Fryese Nara vs Anzo Rin, VI, I fase

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Fryese39
view post Posted on 21/6/2010, 22:12 by: Fryese39

Capitano Anbu

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† Black Lightning - Nera Folgore †




{Se hai paura di perdere, hai già perso.}

Gocce d’acqua ricche di molecole complesse che avevano richiesto molto tempo per formarsi, precipitarono violentemente sul roccioso suolo bagnato e fradicio. Scivolavano dolcemente su quelle formazioni rocciose del soffitto altrettanto roccioso, le stalattiti. La foschia dominava quel luogo soffocante, umido e oscuro, l’esatto opposto di quello che avrebbe desiderato: non più la Luce, ma il buio e l’oscurità nei suoi occhi splendenti e allo stesso tempo scuri come la pece. La Luce lo avrebbe fatto uscire dal cunicolo oscuro, dalla “foresta” fitta, ma era costretto a tornare nell’oscurità, concretamente però, che oscurava non solo quella grotta, ma anche la mente di Fryese, e con essa la sua Luce.

Nell’animo del ragazzo c’era solo odio per gli altri e desiderio di Luce, che veniva convertita dallo sguardo in oscurità: una Luce Nera.
Questi pensieri strani vagavano nella mente di Fryese, rimbalzando come forsennati, senza un ordine, un ordine preciso, senza dar conto a cosa pensava, senza riflettere almeno per un istante su che idee strane si faceva della vita. Fottersi e odiare le persone, le solite persone, raggiungere la gloria, il potere, la Luce, rimanendo nell’oscurità, come un assassino che agisce nel buio, ove la morte assale solo chi la teme, mentre prevale solo chi non prova paura.
Fermo in piedi nella caverna, creando queste immagini di “Luce Nera” nella mente, aspettava Anzo che ritardava a venire. Ma non era vero perché bastarono pochi secondi dopo questo pensiero che Fryese vide arrivare l’avversario. Aveva il coprifonte del villaggio sul braccio e non ci volle molto a far capire a Fryese che era di Kiri. Quando lo vide arrivare, cercò di distogliere la sua mente da quegli atteggiamenti che avrebbe dovuto assumere in futuro. Volle concentrarsi solo sull’esame, e quindi sullo scontro che sarebbe infuriato a breve tra i due contendenti.

Ciao,sono Anzo Rin, piacere,vengo da Kiri. Allora? Vogliamo iniziare?

Dalla sua bocca uscirono le solite parole. Ciao, sono, vengo e iniziamo. Sperava di incontrare persone diverse ora in avanti, ma tutte le presentazioni sono di solito così. Se ne voleva fare una ragione. Non fece caso a quello che stava dicendo Anzo in quegli istanti; era ancora sconnesso dalla realtà, ma si doveva concentrare. Cercò ancora una volta di non pensare ai pensieri di prima e con un meccanismo mentalmente ritardato rispose facendo finta di essere cortese, tuttavia sentiva in corpo che voleva già colpirlo, non per odio, ma per rabbia, una rabbia che aumentava ogni giorno sempre più e le cui cause sono quello che succedeva ogni giorno, che lo irritava a tal punto da odiare tutti, ma la cui effettiva origine, forse, era proprio la morte dei suoi cari genitori. All’inizio era riuscito a fronteggiare la situazione, ma forse la crescita, sia fisica che mentale, ne risente sotto questo aspetto del ragazzo.



Io sono Fryese Nara …
Non pronunciò altre parole.

Inoltrandosi in una parte della caverna, che diventava sempre più umida e ricca di nebbia, la quale avrebbe influenzato lo scontro o a favore o a sfavore del ragazzo, si diresse verso una delle due pareti rocciose e bagnate, con le mani in tasca e le spalle rivolte verso Anzo. Non è maleducazione. Si chiama fottersi della gente.
Voleva subito iniziare, ma senza una strategia sarebbe stato difficile riuscire a vincere. Poteva contare, però, sulla grande abilità nel creare strategie del suo clan, il clan Nara, che gli permise di elaborare un piano in pochi secondi. Fermo, con lo sguardo rivolto verso la parete che si innalzava solida e resistente, non esitò a girare lentamente il collo e, con la coda dell’occhio, a lanciargli solo uno sguardo, che di intero non aveva niente: un mezzo sguardo.

Iniziamo! Se hai paura di perdere, hai già perso.
Finì la frase con un sorriso di spavalderia e arroganza, come se era convinto di vincere lo scontro. Non aveva paura dell’avversario. In quei momenti niente lo terrorizzava, neppure la morte, perché sapeva di non poter perdere. Per questo pronunciò queste parole: <se hai paura di perdere, hai già perso>, parole che continuava a ripetere non solo a voce, ma anche nella mente, ogni secondo e ogni istante, per incoraggiarsi da solo.

