente rapido, lasciando poi ai denti il compito di torturare il labbro inferiore: gli occhi si strinsero e il viso dopo un improvviso fastidio si rilassò. Tra la pioggia che solcava il viso, qualche solitaria lacrima }

perché a me..


{ Il dolore inibiva il suo raziocinio, portando alla luce la sua naturale debolezza. Da troppo subiva, ed era stanco di questo. Le sue non erano lacrime di dolore, le ferite sulle schiena erano solo le ultime inferte dal frustino del padre a seguito di un suo nuovo fallimento: ormai era abituato a sopportarle, a tollerarle. Era la sua natura a sconfortarlo, a generare in lui una tristezza ben superiore a quella che qualsiasi piacere mortale negato possa procurare. Affiorano alla memoria le scene precedenti, di quelle famiglie che tornavano alle loro case, unite: per lui era tutto diverso. Inutile piangere, inutile soffrire e invidiare: la realtà non si cambia. Con questo pensiero si portò in piedi, sfogando la sua ira su quel foglio, costretto nel suo pugno. Nuovi passi sotto la pioggia, lenti come quelli di un condannato al patibolo: doveva, ancora una volta, tornare a casa }


Il primo giorno: Residenza Hyuga [ Ore 6:30 ]

{ Le prime luci dell’alba, squarciando quelle poche nubi in cielo, penetrarono nella sua finestra illuminando gli occhi già aperti del ragazzo. Era lì, sulla sua misera branda, con lo sguardo fisso sul soffitto in legno della stanza. Il suo sonno era stato irrequieto, è sempre stato difficile dormire sdraiati con delle ferite lungo la schiena, leggere, ma pur sempre fastidiose. Dopo una notte intera di riposo, però, il dolore era ormai tollerabile e diverse fasciature isolavano la zona lesa, trattenendo un impacco di erbe. Non aveva nessuna sveglia in camera sua né sembrava averne bisogno, erano quelli i suoi ritmi, quelli a cui era stato costretto. Svegliarsi all’alba era buona soluzione per sfuggire all’odio che provava verso la sua casa, condurre allenamenti estremi per il suo fisico l’unica possibilità per garantirsi del cibo e per evitare l’ira del padre. Per lui era normale ormai e, se anche non lo fosse stato, non poteva farci nulla. Non aveva nulla da dire, semplicemente si portò in piedi e, quasi mnemonicamente, imitò i gesti che ogni mattina ripeteva.
La sua era una stanza misera: larga poco più di due metri per due e mezzo, con quella branda sottile e un armadio, dentro cui erano riposti i suoi vestiti. Una piccola scrivania ospitava qualche libro, alternativa diversa dalla realtà in cui era immerso forzatamente }

Dovrò conoscere altra gente?


{ Queste le cose che realmente lo preoccupavano: era sempre stato difficile per lui relazionarsi, visto che verso gli altri ha provato sempre un sentimento di invidia che rasentava l’odio. L’immaginazione, la sua più fedele compagna, gli offrì diversi possibili scenari mentre con la destra agguantava una cintura in cuoio, ( con annesso un piccolo porta oggetti dello stesso materiale ) che ben si prestava a bloccare i pantaloni. Indossava già le scarpe, stivaletti in cuoio adatti anche agli allenamenti nel fango: era, infatti, sveglio già da un po’ e, oltre a delle minuzie circa il suo abbigliamento, aveva avuto modo di espletare anche i suoi principiali bisogni fisici. Uno specchio opaco, su un supporto in legno, rifletteva timidamente la sua immagine. Le fasciature non erano limitate alla zona del torso ma si estendevano a entrambe le braccia, lasciando libere le articolazioni e ispessendosi all’altezza dei polsi: la stessa mano destra, con un abile ricamo della garza, era stata completamente coperta su dorso e palmo, presentando accenni sulle nocche, unicamente al fine di ridurre l’urto conseguente all’impatto contro un corpo solido da parte di quella stessa mano. Le fasciature finivano all’interno dei pantaloni, seppur alcuni lembi fuoriuscissero da questi. Pantaloni che lontanamente rievocavano l’abbigliamento della casata cadetta, seppur per lunghezza arrivavano alle calzature stesse. Finalmente fu pronto: recuperò una divisa, sporca e l’adagiò sul suo corpo, lasciando che le braccia scivolassero all’interno della sua stoffa. Forse eccessivamente larga, per il fisico: le maniche superavano di almeno cinque centimetri la lunghezza stessa dell’arto e, nonostante i lacci con cui la stessa era stata chiusa davanti al petto, si formavano diverse pieghe che non rendevano fede alla sua vera costituzione.
Pochi passi verso la sua libertà: superata la finestra che dava alla strada prese la sua via. Ben presto superò le porte della residenza Hyuga, deserta forse a causa dell’orario, immettendosi nel vialetto che, percorso a media velocità, entro trenta minuti l’avrebbe portato a Konoha. Non si sentì in dovere di girarsi, osservando quel che si lasciava alle spalle: i suoi occhi si erano chiusi sul passato da diverso tempo. }

Il primo giorno: Konoha [ 7:30 ]

