allenamento per energia verde, moltak

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moltak
view post Posted on 17/6/2010, 09:04





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Allenamento

Primo giorno: Lunedì, ore 7:15


Uff.. è già ora, che fatica...
Kakuro iniziava così tutte le sue giornate, si svegliava e si metteva a guardare fuori dalla finestra sul tetto della mansarda dove dormiva, sdraiato sul letto con le braccia incrociate sotto la testa.
Era un rito, non si sa a cosa pensasse, probabilmente si limitava a scrutare quel ritaglio di cielo che si affacciava sulla sua stanza.
Quella mattina segnava la fine della sua tranquillità per tre interminabili giorni che sarebbero stati dedicati all'allenamento, scelta che gli sarebbe stata impossibile se non fosse stato mosso dalla sua urgente motivazione.
Scese dal letto, prese i vestiti da sopra una sedia e scese verso la cucina.
Mentre la attraversava afferrò al volo un pennarello dal tavolo e fece una croce su un foglietto che stava appeso al frigorifero, poi lo aprì e prese una bottiglia d'acqua, poi uscì in giardino, portandosi dietro la pagina che aveva appena segnato.
Uscito inspirò profondamente, gustando l'aria fresca del mattino, già carica dell'umidità estiva.
Il pallido sole delle prime ore del mattino illuminava il giardino di casa akawa, circondato da numerosi alberi che lo separavano dalle altre case.
Vediamo cosa dice il programma di oggi...
Disse alzando il pezzo di carta che somigliava a un elenco della spesa.
Giusto...
Lasciò il foglio su una panca di legno e iniziò a scaldare i muscoli, prima con circonduzioni del collo, poi flettendo il corpo in avanti per i muscoli delle gambe, e infine riscaldando le braccia e le spalle.
Poi si stese a terra e iniziò con le flessioni, dieci serie da venti intervallate da 10 serie da 30 addominali, esercizi che nonostante sembri insolito, per lui erano un'abitudine che aveva preso da quando iniziò a frequentare l'accademia, un semplice riscaldamento, che da programma non doveva durare più di 45 minuti.
Fatto, ora iniziamo con l'allenamento speciale, vediamo se riesco a batterti.
Alcune gocce di sudore iniziarono a rigargli la fronte, faceva già un gran caldo nonostante l'ora.
Si avvicinò di nuovo alla panca, raccolse il bastone e fece qualche movimento preparatorio, portandolo con entrambe le mani sopra la testa e poi abbassandolo colpendo l'aria, poi si spostò verso un angolo del giardino dove stava una piccola tettoia che copriva dalla pioggia una catasta di legna.
Più precisamente erano sezioni di tronco di acero del diametro di circa 40 cm e alte 30.
Ne prese tre con ogni braccio, erano pesanti, infatti la prima parte del'esercizio stava nel portarle dall'altra parte del giardino dove si sarebbe svolto l'esercizio.
Compiuto tale tragitto le appoggiò a terra a lato di una pietra quadrata alta poco più di un metro, con la superficie superiore piena di graffi e solchi.
Fece questo viaggio alcune volte fino ad accumulare 50 tronchi a lato della pietra, ne appoggiò uno sulla stessa, poi impugnò l'hanbo, il sottile bastone lungo circa un metro che usava per allenarsi e si posizionò davanti alla roccia.
Spaccare 50 tronchi in 4 sezioni l'uno usando solo un hanbo, eri proprio un pazzo.
Impugnò il bastone con due mani, mettendosi in guardia come si tiene una spada, poi lo alzò sopra la testa e colpì il tronco.
L'impatto sulla superficie del tronco fece perdere la presa a kakuro, che si inginocchiò a terra tenendosi il polso dolorante.
Alzò lo sguardo sul tronco e poi osservò il bastone.
Sul primo notò una leggera rientranza ad angolo retto oltre il centro a metà precisa del bersaglio, mentre sul secondo notò un segno sulla punta.
Ecco dove ho sbagliato.. con la mia forza attuale non ce la posso fare, ma osservando i segni lasciati dal mio colpo e i graffi sulla pietra penso di aver capito la tecnica giusta. Devo scendere con il bastone parallelo alla superficie della pietra, in modo da colpire il tronco precisamente a metà e lungo tutto l'asse centrale,
così la forza si applicherà in modo uniforme e senza disperdersi, solo così posso riuscire a tagliare il tronco!