Sapeva già come agire e poteva sfruttare questo Senjutsu, ereditato dal clan, a suo completo favore. Non poteva assolutamente perdere questo incontro e pertanto cercò di eseguire nei tempi precisi quello che aveva in mente di fare. Tuttavia i pensieri che girovagavano nella mente di Fryese a riguardo della “Luce Nera” non erano scomparsi completamente. Ma forse era meglio così: avere una grande motivazione di vincere e nutrire un profondo odio per gli altri, anche se appena germogliato, lo avrebbe stimolato ancor di più …


Girò la testa nuovamente verso la parete con tanta voglia di sfogarsi con qualcuno e questo scontro era la migliore soluzione.
Sapeva già cosa fare. Con uno scatto fece uscire la mano destra dalla tasca, in cui impugnava un Kunai, il cui manico era nascosto dalle dita piegate fortemente, e girò il palmo verso l’alto. Si avvicinò a quelle rocce bagnate velocemente, concentrò in pochi secondi una quantità di Chakra media nei piedi e incominciò ad arrampicarsi sulla parete, cercando di fare attenzione a non scivolare a causa di quelle gocce, seppure poche, che scendevano a tratti lentamente e a tratti velocemente dal muro. Di fronte al Nara non c’era più il muro, bensì qualche stalattite appuntita, a cui doveva porgere molta attenzione altrimenti si sarebbe potuto ferire. Pian piano si stava avvicinando a quelle strutture pericolose, ma cosa aveva in mente di preciso? Fryese non era uno stupido e quando era arrivato nella caverna aveva notato che le stalattiti non erano presenti uniformemente sul soffitto. Era come se ci fossero due gruppi di stalattiti, separate da un piccolo intervallo di spazio, a formare una specie di corridoio “rovesciato”. Pertanto sfruttò quest’irregolarità naturale, come se il destino lo avesse voluto aiutare nello scontro. Come? Arrivato alla fine del muro, si spostò con il corpo verso la direzione del corridoio sul soffitto e con la mano sinistra, si appoggiò ad una stalattite, mentre i piedi si trovavano ancora sul muro; per paura (solo per modo di dire perché non aveva paura di niente) che la struttura pericolante si rompesse, concentrò ancora un po’ di Chakra ed effettuò un lungo scatto, come se avesse voluto saltare orizzontalmente da una parete all’altra. Ovviamente ciò era impossibile, ma non era questa la vera intenzione del ragazzo. Prima di lasciare i piedi dal muro, posizionò in una buona posizione il braccio destro, quello che aveva il Kunai nella mano e spostò il corpo lentamente verso la superficie bagnata, in modo da poter dare maggior spinta nel salto, come se fosse retto da una molla, sempre con la mano sinistra appoggiata ad una stalattite che si trovava alla sua sinistra. In un istante si spinse proprio come stesse effettuando un salto, aiutandosi anche con la mano sinistra.

Ma perché il Kunai? A cosa serviva? Si diede la spinta, percorrendo velocemente nello spazio parallelamente alla parete sovrastante. Mentre percorreva questo moto, il Kunai, impugnato con molta forza, scalfiva le stalattiti e questo permise a Fryese di rallentare gradualmente la velocità del salto. Le stalattiti venivano scalfite. Alcune, essendo meno resistenti, si frantumarono, altre riportarono solo un graffio e altre si ritrovarono tagliate in due parti, di cui una rimase saldata al soffitto e l’altra, con la punta ancora appuntita, cadde violentemente sul pavimento pietroso.
Durante il salto il ragazzo provò un leggero senso di ebbrezza, che mosse i suoi capelli scuri e setosi ma, a causa dell’umidità presente nella caverna, bagnati e umidi. Pian piano la velocità si stava per azzerare e ciò avrebbe fatto rimanere per qualche secondo in aria il giovane ragazzo. Era proprio ciò che voleva e così successe. Lentamente la mano stava per cedere e con essa si avvicinava il momento in cui si sarebbe dovuto fermare.