{ La pioggia della sera precedente era ormai solo un ricordo, testimoniato dal fango ai bordi della stradina lastricata in pietra che stava percorrendo. Non aveva nessuno peso che potesse rallentarlo eccessivamente, meno i suoi pensieri che ancora una volta tornarono a tormentarlo quando, costretto nella caotica vita di Konoha, da poco sveglia, ebbe modo di rendersi conto di quanto fosse diverso rispetto agli altri. Non svettava certo per altezza sulla restante folla, né il suo abbigliamento poteva in qualche modo testimoniare l’appartenenza al suo clan: pochi, fortunatamente, furono gli sguardi che dovette sopportare. Quegli stivali infinite volte trovarono il suolo, portando a percorrere vie che in precedenza raramente aveva solcato: il villaggio, nonostante i quattordici anni di tempo che lo vedevano spettatore del mondo, gli appariva un meccanismo a lui sconosciuto, nel quale ognuno era un ingranaggio necessario per il corretto funzionamento, seppur rimpiazzabile. Dal pescivendolo che urlava al bordo della strada, all’uomo nella bottega di Ramen che iniziava a preparare il condimento: tutti avevano almeno una controparte pronta a banchettare con in loro cadavere, tutti erano quindi in uno stato costante di infelicità. Su questi pensieri raggiunse l’ingresso dell’accademia: forse in leggero ritardo, causa il suo continuo distrarsi in eventi all’apparenza banali ma a lui nuovi. Qualcuno già era lì (Itaka Yamanaka), sebbene non si trattasse del sensei per ovvi motivi. La lettera, per quanto quelle poche parole avessero dato modo di intendere, non specificava dove il maestro lì avrebbe incontrati: l’ingresso era una zona di spazio decisamente vasta ma che, tranquillamente, poteva essere sorvegliata interamente con lo sguardo, data la sua conformazione. Guadagnò altri metri, cercando ancora una volta il supporto di un albero. Non aveva motivo di interagire con quel ragazzo né con gli altri che, in ritardo per le lezioni, si affrettavano alla struttura: lui sicuramente non interessava a loro e questo sentimento era reciproco }

( Scheda Etan )

 
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rock uchiha
view post Posted on 10/10/2008, 13:44




parlato
pensato
parlato altrui
narrato
scritto

Lo sapevo, lo sapevo, ripeteva fra se Zack dopo aver letto la lettera provenienta dall' accademia, in cui c' era scritto : la sua domanda per l'accademia ninja è stata accettata , si presenti tra tre giorni in accademia alla ore 8:00.
Zack tremava dalla felicità e nn riusciva quasi parlare, però dopo urlò a squarciagola mentre usciva di casa : sono un ninjaaaaaaaaa, si lo sapevo , ehi gente sono un ninja e diventerò il più grande al mondo, accademia aspettami.
Tornato a casa svegliò anche la sorella e le raccontò tutto di un fiato la sua gioia anche se lei era in uno stadio di dormiveglia.
Zack passò i restanti due giorni ad esercitarsi nella sua tecnica preferita, la palla di fuoco suprema, supervisionato dalla sorella.

La sveglia suonò alle 6 in punto e Zack si alzò dal letto velocissimo e si recò davanti al suo armadio.
Per l' occasione indossò la sua maglietta nera con il ventaglio degli uchiha dietro e dei pantaloni con lo stesso segno sul fianco.
Salutò la sorella, e schizzò fuori di casa ancora con un po' di marmellata sulla bocca.
Arrivato davanti all' accademia verso le ore 7:50, fece lievemente ritardo perchè la coda era abnorme e trovò nella stanza che gli avevano indicatò due ragazzi e si rivolse a loro con un normalissimo
ciao ragazzi

Edited by rock uchiha - 18/10/2008, 15:44
 
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[°_tidus_°]
view post Posted on 10/10/2008, 14:43




SPOILER (click to view)
narrato
parlato
pensato

La Lettera
Buio, soltanto buio intorno a sé, nient’altro era presente. Roxas si girava e si guardava attorno in cerca di una fonte di luce. La trovò. Vi si avvicinò e….
aaaaaaaaaaaaa!
Roxas balzò seduto sul letto con un urlo tremendo. Si guardò intorno e riconobbe la sua stanza. Dopo qualche attimo aveva riacquistato la lucidità e si era convinto che era stato tutto un sogno.
che strano sogno che ho fatto…. Era tutto buio… mi dirigevo verso la luce e…. cadevo nel vuoto…. Ma era soltanto un sogno…. Non mi devo preoccupare!
Roxas si alzò dal letto, restò qualche momento in piedi a fissare il vuoto e poi si diresse in bagno dove si infilò sotto la doccia. Dopo la doccia scese in cucina e fece colazione. Mentre sgranocchiava un toast sentì uno scricchiolio proveniente dal soffitto, alzò lo sguardo ma non vide niente quindi pensò che fosse stato un topo che camminava sulle travi del tetto e si rilassò. Una mano si appoggiò sulla sua spalla.
aaaaaaaaaaa
Roxas si girò di scatto con il cuore che batteva a mille ma si tranquillizzò quando vide che era un ninja di Konoha che gli porgeva una lettera, Roxas la prese e osservò lo shinobi che se ne andava silenziosamente.
mi sono spaventato per niente…. Da ora in poi starò sempre in guardia…. Secondo me quello lì ci prova gusto a spaventare la gente in quel modo.
Roxas prese qualche attimo per far rallentare il battito del cuore e aprì la lettera. La dovette leggere più e più volte prima di convincersi che era reale. La lettera diceva che era stato scelto per partecipare ad un corso per diventare ninja e che si sarebbe dovuto presentare per le 8.00 davanti all’accademia il giorno seguente. Roxas appoggiò la lettera, uscì di casa e si mise a saltare dalla gioia.
YAHOO!!!
L’urlo che fece svegliò i vicini che però non seppero con certezza che era stato Roxas perché si era messo a correre sparendo dalla loro vista e dirigendosi verso una radura dove si allenava di solito.
oggi mi allenerò in modo particolare così non farò brutta figura domani davanti al sensei.
Roxas rimase ad allenarsi fino a quando non si fece buio e, mentre tornava a casa, siccome non vedeva bene per la stanchezza ed era veramente molto buio, cadde in un fosso perchè si era diretto verso una fonte di luce provocata da un ramo che bruciava.
toh guarda che strano. Questa situazione l’ho vissuta già in sogno.
Dopo vari tentativi, e dopo essersi graffiato gomiti e ginocchia, Roxas riuscì ad uscire dal fosso ed a dirigersi verso casa dove cenò ed andò a dormire.