Alzandosi si rimise in posizione e calcolò accuratamente la traiettoria del colpo, poi con la mano destra sopra l'arma che stava impugnata nell'altra colpì, senza sentire dolore stavolta, il colpo era penetrato nel tronco fino a metà. Sorrise, poi continuò a provare nello stesso modo, cercando ogni volta di migliorare la sua posizione e di calibrare al meglio la forza.
Il tempo passava, scandito dal rumore dei colpi che si schiantavano sui tronchi, e i pezzi di questi si accumulavano con ritmo sempre maggiore al lato sinistro della pietra.
Dopo due ore le mani facevano male, le braccia tremavano e il lavoro aveva rotto 4 bastoni, m la pila alla destra della roccia contava ancora 25 unità.
kakuro si lasciò cadere a terra, manido di sudore, si tolse i guanti dalle mani e le massaggiò, demoralizzato.
Era uscito dal programma, in due ore aveva fatto solo la metà del lavoro che si era prefisso.
Guardando di nuovo il cielo, adesso luminoso e terso, con una mano si fece schermo alla luce del sole, e la vide sanguinante.
Davanti a lui balenò l'immagine della mano sanguinante del padre mentre stringeva la pietra con il quale l'aveva colpito anni prima.
Stringendo i denti kakuro si alzò di scatto e colpì la roccia con un pugno, ignorando il dolore e raccolse un nuovo bastone, poi posizionò un tronco sulla pietra e vi si posizionò di fronte.
Compiendo il tanto collaudato movimento colpì il bersaglio gridando, e spaccandolo in nettamente in due parti, ma non si fermò, aveva ancora l'immagine di suo padre stampata nella testa, e continuò, come se colpendo i tronchi volesse colpire il padre.
Continuò per un'ora, mentre il dolore aumentava sempre e continuando a ignorarlo, poi si gettò di uovo a terra, si coprì il volto con entrambe le mani e spostandole verso l'alto si scostò i capelli dalla fronte e scoppiò a ridere.
Mi hai guardato eh? Hai visto che ce l'ho fatta? Ti ho battuto, ci ho messo solo tre ore! Ti ho battuto di 5 minuti!
L'orologio a pendolo dentro casa suonò mezzogiorno, la prima parte era finita.
kakuro entrò in casa e si abbandonò su una sedia della cucina, buttando il suo programma sul tavolo e tracciando una vistosa croce rossa sopra di esso.
La tappa successiva dell'addestramento sarebbe iniziata tre ore dopo.

