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Erano passati alcune settimane da quando la Kiyurashi aveva ottenuto la sua promozione a grado chuunin: con quel ruolo, finalmente, poteva “lavorare” in Accademia, istruendo i suoi compaesani. Miyu, fisicamente, era una ragazza di sedici anni, dai lunghi capelli d’un insolito colore rosa/rosso intenso, e dalle iridi scarlatte: tra le ciocche di capelli che ricadevano sulla fronte, ella teneva un coprifronte, anzi il coprifronte, che fungeva da carta d’identità come kunoichi. Essendo quello il primo corso che teneva direttamente, per evitare di farsi prendere dall’emozione, aveva portato con sé un libro sulle tecniche per uccidere rapidamente un nemico. Un libro decisamente interessante. Attese che la porta cessasse di aprirsi e di chiudersi, ovvero il segnale che tutti coloro che dovevano arrivare erano giunti. Allora, compresa la situazione, chiuse il libro con un rapido gesto di mano, e lo pose sulla cattedra. Solo allora guardò i suoi studenti. Il primo ad essere entrato se ne stava al primo banco, davanti a lei, in silenzio: che la tensione lo stesse divorando a tal punto da non fargli proferire parola .. ? Chissà. Il secondo poteva dirsi fisicamente molto vicino d’età alla Kiyurashi, la quale non trovava né assurdo né ridicolo il modo di apparire dello studente, anzi, ne era sinceramente affascinata. E poi.. Un moccioso scalmanato era il terzo: s’era messo a gridare dalla finestra al primo passante che aveva notato, e la mancanza di educazione, assieme al rumore provocato, aveva già seccato abbastanza la kunoichi. Un po’ più educato era stato il quarto, che aveva per lo meno salutato prima di accomodarsi. Il quinto .. Aveva un qualcosa di familiare, anche se per prima la Kiyurashi non sapeva dire perché: poco importava, dato che come i primi due, anche questo ragazzo cercava la solitudine.

Yo. Dato che l’appellativo di “sensei” o di “maestra” mi sembra prematuro, dato che forse non imparerete mai niente da me, tanto vale svelare il mio nome: Miyu, della famiglia Kiyurashi. Se volete chiamatemi così. Non aspettatevi da me una kunoichi che con un solo dito fa miracoli: sono soltanto un chuunin, e da poco per giunta. Tuttavia vorrei informarvi che quando ero genin, uccisi due persone, tra cui un mio compagno d’Accademia: quindi.. Prima di dire o fare qualcosa, fossi in voi, penserei.

Ormai aveva iniziato a parlare: se ne stava lì, seduta sulla cattedra, dinanzi alla sua “classe”, con le gambe “a penzoloni” e il capo leggermente chino. La sua voce era seria, per nulla allegra, e le sue parole – seppur prive di superbia – sembravano essere le più sincere mai rivolte ai cuori degli studenti. Miyu sapeva benissimo che quando lei entrò in Accademia, nessuno le riservò questo trattamento.. Ma lei era a conoscenza d’una cosa: mai sarebbe stata la loro insegnante. Non si riteneva pronta, quindi, per loro non era che una balia. Incrociando le braccia, decise di cominciare le presentazioni ufficiali, prima di iniziare a muoversi:

Bene, visto che siamo tutti, direi di cominciare a presentarci. Può sembrare una seccatura che è obbligatorio fare, ma d’altronde non posso chiamarvi ragazzo uno, due o tre. Dite quel che vi pare, senza problemi.. Che vi piaccia o meno dovremo fare questo corso insieme, e quindi dovremo almeno sopportarci: e per convivere, dobbiamo sapere con quale elemento dobbiamo entrare in contatto. Chi quindi giocherà a fare l’asociale, verrà a preso a calci dalla sottoscritta.
Concluse con un sorrisetto malizoso, rappresentante il fatto che la kunoichi si stesse divertendo. C’era un filo di verità, nelle sue parole, tuttavia: se i ragazzi venivano definiti compagni, un motivo doveva esserci. Quale? Semplice: dovevano conoscersi. Una classe dev’essere formata da individui che nella loro diversità sanno affrontare insieme gli ostacoli, altrimenti è solo un ammasso di egoisti riuniti per causa di forza maggiore.. Pilastri che da soli valgono quanto un castello di sabbia.