L’Accademia
La sveglia di Roxas quella mattina suonò alle 6.00 e lui si alzò senza tentare nemmeno di spegnerla, si sarebbe spenta da sola dopo qualche minuto. Roxas non ricordava perché aveva puntato la sveglia alle 6.00 e non tentò nemmeno di ricordarsene da quanto era rintronato dal sonno. Si infilò invece sotto la doccia per schiarirsi le idee, ma non riuscì a ricordare. Sceso in cucina per fare colazione notò un foglio sul tavolo e lo prese per leggerlo. Finito di leggerlo si ricordò tutto, ma non ebbe il tempo di gioirne nuovamente perché erano già le 7.15 e doveva correre all’Accademia per non tardare troppo. Roxas si mise a correre per le strade di Konoha il più velocemente possibile per arrivare in tempo. Riuscì ad arrivare alle 7.55 e notò che c’erano altri tre ragazzi. Uno era appoggiato ad un albero ed era uno Hyuga come lui. Un altro invece era appoggiato al portone e un altro era in piedi in mezzo alla strada.
Salve a tutti. Può anche non importarvene, ma per buona educazione mi presento. Io sono Roxas Hyuga, piacere di conoscervi.
Detto ciò Roxas si diresse verso il muro dell’accademia e vi si appoggiò in attesa del sensei.

 
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mangekyou90
view post Posted on 10/10/2008, 19:55




Narrato
Parlato
Pensato
Erano le 07.30 di mattina quando il freddo pre-invernale che proveniva dalla finestra della mia camera mi svegliò bruscamente. Il gelo incominciò a pervadermi inizialmente dalle punte dei miei piedi, per poi salire verso il busto, e fu proprio in quel punto che il mio tranquillo riposo venne a concludersi. Non era stato uno dei migliori risvegli, ma di certo mi diede la possibilità di allenarmi prima del solito, cosi afferrai con la mano destra il pizzo sinistro della coperta per poi gettarla a terra, mi alzai con un balzo, e scattai subito verso il mio armadio scuro, dove riponevo tutti i miei vestiti. Presi una tuta che oramai conservavo da ben due anni, era interamente di un blu scuro, molto elastica e assai comoda, la indossai, e molto velocemente scesi giu dalle scale, diretto verso la cucina per andare a fare colazione. Tutti i miei amici del dormitorio a quell'ora riposavano, infatti la sala era pervasa da un silenzio che faceva rabbrividire, cosi mi accomodai su una della tante sedie presenti ed incominciai a servirmi delle pietanze già apparecchiate a tavola la sera prima. Passò all'incirca mezz'ora quando finalmente conclusi il mio pasto, e mi diressi verso la porta principale del dormitorio, pronto per incominciare il mio allenamento. Quando oltrepassai l'uscio della porta, una folata di vento freddo mi fece rabbrividire, cosi per un momento la mia mente torno a pensare al mio cruento risveglio, ma fortunatamente quel brutto ricordo svanì immediatamente, quando mi resi conto che avevo ricevuto una lettera. Cosi mi avvicendai verso la cassetta della posta, veramente curioso, e ancora incredulo per l'avvenuto, porsi la mano destra dentro la scatola color nero pece, e presi in mano l'ignota lettera, e dentro me pensai:"Chissa che cosa contiene, chi sarà mai?", e a quel punto decisi di aprirla. Scrutai la lettera per più di cinque minuti, leggendola piu volte con enorme gioia, e pensai:"Perfetto, l'occasione giusta, onorerò il mio grande clan, e cercherò di diventare genin, almeno i combattimenti saranno più avvincenti, conoscerò piu tecniche, e diventerò sicuramente più esperto nel duellare, ma soprattutto acquisirò lo sharingan!" , cosi lessi la lettera un ultima volta accertandomi del nome del mio sensei, e degli orari prestabiliti per la prima lezione d'accademia, quando con enorme stupore mi resi conto che l'incontro era fissato per il giorno seguente. A quel punto la mia felicità arrivò a livelli elevatissimi, realmente non mi rendevo conto del tutto della notizia, ma questo stato di euforia durò solo per qualche minuto, poichè subito dopo diventai freddo e serio, infatti mi resi conto che dovevo finirla di ragionare come un bambino, dovevo affrontare questo mio cammino con un diverso atteggiamento. Cosi iniziai l'allenamento mattutino con un input maggiore, con più determinazione e serietà, infatti mi diressi immediatamente nella parte più a sud di konoha, ove si trovava un immensa distesa d'erba, ed iniziai a correre attorno ad essa senza interruzioni per più di due ore, per poi fermarmi quindici minuti, ed iniziare con le serie di flessioni, addominali, dorsali e altri esercizi di potenziamento. Passò un altra mezz'ora, guardai l'orologio, e mi resi conto che mancavano pochi minuti a mezzogiorno, cosi sospesi gli allenamenti di potenziamento, e mi diressi verso un lago che si trovava nelle vicinanze, mi tolsi i vestiti e presi a nuotare per più di un'ora, quando nel momento della respirazione, mi venne un forte mal di pancia, e fu proprio in quell'attimo che mi resi conto che era ora di andare a mangiare. Una volta rivestito mi diressi verso il centro di Konoha, con l'intenzione di mangiare del ramen, cosi andai direttamente da Teuchi, e mangiai moltissimo, rimanendo completamente sazio, e successivamente mi resi conto che era inutile allenarsi ancora, allora decisi che la cosa migliore sarebbe stata di andare a casa a riposare tutto il pomeriggio, per essere fresco e riposato il giorno seguente. La mattina mi alzai alle 07.15am, e senza neanche pensarci un attimo, indossai il mio completo preferito, quello nero, con un ventaglio rosso e bianco sulla schiena, il simbolo per eccellenza degli Uchiha, scesi le scale in gran fretta, e me ne andai di casa senza neanche fare colazione, questo a causa dell'enorme emozione che pervadeva il mio corpo, e il mio spirito, ma anche per prevenire un eventuale ritardo il primo giorno di lezione. Arrivai davanti all'accademia alle 07.45am, ero puntuale, e notai intorno a me molti giovani, che probabilmente avrebbero dovuto frequentare il mio stesso corso, in realta questo mi interessava relativamente, infatti non scambiai parola con nessuno di loro, e mi misi tranquillamente in attesa del mio sensei.