Primo giorno: Lunedì, ore 15:04


Eccoci qua, sotto con la seconda parte.
Kakuro si sentiva abbastanza fresco dopo quelle tre ore di riposo, e alle tre precise era partito da casa per portarsi sul luogo dove avrebbe sostenuto la seconda parte dell'allenamento, ovvero all'interno della sua privata residenza.
Stavolta aveva con se uno zaino.
Guardò in alto per un istante, poi si incamminò nel bosco salendo per un ripido sentiero che si inerpicava sul fianco della montagna.
Il tragitto fu breve, si ricordava bene come raggiungere quel posto.
Si fermò sotto un albero e appoggiò lo zaino, poi prese un foglio sul quale aveva disegnato una tabella a due colonne e la attaccò al tronco con un kunai che aveva un pennarello appeso con un filo.
Bene, questa parte è decisamente più interessante...
Disse mentre si avvicinava a una parete rocciosa verticale alta fino alla cima della montagna...
5 minuti e 26 secondi
...detto questo avviò un cronometro e si avvicinò alla parete rocciosa e cercò un possibile appiglio per iniziare a salire, trovando solo pochissime escrescenze che gli permisero di salire di un paio di metri.
La salita era faticosa e l'allenamento mattutino si faceva sentire, ma la prova stava proprio in quello, se non ci fosse riuscito entro la giornata la mattina dopo avrebbe dovuto ricominciare da capo.
Mentre pensava a questo la salita proseguiva, lentamente e le braccia facevano sempre più male, le dita sembravano volersi staccare dalle mani.
Giunse a un'altezza di quasi dieci metri, e li la parete si inclinava a 30 gradi verso l'esterno, cosa che non solo impediva l'uso dei piedi, ma anche di vedere eventuali appigli oltre.
Dolorante ma determinato provò a superarla, ma nel tentativo di salire con la sola forza delle braccia le sue mani lasciarono la presa, cadde, ma riuscì con le gambe a fregare la caduta e poi ad attutirla una volta toccato terra.
Aveva fatto meno di un decimo del percorso in più di tre minuti.
Alzatosi ritentò l'impresa, ma una volta salito, giunto allo stesso punto cadde di nuovo. Vari tentativi si susseguirono ma i risultati erano sempre peggiori, la fatica si accumulava e la convinzione di non essere in grado di affrontare quella prova si faceva strada nella sua mente. Dopo l'ennesimo tentativo Kakuro si sedette a terra e si appoggiò a fianco della montagna, demoralizzato dai clamorosi fallimenti.
Aveva provato per tre ore senza un minimo miglioramento e stava iniziando a pensare di rinunciare, ma osservando in alto, notò una cosa, quasi per caso. Si alzò di scatto e si mise a guardare la parete e gli appigli che usava.
Fino a quel momento aveva usato quelli che sembravano gli unici appigli possibili, delle piccole rocce sporgenti piuttosto vicine tra loro, che però rendevano impossibile salire quando la parete diventava troppo inclinata.
Ma lungo la parete non c'erano solo quei piccoli appigli, solo ora notava che in punti notevolmente distanti tra loro la pietra mostrava sporgenze di dimensioni molto maggiori.
Si allontanò dalla parete e osservò in alto, notando con stupore che forse usando quel percorso sarebbe stato possibile arrivare fino in cima.
Stanco e dolorante si portò vicino alla prima di quelle e aiutandosi con altre prese più piccole vi poggiò i piedi sopra, notando che c'era abbastanza spazio per entrambi.
La punta successiva era più di due metri più in alto, l'unica possibilità era saltare. Spinse con le gambe e spiccato il salto si aggrappò alla roccia sovrastante con entrambe le mani e si tirò su, riportandosi nella posizione di prima.
Dopo poco arrivò all'ostacolo che lo aveva bloccato fino a quel momento, inclinò il corpo all'indietro, come per abbandonarsi e lasciarsi cadere, ma all'ultimo puntò un piede sulla parete e l'altro sulla roccia, spingendosi in alto e verso l'esterno allo stesso tempo e trovando un'altra roccia sopra di lui. Velocemente la avvinghiò con le braccia e si sollevò.
Sorridendo, e saltando da un appiglio all'altro arrivò fino alla cima della montagna, prese il cronometro...
7 minuti e 12 secondi...Perfetto, ora e solo questione di tempo!
Scese dalla montagna e segnò il risultato sullo schema che aveva preparato, poi riprovò di nuovo, ogni volta annotando il nuovo risultato sulla tabella, migliorandolo di qualche secondo.
Passarono ore, il cielo era di un rosso acceso e il sole era scomparso dietro il monte mentre Kakuro scalava la parete.
Era così stanco che le braccia e le gambe avevano quasi perso sensibilità e il suo cuore batteva come se stesse per esplodere, ma lui vedeva solo il suo obbiettivo sopra la testa.
Giunse all'ultima roccia, la afferrò con entrambe le mani, spinse con le gambe sulla parete e spiccò l'ultimo salto, atterrando lungo disteso sulla cima, estrasse il cronometro...
5 minuti e 14 secondi.
Mentre il sole rosso scompariva dietro l'orizzonte, Kisuke chiuse gli occhi, sorridendo.

