| Legenda:
Narrato Pensato Parlato Parlato altrui
La mia vita...un insieme di fatti, emozioni e forti rancori che veleggiano nella mia mente in ogni frazione di tempo, linee di memoria che mi fanno ricordare in ogni situazione della mia vita quotidiana quanti momenti brutti abbia passato, tra violenza, menzogne, tradimenti e slealta, ma che mi fanno tornare alla mente anche momenti piacevoli e beati, come un abbraccio affettuoso di un familiare oppure una pacca sulla schiena ricevuta da un buon amico in segno di affetto. Sin dall'età di quattro anni come membro del clan Uchiha ho sempre dovuto rispettare le rigide normative di esso, senza mai avere la possibilità di esprimere il mio parere in un qualsiasi contesto, prevenendo possibili conseguenze sia personali, che familiari. Ogni membro del clan da sempre si era attenuto alle regole e cosi mi misi l'anima in pace, frenando in seguito dentro di me ogni possibile protesta. Ma poi all'età di sei anni arrivò il giorno della valutazione delle mie capacità da parte dei maggiori esponenti del clan, dalla quale né risulto un grande carenza. Da quel giorno tutti i miei incubi si avverarono, ero lo zimbello dell'intero villaggio, ed assieme a me tutta la mia famiglia di conseguenza, quando camminavo per le vie del mio villaggio gli occhi dei cittadini si soffermavano a lungo su di me senza distogliere mai lo sguardo, e quando mi allontanavo da loro, di rimando sentivo sonore risate e brevi commenti di cattivo gusto, che mi rendevano sempre più avvilito. Quando tornavo a casa l'atmosfera era molto triste e sconsolata, di rado parlavo con i miei genitori, oramai era tutto cambiato, le risate dei ninja del villaggio mi perseguitavano anche nel sonno, la nostra vita era diventata impossibile, e tutto questo a causa mia, a causa della mia poca destrezza nell'uso delle arti ninja. La mia famiglia però sperava che con il passare del tempo tutti i pregiudizi su di noi sarebbero svaniti dalla mente dei membri del clan, proprio come il lento scorrere del fiume cancella per sempre le scorie appartenenti ad esso. Tre mesi dopo, in un pomeriggio afoso, nel momento della giornata dove il sole era più alto nel cielo, mio padre si trovava sulla strada principale del villaggio, intento a tornare a casa dopo una faticosa giornata di lavoro passata in missione, quando ad un certo punto venne assalito da quattro ninja. I quattro malfattori colsero mio padre di sorpresa, e lo spinsero in un angolo della strada, accerchiandolo. Lui provò a reagire , attivando anche lo sharingan, ma fu tutto inutile, loro erano in troppi, cosi venne picchiato e torturato, e scaraventato in fine al centro della strada, sulla terra arida e bollente, senza neanche avere più la forza di muovere ogni singolo muscolo del corpo per alzarsi in piedi e combattere. Nel frattempo attorno alla pietosa scena, pian piano si veni a formare una grande folla di quasi venti persone, a quel punto i banditi incominciarono ad agitarsi, incerti se fuggire oppure restare ad attendere il corso degli eventi, quando un uomo si divincolò dalla massa di gente e si diresse verso mio padre senza preoccuparsi minimamente di un eventuale reazione del gruppo maligno. Così si avvicinò al mio amato genitore e tentò di rialzarlo per poi poterlo condurre verso un posto più sicuro per poterlo curare, ma venne bloccato per un braccio da uno degli assalitori, e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso...infatti dieci ninja del clan scattarono verso il gruppo di banditi, quando uno di essi lanciò verso loro una bomba soporifera, il filtro contenuto in essa era molto potente, ma soprattutto aveva effetto immediato al solo contatto, così il gruppo dei ninja si fermò di colpo, ignaro delle caratteristiche dell'oggetto lanciato, e dopo poco meno di tre secondi il veleno ebbe effetto, annebbiando l'area circostante, e facendo perdere i sensi a più della metà dei ninja coinvolti, mentre il resto di essi riuscì a fuggire indenne. Nel frattempo io ero andato a comprare nuove armi che servivano a mio padre, e in quel medesimo momento stavo tornando a casa, quando mi bloccai perché dalla lunga distanza avevo visto una grande nebbia, cosi mi rimisi in cammino con passo più svelto per riuscire a capire cosa stava succedendo, arrivai ad appena dieci metri di distanza dalla scena di disordine, quando mi resi conto che molta gente era stesa a terra, senza mostrare alcun segno di vita, facendomi per un momento