Edited by mangekyou90 - 12/10/2008, 23:34
 
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~ Azrael
view post Posted on 15/10/2008, 21:11




. Inseriti ~†Valerisake†Uzumaki e "Andre" nel corso, in attesa di post da parte dei vostri nuovi compagni...
 
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~†Valerisake†Uzumaki
view post Posted on 16/10/2008, 15:02




Parlato

Narrato

Pensato

Era una mattina buia,il cielo minacciava pioggia da qualche parte Alba si riuniva in segreto....
La mano di Valerisake si chiuse così forte sul bicchiere che lo spaccò..Mhhhhh guarda tu!!Bell'inizio d'Accademia,uff.. raccolse i cocci e lavò la mano sanguinolenta,finì la colazione e pensò a franky Era un episodio della sua infanzia,il maestro akame aveva raccolto valerisake dalla strada a 8 anni,la sua famiglia era stata sterminata da Alba,un giorno akame arrivò a casa con un ragazzino era Franky che poi fu battezzato da akame con il nome di yamato
SPOILER (click to view)
franky è un pg del gdr

,io stupidamente chiesi chi era e akame mi disse che quello era uno dei 4....Era stato 5 anni fa....
successivamente dopo 4 anni vissuti con loro due akame era morto in missione e lui e franky si erano divisi da un anno per diventare entrambi ninja,Akame aveva addestrato Valerisake per fargli usare succesivamente la sua innata,lo sharingan...Valerisake sapeva che il suo obiettivo era quello di formare i 4,un team capeggiato da lui per uccidere tutti i mukenin dell'Akatsuki.
Valerisake indossò un kimono invernale ed uscì a piedi nudi all'aria aperta con il kimono rosso addosso..Risalì le viuzze di konoha fino ad addentrarsi nel centro,dove sorgeva la piccola Accademia,che era un edificio orribile...nel cortile dell'accademia vide due ragazze carine,una bionda e una mora gli andò vicino e diise alla bionda ehi piccola vieni con me.. la ragazza ridacchiò ma si avvicinò una chunin che cacciò via Valerisake a male parole,allora lui si avviò su pr i corridoi ed entrò nel corso k-21 (che ricordava il k-20 e il k-19) e disse:Uff....e facciamolo!! e si precipitò all'interno,nell'aula poco illuminata....Salve sensei io sono Valerisake spero di essere idoneo a fare il ninja... e attese una risposta dal serioso jonin che si trovava davanti a lui....
Spero che questo qui non faccia la fine di Akame era un brav'uomo speriamo che trovi qui all'Accademia anche quel cretino di franky,o yamato....) nell'aula c'erano altri studenti che sembravano sapere tutti il fatto loro,Valerisake sperò ce ne fosse qualcheduno simpatico,ma non c'era nemmeno una ragazza......
Un ambiente de genere fa diventare.... i suoi penseri furono interrotti dal jonin che gli stava dinnanzi....
 
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"Andre"
view post Posted on 16/10/2008, 15:05




SPOILER (click to view)
Parlato ; Pensato ; Narrato

L'Arrivo della comunicazione


Ora 6.30. Quel giorno Sanji si svegliò come al solito molto presto per andare ad allenarsi con suo zio per padroneggiare per bene il lancio di kunai e shuriken. Dopo essersi alzato e aver fatto colazione, Sanji si recò subito fouri dal villaggio e dopo aver fatto parecchi chilometri si ritrovò verso le 8.00 a casa di suo zio per iniziare come tutti i giorni l'allenamento... Intanto che si allenava parlando con suo zio si chiese tra se e se quando e come lo avrebbero accettato all'accademia dato che aveva mandato la sua domanda molto tempo addietro.. Erano ormai le 12.00 e Sanji e lo zio decisero di fermarsi a mangiare per continuare appena finito. Subito dopo mangiato ripresero l'allenamento e quando ebbero finito l'allenamento lo zio si complimentò con suo nipote per l'ottimo risultato ottenuto e l'ottimo impegno visto quest'oggi. Tornando a casa soddisfatto, Sanji, vide che nella sua buca delle lettere c'era una pergamena arrotolata con impresso il simbolo del suo villaggio, quindi immediatamente Sanji penso: Sarà di sicuro la risposta alla mia iscrizione.. Speriamo bene.. Sanji prese subito la pergamena e la portò dentro casa e sedendosi sul tavolo la aprì e lesse il contenuto che diceva:
CITAZIONE
Caro Hyuga Sanji,
La tua richiesta all'accademia della foglio è stata accettata.
Ti preghiamo di trovarti davanti all'accademia alle ore 8.00 di domani mattina.
Segreteria di Konoha.

Appena Sanji vide la lettera esultò di gioia ma si riprese subito e pensò: Wao! Finalmente inizio l'accademia ma devo stare molto attento a non fare errori e diventare qualcuno come mio padre e mia madre.. Dopo aver riposto la lettera in un luogo sicuro, Sanji stravolto dalla fatica andò a dormire dato che era ormai molto tardi...

Il primo giorno di accademia


Ore 6.00. Questa mattina Sanji aveva dormito molto bene per tutta la notte senza pensare troppo all'accademia dato che si doveva concentrare anima e corpo il giorno dopo. Appena sveglio Sanji si andò a lavare la faccia e fece una buona colazione.. Verso le 7.30 Sanji uscì di casa diretto verso l'accademia della foglia e appena arrivto Sanji vide 6 ragazzi più o meno della sua stessa età che stavamo parlando tra loro.. Così Sanji si recò in quel gruppo e disse: Ciao a tutti! Piacere Sanji Hyuga e voi? Così dopo queste parole Sanji rimase con loro ad aspettare il Sensei che li avrebbe portati in una nuova avventura.. L'accademia.
 