Secondo giorno: Martedì, orario imprecisato.



Kakuro aprì gli occhi, era ancora sulla cima di quella montagna e da li vedeva benissimo il sole alto nel cielo.
Maledizione, ero talmente stanco che ho perso i sensi qua sopra, chissà che ora saranno adesso?!
Alzatosi in piedi Kakuro notò quanto poco quella notte all'aperto avesse giovato alla sua salute, e oltre ai muscoli aveva anche un forte mal di testa.
Si sgranchì le ossa poi scese dalla montagna e si incamminò verso casa sua.
Entrato in casa passando davanti a uno specchio per poco non si riconobbe, in quanto il colore della sua pelle era più simile a quello della montagna che a quello di una persona, quindi si fiondò in bagno per cercare di rimuovere la terra che oramai poteva considerarsi una sua seconda pelle.
Recuperato un aspetto umano Kakauro tornò al piano di sotto, prese il programma e fece un'altra croce rossa su di esso, poi andò in giardino, intento a iniziare la sua seconda faticosa giornata di allenamento.
Iniziò con il consueto riscaldamento, che oggi risultò molto più doloroso del giorno precedente, vista la nottata tutt'altro che confortevole, poi una volta finito tornò sulla panca dove teneva il programma e controllò cosa lo aspettava.
La giornata era occupata interamente da un unico esercizio.
Chissà perchè tu avevi impiegato così tanto tempo per farlo, ora che ho visto gli altri esercizi, questo sembra un gioco da ragazzi.
Mentre pronunciava queste parole andò a prendere i ceppi di legno che aveva tagliato il giorno prima, dieci in tutto, e andò a cercare alcuni precisi alberi del giardino riconoscibili da parecchi segni sui loro tronchi e rami, dove andò a collocare su rami precisi i pezzi di legno, tutti a un'altezza di circa tre metri, come a formare un percorso.
Fatto ciò tornò in casa e prese le borse per l'equipaggiamento e le indossò.
Seguendo le indicazioni dello schema si posizionò in un punto preciso del giardino, dopo aver preso un sacco ed esserselo legato alla cintura.
Dunque, colpire i bersagli con i spiedi e raccoglierli al volo prima che tocchino terra, colpendo sempre il bersaglio successivo prima di raccogliere il primo. Ma come accidenti facevi a inventarti questa roba?
Da quel punto Kakuro poteva vedere solo il primo bersaglio in bilico sul rapo, si preparò a scattare poi prese uno spiedo, mirò accuratamente e lo lanciò, scattando in avanti nello stesso istante.
Subito dopo il primo passo prese un altro spiedo e quando superò un albero sulla destra gli apparve il ramo dove sapeva che avrebbe trovato il secondo bersaglio, mirò e...
Era sparito.
Con lo sguardo guardò sugli altri rami dove potesse essere poi stupito lo vide a terra.
Bah, devo piazzarli meglio, altrimenti finirò per perdere un sacco di tempo.
Riposizionò il pezzo di legno sul ramo e si portò di nuovo all'inizio del percorso.
Di nuovo lanciò l'arma poi ne seguì la traiettoria, estrasse l'altra e vide il secondo bersaglio cadere ancora prima di essere colpita, insieme alla prima.
Sconcertato riprovò più volte senza capire cosa succedesse, prestando sempre più attenzione ai dettagli ma non riuscì a capire quale fosse la causa di quel fenomeno, sembrava che si muovessero da soli.
Dopo con il fiato rotto e il volto grondante sudore si rimise in posizione per un ennesimo tentativo:
Allora, se le regole sono queste l'unica cosa che posso fare è trovare la strategia migliore: se colpendo il primo bersaglio anche il successivo correre più veloce per afferrarli entrambi potrebbe funzionare, ma visto che devo colpire il secondo prima di afferrare il primo, l'unica scelta che mi rimane è cercare di colpirlo mentre sta cadendo, ma questo lo allontanerebbe solo da me.
Forse se non lo colpissi direttamente ma facessi passare il kunai lungo la sua traiettoria di caduta riuscirei a guadagnare un po' di tempo per afferrarlo, non mi resta che provare.