pensare al peggio. Guardai con acuta attenzione lo spazio circostante oscurato dalla nebbia accorgendomi della presenza di qualche persona in piedi al centro della scena di desolazione, e successivamente girando lo sguardo intravidi tra le vittime, il corpo di mio padre. In quel momento non saprei definire con certezza cosa provavo, ma sicuramente non era nulla di buono, mi scivolarono dalle mani i kunai e gli shuriken, e il mio istinto prese il sopravvento sulla ragione, mi misi a correre in direzione di uno di quei maledetti ninja, e quando arrivai alla distanza di un metro da uno di essi, costui mi guardò, ma neanche il tempo che potesse pronunciare una parola, io l'avevo colpito con un montante, il colpo era forte ma non abbastanza per un ninja di grado cosi elevato. Appena subito il colpo, dalla bocca di costui ne usci una risata provocatoria, e poco dopo mi colpì facendomi barcollare e successivamente cadere a terra, a quel punto egli prese dalla sua tasca un kunai dalla punta acuminata, ed incominciò ad avanzare a passi lenti verso me, quando improvvisamente venne colpito alla schiena da uno shuriken. Il ninja cadde in ginocchio facendosi scivolare dalla mano il kunai estratto dalla tasca in precedenza, incominciando ad emettere gemiti di dolore a causa della ferita subita, nel frattempo i suoi compagni si misero all'erta pronti a difendersi da un eventuale attacco nemico, quando dalla nebbia oramai quasi svanita ne uscì un ninja misterioso coperto in volto da una maschera, a quel punto i malvagi buttarono a terra le armi e abbassarono lo sguardo in segno di rispetto, egli era il capo del clan Uchiha arrivato giusto in tempo per colmare la difficile situazione venuta a crearsi. Passato un po di tempo il ninja con la maschera in volto si guardò in torno con sguardo allibito , poi dopo aver fissato con sguardo serioso e minaccioso i ninja colpevoli della situazione, mi guardò, si avvicinò al mio corpo steso a terra , e mi aiutò ad alzarmi, poi guardandomi dritto negli occhi mi disse:"ragazzo questa sera hai dimostrato veramente del fegato e mi hai stupito, perché non me lo sarei veramente mai aspettato, se le voci su di te fossero state vere non avresti mosso un dito, e ti saresti messo in disparte in attesa che i colpevoli se ne fossero andati, ma non è andata così, e questo mi rasserena, perché io non ho mai creduto a nessuna delle voci che circolavano per il villaggio...l'unica cosa che mi preme di chiederti in questo momento è di frequentare l'accademia quando crescerai, essa ti servirà per crescere sia come ninja che come uomo, oggi hai dimostrato a tutti il tuo valore, ed io adesso ti faccio le scuse a nome di tutto il clan, e mi raccomando, quando sarai in accademia, dimostra il vero valore che possiedono gli Uchiha ". A queste parole io risposi annuendo, guardando fisso negli occhi l'uomo che mi aveva salvato la vita...il capo del clan Uchiha. Da quel momento passai anni tranquilli nel villaggio, senza essere più oggetto di derisione, anzi la gente finalmente mi guardava con occhi diversi, con sguardi che ho sempre desiderato, e che non ho mai ricevuto. Poi arrivò finalmente il giorno dove mi sentivo pronto per dare una svolta alla mia vita, per intraprendere il primo passo verso il mio futuro, cosi decisi di partire per Konoha ed iniziare la mia carriera ninja. Salutai la mia famiglia, nella quale intravidi finalmente sguardi di ammirazione, e mi incamminai verso il villaggio della foglia, praticai dieci giorni di strada per arrivare, mangiando e bevendo poco, e ad ogni giorno che passava il mio corpo perdeva forze ed energie. All'ottavo giorno persi i sensi , e restai quasi quindici ore senza svegliarmi, poi quando avevo riaperto finalmente gli occhi mi resi conto di ciò che mi era successo, cosi mangiai l'ultima scorta di cibo che mi era avanzata, e ripresi a camminare. Passarono gli ultimi due giorni, e mi ritrovai finalmente davanti alle porte di Konoha, cosi mi dissi:" ci sono finalmente, ecco le porte che mi renderanno la persona, che ambisco da anni di essere", attesi qualche secondo, e si aprirono le porte del villaggio, entrai e vidi di fronte a me tantissime case, ognuna di colore diverso, e poi guardando attentamente di fronte a me, in lontananza, riconobbi le enormi statue degli Hokage scolpite sulla montagna, in quel momento mi vennero i brividi, e le restai a guardare con sguardo ammaliato per enorme tempo. Nei giorni che seguirono feci molte