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~ Azrael
view post Posted on 16/10/2008, 22:57




SPOILER (click to view)

. Parlato .
Azioni/Narrazione
° Pensieri °



. Chapter 0: Stench of gore..


Camminava, Kaworu, camminava per le strade della foglia con passo pesante e deciso. Il fiato pesante non tanto per lo sforzo, quanto per la tensione, creava minuscole nuvolette di vapore nell'aria gelata del mattino; qualcosa aveva decisamente turbato il precario equilibrio mentale dell'Aburame. Persino nell'aspetto dimostrava il suo opprimente nervosismo: gli immancabili occhiali da sole, malamente inforcati, pendevano leggermente verso destra, lasciando scoperto uno sguardo gonfio di risentimento e di collera.

. Che vadano all'inferno tutti e due, non possono trattarmi come una fottuta pezza da piedi.. .

Continuando a sfrecciare verso i cancelli dell'accademia portò lo sguardo al suo pungo destro, all'interno del quale stringeva ancora i resti di quella che un tempo era stata una lettera dai piani alti di Konoha. Decise di fermarsi un attimo, di prendere un profondo respiro e, soprattutto, di recuperare la lucidità. Dopo qualche istante di riflessione si impose di leggere nuovamente la missiva che portava con sè; circa una ventina di minuti prima, quando la aveva trovata nella cassetta della posta, non era riuscito a credere ai suoi occhi..

I Damyo erano riusciti ad affibbiargli un'altra classe di mocciosetti alle prime armi, e avevano avuto anche la faccia tosta di avvertirlo in ritardo! Il jonin portò la mano alla faccia, sistemò gli occhiali e si impose di controllare le sue reazioni. La lettera era chiara come il sole, avrebbe dovuto presentarsi davanti ai cancelli dell'accademia alle otto in punto per accogliere i suoi nuovi allievi. Più qualche inutile discorso su come non sarebbe stato vincolato alle direttive accademiche per l'istruzione degli alunni..

. Che poi sarebbe un modo come un altro per dire "fai un po' come cazzo ti pare".. .

Si sforzò di sorridere di fronte a quel nuovo impiego, per lo meno era ben retribuito, e in fondo qualche spicciolo in più non avrebbe di certo fatto male. Lentamente ripose il foglio in tasca e riprese a camminare, aveva un buon margine di anticipo sull'orario prestabilito, dunque non avrebbe avuto bisogno di correre oltre.

Durante il suo viaggio fu perseguitato da quel maledetto odore, quel tanfo nauseabondo che lo perseguitava da giorni, da quando aveva avuto quell'incontro ravvicinato col Kokage e con la sua follia omicida. Era odore di sangue, del suo sangue. Aveva provato a mandarlo via con ogni mezzo, ma iniziava a credere che ormai quel lezzo fosse solo nella sua testa, insomma, era arrivato vicino a dover dare l'addio al mondo dei vivi per la seconda volta. Solo allora si era accorto di tenere a questa sua nuova vita più di quanto non tenesse a quella precedente, in altre parole, aveva avuto paura.

° E vada al diavolo anche la padrona della lavanderia.. °

Per fortuna non ebbe molto tempo per rimuginare sulla situazione da poco vissuta: i cancelli dell'accademia gli si presentarono davanti prima del previsto, maestosi e imponenti come sempre. L'orologio sulla facciata frontale dell'edifico segnava le otto precise, una puntualità perfetta.

Si guardò intorno, un gruppo di studenti si era già riunito poco lontano da lui, probabilmente erano loro, di sicuro avevano ricevuto una lettera simile alla sua, altrimenti sarebbero entrati all'interno dell'accademia invece di aspettare fuori dai cancelli..

. Benvenuti all'inferno ragazzi. Il mio nome è Kaworu Aburame, ma qualcosa mi dice che voi da oggi avrete modo di chiamarmi sensei.. .

La voce era tornata alla sua freddezza unica ed inconfondibile, il cipiglio adamantino celato a malapena dagli occhiali e dal colletto dell'impermeabile. Se proprio fosse stato costretto a seguire quei ragazzini per tutto il loro percorso di studi, avrebbe cercato di godersi ogni singolo momento, avrebbe gioito di ogni singola stilla di terrore che fosse riuscito ad insinuare nei loro cuori, in parole povere: avrebbe fatto di tutto per divertirsi.

Attese in silenzio una qualunque risposta, dopotutto lui si era presentato, magari avrebbero avuto la buona educazione (o il buon senso) di farlo anche loro. Continuando a squadrarli uno ad uno non potè fare a meno di avvertire nuovamente quella strana sensazione che ormai lo opprimeva da giorni, quel nodo allo stomaco che non accennava a sparire. Per un attimo ebbe l'istinto di piegarsi in avanti, come per vomitare, ma riuscì a mantenere la posizione eretta, le mani insistentemente infilate nelle ampie tasche dell'impermeabile, e lo sguardo improvvisamente perso nel vuoto..

Ancora odore di sangue..





SPOILER (click to view)
. Bene, per prima cosa mi scuso per il post scarno, ma dopo aver lavorato tutta la serata di ieri per poi vedere il computer riavviarsi all'improvviso ho un po' perso la vena artistica xxDDD

Con questo post presentatevi al sensei, se volete potete interagire con i vostri compagni, basta che rispettiate l'ordine che voi stessi avete creato e che mandiate un solo post a testa..