Forte della sua nuova strategia kakuro si preparò di nuovo e lanciata l'arma si fiondò ancora più velocemente di prima verso gli alberi e appena vide il pezzo di legno cadere lanciò una seconda arma che si andò a conficcare nel tronco di una pianta, poi si slanciò per raccogliere il primo, afferrandolo in tempo. L'altro urtò il kunai rimanendovi brevemente in equilibrio sopra, per poi essere afferrato pochi centimetri prima di toccare terra. Il terzo era ancora ritto sul suo ramo.
Era si riuscito ad afferrarli, ma senza colpire quello successivo e la cosa iniziava a diventare complicata. Per il tentativo successivo decise di tenere due spiedo in mano fin dall'inizio, per riuscire a lanciarne uno immediatamente dopo il primo per risparmiare il tempo che estrarlo gli avrebbe richiesto.
Di nuovo in posizione, lanciò il kunai e iniziò la corsa, conficcò un'arma nel tronco dell'albero nel solito punto e afferrò il primo ceppo in caduta per lanciare immediatamente un'altro spiedo verso il terzo ceppo.
Mentre l'arma sfrecciava verso il terzo bersaglio Kakuro balzò verso il secondo e lo lasciò andare nel sacco poi mentre proseguiva nel percorso estrasse un terzo spiedo per il bersaglio successivo e correndo al massimo della sua velocità tra gli alberi lo lanciò, vedendo che come prima, anche quello stava cadendo.
Il pugnale volò a vuoto conficcandosi in un ramo e mentre prese il terzo ceppo al volo inciampò, andando a schiantarsi contro un tronco. Per il colpo iniziò a tossire
Merda!
Questa cosa è impossibile!

Urlo battendo il pugno a terra.
Ok devo calmarmi e pensare, non so ancora perchè, ma è evidente che quei tronchi sono abbinati a due a due e ogni volta che si colpisce il primo della coppia il secondo cade simultaneamente, ma il problema qui non è quando e come colpire i bersagli, ma come estrarre le armi per farlo. Nel momento che io lancio la prima questa fa cadere due oggetti, uno dei quali deve essere colpito da un'altra di queste. In totale quindi dovrei estrarre due armi ed afferrare due tronchi. Devo cercare di guadagnare anche solo qualche decimo di secondo...

Secondo giorno: Martedì, dopo il tramonto



Kkakuro stava seduto a terra, ansimante stringendo in mano alcuni spiedi usurati, le sue gambe erano coperte di graffi così come i suoi gomiti, conseguenza delle numerose cadute.
Per tutto il giorno aveva provato e riprovato quello che sembrava uno stupido gioco senza senso, ma che si era rivelata una cosa quasi fuori dal limite umano.
Le doti atletiche di Shou erano buone, ma nonostante la sua considerevole velocità non era ancora riuscito nell'impresa.
La sua tecnica era parecchio migliorata dall'inizio ma poteva sentire che mancava ancora qualcosa; tagliando in ogni punto possibile non era ancora riuscito ad ottenere il tempo necessario per colpire e raccogliere tutti i bersagli.
Ora osservava davanti a se, come se avesse disegnata una mappa del percorso da seguire davanti ai suoi occhi e cercava tenendo presenti le posizioni e l'ordine di ogni oggetto e azione, di capire quale fosse il suo errore.
E' nel numero che sbaglio, perdo troppo tempo a estrarre spiedi da lanciare, forse...
I spiedi che conficco nei tronchi, se riuscissi a prendere quelli e lanciarli avrei di sicuro più tempo per raccogliere i bersagli mentre cadono, ma come posso riuscirci.. Raccoglierlo dopo aver preso il ceppo è impossibile, dovrei rallentare la corsa e per prenderli prima di aver afferrato il ceppo dovrei voltarmi e perderei tempo.. Aspetta, se invece di voltarmi riuscissi a trovarmi in una posizione tale da avere un ceppo da un lato e un kunai dall'altra riuscirei a fare due cose contemporaneamente e eliminerei il tempo necessario ad estrarne uno nuovo! Devo crearmi spazio.. Ecco si, ho trovato! Devo saltare! Saltare sull'albero!