Che ragazzi! Non c’era nulla da dire riguardo le loro presentazioni, era errato giudicare una persona in base a poche frasi, ma in ogni caso Miyu poteva condividere e non alcune cose. Per esempio la vendetta: a suo giudizio, quasi il 90% degli attuali ninja agiva per vendetta. Sangue per sangue.. Aveva senso? La Kiyurashi aveva solo sedici anni, eppure suo padre se ne era andato di casa quando questo lei aveva circa quattro anni .. E nonostante tutti tentassero di convincerla sulla morte del genitore, lei non si rassegnava, e non desiderava vendetta. Inoltre trovava abbastanza stupido i discorso dell’amicizia, cui molti avevano fatto riferimento. Ma dove credevano di essere? Ad un associazione per incontri tra anime solitarie .. ? Tsk. Lei poteva dire di aver stretto una mezza amicizia solo con una dei suoi compagni .. E si faceva problemi? No. Questa era una scuola per diventare ninja, non un asilo. Tuttavia l’aveva colpita anche la presenza di un determinato alunno in classe: Rio Kiyurashi. Come era ben visibile dal cognome, i due erano parenti. Già .. Rio era il fratello minore di Miyu, sebbene i due si fossero separati ormai da anni. Lui era così diverso da come se lo ricordava.. Ma ben sapeva che il tempo dei sentimenti e dei ricordi sarebbe giunto in privato, fuori dalle pareti scolastiche: nessuno qui dentro avrebbe ricevuto sconti.

Cosa ho da dirvi .. ?
Sta a voi dimostrarmi se davvero volete raggiungere i vostri scopi o siete soltanto dei fantasiosi idealisti. Quanto all’amicizia.. Non siamo qui per creare un circoletto: io per prima sono qui per ordini dall’alto, e voi tutti siete qui perché accomunati da uno stesso obbiettivo.. L’amicizia non c’entra. Inoltre non voglio essere una delle tante che vi dice che agire per vendetta vi farà soltanto male, dato che è inutile.. Se siete intelligenti capirete cosa è giusto e sbagliato da soli.

Afferrò un kunai dalla tasca, e prese a giocarci un poco, giusto per dare qualche secondo in più ai ragazzi per riflettere sulle sue parole: la kunoichi aveva già ideato un piano, per quella lezione .. Una prova, se così si può dire. Ma prima andavano testate le capacità degli studenti. La voce di Rey entrò da un orecchio ed uscì dall’altro.. Faceva caldo .. ? Guarda caso si trovavano proprio a Suna, dove normalmente le temperature sono polari … No? Il comportamento di quel ragazzo – riferito al chiassoso evento di prima – cominciava veramente a seccarla.

Vuoi sapere qualcosa sul mio carattere, Rey?
Colleziono cadaveri che poi scambio con un’amica che li appicca al soffitto.

Disse così, senza guardarlo, con un leggero ghigno sulle labbra, mentre passava il kunai vicino alle unghie, a mo’ di lima. La sua frase poteva essere vera quanto falsa: in casa sua, Miyu aveva già due cadaveri, che avrebbe dovuto consegnare ad una determinata persona. Ed era anche vero che Gogo Yubari, una sua amica, appiccava cadaveri al soffitto: ma di sicuro, le due non se li scambiavano come figurine. Riportò lo sguardo sulla classe, era ora di dare inizio alla lezione:

Direi che è ora di cominciare: voi tutti avrete imparato delle Tecniche Base, o sbaglio ?
Mostratemene una a piacere di quelle che conoscete.