In genere non richiedo un minimo di righe come fanno molti "colleghi" (che parola orrenda xD ), ma cercate comunque di fare dei post coerenti e piacevoli alla lettura, per ora è tutto, ritardo il giudizio alla seconda infornata, a voi la parola :3

In futuro spero di riuscire a far procedere il corso più in fretta di quanto ho fatto fino ad ora, mi scuso anche per questo xP

Enjoy^^
 
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mangekyou90
view post Posted on 19/10/2008, 21:04




CITAZIONE
Mi scusi Sensei se non rispetto l'ordine cronologico prestabilito, come aveva richiesto. Ma il motivo è molto semplice, perchè sono molto scettico sul fatto che gli altri miei compagni di accademia postino. Inoltre con questa sera si conclude il tempo necessario per rispondere, presumo, quindi per le mencanze degli altri non voglio rischiare di essere escluso dal corso accademico.

Narrato
Parlato
Pensato

Erano oramai dieci minuti che attendevo il mio sensei davanti all'accademia, circondato da molti aspiranti shinobi, che nel frattempo interagivano tra loro, il tempo era veramente bello, nel cielo non era presente neanche una nuvola, il sole splendeva, e con lo scorrere dei minuti la temperatura si riscaldava. Il mio sguardo era fisso sulla strada, in attesa di individuare una sagoma che si avvicinasse al nostro numeroso gruppo, la palpebra del mio occhio sinistro tendeva di tanto in tanto a chiudersi a causa dell'incessante luminosità dei raggi solari, che riflettevano direttamente nei miei occhi, mentre il resto del mio corpo giaceva immobile per il freddo mattutino, che mi rabbrividiva dalla punta dei piedi, sino all'altezza del mento. Finalmente da una discreta distanza intravidi un uomo, con il respiro affannato, probabilmente per il freddo mattutino che anch'io stesso sentivo, Egli si avvicino al gruppo e si pronunciò dicendo:

CITAZIONE
Benvenuti all'inferno ragazzi. Il mio nome è Kaworu Aburame, ma qualcosa mi dice che voi da oggi avrete modo di chiamarmi sensei..

Da tali parole non ne rimasi assolutamente sconcertato, come probabilmente era successo per gli altri studenti, e il motivo era molto semplice, perchè non ero uno shinobi alle prime armi. Il sensei ci scrutò uno ad uno, e per parecchi secondi nessuno osò proferir parola, poi nel momento in cui i nostri sguardi si incrociarono, decisi di farmi avanti per primo, presentandomi al mio maestro, e al resto dell'ignoto gruppo:"Sono Simone Uchiha, discendente dal glorioso clan da cui prendo il nome, sono un ragazzo molto particolare, che ama combattere sia individualmente, sia in squadra, anche se sinceramente preferisco di gran lunga la prima maniera. Il mio passato non è stato dei migliori, ma ribadisco che non amo affatto compatirmi come il resto dei ninja, narrando di quanto la loro infanzia sia stata dura e sofferente, quindi mio sensei le risparmio questa patetica narrazione. In passato ho già frequentato l'accademia, con il sensei Kaimetsu Hyuga, che lei senz'altro conosce perfettamente, ma le voglio preannunciare che non sono stato escluso da essa per la mia incapacità tecnica, ma per motivi che riguardano la mia privacy, che sono subentrati nell'ultima prova assegnata dal mio ex sensei, infatti mi mancava assai poco per diventare genin, ma questa è tutt'altra storia. Le voglio dire che voglio conseguire il titolo di genin per numerosi motivi che adesso le esporrò, innanzitutto per acquisire lo sharingan, l'abilità innata che amo profondamente e che appartiene indiscutibilmente al mio clan, poi perchè avrò la possibilità di possedere un ingente numero di armi, che al momento non ho la possibilità di avere, ancora, per avere la possibilità di affinare le mie doti e il mio stile di combattimento, ed infine per completare la prima tappa della mia carriera ninja con lo scopo nel futuro di divenire un temuto shinobi, pronto a difendere il villaggio della foglia dai mukenin più pericolosi, possedendo anche la capacità di ucciderli se necessario" . Cosi una volta conclusa la mia presentazione continuai a fissare negli occhi il mio sapiente sensei, in attesa di un cenno, o di un qualsiasi parere.

CITAZIONE
Non potevo esplicitare nel post il motivo della mia esclusione nel corso k-19, poichè non sarebbe stato conforme alla realtà, comunque sia il motivo reale è il fatto che non ho avuto la possibilità di postare per impegni di studio, quindi non ho potuto accendere il computer in quei giorni.

 
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anakir
view post Posted on 19/10/2008, 22:10




SPOILER (click to view)
A sto punto, posto anche io. Non tanto perché sono passati effettivamente tre giorni, ma perché ho un paio di cose sotto che si sono frantumate per l’attesa


{ Attende ancora, sotto quel albero su cui aveva trovato riposo il suo corpo: le braccia incrociate davanti al petto, il capo basso. Lo sguardo resta perso davanti a se, proiettandosi idealmente lì dove il sole ore prima era nato, oltre le strutture di due case che svettano per altezza. I suoi pensieri gli appartengono e rifiuta ancora una volta di offrirli al mondo, a quelli che lentamente stanno iniziando ad affollare lo spiazzo della accademia. Infine un sospiro, quasi l’inevitabile fosse ormai prossimo: deve rapportarsi con la realtà, con chi lo circonda, in previsione dell’arrivo del sensei. Prima che, però, parole riescano a nascere dalla sua figura lascia che un pesante sospiro prenda forma e vada a rompere il silenzio che lo circonda. Quindi un mormorio, con una intensità ancora troppo bassa per essere udito }

Ci siamo, ormai..