Balzò in piedi, certo che la sua tecnica fosse quella giusta, ora aveva solo bisogno di tempo per riuscire a metterla in pratica.
Come gli era stato insegnato iniziò ad esercitarsi partendo dalla parte superiore del corpo, per poi scendere gradualmente fino ai piedi.
Sulla tempia scorreva una goccia di sudore ma kakuro si sentiva carico e pronto ad iniziare il vero allenamento.
Vicino ad un albero dalla parte opposta della radura stavano nascoste 4 pietre di medie dimensioni e dalla forma squadrata, ne prese due e se le mise dentro lo zaino, lo indossò e per poco non cadde all’indietro sbilanciato dai 20 chili caricati sulla schiena.
Con un colpo di reni ritrovò l’equilibrio e si stese a terra a pancia in giù.
Normalmente i suoi coetanei non riuscivano a sostenere più di 4 set da 20 flessioni con un carico simile sulla schiena ma lui era molto più allenato e in forma di loro e i suoi bicipiti scolpiti lo dimostravano.
A quel punto, verso le 20 di sera, si cambiò e si diresse verso un fiume dalle modeste dimensioni che scorreva li vicino; scorreva lento e l’acqua era cristallina.
Si tuffò.
L’acqua era calda nonostante la stagione: nella zona c’erano diverse fonti d’acqua calda per cui si poteva fare il bagno tutto l’anno.
Quel giorno però non c’era tempo per concedersi un bagno rilassante: la sua priorità era allenarsi, doveva essere il migliore.
Nuotò contro corrente per 3 ore abbondanti facendo una pausa ogni ora; iniziò nuotando solo col costume ma, ogni volta che riprendeva, indossava una maglia a maniche lunghe in più, in modo tale da appesantirsi rendendo così più efficace l’allenamento.
Il sole era tramontato già da tre ore, quando fece ritorno alla radura e la fame si faceva sentire.
Stese gli indumenti bagnati e si preparò la cena.
Sazio e stanco si stese a contemplare il cielo; era un tipo abbastanza introverso al quale piaceva ascoltare più che parlare ma soprattutto amava contemplare la natura.
Si addormentò poco dopo col sorriso sulle labbra: una stella cadente aveva appena illuminato il cielo.
Era di un giorno più vicino alla realizzazione del suo sogno…

 
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nakamura.666
view post Posted on 17/6/2010, 16:59




Mi chiedi di valutare questo allenamento,io non posso farlo ma ti dico una cosa,l'allenamento dovrebbe essere da sette giorni ed io ne vedo solo due.
Una cosa,io non credo che questo sia farina del tuo sacco come tante altre cose che postato in giro per il forum e in questo allenamento si vede benissimo visto che ti sei scordato di modificare il nome del vero proprietario con il tuo.
CITAZIONE
Mentre il sole rosso scompariva dietro l'orizzonte, Kisuke chiuse gli occhi, sorridendo.

 
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moltak
view post Posted on 17/6/2010, 17:01




mi devo essere sbagliato kisuke è il mio nome in un altro gdr
tranquillo è mio
poi dopo quello che è successo non avrei il coraggio di ririppare XD
 
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¬ I t a m æ «
view post Posted on 18/6/2010, 11:24




CITAZIONE
Come ha già detto nakamura, l'allenamento per l'energia verde è composto da 7 giorni, mentre tu ne hai fatti appena due.

 
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Vaalin
view post Posted on 18/6/2010, 17:43




E gli allenamenti vanno nella sezione apposita.
 
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moltak
view post Posted on 18/6/2010, 19:22




si ok che sono 2 ma poi li ho pure divisi tipo tramonto mattino ecc.
comunque aspettate tra una settimanella avrò finito gli altri XD
 
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5 replies since 17/6/2010, 09:04   123 views
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