amicizie all'interno del villaggio, conobbi persone di ogni genere, bizzarre, scontrose, estroverse, introverse, ma ne conobbi una in particolare, con cui legai un rapporto speciale, era uno studente come me, l'unica differenza era che lui arrivò nel villaggio prima di me, e appunto per questo mi diede i giusti consigli per ambientarmi al meglio in questo luogo a me nuovo e misterioso. Poi passò una settimana e mi resi conto che non potevo ciondolare a lungo all'interno del villaggio senza fare nulla di producente, cosi decisi di incominciare ad allenarmi, di modo che all'apertura prossima dell'accademia sarei stato allenato e prestante, pronto ad affrontare le difficoltà che si sarebbero create dinanzi a me. Cosi, detto fatto, mi allenai per due settimane senza sosta, e poi in un pomeriggio freddo e piovoso presi la decisione di sospendere l'allenamento e tornare a casa, cosi per prevenire una possibile influenza, e non perdere altri giorni di allenamento. Percorsi cosi la strada di brecciolino che conduceva alla mia modesta casa , e quando mi trovai davanti al cancello, guardai curioso la mia cassetta delle poste, e dissi con tono moderato:"ma guarda che strano di solito non mi scrive mai nessuno, chi sarà mai questa volta?", cosi mi accinsi a varcare la soglia di casa, ansioso di conoscere il contenuto della mia lettera. La busta presentava un colore rosso all'esterno, con uno sigillo blu al centro, aprii la lettera e la lessi..."ma questa è la lettera di iscrizione all'accademia...cè scritto il mio nome sopra...Simone Uchiha...finalmente...è da tanto tempo che la aspettavo, ed ora è arrivata!!!" , lessi tutte le indicazioni scrupolosamente e senza neanche pensarci sopra, preparai la borsa per partire, mi ricordavo che in questo periodo mio padre era in missione nei pressi di Konoha, ed alloggiava in una casa insieme ad altri ninja, ci avrei messo due giorni ad andare e due a tornare, sarei tornato in tempo, si poteva fare, cosi senza pensare ad altro mi misi in viaggio. Passai due giorni saltando da un ramo ad un altro in gran velocità, ed attraversai anche il lungo fiume sulla strada, concentrando il chakra sui piedi, e poi finalmente arrivai in questo piccolo villaggio...mi misi a correre lungo la grigia strada mattonata in cerca di qualcosa che potesse farmi intuire dove si trovasse mio padre, quando ad un certo punto da una casetta alquanto diroccata, nascosta dietro una grande quercia, notai un ninja con la stessa divisa della squadra di mio padre, cosi mi diressi verso essa, bussai ed entrai subito dopo in seguito ad una voce di accettazione."Per caso qui dentro alloggia mio padre, io sono Simone", ed un ninja mi rispose:"Sei tu...Simone, tuo padre ti è venuto a trovare a Konoha, ti voleva fare una sorpresa...", a quel punto salutai e mi scusai del disturbo e corsi al villaggio. Passarono altri due giorni, e poi finalmente arrivai a casa, dove trovai mio padre che mi aspettava con due tè caldi, uno di fronte a lui, ed uno per me, "Papà, papà, finalmente..." e lui di rimando: "figliolo ma come sei cresciuto, non ti riconosco quasi più" ed io senza perder tempo mostrai lui la lettera...Il suo viso si illuminò di gioia, non ebbe parole, e l'unica cosa che fece in quel momento fù un abbraccio, forte, che non sentivo ormai da molto tempo. Cosi passai in sua compagnia gli altri due giorni mancanti all'inizio dell'accademia, e poi finalmente suono la sveglia delle sei e mezza del lunedì mattina, ero eccitato, e non vedevo l'ora di sedermi in aula per conoscere il mio nuovo sensei, che conoscevo soltanto di nomina, e gli alti cinque compagni del mio corso. Cosi mi preparai in gran fretta, ed arrivai in accademia alle sette e venti, entrai dentro essa e tirai fuori dalla mia tasca la lettera e seguii le sue indicazioni, codi mi diressi con gran foga al secondo piano, diretto nell'aula duecentodiciannove, l'aula era già aperta, entrai e vidi seduti ai loro posti tre persone , del mio corso ovviamente, e poi con un misto di timidezza e curiosità guardai seduto nella sua cattedra il mio sensei, lo guardai per due secondi al massimo, accorgendomi solamente dei suoi occhi chiari, caratteristica spiccata degli Hyuga, poi abbassai lo sguardo e mi diressi ad uno dei posti, precisamente il secondo banco della terza fila, e mi misi seduto in attesa dell'arrivo degli altri due studenti
Edited by mangekyou90 - 4/8/2008, 22:51
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