{ Si limita a questo, lasciando quindi che lo sguardo si rialzi e vada a spaziare per il piazzale, cercando tra la terra l’ingresso e le porte dell’accademia i suoi futuri compagni di corso, i suoi futuri rivali. Con gli ultimi che s’affrettavano all’interno della struttura ( Zack ), evidentemente studenti di livello superiore al suo che non avevano bisogno del primo incontro con un sensei, rimasero ben pochi ad attendere l’arrivo del maestro. Quei due pezzi di carbone(?), i suoi occhi, si orientarono verso le altre sagome, illuminate tenuemente da un sole che ancora esitava a mostrarsi in tutto il suo splendore, offuscato qua e la da qualche nuvola, a testimoniare la serata di pioggia precedente. Non si scompose, sebbene molti aspetti della vicenda a lui risultavano oscuri, o almeno ridicoli: qualcuno salutava un sensei inesistente, rivolgendo il suo sguardo e i suoi gesti al nulla (Valerisake ) mentre quello che precedentemente aveva fatto il suo ingresso in accademia, di gran fretta, ora né vien rigettato fuori, salutando chi attendeva insieme al giovane Hyuga nel piazzale. Inutile cercare di trattenere le sue riflessioni }

Idioti


{ Sospira, pesantemente. Le palpebre calano sugli occhi, naturale conseguenza a tutti queste note stonate che rovinano la melodia della vita. Per ultimo, la mente realizza l’effettiva casata di altri due partecipanti al corso: si tratta di due Hyuga, come lui. Cerca nella sua memoria i loro volti, temendo di poter vedere riflesso nei loro occhi la sua immagine, la sua condizione, il suo dolore. Non rivolge loro alcun saluto, semplicemente si limita ad indugiare sulle loro sagome, quasi dopo una attenta analisi possa trovare risposta ai suoi dubbi. Poi quella nuvoletta di fumo, qualcosa era letteralmente “atterrato” al centro dello spiazzo, sollevando a seguito dell’impatto con il suolo frammenti di terra e polvere, oscurandogli la visuale. Fortunatamente la sua posizione, in disparte, gli consentiva di non risentire degli effetti dell’arrivo del sensei: il vento, leggero, spazzò via quella coltre di polvere appagando attimi dopo la sua curiosità. Classico il suo abbigliamento: occhiali neri, sottili, e quel impermiabile che ben ricordava l’abbigliamento di qualche esaltato che trova divertimento nello spaventare le vecchiette, mostrando il suo corpo. Aveva sentito parlare di quel clan, l’aveva letto nei numerosi libri compagni della sua giovane vita: gli Aburame }

* Viscidi e orrendi. Vivono come animali, nel degrado, trovando nelle blatte i loro più fidati compagni *


{ Questa la descrizione che la sua memoria, nei pochi attimi che gli sono concessi, riesce a mettere insieme servendosi dei dati di cui dispone. L’osserva, insistentemente, cercando prove materiali di quel che è riportato nei testi e che i membri del suo clan narrano, non avendo mai avuto modo prima d’ora di accettarsi di persona di questa tesi. In fondo, par un persona normale, - dove per lui il concetto di normalità è altamente relativo-, probabilmente sbaglia. Ah, se solo avesse la possibilità di osservare la sua composizione interna capirebbe di quanto si sbaglia. Resta che ora non ne ha ancora il potere e, cogliendo l’invito dell’uomo, si limita a replicare alla sua presentazione non dimostrando in alcun modo la natura dei suoi pensieri precedenti. Il sensei voleva un nome, non la storia presente e futura della vita degli studenti: attende quindi che il fiume di parole di Simone Uchiha termini, quindi replica in modo decisamente più contenuto }

Etan Hyuga, della casata principale


{ Non ha ancora ricevuto ordini e non ha motivo di mutare la sua posizione, a riposo. Purtroppo è stato addestrato così, la sua vita è stata impostata su questa regola: agisci solo se ti viene ordinato e quando non ricevi ordini, limitati ad attenderli }

SPOILER (click to view)
(?) Dubbio: un Hyuga può avere gli occhi scuri a riposo? Nel mio caso il byakugan donerebbe il color bianco-perla solo quando viene attivato. [ Se no mi tocca cambiare Img al pg xD ]



Edited by anakir - 20/10/2008, 16:25
 
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rock uchiha
view post Posted on 20/10/2008, 14:09




Era arrivato li, nell’ accademia, dove sarebbe dovuta iniziare la su avventura,con un po’ di ritardo, ma di sensei non se ne vedevano.
Solo un ragazzo era presente, probabilmente uno dei suoi compagni d’ “avventura” o meglio si fa per dire, poiché se fosse continuata così, con quel compagno a davvero poco socievole, non sarebbe stato certo uno spasso. Ma forse era meglio così, non si sarebbe distratto dal lavoro.
Quando ormai si era rassegnato a vedere il suo corso di sole due persone ne arrivarono altre, il primo un ‘ Uchiha come lui, e poi altre tre persone, come di botto, arrivarono una dopo l’ altra.
Sarebbero stato in , sei ragazzi desiderosi di diventare dei genin, e quindi di dare la propria vita al villaggio, come piccoli soldatini, ed ogni tanto , saltava fuori un povero pazzo, che voleva compiere chissà quali imprese.
Lui era uno di quelli, un povero pazzo che volevo diventare il migliore, sapeva che questo suo sogno era più una pazzia, ma non gli importava per adesso , si sarebbe dovuto solo impegnare, come gli aveva detto la sorella maggiore, con una promessa che stimolava ancora di più Zack
Quando sarai diventato genin, ti insegnerò qualcosa di interessante,vedrai...
Pensava a questo mentre un uomo, si avvicinava al gruppetto.
Sembra che sia arrivato...
Si avvicinò sempre più, finche Zack non lo potè osservare accuratamente.
Quell’ individuo sarebbe dovuto diventare un simbolo, un idolo, una persona da cui imparare, ma non per Zack, per lui era solo uno strumento per diventare forte, invincibile, ma non per questo gli avrebbe mancato di rispetto. Anzi gli era grato perché attraverso la sua esperienza avrebbe potuto, diventare un genin, per maneggiare una spada, e per ottenere quell’ insegnamento, promesso dalla sorella.
I pensieri di Zack furono interrotti, dalla voce del sensei:

CITAZIONE
CITAZIONE
Benvenuti all'inferno ragazzi. Il mio nome è Kaworu Aburame, ma qualcosa mi dice che voi da oggi avrete modo di chiamarmi sensei.. .