Ce l’ho quasi fatta! Solo un ultimo sforzo…
Eccolo finalmente arrivato al capolinea. Si trovava in aria quasi al centro dello spazio dello scontro. Davanti a lui ancora delle stalattiti in piedi. Dietro, invece, si erano dimezzate. La mano destra stava per aprirsi a causa di tutti quei colpi di prima. Ma doveva cercare di resistere ancora un pochino. In pochi attimi infilzò il Kunai al soffitto e girò il busto leggermente verso una parte della nebbia, che gli impediva la vista dell’avversario. Fryese, però, sapeva dove si sarebbe dovuto trovare. Infatti quel mezzo sguardo che ha lanciato prima di salire come un ragno sulla parete gli è servito proprio per poter avvistare la posizione esatta di Anzo. Durante i movimenti e le azioni successive a questo “inizio” della sfida ha sempre tenuto d’occhio quella posizione. La nebbia non era solo uno svantaggio, ma anche un vantaggio per Fryese perché anche l’avversario non avrebbe potuto avvistarlo subito. Si trovava adesso in una posizione perfetta: le gambe e il busto erano paralleli al soffitto, le mani e i piedi, invece, pronti a muoversi per le azioni che avrebbe dovuto eseguire successivamente, come se stesse nuotando nell’aria, un’aria umida e soffocante. Infatti appoggiò velocemente la mano destra ancora stanca su una stalattite intatta davanti a sé, quella sinistra si infilò nel taschino della gamba sinistra e i piedi nuovamente irrorati di Chakra blu eseguirono un movimento che li portò attaccati al soffitto. Il Chakra gli permise di rimanere attaccato al soffitto e la mano appoggiata alla stalattite lo aiutò a sprecare meno Chakra perché senza l’aiuto dell’appoggio avrebbe dovuto usare più Chakra per rimanere appeso come un pipistrello al soffitto.
Ma non ci rimase per molto: si lasciò il Kunai alle spalle dandosi un piccolo slancio con le gambe e i piedi in avanti, verso l’avversario, dal quale non toglieva mai lo sguardo. La mano destra si infilò nella tasca. In un attimo raccolse le armi necessarie alla sua strategia e le fece uscire dai taschini: 2 Shuriken e 2 Kunai. Assunse una posizione a x delle braccia, tipica posizione per lanciare delle armi. Due Kunai e due Shuriken partirono ad una velocità media-alta verso Anzo. La forza di gravità lo attirava sempre più velocemente verso il suolo. Pian piano che si stava avvicinando a terra, incominciò ad unire le dita indice e medio di tutte e due le mani, tipica posizione del Clan Nara. Ecco la tecnica del controllo dell’ombra, che gli permetteva di unire la sua ombra con quella dell’avversario.

La strategia stava per concludersi a breve. Ma c’era un particolare fondamentale del piano di cui solo Fryese ne era a conoscenza, qualcosa che l’avversario non poteva vedere per la nebbia: il Kunai. Il ragazzo ha usato il Kunai solo per rallentare la corsa durante il salto nell’aria? No, perché al Kunai c’è attaccato una Flash, che si sarebbe attivata a momenti, portando benefici solo per il Nara. Appena mise i piedi per terra, infatti, quest’arma particolare si attivò alle spalle del ragazzo e produsse un bagliore che permise all’ombra di allungarsi e trovarsi molto più vicino all’avversario. Il flash prodotto illuminò per qualche secondo quasi tutta la superficie rocciosa della caverna e permise al ragazzo di dare un ultimo sguardo alle armi metalliche lanciate precedentemente. Sicuramente non lo avrebbe colpito, ma non era questa la sua intenzione. I Kunai e gli Shuriken, infatti, si dirigevano ai lati dell’avversario, formando una specie di semicerchio allungato. Nel frattempo l’ombra di Fryese, che senza il flash si sarebbe trovata a 3-4 metri circa di distanza, si trovò a meno di un metro e in pochi decimi di secondi si sarebbe unita con quella dell’avversario.
Non doveva assolutamente confondersi o distrarsi nemmeno per un istante. Il suo piano era quasi compiuto.

Le possibilità di quello che sarebbe successo dopo sono due:
1) Anzo vide le armi arrivare verso di lui e si accorse che, rimanendo fermo, avrebbe potuto evitare semplicemente il colpo perché i Kunai e gli Shuriken non lo avrebbero colpito, nemmeno sfiorato, ma così facendo non avrebbe avuto la possibilità di scorgere l’ombra che lo stava per afferrare se fosse rimasto fermo.
2) Anzo vide l’ombra o Fryese che attuò la tecnica del controllo dell’ombra. Per non essere bloccato e costretto a eseguire gli stessi movimenti del giovane Nara, si sarebbe mosso a destra, a sinistra o indietro, ma così facendo sarebbe stato colpito o dagli Shuriken o dai Kunai.
Un piano davvero astuto. Egli aveva fiducia in questa strategia e sperava intensamente che sarebbe riuscito a colpirlo.

Non posso fallire, non adesso!!







• Stato Fisico: Illeso.

• Stato Mentale: Concentrato.

• Chakra: 190/200 (consumo basso innata)

• Consumi: 2 Kunai + 1 Flash + 2 Shuriken

• Tecniche: ///

• Armi:
Kunai {2}
Shuriken {1}
Flash {2}

• Note: dove non si capisce dimmelo...



Edited by Fryese39 - 22/6/2010, 13:11
 
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