A Zack parve un uomo sicuro di se, che se ne fotteva di tutto e di tutti. In pratica una bel tipo di persona.
Subito dopo uno dei suoi compagni si presentò
:"Sono Simone Uchiha, discendente dal glorioso clan da cui prendo il nome, sono un ragazzo molto particolare, che ama combattere sia individualmente, sia in squadra, anche se sinceramente preferisco di gran lunga la prima maniera. Il mio passato non è stato dei migliori, ma ribadisco che non amo affatto compatirmi come il resto dei ninja, narrando di quanto la loro infanzia sia stata dura e sofferente, quindi mio sensei le risparmio questa patetica narrazione. In passato ho già frequentato l'accademia, con il sensei Kaimetsu Hyuga, che lei senz'altro conosce perfettamente, ma le voglio preannunciare che non sono stato escluso da essa per la mia incapacità tecnica, ma per motivi che riguardano la mia privacy, che sono subentrati nell'ultima prova assegnata dal mio ex sensei, infatti mi mancava assai poco per diventare genin, ma questa è tutt'altra storia. Le voglio dire che voglio conseguire il titolo di genin per numerosi motivi che adesso le esporrò, innanzitutto per acquisire lo sharingan, l'abilità innata che amo profondamente e che appartiene indiscutibilmente al mio clan, poi perchè avrò la possibilità di possedere un ingente numero di armi, che al momento non ho la possibilità di avere, ancora, per avere la possibilità di affinare le mie doti e il mio stile di combattimento, ed infine per completare la prima tappa della mia carriera ninja con lo scopo nel futuro di divenire un temuto shinobi, pronto a difendere il villaggio della foglia dai mukenin più pericolosi, possedendo anche la capacità di ucciderli se necessario"
Un tipo interessante insomma, subito dopo si presentò l' altro, quello arrivato per primo:
Etan Hyuga, della casata principale
Che strani tipi, molto riservati...
A quel puntò, toccò a lui, si alzò e disse rivolgendo lo sguardo al sensei: Il mio nome è Zack Uchiha, del clan Uchiha, il resto non credo che possa interessare.
Del resto anche lui era stato piuttosto riservato, anzi a dir poco straffottente.
Poi si risedette a terra aspettando la risposta del sensei, poichè degli altri, poco gli importava.
 
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~†Valerisake†Uzumaki
view post Posted on 20/10/2008, 15:00




Valerisake disse:Eheh!!Maestro io mi sono già presentato comunque sono Valerisake e credo che siamo più simili di quanto voi pensiate. Non vedo l'ora di vedere la vera forza di un jonin come lei ed il mio obiettivo è solamente uno superare tutto e tutti e diventare un vero eroe di konoha!!!! si avvicinò ad i suoi compagni e li studiò attentamente in quanto al jonin aveva dedotto che era uno che non amava i cretini ed i ragazzini vogliosi uno che faceva l'istruttore tanto per fare....i suoi compagni erano tutti vogliosi poco meglio,per la ia squadra andrà bene solo etan hyuga e poi altri due...mmhh non tra questi si avvicinò a etan hyuga e disse:Tu quando saremo genin io e te e altri due che non conosci andremo per un pò lontano da konoha,quindi se lo vorrai o no...capito?? il sensei non li aveva sentiti stava pensando a tutt'altro,nella mia squadra includerò anche una ragazza sennò come mi divertirò io?! il gruppetto di shinobi si faceva sempre più chiassoso....ma quanto erano stupidi??Pigliavano ogni scusa per fare baccano come bambini...Akame comunque avrebbe potuto insegnare molto a valerisake rispetto a chiunque altro,ma ora non c'era più e quel jonin senza scrupoli sarebbe stato un ottimo sensei....Allora etan hyuga o come ti chiami io sono Valerisake e allora che dici...verrai?? e attese la risposta del ragazzo che sembrava essere calmo e impassibile,come proprio tutti gli Hyuuga...
 
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[°_tidus_°]
view post Posted on 20/10/2008, 19:50




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narrato
parlato
pensato
parlato altri

Il Sensei
Oltre a Roxas e agli altri tre ragazzi presenti ne arrivarono altri tre. Uno era uno Hyuga come lui. Un altro era un Uchiha e l’ultimo non apparteneva a nessun clan.
In tutto, compreso lui stesso, ne contò sette. Sembravano dei tipi tosti che sapevano il fatto loro, ma questo si sarebbe visto col tempo.
Roxas si stava stufando di aspettare e stava per sfidare qualcuno, quando vide uno shinobi che si avvicinava verso il loro gruppo.
Benvenuti all'inferno ragazzi. Il mio nome è Kaworu Aburame, ma qualcosa mi dice che voi da oggi avrete modo di chiamarmi sensei..
Era il sensei che aveva parlato. La sua voce era fredda e Roxas ne fu quasi spaventato.
questo corso sarà veramente un inferno con questo sensei... sarà meglio presentarsi per non farlo innervosire.
Mentre Roxas soppesava le parole da pronunciare altri quattro studenti si erano già presentati. Il primo era sceso molto nel personale descrivendo i suoi sogni, i suoi obbiettivi e anche un po’ del suo passata. Il secondo aveva fatto una presentazione un po’ scarna poiché aveva riferito solo il nome e il clan di appartenenza. Il terzo era stato strafottente, un po’ troppo secondo Roxas. Il quarto aveva invece trattato il sensei come se fosse un vecchio amico. Roxas pensò bene a quello che stava per dire in modo da trovare il giusto mezzo.
Salve sensei. Io sono Roxas Hyuga del famoso clan. Uno dei miei obbiettivi è di ritrovare mio padre che è fuggito dal villaggio.
Dopo aver parlato, Roxas tornò a fissare il vuoto e si estraniò dal mondo, quindi non avrebbe risposto ai suoi compagni di corso se gli avessero parlato.
 
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